Horror

Urania Horror 3: La progenie

ottobre 2nd, 2013

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Un Boeing 777 atterra all’aeroporto di New York e rimane immobile sulla pista. Si sospetta un attentato terroristico, ma quando le forze speciali salgono a bordo si trovano invece di fronte a una scena agghiacciante: sembra che tutti gli occupanti dell’aereo siano morti senza una ragione comprensibile. Eph Good weather, dell’Ente prevenzione malattie infettive, e la sua collega Nora Martinez esaminano i cadaveri; qualunque ne sia stata la causa, la morte deve averli colti di sorpresa. La notizia dell’accaduto arriva fino ad Abraham Setrakian, un anziano ex professore, l’unico in grado di capire la situazione. L’uomo riconosce in quel fatto inspiegabile l’evento a cui si è preparato per tutta la vita… Si tratta di un morbo dagli effetti letali, la cui diffusione nelle strade di Manhattan dà inizio a uno scontro in cui gli umani diventano il cibo di misteriosi esseri soprannaturali. Con l’aiuto di Setrakian, Eph dovrà cercare di fermare il contagio e salvare la città prima che sia troppo tardi…

Guillermo Del Toro e Chuck Hogan rinnovano gli schemi del genere horror, facendo della Progenie un romanzo ad alta tensione visionaria che ci trascina nel cuore di un’epica battaglia tra bene e male, vita e morte, umano e disumano.

GUILLERMO DEL TORO nato e cresciuto a Guadalajara, in Messico, ha debuttato come regista nel 1993 con il film Cronos.

CHUCK HOGANè autore di molti romanzi di successo, tra cui The Standoff e Prince of Thieves.

EBOOK GIA’ DISPONIBILE ALL’INTERNO DELL’OMNIBUS

 

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Epix 15: Lupo nelle Tenebre

maggio 31st, 2010

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Da un autore già entrato nel culto, un duello di furore destinato a fare epoca.

Marlowe Higgins è un uomo maledetto. Dentro di lui, nelle notti di plenilunio, la belva è pronta a scatenarsi. Una belva assetata di sangue, destinata alla strage. Eppure, Marlowe Higgins ha trovato il modo di “guidare” la propria furia: uccidendo solo la feccia dell’umanità. Sua ultima speranza per un’esistenza “normale” potrebbe essere la piccola città di Evelyn. Ma Evelyn è terreno di caccia di un assassino forse addirittura più diabolico di lui. E quando Marlowe Higgins decide di fare piazza pulita, il male assoluto è in agguato.

A soli ventotto anni, con tre romanzi all’attivo, eppure già considerato una promessa della narrativa gotica, Nicholas Pekearo, agente ausiliario della polizia di New York, muore tragicamente nell’adempimento del dovere. Lupo nelle Tenebre (The Wolfman) è il suo primo romanzo pubblicato in Italia.

All’interno del volume, il racconto “Gates of Hell” di Umberto Bertani.

Urania Epix n. 15 – Giugno 2010
Titolo originale: The Wolfman
Nicholas Pekearo, 2008
Traduzione di Pietro Formenton
299 pagine, € 4,90

Indice

pag. 5        Nota dell’editor di Eric Raab
pag. 9        Lupo nelle tenebre di Nicholas Pekearo
pag. 283    Gates of Hell di Umberto Bertani 

[Visualizza la copertina integrale.]

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I miti di Lovecraft: E le stelle stanno a guatare

marzo 13th, 2010

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Per i lettori di Urania Blog, ecco la presentazione del nostro curatore Giuseppe Lippi per il volume di Epix dedicato ai miti di Cthulhu realizzati dai colleghi di H.P. Lovecraft.

