Dispacci

In ricordo di Ugo Malaguti

settembre 28th, 2021

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Ugo Malaguti (1945 – 2021)

Ugo Malaguti (1945 – 2021)

Domenica 26 settembre ci ha lasciato Ugo Malaguti, nume tutelare della fantascienza italiana, spentosi nella sua casa di Bologna dopo una lunga malattia.

All’inizio della sua carriera, Malaguti prese in mano la curatela della collana Galassia (Tribuna), diventandone il direttore. Nel 1967 fondò la casa editrice Libra e iniziò la pubblicazione della rivista Nova SF* e le collane Slan e I classici della fantascienza. Negli anni ’70 fondò la Perseo Libri e successivamente Elara Libri, erede delle case editrici precedenti.

Autore di numerosi saggi, racconti e romanzi, spaziò dalla fantascienza archeologica e d’avventura e quella di stampo sociologico, più realistica e impegnata, ma fu anche un prolifico traduttore di alcuni dei più grandi nomi della fantascienza internazionale.

Tra le sue traduzioni comparse in Urania ricordiamo: “Il fabbricante di universi” di Philip J. Farmer, “Novilunio” di Fritz Leiber, “La città e le stelle” di Arthur C. Clarke, I fabbricanti di felicità di James Gunn, “Il telepate” di John Brunner, “Sabbie, tempeste e pietre preziose” di Cordwainer Smith e “Stelle del silenzio e della vita” di Edmond Hamilton.

Ugo Malagutti fu inoltre promotore di numerose iniziative come premi letterari e proiezioni, influenzando per mezzo secolo l’ambiente fantascientifico italiano.

Ciao Ugo, ci mancherai.

 

 

 

 

 

 

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Torna nel Millemondi il meglio della fantascienza

settembre 27th, 2021

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la cover originale della The Year's Best Science Fiction: The Saga Anthology of SF 2020

La cover originale della The Year’s Best Science Fiction: The Saga Anthology of SF 2020

Dopo la scomparsa di Gardner Dozois, il celebre antologista che ci ha assicurato per più di trent’anni le corpose raccolte del meglio della fantascienza internazionale (le Year’s Best Science Fiction, che proponevano i racconti più significativi apparsi l’anno precedente), qualcuno doveva raccogliere la sua eredità, anche perché la narrativa breve è molto seguita dagli appassionati di science fiction e ci consente di avere una panoramica non solo del meglio prodotto dagli autori consolidati, ma anche delle nuove generazioni di scrittori che si propongono al pubblico.

Il testimone è passato a un altro grande protagonista della scena internazionale riservata alle raccolte del fantastico, quel Jonathan Strahan nominato undici volte al premio Hugo come miglior curatore, e che ha vinto, in questa categoria, il Premio Locus nel 2008, 2010, 2013 e 2021, il World fantasy Award nel 2009, e l’Aurealis Award per sette volte. E questo solo per restare nell’ambito della sua attività di antologista.
Urania, e in particolare la collana Millemondi, non poteva restare orfana delle raccolte del meglio della fantascienza internazionale, e dopo avere vagliato tutte le pubblicazioni uscite sul mercato anglosassone, abbiamo deciso di affidarci a colui che è stato unanimamente riconosciuto come l’erede di Dozois, attingendo alla sua nuova serie di antologie intitolate The Year’s Best Science Fiction: The Saga Anthology of SF.
A dicembre uscirà il primo volume dei due in cui abbiamo suddiviso la raccolta del 2020 delle The Saga Anthology, numerata come volume 1 (le antologie di Dozois erano arrivate al numero 35), che contiene i migliori racconti del 2019 selezionati da Strahan. Sulle finalità, le aspettative, i ricordi e le suggestioni per il futuro a cui aspira questa serie antologica, sarà lo stesso Strahan a fare il punto nella sua introduzione al volume, che troverete nel fascicolo di dicembre.

