Tutti i mondi di Urania nel 2021

dicembre 11th, 2020

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Serge Brussolo, Anatomik,  Urania n. 1686, gennaio 2021

Serge Brussolo, Anatomik, Urania n. 1686, gennaio 2021

Cari lettori, buon Urania a tutti!

Il 2020 è stato (anche se ancora non è terminato concedeteci il verbo al passato) parecchio difficile per l’editoria, nonostante il mondo delle edicole abbia beneficiato della possibilità di continuare a offrire i propri prodotti al pubblico anche nei terribili momenti di lockdown. Ma certo la crisi economica scatenata dalla pandemia non ha fatto bene alle tasche degli italiani, e questo ha avuto delle conseguenze anche su Urania e su tutte le collane collaterali che trattano di fantascienza, argomento diventato quanto mai attuale, visto che siamo stati tutti sbalzati in uno scenario da science fiction catastrofica e distopica.

Per il 2021 la speranza è che si torni a un minimo di normalità, e allora ecco qualche anticipazione su ciò che Urania e sorelle proporranno ai lettori il prossimo anno, nei limiti di ciò che possiamo dare per assodato grazie a contratti sottoscritti con agenti e autori.

Urania

Partiamo con la collana madre, che a gennaio proporrà “Anatomik”, il nuovo ed esuberante romanzo di Serge Brussolo, un autore che in tanti ci chiedevano a gran voce e che siamo riusciti a riportare in collana con uno dei suoi romanzi più sorprendenti.

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Oscar Vault – “Falce” di Neal Shusterman

dicembre 7th, 2020

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Oscar Vault

a cura di Beppe Roncari

“Falce” di Neal Shusterman

 

Neal Shusterman, "Falce"

Neal Shusterman, “Falce”

Dopo aver conseguito l’immortalità, cosa resta da raggiungere al genere umano? Un mondo governato dal Thunderhead, un’intelligenza artificiale che da “Nuvola” (Cloud) si è evoluta in “Nube Tempestosa” (Thunderhead); lavori svolti come puro passatempo, senza una reale e impellente necessità; i drammi romantici come unica fonte di sani crepacuore vecchio stile; e poi… le Falci: le mietitrici di vite umane.

Sì, perché per quanto il mondo sia diventato un posto perfetto, le risorse perfettamente distribuite dal Thunderhead (vitto, alloggio, cure e ringiovanimenti) sono pur sempre limitate, e dunque qualcuno, di tanto in tanto, deve lasciarsi “spigolare” dalle Falci e… togliere il disturbo.

Nel mondo creato da Neal Shusterman per l’Arco della Falce, che ha inizio con il romanzo omonimo, l’unico aspetto di cui l’umanità non ha abdicato il governo all’intelligenza artificiale è quello del controllo della popolazione.

“Falce” è la storia di due adolescenti, Citra e Rowan, un ragazzo e una ragazza, che vengono scelti come apprendisti dall’onorevole Faraday, prestigioso membro del temuto quanto venerato Ordine delle Falci, alias gli uomini che hanno preso nelle proprie mani la somministrazione della morte, gli unici nel mondo a non essere soggetti al benevolo e onnisciente controllo del Thunderhead.
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Addio a Ben Bova

dicembre 1st, 2020

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Ben Bova (1932 - 2020)

Ben Bova (1932 – 2020)

Questo 2020 così distopico si porta via un altro grande della fantascienza.

Benjamin William Bova, nato a Filadelfia nel 1932, uno dei più prolifici romanzieri, antologisti ed editor della fantascienza statunitense, si è spento domenica 29 novembre a Naples, Stati Uniti, all’età di 88 anni a causa di ictus e complicazioni per il Covid-19.

Dopo la morte di John W. Campbell, Ben Bova assunse la direzione della rivista Analog e in seguito di Omni, il prestigioso mensile fondato da Bob Guccione. Pluripremiato, vinse sei Premi Hugo per la curatela di antologie, il premio Clarke alla carriera e il premio Campbell per Titan nel 2006. È stato inoltre presidente della Science Fiction and Fantasy Writers of America e presidente emerito della National Space Society.

Nelle sue storie ha narrato in anticipo molti traguardi dell’umanità come la corsa alla Luna, i satelliti solari, la clonazione umana, Internet, la realtà virtuale e gli e-book.

