Urania 1600: L’uomo a un grado Kelvin
“Dall’apparecchiatura era uscito un vapore denso, come se il macchinario fosse stato riempito di acqua bollente. Come è noto, invece, l’apparato era gelido: un grado Kelvin, cioè un solo grado al di sopra dello zero assoluto. Attraverso il vapore si vedeva distintamente la figura rattrappita di un uomo. La visione durò pochi istanti, prima che il corpo si tramutasse in una specie di bassorilievo di ghiaccio.” Dall’apparizione del cadavere congelato del professor Jan De Ruiter alla soluzione del mistero del teletrasporto quantistico, molta energia impura scorrerà sotto i ponti. De Ruiter ha avuto infatti un’intuizione geniale, ma non sempre ciò che accorcia le distanze fra due punti permette di seguire la traiettoria più facile. E questa volta le molecole di un uomo sono rimaste impigliate – rimescolate – nella vasca dello spaziotempo…
PIERO SCHIAVO CAMPO è nato a Palermo nel 1951 ma è vissuto lungamente a Milano, a parte una pausa di alcuni anni a Bologna in cui si è occupato di astrofisica. È docente a contratto di Teoria e tecniche dei nuovi media all’Università di Milano Bicocca e risiede a Bregnano (CO). Per quanto riguarda la narrativa, ha pronti due romanzi brevi di carattere fantastico, uno dei quali è stato pubblicato sul sito Ilmiolibro.it.
EBOOK DISPONIBILE
Posted in Premi e concorsi, Urania Collana
ottobre 30th, 2013 at 17:55
Salve, commenterò con maggior calma i 2 (anzi 3) romanzi di questo mese ma…le copertine sono entrambe STREPITOSE !!!…:)
ottobre 30th, 2013 at 23:58
Incuriosisce, devo dire…Inoltre il background scientifico dell’autore è ben promettente per lo sviluppo della trama.
Da parte mia spero in un’ambientazione della vicenda non necessariamente USA ma almeno europea…mi sono stancato di questi Premi Urania con personaggi che si muovono tra, che so, Bologna, Vercelli, Napoli, uff…per dire delle città a caso…parere mio, ovvio.
…
Per chiudere: siamo al n.1600, tanti aUguri Urania, caro GL…ce lo siamo meritati questo editoriale lungamente atteso ?..
Grazie.
ottobre 31st, 2013 at 02:13
Il prologo non sembra dei più originali ma se non altro:
1) Potrebbe succedere qualsiasi cosa
2) Non c’è il detective cyber
3) Non è una distopia
4) E’ scritto da uno che sa di cosa parla.
5) Ha una bella copertina
novembre 1st, 2013 at 05:37
L’editoriale più raggiungibile è quello cartaceo nel n. 1600. Ma non riguarda i massimi sistemi… Un’informale chiacchierata sul blog seguirà a breve, promesso.
novembre 3rd, 2013 at 19:59
@Piero Schiavo Campo
Complimenti vivissimi !!
Visto che “personaggi che si muovono tra, che so, Bologna, Vercelli, Napoli, uff…, visto che tra Camilleri, e Piazzese detective a Palermo ne abbiamo abbastanza…
Forse il Prof. Piero Schiavo Campo potrebbe “fare atterrare”, di nuovo, la FS a Palermo. Infatti è dai tempi in cui G. F. Pizzo ( anche lui nato a Palermo nel 1951), nel 1978 ha collaborato alla realizzazione del convegno, svoltosi a Palermo, su “La fantascienza e la critica” , curando la mostra libraria ed il relativo catalogo ((Vent’anni di fantascienza in Italia (ed. La Nuova Presenza, Palermo)), che a Palermo, con l’eccezione significativa di Emilio Di Gristina, non si “fa” più FS…
novembre 4th, 2013 at 10:47
Devo dire che titolo e copertina sono estremamente attraenti, e dunque comprerò senzìaltro questo romanzo, quando arriverà alla mia edicola. Ancora, però, non ne vedo traccia.
novembre 4th, 2013 at 11:22
Un romanzo che si preannuncia interessante e con argomenti che mi affascinano. Attendo anche io un corposo editoriale di GL con squarci e anticipazioni succose sul 2014!
Viva Urania!
novembre 5th, 2013 at 10:46
Ma e’ uscito?