A me premeva assicurare gli appassionati di fantascienza, soprattutto chi crede che anche i racconti abbiano un loro preciso significato nel vasto universo narrativo della science fiction, che non ci siamo fermati con Dozois, ma ci siamo assicurati ancora una volta il meglio che la produzione internazionale poteva offrirci.
È vero che mancano all’appello alcuni numeri delle “vecchie” YBSF, che in passato non siamo riusciti a proporre ai lettori, ma piuttosto che recuperare antologie ormai un po’ datate abbiamo preferito restare il più possibile sull’attualità, acquistando questa antologia uscita nel 2020 per cercare di mantenere un occhio vigile sulla produzione più recente della science fiction internazionale. Dopodiché, non è detto che non si riesca a recuperare in qualche modo anche le raccolte di Dozois rimaste ancora inedite nel nostro paese. Cercheremo di fare il possibile.

Nel frattempo, l’appuntamento è con il Millemondi di dicembre per la prima parte della The Year’s Best Science Fiction: The Saga Anthology of SF 2020. La seconda e conclusiva la troverete in edicola a marzo 2022.
Come sempre, buona lettura a tutti!

Franco Forte

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LE “VISIONI” DI HARLAN ELLISON

marzo 19th, 2021

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"Visioni" di Harlan Ellison, Urania Draghi

“Visioni” di Harlan Ellison, Urania Draghi

Esce nella collana da libreria Draghi Urania degli Oscar Mondadori un’antologia fondamentale per gli appassionati di fantascienza.

Si tratta di una raccolta originale a cura di Franco Forte, di cui non esiste un corrispettivo in lingua inglese, che recupera ben 66 racconti di questo istrionico autore, che è stato una delle voci più forti e controverse del panorama internazionale della science fiction.

Vincitore di un gran numero di premi (Hugo, Nebula, Locus e molti altri), è stato autore televisivo (Star Trek, Babylon 5) e cinematografico e curatore di antologie, fra cui la famosa “Dangerous Visions”, raccolta-manifesto della fantascienza degli anni Sessanta/Settanta.

“Visioni” non è la traduzione di questa antologia di cui Ellison fu curatore, ma naturalmente nel titolo si ispira a quella raccolta, o meglio alle visioni narrative che questo autore ha saputo ricercare nel tempo, e lo fa nel modo migliore per farci conoscere Harlan Ellison, ovvero attraverso la sua narrativa.

Nel volume è presente solo una minima parte della sterminata produzione di Ellison (che conta più di 300 fra racconti e romanzi brevi), ma senz’altro la più rappresentativa, quella che nessun lettore appassionato di sf dovrebbe mancare di conoscere.

Si tratta di racconti scritti a partire dal 1956 (“Gli svitati”), per arrivare fino al 2010 (“Ma guarda, un uomo in miniatura”), così da coprire un arco di produzione enorme, di ben 54 anni.

"Visioni" di Harlan Ellison, Urania Draghi

“Visioni” di Harlan Ellison, Urania Draghi

Sono compresi tutti i racconti vincitori dei più prestigiosi premi della science fiction.

 

Per i più curiosi che hanno voglia di immergersi in ricerche bibliografiche, ecco i titoli dei racconti inclusi nell’antologia:

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Arriva “The Salvation Sequence” di Peter F. Hamilton

gennaio 11th, 2021

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A conclusione del programma 2021 di Urania Jumbo, siamo lieti di comunicare che Urania Mondadori ha acquisito la trilogia di romanzi della serie “The Salvation Sequence” di Peter F. Hamilton, composta dai seguenti titoli: Salvation (2018), Salvation Lost (2019) e Saints of Salvation (2020).

Il primo romanzo della serie uscirà a novembre 2021 nella collana Urania Jumbo, mentre gli altri due vedranno la luce nel corso del 2022, per concludere la trilogia in tempi che ci auguriamo accettabili per i lettori.