Ben Bova, "Orion", Urania Collezione n. 132, marzo 2018

Ben Bova, “Orion”, Urania Collezione n. 132, marzo 2018

Tra i suoi romanzi pubblicati su Urania ricordiamo: “Duellomacchina”“I condannati di Messina”, “L’astronave dei 20.000”, “Ritorno dall’esilio”, “THX 1138”, basato sulla sceneggiatura di George Lucas, “Giove chiama Terra”, “Ritorno da Giove” e il ciclo di Orion, di recente tornato su Urania Collezione (“Orion”Urania Collezione n. 182).

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I Capolavori di Urania 1685: Valerio Evangelisti, “Rex Tremendae Maiestatis”

novembre 29th, 2020

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Valerio Evangelisti, “Rex tremendae maiestatis”, Urania n. 1685, dicembre 2020

Valerio Evangelisti, “Rex tremendae maiestatis”, Urania n. 1685, dicembre 2020

Valerio Evangelisti, “Rex Tremendae Maiestatis”, Urania n. 1685, dicembre 2020

 

Torna sulle pagine di Urania il più celebre inquisitore della fantascienza nell’amatissima saga di Valerio Evangelisti che lo vede protagonista.

Anno Domini 1372. Nicolas Eymerich si reca al sud sulle tracce del suo mortale nemico.

Dopo essere stato ritrovato impiccato in un convento di Barcellona, il cadavere dell’alchimista Ramòn de Tàrrega è scomparso, e l’uomo è stato avvistato in Sicilia.

Ma nelle terre di Trinacria imperversano misteriosi fenomeni che terrorizzano gli abitanti del luogo: antichi dischi volanti, feroci giganti cannibali, simili ai Lestregoni delle antiche leggende, e inquietanti neonati deformi, sullo sfondo di un’antica lotta fra fazioni baronali.

Queste nuove minacce, unite a un’infame profezia sul suo destino, metteranno alla prova il celebre Inquisitore, che dovrà ricorrere a tutta la propria lucida crudeltà per ripristinare l’equilibrio tra le forze dell’ordine e quelle del caos e preservare così la Cristianità.

Nel complesso universo creato da Evangelisti, dove passato e futuro s’intrecciano creando incredibili geometrie, scopriremo importanti retroscena sull’infanzia di Eymerich e sulla sua discendenza futura, e viaggeremo nel mondo post-apocalittico dell’ anno 3000, dove la giovane schizofrenica Lilith, nei laboratori lunari, indaga sull’arma segreta che ha portato l’umanità sulla soglia dell’autodistruzione.

 

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Urania Millemondi 88: AA.VV., “Infiniti Universi. Parte 2″

novembre 27th, 2020

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AA.VV., "Infiniti Universi. Parte 2", Urania Millemondi n. 88, dicembre 2020

AA.VV., “Infiniti Universi. Parte 2″, Urania Millemondi n. 88, dicembre 2020

AA.VV., “Infiniti Universi. Parte 2”, Urania Millemondi n. 88, dicembre 2020

 

Eccoci alla seconda parte della Year’s Best Science Fiction, la raccolta antologica più premiata, a cura dello stimatissimo e compianto Gardner Dozois, nella sua trentacinquesima e ultima edizione.

A dicembre, le più abili penne della fantascienza anglosassone vi porteranno a spasso tra gli infiniti universi, nell’ultimo capitolo della fortunata serie inaugurata nel 1984.

La raccolta, suddivisa come di consueto in tre volumi, ha visto la sua prima uscita a marzo 2020, “Infiniti Universi. Parte I” (Millemondi n. 86), mentre la terza parte uscirà nella primavera del 2021.

In questo secondo volume vi attendono dodici succosi racconti in bilico tra ricercati galattici, cloni, pianeti remoti, ucronie e… triceratopi!

Ecco la lista degli autori:

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Urania Collezione 215: Clifford D. Simak, “Oltre l’invisibile”

novembre 26th, 2020

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Clifford D. Simak, "Oltre l'invisibile", Urania Collezione n. 215, dicembre 2020

Clifford D. Simak, “Oltre l’invisibile”, Urania Collezione n. 215, dicembre 2020

Clifford D. Simak, “Oltre l’invisibile”, Urania Collezione n. 215, dicembre 2020

 

Cosa pensereste se trovaste un libro addosso alla vittima di un incidente misterioso… e scopriste di esserne voi gli autori?

È quello che accade all’agente speciale Asher Sutton, che dopo vent’anni dalla partenza per una missione in cui è stato dato per morto, fa ritorno sulla Terra con nuove, strane facoltà, pilotando una nave spaziale così danneggiata da chiedersi come abbia fatto a volare.