Normalmete lo trovo il primo martedi’ del mese.
Oggi Niente
novembre 5th, 2013 at 15:48
Non per essere capzioso, e capisco che suoni meglio, ma “grado kelvin” non si può sentire. Fantascienza contiene il seme “scienza”, quindi un simile errore di terminologia (cerchio rosso per qualsiasi studente di liceo) non ci voleva proprio secondo me.
novembre 6th, 2013 at 12:15
@Attilio Funel
Nell’editoriale Campo ti riassume la questione.
Certo che vedere “grado Kelvin” in copertina a caratteri cubitali …
novembre 6th, 2013 at 14:23
@Attilio Funel se ben ricordo quell’inesattezza venne subito fatta notare quando il romanzo venne annunciato alcuni mesi fa.
novembre 6th, 2013 at 16:26
Ragazzi ci é stato il ponte tra fine e inizio mese, é normale che la distribuzione slitti un po in questi momenti…;-) A Mr Lippi imperiosamente chiediamo a gran voce megafona un benedetto ritardatissimo e mai tanto atteso editoriale. con la consapevolezza di tutto il materiale che l’inizio delle ristampe ha fatto slittare in avanti. Dunque, di quanto si annunciava all’inizio del 2014 resta: 1 vecchio Ward Moore, Allen Steele, uno Sheffield e speriamo Empty space di Harrison. E per le ristampe manca Il pianeta stregato di Gerrold. mentre per UC si attende un Kuttner. Sare curioso di capire quali saranno le ristampe che avremo il prossimo anno sulla collana madre e se riusciremo a rivedere il grande Stephen Baxter.Faccio una cosa, adesso lo scrivo io un editoriale, magari ci azzecco Per concludere questo libro mi intrippa alla grande. Peccato che di tempo per leggere me ne resti ormai sempre meno… ma come fate ragazzi…
novembre 7th, 2013 at 17:47
Vorrei esprimere anch’io un parere sulla storia del “grado Kelvin”.
Ho sicuramente una formazione ed una cultura scientifica che mi indurrebbe a gridare all'”orrore!!!!!”
Tuttavia, e soprattutto dopo aver letto la spiegazione dell’A. per l’editoriale di GL, mi ritrovo quasi consenziente ad una specie di licenza poetica, in questo caso “scientifica”.
Ma sì, chi se ne frega, non sta neanche male…
novembre 7th, 2013 at 18:45
Sempre a proposito dell’editoriale di GL, ma riguardo l’Urania Horror, pregherei caldamente di proseguire la numerazione (cioè UH n°4 per “La caduta”); mi sembra molto meglio che ricominciare da capo.
Grazie
novembre 8th, 2013 at 17:56
Sperando che nessuno me ne voglia, desidero invitare alla lettura delle ultime frasi dell’intervento di De Turris e Fusco su questo n° 1600 di Urania. In queste frasi ho rivisto la mia vita e penso che anche per molti altri sarà così.
novembre 11th, 2013 at 12:12
A parte l’errore (orrore) sul titolo, devo dire che questo Premio Urania 2012 si discosta qualitativamente molto (in senso positivo) dai veri orrori degli anni precedenti. Si lascia leggere volentieri e rapidamente.
novembre 12th, 2013 at 18:45
A me il romanzo vincitore dello scorso anno è piaciuto, nonostante la mole ridotta e la sua riconducibilità ad un genere più horror che fantascientifico. Non mi dispiacerebbe poter leggere ogni anno, magari direttamente in ebook, il secondo e il terzo classificato al Premio Urania. Ho scoperto recentemente dei romanzi gratuiti online di autori italiani che non erano affatto male e meriterebbero magari una vetrina più prestigiosa dove poter essere esposti, e il formato elettronico potrebbe essere una soluzione per evitare un surplus di italici autori sulla collana madre ma poter anche garantire uno sbocco a testi meritevoli.
novembre 13th, 2013 at 14:11
@ Ophiucus75: davvero si può parlare di surplus per 2-3 uscite all’anno con un nome italico stampato in copertina? Un autore italico o merita di apparire sulle pagine di “Urania”, oppure no. Nel primo caso ha diritto allo stesso trattamento degli autori anglofoni. Niente di più e niente di meno.
