Nato nel 1942 [e morto nel 2020, NdR], scrittore e allevatore di cani, Mike Resnick ha esordito nel 1965 con il romanzo burroughsiano The Forgotten Sea of Mars e per molti anni ha scritto ogni genere di narrativa commerciale, dalla fantasy avventurosa debitrice di Edgar Rice Burroughs (The Goddess of Ganymede, 1967 e Pursuit on Ganymede, 1968) ai libri erotici, invariabilmente firmati con pseudonimi. Questo lungo periodo della sua carriera corrisponde perfettamente al ritratto del “paperback writer” senza soldi e senza speranza cui il mercato in trasformazione degli anni Sessanta-Settanta permetteva di sopravvivere in modo sempre più incerto, e di cui ci hanno lasciato memorabili trasposizioni la canzone dei Beatles (“Paperback Writer”, appunto) e romanzi come Il mondo di Herovit di Barry Malzberg e Addio Sheherazade di Donald E. Westlake. Quest’ultimo è la storia di un romanziere softcore che non sa più cosa inventare per eccitare il suo pubblico fantasma; il primo, invece (da noi ripubblicato la scorsa estate ikn “Urania collezione”), è l’odissea di un autore di fantascienza vecchio stampo che non riesce più a sopravvivere nella giungla dei tascabili ed è messo di fronte al totale sfruttamento della sua creatività.
Tra i romanzi fantascientifici di Resnick, che si è scostato un paio di volte dal genere ma ha sempre finito col ritornarvi, si segnalano Redbeard (1969), un’avventura post-atomica ambientata nella metropolitana di New York, e una novelization della serie Battlestar Galactica scritta dopo una lunga assenza dal settore. Negli anni Ottanta ha dato vita a due cicli avventurosi: i Racconti del Centro Galattico (con i romanzi Sideshow, 1982, The Three-Legged Hootch Dancer, 1983, The Wild Alien Tamer, 1983 e The Best Rootin’ Tootin’ Shootin’ Gunslinger in the Whole Damned Galaxy, 1983) e i Racconti della Cometa di Velluto (Eros Ascending, 1984, Eros at Zenith, 1984, Eros Descending, 1985 ed Eros at Nadir, 1986). Il primo è ambientato in un luna-park, il secondo in un bordello spaziale.
Più impegnativi i racconti della raccolta Bwana & Bully! (1981), seguiti dai romanzi Ivory: A Legend of Past and Future (1988), Paradise: A Chronicle of a Distant World (1989) e Purgatory (1993), in cui Resnick affronta i problemi del colonialismo in vari paesi dell’Africa trasferendoli su scala interplanetaria. Si inseriscono nella stessa vena Inferno (1994, con lo stesso titolo su “Urania” n. 1257) e i racconti o romanzi brevi “Kirinyaga” (1988) e “The Manamouki” (1990), entrambi vincitori del premio Hugo. Il romanzo breve “Seven Views of Olduvai Gorge” (1994), ambientato in Africa e imperniato sulle origini dell’umanità, ha vinto nel 1995 il premio Nebula per la sua categoria.
Su “Urania” sono già usciti numerosi romanzi di Mike Resnick: The Soul Eater (1981, col titolo Il divoratore di anime nel n. 978, una sorta di Moby Dick in versione fantascientifica), Walpurgis III (1982, con il titolo Il pianeta di Satana, n. 984), The Branch (1984, Il tronco di Davide, n. 990), The Dark Lady, (Ritratto in nero, n. 1092), e i già citati Purgatory (Purgatorio, n. 1253) e Inferno (id., n. 1257). Il killer delle stelle (Widowmaker, 1995; in “Urania” n. 1449) presenta le avventura di Jefferson Nighthawk, assassino noto su molti mondi con il nome di Fabbricante di Vedove.
Come antologista ha curato, fra l’altro, l’antologia di “recursive science fiction” – storie di fantascienza sul mondo della fantascienza – Inside the Funhouse, da noi tradotta in “Urania” n. 1273 col titolo Fantashow. Starship: Pirate (2006), il romanzo che presentiamo oggi, prosegue l’intensa serie spaziale che ha già prodotto Starship: Mutiny (Gli ammutinati dell’astronave, 2005, da noi pubblicato esattamente un anno fa).
G.L.