“Mi sono chiesta: ‘Che cosa farei se avessi venti corpi?’ E il primo pensiero che mi è venuto è stato: ‘Di sicuro mi metterei a cantare musica polifonica da sola!”’
È solo una delle risposte spiazzanti e originali date da Ann Leckie in un’intervista del 2016 a Wired.com. Come spiazzante e geniale è la sua space opera Ancillary Trilogy che Oscar Mondadori Fantastica sta per riportare nelle librerie italiane, in forma completa (i primi due volumi sono già stati pubblicati da Fanucci nel 2015) e con una nuova traduzione, che cercherà di rendere giustizia alla complessità lessicale e semantica dell’“Imperial Radch”, dove la differenza fra i generi è talmente irrilevante che il pronome “lei” viene usato per i personaggi di entrambi i sessi. Differenza, quella sessuale, di ancor più difficile comprensione per la protagonista, Breq, uno dei numerosi corpi “ancillari” dell’intelligenza artificiale della nave spaziale Justice of Toren.
“Cosa succederebbe se una ragazza africana proveniente da una famiglia tradizionale dell’Africa del futuro venisse accettata nell’università più prestigiosa della galassia, su un pianeta lontano, e decidesse di andarci?”
Introduce così il suo Ted Talk del 2017Nnedi Okorafor, autrice della trilogia di “Binti” che Mondadori Oscar Fantastica pubblicherà a novembre in edizione integrale, con l’aggiunta di un altro scritto dell’autrice inedito in Italia.
Ian McDonald, “Luna”, la trilogia, Oscar Mondadori Fantastica, luglio 2019
Anno 1969, il LEM dell’Apollo 11 tocca il suolo della superficie lunare. Il piede di Neil Armstrong compie “un piccolo passo per un uomo, un balzo gigantesco per l’umanità”.
Anno 2110, una nuova impronta viene impressa sull’immota polvere di regolite del suolo lunare. Un piede scalzo, stavolta, non protetto da stivale.
Così ha inizio l’epica serie Luna di Ian McDonald, con i corpi nudi di sei adolescenti lanciati in una folle sfida contro la morte, in quella che viene chiamata la “corsa lunare”: “Venti metri, quindici secondi” nel vuoto.
Nessun problema: il mese scorso, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’allunaggio, la trilogia è stata rilegata in un unico volume e portata in libreria da Mondadori Oscar Fantastica.
Tutto nacque da una donna urlante. No, non erano le grida di una partoriente, ma quelle di una donna incontrata in sogno: “Veniva verso di me con la stessa camminata dei duri dei blockbuster hollywoodiani – racconta Nora K. Jemisin – quei tipi tosti che avanzano a muso duro verso la cinepresa con un’esplosione alle spalle. Ma anziché un’esplosione questa donna si portava dietro una montagna. Mi guardò con un’espressione colma di rabbia, come se volesse scagliarmi addosso quella montagna.”
Nora si svegliò di soprassalto, sudata e con il batticuore, e subito la sua mente da scrittrice iniziò a porsi una raffica di domande: “Chi è questa donna che può controllare le montagne?”, “Come ci riesce?”, “Perché è così arrabbiata?”
Benvenuti alla seconda puntata di presentazione della trilogia della Terra Spezzata di Nora K. Jemisin, che Mondadori Oscar Fantastica sta traducendo per il pubblico italiano. Il primo volume, “La quinta stagione”, è previsto per metà aprile.
Siamo in un mondo in cui per oltre ventimila anni si sono succedute le “quinte stagioni”, gelidi inverni decennali causati da terremoti disastrosi che devastano senza sosta il crudele “Padre Terra”, spazzando via una dopo l’altra diverse civiltà.
“A tutti coloro che devono combattere per ottenere
quel rispetto che agli altri è garantito.”
Un terremoto. Questo è stata Nora K. Jemisin per l’establishment letterario del fantasy e della fantascienza contemporanei. Aggiudicandosi non uno ma ben tre Premi Hugo di seguito, la Jemisin, donna, di colore, e per di più attivista politica per i diritti della comunità afroamericana, ha messo la parola fine a un mondo dominato dagli scrittori maschi caucasici.
Un terremoto devastante è anche quello che incontriamo nel prologo de “La quinta stagione”, primo volume della trilogia della “Terra spezzata” che Mondadori Oscar Fantastica sta per pubblicare integralmente in Italia. Uscita prevista intorno alla metà di aprile 2019.
Che cos’è una “quinta stagione”? Ce lo spiega la Jemisin stessa: è un inverno innaturalmente prolungato, che dura da un minimo di sei mesi a un massimo di alcuni decenni, causato da sismi apocalittici o da altri cataclismi ambientali di vasta portata. Un inverno talmente lungo e oscuro da far impallidire quelli di George R. R. Martin. Un tema di agghiacciante attualità, dato l’incubo del cambiamento climatico che stiamo vivendo.