Poi, vorrei comunque vedere quanti lettori sarebbero disposti a comprare un italiano che apparisse solo in e-book. Ipotesi suggestiva che resta comunque nel dominio del fantasy, visto che è alquanto improbabile che la divisione Marketing della Mondadori accetti di disgiungere la versione digitale di “Urania” dalla collana madre…
Colgo l’occasione per fare i complimenti a Piero Schiavo Campo. Sono molto incuriosito dal suo romanzo.
novembre 13th, 2013 at 20:08
@ Ophicus75: il mio romanzo lo scorso anno è stato tra i cinque finalisti, e oggi è nelle librerie; in rete trovi alcune recensioni, se ti può interessare.
Intanto, complimenti a P.S.Campo, il suo romanzo è sul mio scaffale tra quelli da leggere.
novembre 16th, 2013 at 12:22
Ho appena letto il romanzo… poteva vincere il premio Tedeschi!
Scherzo, anzi voglio fare i complimenti all’autore, il romanzo è ben scritto, appassionante, si legge con grande facilità e mi ha divertito! E poi l’idea del 3DWeb è, a mio giuduìizio, giusta: penso che nel 2061 i siti Web saranno proprio così!
Tuttavia…
Ecco, quello che dirò adesso necessita di una piccola premessa.
Io non sono uno scrittore, quindi qualunque autore, in qualsivoglia collana, è evidentemente molto più bravo di me e a qualsiasi autore “Tizio” va tutta la mia ammirazione.
Sono però un lettore e le frasi, dopo il “tuttavia” non rappresentano altro che i “desiderata” di un appassionato, quello che vorrei leggere…
novembre 16th, 2013 at 12:34
Dunque… io vorrei leggere un romanzo (di qualità, ovviamente) vincitore del Premio Urania, che parli di alieni, astronavi e di battaglie spaziali…
Vorrei un romanzo di indagine e/o una spy-story (come quello che ho appena letto e al quale romanzo confermo il mio apprezzamento) nel quale, però, l’elemento fantascientifico sia il Motore dell’indagine e non la semplice “ambientazione”. Dubito di essermi spiegato, ma nel romanzo “Sezione Pi quadro”,per esempio, vincitore del Premio qualche anno fa, l’indagine si basava su una premessa, per l’appunto, fantascientifica, mentre nel romanzo attuale il detecttive è un “semplice” detective e, a mio giudizio, lo strumento di indagine dato dal 3DWeb è un po’ pochino…
Intendiamoci, io non voglio “rompere le scatole” a nessuno, ho tante altre cose da fare (purtroppo ) oltre che leggere libri e scrivere sul Blog, ma poichè nella letteratura ci credo…eccomi qui a fare delle considerazioni, ribadisco, su quello che un appassionato vorrebbe leggere…
novembre 16th, 2013 at 12:53
…Insomma e concludo, ma nessuno scrittore italiano scrive più fantascienza con gli alieni? Nessuno più pone la scienza e la tecnica protagonisti assoluti degli eventi? Dico questo anche sulla base dei romanzi vincitori negli anni passati: l’anno scorso (non entro nel merito della qualità del romanzo) era più un romanzo fantastico che fantascientifico, quello vincitore del 2010, “Lazarus”, pure mi aveva lasciato perplesso. Rilancio la proposta già fatta da me qualche mese fa: perchè non pubblicare anche il secondo e il terzo romanzo classificato, in versione e-book, tanto per dare un panorama più completo di ciò che si scrive in Italia? E ancora: perchè non pubblicare i giudizi dati dalla commissione per TUTTI i romanzi finalisti? Così si saprebbe con chiarezza perchè un romanzo che a noi “semplici lettori” potrebbe apparire “strano”, ha invece meritato di vincere, e un altro dalle tematiche, come dire, più “fantascientifiche”, ha, viceversa, “meritato di perdere”. Certo sarebbe una bella sfida per gli autori, da parte loro occorerebbe molto coraggio, ma penso che per la pubblicazione su Urania si possa “subire” questo ed altro! E poi, quanto a un autore in erba, può risultare prezioso il giudizio sereno e spassionato di un esperto?