La nave era diretta verso 61 Cygni, l’unico sistema stellare ancora inviolato dall’impero galattico per via della schermatura impenetrabile che lo avvolge.

Starà ad Asher investigare sull’enigma del misterioso volume, un oggetto venuto dal futuro, destinato a rivoluzionare i rapporti tra umani e androidi e le sorti dell’intera Galassia. Ma la sua missione non sarà facile, dato che c’è chi vuole ucciderlo… per impedire la pubblicazione del libro che non ha ancora scritto!

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In ricordo di Vittorio Catani

novembre 24th, 2020

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Vittorio Catani

Vittorio Catani

Ci ha lasciati ieri, 23 novembre 2020, l’amato scrittore di fantascienza Vittorio Catani (Lecce, 17 luglio 1940 – Bari, 23 novembre 2020).

Nato a Lecce nel 1940 e vissuto a Bari, è stato una vera e propria colonna della fantascienza italiana, vincitore di numerosi premi, tra cui il primo Premio Urania e diciassette Premi Italia per la fantascienza.

Prolifico autore di racconti, raccolti nel 2007 nel volume “L’essenza del futuro”, dei suoi romanzi ricordiamo: “Il Quinto principio” (Supplemento n. 39 a Urania n. 1533), e “Gli universi di Moras”, quello che gli valse il Premio Urania nell’ormai lontano 1990.

 

Il ricordo di Franco Forte

 

«Vittorio Catani è stato una colonna della science fiction italiana, sia come autore sia come curatore di antologie, ma anche come fan appassionato, che ho avuto modo di conoscere fin da quando, poco più che maggiorenne, frequentavo le Italcon in giro per l’Italia, insieme ad altre centinaia di “fuori di testa che passavano il tempo a trastullarsi con le idiozie della fantascienza”, come qualcuno ci accusava in quegli anni.
Vittorio è stato per me un collega, un amico, un punto di riferimento, grazie alle cose bellissime che ha scritto. Ma c’è soprattutto un particolare che ricordo con forza, e che è stato un vero e proprio punto di svolta per la mia carriera di autore. Devo infatti a Vittorio Catani (e in parte anche a un altro grande della sf come Lino Aldani) se all’improvviso sono riuscito a fare lo scarto che mi ha portato dalla scrittura raffazzonata e dilettantesca che si alimentava di passione ed entusiasmo e poco più, a quella professionale e ponderata che mi ha consentito di arrivare ai massimi livelli dell’editoria.
Il tutto è cominciato quando Vittorio mi rifiutò un racconto per una antologia che stava preparando. Proprio così: il suo rifiuto, anzi, la motivazione del suo rifiuto, mi ha cambiato e mi ha fatto capire molte cose, spalancandomi gli occhi su un errore che commettevo nella mia scrittura, e che non mi consentiva di aprirmi a nuovi orizzonti, per migliorare e rendere i miei scritti più attrattivi per il lettore.
Non starò qui a spiegare di che cosa si trattava, perché dovrei farvi leggere la prima versione di quel racconto, quella rifiutata da Vittorio, e poi la successiva, riscritta dopo la sua motivazione, che mi ha letteralmente folgorato sulla via per Damasco. Dirò solo che si riferiva a quella che è la tecnica più complessa della scrittura (e di cui gli scrittori esordienti sono generalmente all’oscuro), ovvero la gestione del Punto di Vista.
Il rifiuto di Vittorio servì a scaldarmi l’anima: prima con il classico e tronfio atteggiamento dello scrittore esordiente che non accetta i rifiuti e, soprattutto, non vuole sentirsi dire che non sa scrivere come immagina; e poi con l’improvvisa consapevolezza che aveva ragione, eccome, e che da quel momento la mia scrittura poteva evolvere come non avevo mai creduto fosse possibile.
E infatti da quel giorno, da quando ho preso consapevolezza di quanto le bastonate sul coppino di Vittorio fossero corrette, per me le cose sono cambiate, e una dopo l’altra sono arrivate le vere soddisfazioni per chi ambisce a pubblicare a certi livelli.

Lasciatemi dunque ricordare Vittorio Catani non solo come un amico e un compagno d’avventura nel folle mondo della fantascienza, ma anche come uno dei maestri che mi hanno saputo indirizzare sulla strada giusta da percorrere per soddisfare i lettori come da sempre sognavo di fare.