Peter F. Hamilton, Salvation, Urania Jumbo

Peter F. Hamilton, Salvation, Urania Jumbo

Peter F. Hamilton, Salvation Lost, Urania Jumbo

Peter F. Hamilton, Salvation Lost, Urania Jumbo

Peter F. Hamilton, The Saints of Salvation, Urania Jumbo

Peter F. Hamilton, The Saints of Salvation, Urania Jumbo

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In ricordo di James Gunn

dicembre 24th, 2020

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James Gunn (1923–2020)

James Gunn (1923–2020)

 

Ci ha lasciati ieri, 23 dicembre 2020, lo scrittore di fantascienza statunitense James Gunn, più volte protagonista sulla nostra collana, come nel recente e quasi profetico Urania 1683 “Oltre l’Ignoto”. Aveva 97 anni.

Il pensiero va ai familiari e agli appassionati, che restano orfani di questo grande autore. Ci consola sapere che ad aprile dell’anno prossimo arriverà finalmente in Italia il secondo volume della trilogia Transcendental, “Transgalactic”.

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Urania in libreria nel prossimo futuro

dicembre 15th, 2020

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URANIA IN LIBRERIA NEL PROSSIMO FUTURO

di Franco Forte

Cari amici,

Iain M. Banks, "First Culture Trilogy"

Iain M. Banks, “First Culture Trilogy”

viste le continue richieste da parte dei lettori, non solo su questo blog, ma anche a me personalmente, per capire quali saranno le prossime uscite della collana Oscar Draghi Urania da libreria, provo a fare con voi il punto della situazione (mossa avventata, la mia, spero di non dovermene pentire…) non tanto sulle date di pubblicazione dei volumi, che difficilmente possono essere programmate, vista la situazione del mercato editoriale che subisce continui sobbalzi e mutamenti dovuti a condizioni sociali indipendenti dalla nostra volontà, bensì su quali titoli sono stati acquisiti, avendo dunque la certezza che nel corso dei prossimi mesi potranno arrivare sugli scaffali delle librerie.

Non dobbiamo infatti mai dimenticare che la libreria, diversamente dall’edicola, non segue una programmazione periodica stringente, bensì muta e si adatta a una strategia commerciale del complesso della casa editrice che segue logiche di altro tipo (se per esempio le librerie dovessero chiudere a causa di un imprevedibile lockdown dovuto a una pandemia – sembra un’ipotesi da fantascienza, eh? – tutto il programma di uscite slitterebbe in avanti, subendo profondi cambiamenti), che dunque non consente di stabilire date certe di pubblicazione dei volumi con troppi mesi d’anticipo.

Di sicuro, però, sono stati contrattualizzati diversi libri, che saranno programmati in uscita in base alle esigenze della casa editrice, e di questo posso darvi qualche succulenta anticipazione. Ecco di cosa si tratta:
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Tutti i mondi di Urania nel 2021

dicembre 11th, 2020

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Serge Brussolo, Anatomik,  Urania n. 1686, gennaio 2021

Serge Brussolo, Anatomik, Urania n. 1686, gennaio 2021

Cari lettori, buon Urania a tutti!

Il 2020 è stato (anche se ancora non è terminato concedeteci il verbo al passato) parecchio difficile per l’editoria, nonostante il mondo delle edicole abbia beneficiato della possibilità di continuare a offrire i propri prodotti al pubblico anche nei terribili momenti di lockdown. Ma certo la crisi economica scatenata dalla pandemia non ha fatto bene alle tasche degli italiani, e questo ha avuto delle conseguenze anche su Urania e su tutte le collane collaterali che trattano di fantascienza, argomento diventato quanto mai attuale, visto che siamo stati tutti sbalzati in uno scenario da science fiction catastrofica e distopica.

Per il 2021 la speranza è che si torni a un minimo di normalità, e allora ecco qualche anticipazione su ciò che Urania e sorelle proporranno ai lettori il prossimo anno, nei limiti di ciò che possiamo dare per assodato grazie a contratti sottoscritti con agenti e autori.