Ok, basta così.
novembre 17th, 2013 at 00:26
Parlavo di surplus considerando ovviamente la media attuale di 6 romanzi inediti l’anno su Urania: ovviamente dedicarne la metà a produzioni italiane sarebbe un harakiri commerciale. Per quanto mi riguarda acquisterei con grande interesse una collana interamente dedicata agli autori italiani, così come ho sempre espresso grande interesse per le uscite italiche su Collezione Urania. Non parliamo poi della proposta di una rivista di racconti fanta-weird dedicata esclusivamente ad italiani, ventilata anni fa dal dott. Lippi, sarebbe l’incarnazione di uun sogno. Proponevo il digitale solo per limitare i costi, nel mio caso acquisto indifferentemente entrambi i formati; esistono comunque collane di buona qualità dedicate a horror e fantascienza che escono solo in formato elettronico e non troverei strano che anche la Mondadori creasse pubblicazioni specifiche. Ringrazio il signor Bonera per l’interessante segnalazione: se non sbaglio ho letto un suo bel romanzo a quattro mani su un vecchio Millemondi e ricercherò con interesse pure questo.
novembre 18th, 2013 at 05:03
Ah ma allora c’era il detective!! (Non l’ho ancora letto, è in attesa)
@ Agente D: Un po’ condivido la tua critica, l’ambientazione da sola non fa il genere, prendi “Via col vento” metti gli alieni al posto dei nordisti, rimane “Via col vento”, ma non sono del tutto sicuro neanche che la presenza di astronavi ed alieni basti a far diventare una roba di fantascienza, prendi la solita storia di principesse fantasy per bambini molto piccoli o adulti molto scemi, riempila di astronavi e alieni e ottieni “Guerre stellari”. (Sarei anche portato a pensare che spesso quella con le battaglie contro gli alieni sia la peggiore fantascienza possibile ma lì poi va a gusti)
novembre 20th, 2013 at 18:17
Grazie, signor Arrigoni, per la sua fiducia! In effetti ricorda bene, nel febbraio 2010 il Millemondi conteneva un romanzo ucronico scritto da Paolo Frusca e da me.
novembre 27th, 2013 at 13:55
Leggo sul blog ”Cronache di un sole lontano” che su Urania Jumbo arriveranno John Scalzi con il suo ultimo romanzo premio Hugo ”Redshirts” e Alastair Reynolds con ”Redemption Ark”, non so se nello stesso anno o in due anni diversi.
Due ottime notizie che vanno ad aggiungersi ad altre che mi danno l’impressione che l’aria per la fantascienza e il fantastico in genere nel nostro Paese stia cambiando, finalmente, in meglio.
Come la qualità del romanzo di Schiavo Campo, al quale rivolgo i miei complimenti, piacevolissimo e dal respiro internazionale, azzeccato ibrido tra poliziesco e fantascienza che non sfigura su un numero importante – per tutti i motivi detti nel saggio di appendice del volume – come il 1600.
Io lo vedo come un buon auspicio.
Come l’annuncio che il secondo volume della trilogia di Del Toro e Hogan uscirà a dicembre, quindi con un mese di anticipo sull’uscita prevista inizialmente, che parrebbe prefigurare una cadenza bimestrale e non trimestrale, segno che il primo volume, opera di consumo ma decisamente godibile, ha incontrato il favore dei lettori, i quali possono guardare alla pubblicazione di grossi calibri come B. Keene, R. Matheson e R. CAMPBELL (i nomi che qualsiasi appassionato di Horror desiderava, l’ultimo soprattutto, inconcepibilmente assente nel nostro Paese dal secolo scorso, dopo l’abbuffata di fine anni ottanta-inizio anni novanta, quando il grande Ramsey era popolare o quasi, ricordo che non usciva antologia horror senza un suo racconto e che il suo riverito nome spiccava in copertina per grandezza di caratteri inferiore soltanto a quello di Stephen King…) come un evento ormai certo e forse più prossimo del previsto.
Come il numero sempre maggiore di libri di genere fs e affini di piccoli editori coraggiosi come Delos (Kress e De Bodard, recentemente) e Gargoyle (l’accoppiata ”Wanted” di Tidhar e ”Un altro mondo” della Walton è a dei livelli pazzeschi).
A questo punto non vedo cosa possa impedire alla Mondadori di tornare prepotentemente ad investire nella fantascienza in libreria, proponendo nomi fuori dal solito ”giro” degli Asimov, Adams, Bradbury o Gaiman.