Un retaggio che adesso io cerco di trasmettere agli altri, quando posso, senza mai dimenticare chi è stato il primo ad avermi aperto gli occhi. Ancora grazie, Vittorio…»  

 

Il ricordo di Enzo Verrengia

«Chissà se ora che si è spento nel corpo Vittorio Catani, in un altro stato dell’essere, visiterà Gli universi di Moras, le infinite realtà parallele da lui ipotizzate nel romanzo così intitolato con cui vinse il Premio Urania nel 1989 e l’anno successivo fu il primo italiano a venire pubblicato sulla storica rivista della Mondadori.

Sta di fatto che lui non si fermò mai a scenari riduttivi, inutilmente cervellotici e molto arzigogolati a vuoto di troppa fantascienza italiana del passato. Fin dagli inizi precocissimi, Catani evocò ed esplorò l’inconoscibile. Gli si addicevano fondali stellari o mutamenti epocali degli di Asimov, Clarke, Heinlein e i grandi maestri. Anche quando in una miniatura indimenticabile come “Replay di un amore”, narrava di un’anima trasferita nel computer per consentire a un sentimento di proseguire sotto forma di bit, Catani affrontava il tema con un rigore epistemologico lontanissimo dagli sperimentalismi fini a se stessi e l’azzeramento del linguaggio in gerghi generazionali. Tanto che il suo ultimo romanzo importante, “Il Quinto Principio”, è una summa del suo pensiero avvenirista, profondamente radicato nella speculazione scientifica, che delinea la presenza di una forza termodinamica occulta destinata alla distruzione delle basi stesse del reale.

“Catani è tra i pochi autori che io conosca capace di portare fino alle estreme conseguenze le proprie idee. Come si dice, lo scrittore pugliese è tra i pochi che non hanno mai paura di avere coraggio.” Un riconoscimento etico risolto in straordinario paradosso. Lo scriveva Ugo Malaguti, altro nume tutelare della fantascienza italofona, nell’introduzione a “L’essenza del futuro”, la monumentale antologia dedicata anni fa a Vittorio Catani nella quale interveniva anche un altro padre fondatore della fantascienza italiana, Lino Aldani: “L’aspetto che più colpisce della narrativa di Catani è la costante ricerca di un punto armonico di fusione tra il pessimismo delle sue configurazioni del futuro e la sua commovente speranza, esilissima, sicut parva lucernula, eppure imperitura, in qualcosa che tuttavia può intervenire a modificare tanta paventata negatività.”

A sua volta, lui dichiarò in un’intervista: “In Italia la fantascienza era ferma a modelli ottocenteschi (Verne anzitutto), facilmente slittava verso il fantastico o il soprannaturale. Negli anni ’50 apparvero i vari Asimov, Williamson o Van Vogt, e sembrò che sorgessero dal nulla. Mancava da noi la tradizione americana della narrativa popolare”.

Sì, perché l’intento della migliore fantascienza resta sempre quello di allargare gli orizzonti del pensiero nel più vasto pubblico di lettori possibile. Senza per questo assecondare le cosiddette “tendenze”.

Dietro tutto questo si profilava la figura concreta di Vittorio Catani. Nato a Lecce ma da sempre radicato a Bari, una capitale del meridione differente dalle altre. Avvantaggiata dal trovarsi sulle rotte verso e dal Levante, felice commistione di terziario, commercio e sviluppo. Non a caso, nei suoi dintorni sorge Tecnopolis, la città dell’informatica. Dal suo ufficio di direttore di banca in Viale Unità d’Italia, Catani conciliava l’impegno professionale con la vocazione creativa. Per il suo appartamento nel quartiere di Poggiofranco transitò, fra gli altri, John Brunner. Era l’epoca del fandom. Catani fondò proprio a Bari la rivista amatoriale THX1138, che pubblicò autori poi affermatisi.

E c’erano le convention, dove era possibile fare incontri mirabolanti, come quello che lo scomparso raccontava essere avvenuto una volta a Rimini con Robert Silverberg, che cercava disperatamente un bagno. Senza dimenticare una performance a Montepulciano nel 1986, allorché alla premiazione di un concorso per racconti fantastici, Alberto Moravia redarguì Luce D’Eramo per avere affrontato con il romanzo “Partiranno” un argomento fantascientifico: alieni sulla Terra. Catani guidò la pattuglia indignata che abbandonò la sala.

Una ricaduta importante della vittoria al Premio Urania fu la sua lunga collaborazione al quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno, per il quale, oltre ad articoli di futurologia, curò una rubrica di costume, “Accadde… domani”, in cui si sbizzarriva a sviluppare le derive più originali della scienza, della società e del comportamento collettivo.

