Il titolo non si riferisce alla chiusura di “Epix”, notizia che ho avuto più tempo di digerire dei lettori di queste colonne. Allude invece al caldo atmosferico, all’umidità di luglio: tirare avanti è dura, per fortuna che l’uditorio è simpatetico e parlare un poco tra noi potrebbe addirittura darci refrigerio. Per quanto riguarda l’affaire del giorno, c’era poco da fare: “Epix” vendeva molto meno del previsto ed è stata cancellata non in seguito a una brutale decisione dall’alto, ma per evitare un dissanguamento insostenibile. Con rese al 70% e oltre non è possibile andare avanti per nessun periodico; del resto, i problemi non erano mancati fin dall’inizio di questa sfortunata iniziativa. Un anno fa la collana era nata come un esperimento congiunto degli Oscar e dei nostri libri di genere, poi l’iniziativa è rimasta nelle mani della redazione edicola, senza altri agganci. E senza un curatore ben definito (visto che al principio avrebbe dovuto essere un affare tra editor). In sostanza, “Epix” è andata avanti sotto la guida del direttore editoriale con un “weirdtalesman” che lo affiancava per quanto poteva, cioè poco, vista la partenza in un certo senso preordinata.
Nonostante questo, si è presto distinta per la sua vocazione verso l’horror e la dark fantasy contemporanea, con la presenza di autori italiani anche non famosi. Il carattere sperimentale dell’iniziativa ha conquistato molti, ma evidentemente ha tenuto lontani altri lettori, poco desiderosi di misurarsi con l’incognita dei testi meno familiari. Gli amanti del classico, dal canto loro, hanno lamentato i criteri di edizione di alcune antologie date in versione parziale – vedi quella dei Miti di Lovecraft –, cosa su cui ci siamo già cosparsi il capo di cenere. Così, alla fine, l’avventura si è chiusa lasciando in molti un retrogusto amaro. Ma, attenzione: questo non è un editoriale triste! Ricordo sempre la fiducia dell’editor di qualche anno fa, Stefano Magagnoli, il quale diceva: “Ricordati che per una collana che chiude un’altra se ne apre. Finché noi saremo qui ci saranno sempre fantascienza e fantasy da pubblicare, e horror e gialli. Cambieranno le etichette, i settori di mercato, i prezzi, ma la sostanza non cambierà”. Dedico questo pensiero a tutti i nostri lettori, grazie ai quali andiamo avanti.
Alcuni titoli previsti per la collana morta verranno recuperati: stiamo pensando alla seconda metà dell’antologia lovecraftiana per “Urania collezione”, ai due bei romanzi di Michael Swanwick per “Millemondi”, a uno speciale per Robert E. Howard. Vedremo: il punto è non intasare collane ben definite come quelle che già possediamo con titoli spuri; evitare di alienare il pubblico che cerca in noi proposte ben definite con ibridi o “contaminazioni”. Una soluzione una tantum la troveremo; in altri casi, dovremo lasciar cadere senza rimpianti.
A parte eventuali recuperi, quella che ci si prospetta è una seconda metà dell’anno ricca di titoli affascinanti. In luglio il tradizionale “Millemondi” estivo con l’antologia dello Year’s Best di Hartwell e Cramer; in autunno un altro “Millemondi”, stavolta con il meglio della science fiction europea. A novembre un’antologia d’eccezione sulla fantascienza cinese, la seconda che proponiamo in pochi anni (unici in Italia!). Il volume accompagnerà una rassegna del festival di Trieste Science + Fiction ed è stata curata e tradotta appositamente per noi dall’espertissimo Lorenzo Andolfatto. Dunque, a differenza della precedente Onda misteriosa (“Urania” n. 1511, una ritraduzione dall’inglese), questa è un’antologia lavorata direttamente dai testi cinesi e sposterà il focus ad anni più vicini a noi.
Antologie a parte, gli autori in serbo per i prossimi mesi di “Urania” sono calibri come Greg Egan (Incandescence, settembre), Robert J. Sawyer (Rollback, ottobre), Alberto Cola premio Urania 2009 (Lazarus, dicembre), Allen Steele (Galaxy Blues, gennaio 2011), Mike Resnick (Starship: Mutiny, febbraio), Jack McDevitt (Cauldron, marzo), Paolo Aresi (Korolev, aprile: con un numero speciale sui cinquant’anni dal volo di Yuri Gagarin, primo uomo nello spazio). Molti altri testi nei mesi a seguire, tra cui il monumentale secondo volume della Trilogia del Vuoto di Peter F. Hamilton.
Per ora mi fermo qui, ma entro pochi giorni seguirà una nuova puntata dedicata a riflessioni su… “Urania collezione”. Sintonizzatevi, come si dice in gergo. Ricche sorprese anche per i classici.
Buona settimana a tutti,
Giuseppe Lippi
Curatore Urania Mondadori