Mentre il racconto fantastico del ‘900 andava speditamente verso altre direzioni, con Kafka che sognava scarafoni, i futuristi che sguinzagliavano aerei e locomotive dappertutto e i teloni dei cinematografi che pullulavano di pellirosse o seleniti, nelle roboanti città d’America qualcuno pensò di rispolverare il filone sempre popolare delle storie di spiriti, aggiornandolo alla formula del giornalismo sensazionale. L’intenzione non fu quella di innovare consapevolmente uno stile (raramente un editore punta su un cavallo imprevedibile); ma quando il fantastico alla Poe scese nelle edicole metropolitane, il cambiamento fu inevitabile. Nacque  “Weird Tales”, the unique magazine, una specie di dispensa venduta a 25 centesimi e riempita di racconti macabri, di fantascienza e outré che vantavano un’ascendenza almeno simbolica dal bostoniano. Per trent’anni quel periodico mensile, redatto prima a Indianapolis, poi a Chicago e a New York, sfornò in quantità storie terribili… sotto tutti i punti di vista, anche se ben presto tre scrittori primeggiarono sul resto della scuderia e imposero, a loro modo, nuovi standard qualitativi al racconto dei capelli dritti. I tre epigoni di Poe, se così vogliamo considerarli, furono H.P. Lovecraft, Robert E. Howard e Clark Ashton Smith. Insieme diedero vita a quelli che qualcuno ha battezzato miti di Cthulhu, qualcun altro miti di Lovecraft – come fa Robert M. Price, curatore originale del presente volume – ma che si potrebbero chiamare in molti altri modi, ad esempio miti dell’Angst, un’angoscia proiettata sulle brulicanti città degli uomini e rifratta verso lo spazio intergalattico che la rivoluzione einsteniana non aveva finito di svelare.

Il primato spetta a Lovecraft (di qui il tributo all’orrenda creazione di Cthulhu) in senso cronologico e forse inventivo, ma Howard e Smith non furono meno abili nell’ideare inferni terreni, abissi iperspaziali e delizie necrofile impastate di febbrile visionarietà. Né la maledizione delle stelle si limitò ai tre capiscuola. Gli astri erano propizi, dalle dimensioni contigue al reale filtravano orrori non-euclidei e i prodigi astronomici avrebbero scalzato i vecchi ectoplasmi anche dai racconti di numerosi coevi o discepoli. A costoro sono già state dedicate, nel passato, celebri antologie: I miti di Cthulhu per la cura di August Derleth, Sebastiano Fusco e Gianfranco de Turris (1975);  Nelle spire di Medusa (1976) e Sfida dall’infinito (1977), sempre ad opera degli stessi curatori e dedicate ai racconti che Lovecraft redasse per meglio instradare i suoi epigoni (una sorta di corso di orrori creativi); più varie antologie tratte dalle pagine di “Weird Tales”. Oggi traduciamo in italiano, non al cento per cento per ragioni di mole, ma con molto del materiale che conta, questa Tales of the Lovecraft Mythos messa insieme dal predicatore Robert M. Price, un bizzarro studioso dell’opera lovecraftiana che è al tempo stesso scrittore di pamphlet religiosi e teorizzatore della Christian Weird Fiction.

Price compie un’operazione apprezzabile perché racchiude nel volume tutti i più importanti contemporanei di H.P. Lovecraft. In Italia si risentirà parlare dopo eoni di scrittori come Duane W. Rimel, Henry Hasse, Carl Jacobi e Richard F. Searight, mentre torneranno alla ribalta beniamini come E. Hoffmann Price, Clark Ashton Smith, il bardo Howard ed Henry Kuttner. Quanto ai più moderni Fritz Leiber e Don A. Wollheim non hanno bisogno di troppe presentazioni fra i lettori, poiché appartengono alla scuola che ha permesso alla fantascienza nera americana di sopravvivere dopo la Seconda guerra mondiale e alla sospensione della rivista “Weird Tales”. Quelli che mancano dalla presente traduzione (un vecchissimo racconto di Robert Bloch, un pastiche di E. Hoffmann Price, i racconti di Mearle Prout, C. Hall Thompson e Bertram Russell, più un paio di contributi di August Derleth) potranno uscire in un secondo volume, se la presente raccolta incontrerà il favore dei lettori di “Epix”.

