James Gunn, “La trasformazione”, Urania n. 1698, gennaio 2022
James Gunn, “La trasformazione”, Urania n. 1698, gennaio 2022
Dopo essere passati attraverso la Macchina della Trascendenza, Riley e Asha hanno attraversato mezza galassia per ritrovarsi. Ma al ritorno sulla Terra, le notizie non sono delle migliori.
Dai pianeti sparsi ai margini della Federazione Galattica non arriva più alcun segnale. Un inquietante silenzio è sceso come un velo a oscurare le stelle più lontane, rendendo muta la rete di nodi per le comunicazioni a grande distanza.
Come se non bastasse, nessuna delle spedizioni inviate per fare dei controlli ha fatto ritorno… tranne l’ultima, o meglio ciò che ne rimane: un vascello danneggiato, ritrovato a fluttuare nel cosmo come un relitto spaziale. L’equipaggio è morto, e le ultime parole registrate dal capitano sono agghiaccianti. Secondo la pedia, l’intelligenza artificiale del Centro galattico, la probabilità di un’invasione in atto è del 92,4%.
D’altronde, la Federazione finora si è espansa solo in una parte della Via Lattea, e la galassia è ancora in gran parte una terra incognita, irta di pericoli potenziali proprio come le zone sconosciute degli antichi portolani, che i cartografi popolavano di draghi e leoni. Per non parlare del resto dell’universo sconfinato, una distesa di spazio ignoto…
Riley e Asha, forti delle nuove capacità da umani trascendenti, vengono mandati a investigare sulle cause della morte delle comunicazioni insieme a due vecchie conoscenze. E inizialmente la fiducia reciproca nella squadra scarseggia.
Ci penserà un nemico comune più antico della Trascendenza e più potente della pedia a far mettere da parte le proprie riserve ai quattro trascendenti.
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