Urania

Partiamo con la collana madre, che a gennaio proporrà “Anatomik”, il nuovo ed esuberante romanzo di Serge Brussolo, un autore che in tanti ci chiedevano a gran voce e che siamo riusciti a riportare in collana con uno dei suoi romanzi più sorprendenti.

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Addio a Ben Bova

dicembre 1st, 2020

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Ben Bova (1932 - 2020)

Ben Bova (1932 – 2020)

Questo 2020 così distopico si porta via un altro grande della fantascienza.

Benjamin William Bova, nato a Filadelfia nel 1932, uno dei più prolifici romanzieri, antologisti ed editor della fantascienza statunitense, si è spento domenica 29 novembre a Naples, Stati Uniti, all’età di 88 anni a causa di ictus e complicazioni per il Covid-19.

Dopo la morte di John W. Campbell, Ben Bova assunse la direzione della rivista Analog e in seguito di Omni, il prestigioso mensile fondato da Bob Guccione. Pluripremiato, vinse sei Premi Hugo per la curatela di antologie, il premio Clarke alla carriera e il premio Campbell per Titan nel 2006. È stato inoltre presidente della Science Fiction and Fantasy Writers of America e presidente emerito della National Space Society.

Nelle sue storie ha narrato in anticipo molti traguardi dell’umanità come la corsa alla Luna, i satelliti solari, la clonazione umana, Internet, la realtà virtuale e gli e-book.

Ben Bova, "Orion", Urania Collezione n. 132, marzo 2018

Ben Bova, “Orion”, Urania Collezione n. 132, marzo 2018

Tra i suoi romanzi pubblicati su Urania ricordiamo: “Duellomacchina”“I condannati di Messina”, “L’astronave dei 20.000”, “Ritorno dall’esilio”, “THX 1138”, basato sulla sceneggiatura di George Lucas, “Giove chiama Terra”, “Ritorno da Giove” e il ciclo di Orion, di recente tornato su Urania Collezione (“Orion”Urania Collezione n. 182).

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In ricordo di Vittorio Catani

novembre 24th, 2020

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Vittorio Catani

Vittorio Catani

Ci ha lasciati ieri, 23 novembre 2020, l’amato scrittore di fantascienza Vittorio Catani (Lecce, 17 luglio 1940 – Bari, 23 novembre 2020).

Nato a Lecce nel 1940 e vissuto a Bari, è stato una vera e propria colonna della fantascienza italiana, vincitore di numerosi premi, tra cui il primo Premio Urania e diciassette Premi Italia per la fantascienza.

Prolifico autore di racconti, raccolti nel 2007 nel volume “L’essenza del futuro”, dei suoi romanzi ricordiamo: “Il Quinto principio” (Supplemento n. 39 a Urania n. 1533), e “Gli universi di Moras”, quello che gli valse il Premio Urania nell’ormai lontano 1990.

 

Il ricordo di Franco Forte

 