Crediamo che il materiale qui ospitato sia sufficiente per mostrare i legami tra l’età d’oro del weird tale novecentesco e i tempi attuali, il cui clima è all’apparenza così disincantato. Eppure i cadaveri vezzeggiati dall’horror contemporaneo, le piccole sessioni di necrofilia, gli assassini maniaci che infestano l’ambiente “quotidiano” di tanta scadente produzione seriale, a ben guardare sono i discendenti diretti degli scrittori di “Weird Tales”. Le differenze sono secondarie e non certo di stile: anche oggi siamo abituati agli aggettivi ridondanti e alla frase “secca-che-più-secca-non-si-può” (la quale è un artificio barocco non meno del paragrafo svolazzante alla Love-Poe). Anche oggi ciò che spinge l’appassionato all’acquisto è il lividore della morte, l’occhiaia incavata in cui passeggia il verme; e perfino adesso il gran cadavere gonfio che troneggia in cantina, o fra le candele steariche, o sotto la botola della fattoria è quello del reale, imputridito a causa della mancanza di fede. Non certo la fede cristiana, che nella buona letteratura dell’orrore è ormai superata, ma un ideale, una causa, una ragione di vita. La civiltà americana in cui scriveva Poe era già scarnificata e disossata quanto basta per indurre il poeta al forsennato tentativo di riempirla con arabeschi e grotteschi. L’America degli anni Trenta testimoniata da questi racconti si è spinta oltre, è già America as science fiction, macabra babele, fallito melting pot. Ecco perché tra le ruote degli ingranaggi, nelle città lunari, sotto le viscere delle metropoli il festino degli antichi dei stellari riprende, carnascialescamente, il suo vigore. Si tenta di riempire gli anfratti, colmare il vuoto di senso e di essere che è ciò che veramente atterrisce, nella narrativa del terrore.

Giuseppe Lippi 

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Epix 12: I miti di Lovecraft

marzo 1st, 2010

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Dali scrittori del “Circolo Lovecraft”, un classico della weird fiction. A marzo in tutte le edicole.

Prima della notte dei tempi, prima dell’uomo e dei più antichi pianeti, Essi regnavano nel caos: i Grandi Antichi. Divinità mostruose e blasfeme crearono i mondi dall’oscurità e la vita dal sangue, e quando comparve l’uomo lo asservirono ai loro mostruosi progetti… Questo è il Libro delle storie nere per eccellenza, il Libro di sangue: è la rivelazione di Yog-Sothoth, Azathoth e il messaggero Nyarlathotep. Questo è l’incontro con il terrore dell’eternità.

Robert M. Price, nato nel 1954, ha riunito in questa antologia i racconti dei più celebri colleghi e contemporanei di Lovecraft. Da Clark Ashton Smith a Henry Kuttner, da Robert E. Howard a Richard Searight, testi inediti o poco conosciuti per offrire una carrellata completa sul mondo ribollente dei Cthulhu/Lovecraft Mythos.

All’interno, il racconto “ALT+CANC” di Marzio Biancolino.

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Epix 8: Malarazza

ottobre 28th, 2009

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Dall’autore rivelazione dell’horror Italian-style, l’antologia che traccia la mappa del male assoluto. Benvenuti al fondo dell’abisso.

E’ l’ombra ignota che sussurra alle nostre spalle. E’ l’ultimo vicolo infame della megalopoli corrotta. E’ la mannaia incrostata con la quale vengono perpetrati orribili delitti. E’ la cantilena ossessiva ripetuta senza fine da voci maledette. E’ il cane mutilato che sembra uscire da un incubo allucinatorio. E’ la congregazione di dementi pronti allo sterminio nell’attesa dell’Apocalisse. E’ il calderone ribollente dal quale tracima schiuma nera e infetta. E’ l’affabulatore cieco che conosce tutte le strade del mondo dei non-morti. E’ l’indifferenza letale di chi sa ma sceglie di guardare dall’altra parte. Tutto questo e molto, molto di più, è il popolo delle tenebre, la Malarazza.

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Epix 6: Monster Planet

settembre 1st, 2009

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Dopo Monster Island e Monster Nation, l’atto terminale del nuovo, agghiacciante trittico dell’Apocalisse di David Wellington.

Dodici anni. Il tempo trascorso da quando il flagello dei non morti si è scatenato. Un flagello che ha progressivamente ridotto l’uomo da dominatore a preda e che ha tramutato il mondo nel “pianeta dei mostri”. Dalle rovine spettrali di New York e Los Angeles, attraverso interi oceani di sangue, fino alla desolazione annientata del Continente Nero, gli umani sono ridotti a poche comunità assediate da insaziabili legioni di zombi. Eppure, tra i corpi mummificati che camminano, i subdoli deliri di onnipotenza dei “nuovi druidi” e l’incessante ringhio delle armi d’assalto, potrebbe esistere una verità ancora più profonda, ancora più emorragica.