Sorprendeva che tanta energia intellettuale albergasse nella sua figura di gentiluomo, esile, contenuto e sobrio, che purtroppo da qualche anno era in dissolvenza terminale.»

 

Il nostro saluto e la nostra solidarietà vanno alla sua famiglia e a tutti gli affezionati di Urania.

Buon viaggio verso il prossimo, misterioso, universo parallelo.

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Comunicato sui Premi letterari

novembre 20th, 2020

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ATTENZIONE

 

A causa dell’emergenza Covid-19, per la partecipazione a tutti i nostri premi letterari (Premio Tedeschi 2021, Premio Altieri Segretissimo 2021, Premio Urania 2020 e Premio Urania Short 2021) è possibile inviare i manoscritti anche solo via email agli indirizzi di redazione, senza inviare le copie cartacee.

Se possibile, si prega di allegare una foto del CdP preso da un volume utile alla partecipazione, come da bando di concorso, tuttavia non si tratta di una condizione vincolante.

Ecco gli indirizzi email di riferimento:

Premio Tedeschi 2021giallomondadori@mondadori.it

Premio Altieri Segretissimo 2021segretissimo@mondadori.it

Premio Urania 2020 e Premio Urania Short 2021urania@mondadori.it

 

Votazione dei finalisti del Premio Urania Short 2020

Per la votazione dei racconti finalisti del Premio Urania Short 2020 è possibile inviare i voti anche solo via email all’indirizzo della redazione, senza l’invio della copia cartacea.

Si prega di allegare una foto o una scansione della scheda voto preso dal volume Urania n. 1684 di novembre 2020, “Il pugno dell’uomo” di Davide del Popolo Riolo.

L’indirizzo email di riferimento è: urania@mondadori.it

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Urania novembre 2020

novembre 15th, 2020

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Novembre ricco di novità per Urania.

È arrivato nelle edicole e negli store online il romanzo vincitore del Premio Urania 2019, “Il pugno dell’uomo”, di Davide Del Popolo Riolo, che con le sue atmosfere steampunk ci trasporta nella Città di un mondo lontano, tra il dilagare della misteriosa febbre dei tre giorni e gli inevitabili sconvolgimenti sociali che ne conseguono; sulle pagine di Urania Collezione, torna Roger Zelazny con il romanzo catastrofista “La pista dell’orrore”, una traversata mozzafiato di un’America devastata da tempeste magnetiche, insetti giganti e… (sì, ancora una volta…) un morbo letale; e per Urania Jumbo, un inedito di Lois McMaster Bujold, “Il segno dell’alleanza”, romanzo del ciclo dei Vor con protagonista Ivan Vorpatril, che per una volta vorrebbe evitare grane ed è in cerca del suo buen ritiro sul pianeta Komarr (spoiler: il piano non funzionerà).

E voi, su quale pianeta volerete?

 

Davide Del Popolo Riolo, “Il pugno dell’uomo”, Urania n. 1684, novembre 2020

Davide Del Popolo Riolo, “Il pugno dell’uomo”, Urania n. 1684, novembre 2020

Roger Zelazny, “La pista dell’orrore”, Urania Collezione n. 214, novembre 2020

Roger Zelazny, “La pista dell’orrore”, Urania Collezione n. 214, novembre 2020

Lois McMaster Bujold, “Il segno dell’alleanza”, Urania Jumbo n. 14, novembre 2020

Lois McMaster Bujold, “Il segno dell’alleanza”, Urania Jumbo n. 14, novembre 2020

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Oscar Vault – Il ciclo della Fondazione di Asimov in un Drago

novembre 10th, 2020

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Oscar Vault

a cura di Beppe Roncari

Il ciclo della Fondazione di Asimov in un Drago

 

Isaac Asimov "Fondazione – Il Ciclo Completo"

Isaac Asimov “Fondazione – Il Ciclo Completo”

Se siete alla ricerca della pietra fondante per la vostra biblioteca fantascientifica, la vostra attesa è finita. In occasione del centenario di Asimov, Mondadori ha pubblicato in un unico grande Oscar Drago l’intero ciclo della “Fondazione”. Tutti e sette i volumi in un’edizione titanica di 1476 pagine con sovraccoperta e cover disegnata da Lorenzo “LRNZ” Ceccotti, illustratore e fumettista italiano, e scelta tramite un sondaggio fra i lettori.
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