Bona tempora current?
dicembre 2nd, 2013 at 15:45
Finito di leggere. Il romanzo decolla in maniera molto coinvolgente verso la metà. Il protagonista è ben studiato ed equilibrato (non è il solito genio a 360° per intenderci) e ci si affeziona. Simpatica la combriccola degli Hackers e i due professoroni. Ci si affeziona anche a loro. In generale, anche se non sono un amante del genere fanta-poliziesco, mi trovo ad ammettere di essere stato piacevolmente intrattenuto dall’autore (e ad altresì ammettere pure che mi piacerebbe leggere delle successive avventure del signor Watson…). Le uniche pecche le ho trovate nella prima metà in cui il ritmo è più lento e ci sono passaggi un po’ strani (macchine della polizia al plurale che diventano per magia una sola), alcuni ragionamenti e riflessioni di Watson che sembrano non proseguire coerentemente, i quali a mio parere (dato che le altre parti del romanzo non risentono di questi problemi) possono/devono essere attribuite a tagli & revisioni. Non è mai facile attuare operazioni di questo tipo ed è inevitabile che qualcosa sfugga. Sulla diatriba sul titolo dirò solo una cosa: un romanzo di fantascienza è prima di tutto un romanzo. Il titolo così com’è è bello, attrattivo ed evocativo anche per i non addetti.
Sull’altra questione di più pertinente importanza sollevata dall’AgenteD: è vero che l’ambientazione non fa il genere, ma qui mi sembra che gli elementi fantascientifici vengano utilizzati non solo come strumenti di indagine, ma anche come mezzo del “dottor Moriarty” per i suoi loschi traffici. Unica cosa forse è che le riflessioni sulle implicazioni sociali ed etiche delle tecnologie esposte non vengono espresse se non nell’epilogo; e questo, forse, può essere uno sviluppo mancato, e mi trovo a rammaricarmene.
Per la questione autori italiani: sarebbe veramente bello che Urania dedicasse uno spazio agli autori italiani, ma temo che l’esterofilia italiana ne pregiudichi le vendite, a meno che gli autori non si firmino con pseudonimi tipo: “Charles Seattle”, “Stanley Ford Clarence”, ecc…
dicembre 3rd, 2013 at 12:03
Preferisco romanzi ambientati in Italia se fatti bene.
dicembre 3rd, 2013 at 13:35
Di John Scalzi l’ho saputo direttamente dalla viva voce del Maestro Lippi quando è passato a Varese (Non lo conosco direttamente, ne ho sentito parlare in termini unanimamente lusinghieri ma non ho letto i suoi libri tradotti di recente in italiano, ma mi sembra un bel colpo), ottimo anche il Reynolds, è un po’ un peccato che la serie sia stata smembrata e pubblicata da editori diversi e in disordine… e vabé.
I tempi sono maturi per delle anticipazioni, da parte mia c’è molta curiosità, anche per il seguito di Urania Horror.
Ma intanto, della roba che c’è in giro:
Delos la considero una realtà consolidata, insieme alla Kipple ha il merito di aver dato spazio alla fantascienza italiana e di averla fatta crescere, simpatiche anche le ultime iniziative che coinvolgono direttamente i lettori.
Gargoyle ha dissotterrato gemme assolute tipo i penny dreadful ma si stava fossilizzando sui vampiri, cose tipo Dracula contro il Dr Jekyll possono essere divertenti ma secondo me un po’ sterili, come le troppe ucronie, il troppo steampunk, ma fra le altre cose belle sta riproponendo le opere giovanili di Geroge Martin (La mia preferita è sicuramente “Armageddon Rag” una specie di recursive autobiografica in salsa acid rock che restituisce in pieno lo spirito dell’epoca, insomma un libro fatto su misura per me).
L’idea di un remake di “l’uomo nell’alto castello” che parlasse di guerra globale al terrorismo evidentemente era nell’aria ma se diventerà un filone narrativo bisognerà mollarlo subito, non so per quanto la qualità sarà quella di Matt Ruff o di questo Lavie Tidhar.
La bomba è sicuramente il nuovo di Alan Altieri, un vero professionista, nell’accezione che si usa per i killer. Già gli speciali sulla Death Economy erano indelebili…
dicembre 5th, 2013 at 11:40
Salve sono un abbondato e non ho ancora ricevuto questo numero, novembre. E’ normale o devo richiedere un sostituto? grazie