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Epix 3: Monster Nation

giugno 29th, 2009

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Torna David Wellington dopo Monster Island, con l’atteso volume centrale del suo agghiacciante trittico dell’Apocalisse. Siete pronti per il secondo capitolo della Zombie Trilogy?

Dalle tenebre, lo tsunami di cannibalismo e orrore che ha annientato gli Stati Uniti continua a dilagare. Al suo passaggio, restano solo disperazione, consunzione, devastazione. In questo mondo al limite estremo, a Bannerman Clark, capitano della Guardia nazionale, è affidata una missione peggio che impossibile: scoprire cosa sta accadendo e fermarlo. Prima che anche Los Angeles, come già New York, sprofondi nel baratro dominato dai morti che camminano. E la chiave dell’enigma, tragica, orrida ironia, potrebbe essere nascosta nella mente di un non morto.
Dopo Monster Island, esplorazione di un universo dominato dall’orrore, Monster Nation ci riporta all’origine stessa del male: a quando i morti hanno cominciato a risorgere.

All’interno il racconto inedito “Zombi Town”, di Simone Tordi.

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Urania Horror 2: Monster Island

luglio 21st, 2008

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Approda in versione tascabile nella nuova collana “Urania Horror” il primo libro della Zombie Trilogy di David Wellington. In edicola ad agosto.

Il mondo è in mano agli zombi. La razza umana sopravvive solo in poche aree depresse del pianeta, organizzata in Stati-roccaforte. In uno di questi, il Somaliland, la reggente si ammala di AIDS e l’unico luogo in cui c’è speranza di trovare i farmaci antiretrovirali è la sede centrale delle Nazioni Unite, nella remota Manhattan. Alla volta dell’isola, totalmente abitata da morti viventi, parte una spedizione capitanata da Dekalb, ex osservatore dell’ONU. Nell’istante in cui il gruppo mette piede a Manhattan, la caccia ha inizio e Dekalb e le sue guerriere scopriranno immediatamente di essere la preda.
Un romanzo mozzafiato, nel solco della migliore narrativa di genere, con i ritmi dei videogame di ultima generazione.

David Wellington è nato nel 1971 a Pittsburgh, in Pennsylvania, dove George Romero ha sguinzagliato le sue armate di morti viventi. Si è diplomato alla Penn State University con un master in scrittura creativa e adesso vive a New York. Ha pubblicato numerosi romanzi dell’orrore: il presente Monster Island (2006), Monster Nation (2006) e Monster Planet (2007) insieme compongono una trilogia zombie inizialmente pubblicata a puntate sul web. 13 Bullets (2007) e 99 Coffins (2007) sono invece incentrati sulla figura del vampiro.

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Le Grandi Saghe Horror: Hanno Sete

luglio 4th, 2008

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Dopo fantascienza e fantasy, è il turno dell’horror: sulle Grandi Saghe di “Urania” una discesa nell’incubo, a contatto con una rivisitazione contemporanea di un mito antico.

L.A., la Città degli Angeli dove un male vecchio come il mondo si è trasferito da un paese lontanissimo. Più di otto milioni di persone, otto milioni di modi per morire: un campionario di ogni depravazione. Il Principe dei non-morti farà strage di vittime, ma uno sparuto gruppetto di persone si frappone al suo piano: un detective della Omicidi che già si è imbattuto nel Male durante la sua infanzia; un prete condannato da una malattia incurabile; un attore della televisione che cerca di strappare la donna amata a un destino letale; una giornalista abituata a rimestare nel torbido. E un bambino che vuole vendicare l’uccisione dei genitori con un’arma molto antica…

Robert R. McCammon è nato nel 1952 e ha scritto molti celebri horror, di cui Hanno sete (They Thirst, 1981) rappresenta forse il capolavoro nel genere vampirico. Altri romanzi pubblicati in Italia: Baal (id., 1982), La via oscura
(Mystery Walk, 1983) e L’ora del lupo (The Wolf’s Hour, 1989).

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