Dario Tonani, “Naila di Mondo9″, Mondadori Oscar Fantastica
A tre anni di distanza dalla pubblicazione delle Cronache di Mondo9 su Urania Millemondi n. 72, veniamo di nuovo catapultati fra le sabbie ardenti del mondo creato da Dario Tonani, dove rincontriamo Naila. La ragazzina senza paura dai capelli rossi si è fatta donna, sta per diventare madre e, unica donna su Mondo9, è diventata Capitano di una nave, la Syraqq.
Di Mondo9 è già stato detto molto: una rinascita per la fantascienza italiana, un mondo coerente e spietato, un’opera pluripremiata, amata e tradotta anche all’estero, persino in Giappone.
Naila è stata definita una protagonista forte e determinata che non rinuncia alla propria femminilità, con la sua carica emozionale, passionale ed erotica.
Si è disquisito sul genere o sottogenere a cui apparterrebbero le storie di Mondo9. Fantascienza sì o no, con sfumature horror, steampunk, weird o new weird. Tutte “divise” che stanno strette a Capitan Tonani e che non colgono il fulcro, o meglio, il “giunto cardanico” della sua creazione.
Quella che è stata trascurata, almeno in Italia, è la dimensione “simbolica” delle storie di Dario, che trovano in Naila la loro figura messianica.
D’altronde, il deserto è lo sfondo per eccellenza delle storie messianiche. È lì che Mosè ha la visione del roveto ardente. È fra le dune di Arrakis che Paul Atreides viene riconosciuto dai Fremen come il tanto atteso “Muad’dib” (Frank Herbert, Dune). È nel Mare della Putrefazione che Nausicaä incontra gli Ohmu, il cui sangue tingerà di blu la sua giubba, come nelle antiche profezie (Hayao Miyazaki, Nausicaä della Valle del Vento). È sul pianeta desertico di Tatooine che Luke Skywalker incontra Obi Wan Kenobi e il proprio destino (George Lucas, Guerre Stellari).
Naila di Mondo9 non è da meno. Ha un destino, questo lo sa, o meglio, lo sente, ma riuscirà a portarlo a compimento? È davvero lei il messia destinato a cavalcare e domare la Grande Onda e a portare la pace su Mondo9, “come predicevano le Scritture”?
C’è un solo modo per scoprirlo, leggere il libro e farsi contagiare dal Morbo.
Intervista a Dario Tonani
Dario Tonani, “Cronache di Mondo9″, Urania Millemondi n. 72, luglio 2015
“Dune.” È questa la prima parola del tuo libro. È solo una parola o un omaggio voluto?
Curioso come la mente lavori quando crea. Non ci crederai, ma sei la seconda persona che me lo fa notare, a dimostrazione che l’omaggio non era né consapevole né tantomeno voluto. Anche se questo non mi stupisce, e ti dirò che mi fa pure molto piacere perché ho adorato il ciclo di Herbert. Se poi vuoi un piccolissimo aneddoto, l’incipit sono le ultime righe che scrivo di un romanzo, e come sempre, anche in questo caso sono state tra le più tormentate.
A proposito, quali sono le tue fonti di ispirazione?
Ogni autore ha debiti di riconoscenza più o meno consci con opere e autori, che hanno finito per entrare in quel tritacarne che è una testa in piena tempesta creativa. Provo a dire qualche nome altro nome: Jack Vance, Brian Aldiss, Philip Reeve. I grandi classici dell’avventura marinaresca: Melville, Conrad, Stevenson. Con una spruzzatina di sabbia alla Mad Max… Insomma, un amalgama decisamente eterogeneo di suggestioni.
Il romanzo può essere apprezzato anche da chi non ha mai letto altre storie di Mondo9?
Naila di Mondo9 sta in piedi in modo indipendente rispetto alle storie che l’hanno preceduto. Di fatto, riprende a distanza di trent’anni – no, dico, trenta! – alcuni personaggi e una protagonista, che possiamo tranquillamente considerare come nuovi, anche se li abbiamo magari incrociati da giovani (o da ragazzine) in un Millemondi di tre anni fa. Vogliamo ragionare in termini di saga e spin-off? Le Cronache possono essere considerate un prequel, un antefatto, tutto qui.
Dopo Naila, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Mondo9 è un cantiere aperto, credo che ormai non sia un segreto per nessuno. Non posso ancora entrare nei dettagli, ma fidatevi… Il progetto è di arricchirlo e possibilmente renderlo il più multipiattaforma possibile.
Grazie, Dario, un’ultima domanda. Come diversi lettori ci chiedono, credi che Naila di Mondo9 potrà uscire su Urania?
Credo che sulla questione sia nato un equivoco di cui un po’ mi sorprendo: Naila non arriverà (o se preferisci, non tornerà) in Urania. La redazione Oscar – e per questo torno a ringraziarla con tutto il cuore per l’attestato di stima – ha dato al progetto di Mondo9 un palcoscenico più ampio, complesso e ambizioso, quello degli scaffali della libreria. Il punto, se mi permetti, è che semmai vengano ripescate da Millemondi le Cronache di Mondo9. Grazie della chiacchierata, e stay tuned!
Illustrazioni Franco Brambilla.
Booktrailer Diego Capani (Studio Wabbit).