«Vittorio Catani è stato una colonna della science fiction italiana, sia come autore sia come curatore di antologie, ma anche come fan appassionato, che ho avuto modo di conoscere fin da quando, poco più che maggiorenne, frequentavo le Italcon in giro per l’Italia, insieme ad altre centinaia di “fuori di testa che passavano il tempo a trastullarsi con le idiozie della fantascienza”, come qualcuno ci accusava in quegli anni.
Vittorio è stato per me un collega, un amico, un punto di riferimento, grazie alle cose bellissime che ha scritto. Ma c’è soprattutto un particolare che ricordo con forza, e che è stato un vero e proprio punto di svolta per la mia carriera di autore. Devo infatti a Vittorio Catani (e in parte anche a un altro grande della sf come Lino Aldani) se all’improvviso sono riuscito a fare lo scarto che mi ha portato dalla scrittura raffazzonata e dilettantesca che si alimentava di passione ed entusiasmo e poco più, a quella professionale e ponderata che mi ha consentito di arrivare ai massimi livelli dell’editoria.
Il tutto è cominciato quando Vittorio mi rifiutò un racconto per una antologia che stava preparando. Proprio così: il suo rifiuto, anzi, la motivazione del suo rifiuto, mi ha cambiato e mi ha fatto capire molte cose, spalancandomi gli occhi su un errore che commettevo nella mia scrittura, e che non mi consentiva di aprirmi a nuovi orizzonti, per migliorare e rendere i miei scritti più attrattivi per il lettore.
Non starò qui a spiegare di che cosa si trattava, perché dovrei farvi leggere la prima versione di quel racconto, quella rifiutata da Vittorio, e poi la successiva, riscritta dopo la sua motivazione, che mi ha letteralmente folgorato sulla via per Damasco. Dirò solo che si riferiva a quella che è la tecnica più complessa della scrittura (e di cui gli scrittori esordienti sono generalmente all’oscuro), ovvero la gestione del Punto di Vista.
Il rifiuto di Vittorio servì a scaldarmi l’anima: prima con il classico e tronfio atteggiamento dello scrittore esordiente che non accetta i rifiuti e, soprattutto, non vuole sentirsi dire che non sa scrivere come immagina; e poi con l’improvvisa consapevolezza che aveva ragione, eccome, e che da quel momento la mia scrittura poteva evolvere come non avevo mai creduto fosse possibile.
E infatti da quel giorno, da quando ho preso consapevolezza di quanto le bastonate sul coppino di Vittorio fossero corrette, per me le cose sono cambiate, e una dopo l’altra sono arrivate le vere soddisfazioni per chi ambisce a pubblicare a certi livelli.

Lasciatemi dunque ricordare Vittorio Catani non solo come un amico e un compagno d’avventura nel folle mondo della fantascienza, ma anche come uno dei maestri che mi hanno saputo indirizzare sulla strada giusta da percorrere per soddisfare i lettori come da sempre sognavo di fare.

Un retaggio che adesso io cerco di trasmettere agli altri, quando posso, senza mai dimenticare chi è stato il primo ad avermi aperto gli occhi. Ancora grazie, Vittorio…»  

 

Il ricordo di Enzo Verrengia

«Chissà se ora che si è spento nel corpo Vittorio Catani, in un altro stato dell’essere, visiterà Gli universi di Moras, le infinite realtà parallele da lui ipotizzate nel romanzo così intitolato con cui vinse il Premio Urania nel 1989 e l’anno successivo fu il primo italiano a venire pubblicato sulla storica rivista della Mondadori.

Sta di fatto che lui non si fermò mai a scenari riduttivi, inutilmente cervellotici e molto arzigogolati a vuoto di troppa fantascienza italiana del passato. Fin dagli inizi precocissimi, Catani evocò ed esplorò l’inconoscibile. Gli si addicevano fondali stellari o mutamenti epocali degli di Asimov, Clarke, Heinlein e i grandi maestri. Anche quando in una miniatura indimenticabile come “Replay di un amore”, narrava di un’anima trasferita nel computer per consentire a un sentimento di proseguire sotto forma di bit, Catani affrontava il tema con un rigore epistemologico lontanissimo dagli sperimentalismi fini a se stessi e l’azzeramento del linguaggio in gerghi generazionali. Tanto che il suo ultimo romanzo importante, “Il Quinto Principio”, è una summa del suo pensiero avvenirista, profondamente radicato nella speculazione scientifica, che delinea la presenza di una forza termodinamica occulta destinata alla distruzione delle basi stesse del reale.

“Catani è tra i pochi autori che io conosca capace di portare fino alle estreme conseguenze le proprie idee. Come si dice, lo scrittore pugliese è tra i pochi che non hanno mai paura di avere coraggio.” Un riconoscimento etico risolto in straordinario paradosso. Lo scriveva Ugo Malaguti, altro nume tutelare della fantascienza italofona, nell’introduzione a “L’essenza del futuro”, la monumentale antologia dedicata anni fa a Vittorio Catani nella quale interveniva anche un altro padre fondatore della fantascienza italiana, Lino Aldani: “L’aspetto che più colpisce della narrativa di Catani è la costante ricerca di un punto armonico di fusione tra il pessimismo delle sue configurazioni del futuro e la sua commovente speranza, esilissima, sicut parva lucernula, eppure imperitura, in qualcosa che tuttavia può intervenire a modificare tanta paventata negatività.”

A sua volta, lui dichiarò in un’intervista: “In Italia la fantascienza era ferma a modelli ottocenteschi (Verne anzitutto), facilmente slittava verso il fantastico o il soprannaturale. Negli anni ’50 apparvero i vari Asimov, Williamson o Van Vogt, e sembrò che sorgessero dal nulla. Mancava da noi la tradizione americana della narrativa popolare”.

Sì, perché l’intento della migliore fantascienza resta sempre quello di allargare gli orizzonti del pensiero nel più vasto pubblico di lettori possibile. Senza per questo assecondare le cosiddette “tendenze”.

Dietro tutto questo si profilava la figura concreta di Vittorio Catani. Nato a Lecce ma da sempre radicato a Bari, una capitale del meridione differente dalle altre. Avvantaggiata dal trovarsi sulle rotte verso e dal Levante, felice commistione di terziario, commercio e sviluppo. Non a caso, nei suoi dintorni sorge Tecnopolis, la città dell’informatica. Dal suo ufficio di direttore di banca in Viale Unità d’Italia, Catani conciliava l’impegno professionale con la vocazione creativa. Per il suo appartamento nel quartiere di Poggiofranco transitò, fra gli altri, John Brunner. Era l’epoca del fandom. Catani fondò proprio a Bari la rivista amatoriale THX1138, che pubblicò autori poi affermatisi.

E c’erano le convention, dove era possibile fare incontri mirabolanti, come quello che lo scomparso raccontava essere avvenuto una volta a Rimini con Robert Silverberg, che cercava disperatamente un bagno. Senza dimenticare una performance a Montepulciano nel 1986, allorché alla premiazione di un concorso per racconti fantastici, Alberto Moravia redarguì Luce D’Eramo per avere affrontato con il romanzo “Partiranno” un argomento fantascientifico: alieni sulla Terra. Catani guidò la pattuglia indignata che abbandonò la sala.

Una ricaduta importante della vittoria al Premio Urania fu la sua lunga collaborazione al quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno, per il quale, oltre ad articoli di futurologia, curò una rubrica di costume, “Accadde… domani”, in cui si sbizzarriva a sviluppare le derive più originali della scienza, della società e del comportamento collettivo.

Sorprendeva che tanta energia intellettuale albergasse nella sua figura di gentiluomo, esile, contenuto e sobrio, che purtroppo da qualche anno era in dissolvenza terminale.»

 

Il nostro saluto e la nostra solidarietà vanno alla sua famiglia e a tutti gli affezionati di Urania.

Buon viaggio verso il prossimo, misterioso, universo parallelo.

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Urania Jumbo diventa mensile!

giugno 20th, 2020

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Luna crescente, Urania Jumbo n.6

Urania Jumbo diventa mensile!

 
Cari lettori, è con grande soddisfazione che vi anticipiamo una notizia che riguarda il 2021: la nostra collana Urania Jumbo passerà alla periodicità mensile.

Si tratta di un passo obbligato, visto il grande successo che questa costola di Urania sta facendo registrare fin dalla sua nascita, che nel tempo ci ha consentito di passare da semestrale (due titoli l’anno) a quadrimestrale (tre titoli l’anno), poi a bimestrale (sei titoli l’anno) e adesso, finalmente, a mensile, con dodici uscite nel corso dell’anno.

Un segno di maturità per una collana partita un po’ in sordina, ma che ha certificato la voglia dei lettori di leggere grandi romanzi in edizione integrale, senza problematiche dovute alla mole dei volumi e proposti con traduzioni accurate e una veste grafica accattivante.

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