Urania collezione 102: I.N.R.I
Quando un uomo dei nostri tempi, intrappolato sul Golgota, urla la frase inglese “It’s a lie! It’s a lie! Let me down!” (“È falso, è falso, fatemi scendere!”), è comprensibile che i testimoni la interpretino come una distorsione dell’aramaico: “Eloi, Eloi, Lama Sabachthani”. Per sapere come si sia potuti arrivare a quell’urlo, tuttavia, dovremo sbarcare in Palestina nel 28 d.C. insieme a Karl Glogauer, incontrare la setta degli Esseni e, poco dopo, niente meno che la Sacra Famiglia. Ma non è che l’inizio: poche volte la fantascienza ha prodotto un libro tanto radicale ed estremo vincitore, nella sua versione apparsa su rivista, del premio Nebula 1967.
Michael Moorcock è nato a Londra nel 1939. Considerato uno dei massimi autori inglesi di sf e fantasy (genere cui ha dato la celebre saga di Elric di Melniboné), è stato anche il direttore della rivista “New Worlds” e il fondatore della New Wave britannica. Tra le sue opere più celebri, il ciclo di Jerry Cornelius (iniziato con Programma finale, 1969, da cui è stato tratto il film Alfa Omega il principio della fine di Robert Fuest) e del Campione eterno. A quest’ultima sequenza si possono ricondurre tanto I.N.R.I. (che ne segna l’esordio nel 1966), quanto i successivi Il corridoio nero e Il veliero dei ghiacci.
(vai alla visualizzazione completa del volume)
Posted in Urania Collezione
luglio 7th, 2011 at 22:05
Bellissima copertina! I miei complimenti a Franco Brambilla!! Prenderei il libro solo per la copertina…
luglio 8th, 2011 at 09:21
Copertina Spettacolare…come sempre.
luglio 8th, 2011 at 09:45
La copertina mi piace moltissimo. Complimenti superlativi a Franco Brambilla!
luglio 8th, 2011 at 09:51
Copertina stratosferica !
Complimenti a Franco.
luglio 8th, 2011 at 18:46
Al coro entusiasta per il lavoro di Brambilla mi unisco anche io… quasi una icona… e sono molto molto curioso di leggere il libro!
luglio 8th, 2011 at 19:03
Si, Brambilla e’ bravo, non si discute.
Pero’…ma qulcuno si ricorda Segrelles o Thole…beh, con tutto il rispetto, quelli erano pittori, Franco non me ne voglia ma lavora con la grafica computerizzata, che e’ decisamente meno immaginifica.
Cmq, va bene cosi’.
luglio 8th, 2011 at 20:13
E’ la copertina più rock’n’roll mai apparsa su Urania Collezione! (Chi vuole venire a suonare nei Silver Christ?)
luglio 8th, 2011 at 22:46
Franco si è superato!!!
luglio 9th, 2011 at 09:33
Bellissima copertina , bravissimo autore , complimenti
luglio 9th, 2011 at 17:44
Io i complimenti per ste copertine che sembrano uscite dai filmati della playstation 1 non li capisco proprio…bhà!
luglio 9th, 2011 at 19:07
boh, aspetterò di leggerlo, però già ci sono pareri poco lusinghieri..
UCZ non manca di pubblicare titoli che destano accese polemiche (mi ricordo Diluvio di Fuoco o i romanzi di Hubbard, per esempio)
luglio 11th, 2011 at 05:00
Cartacci faccio finta di non aver letto! Regola numero uno: un Moorcock invecchiato male, anche se invecchiato male, non va MAI pragonato ad Hubbard. Regola numero due: nessuno in verità si merita di essere paragonato ad Hubbard. Non vorrei saltare sulla mina antiuomo di polemiche che sapete ma Hubbard è a mio avviso l’autore che ha fatto più danni alla fantascienza in assoluto, il prototipo di scrittore-monnezzone su cui la critica letteraria basa il suo giudizio su tutto il genere, andrebbe sturdiato solo perchè è un comodo compendio di tutto quello che non bisogna fare se si vuole scrivere fantascienza decorosa (Senza contare che era una persona agghiacciante). Comunque I.N.R.I. mi sembra un esempio di fantascienza dei tardi anni sessanta abbastanza esaustuvo, con tutti i pregi e i difetti del caso. Come quelle camicie optical coi polsini da venti centimetri che portava mio padre: oggi sembrerà pure orrido ma restituisce in pieno lo spirito dei tempi.
luglio 11th, 2011 at 19:27
Ma INRI non è niente di tutto questo, Bonbons: è un romanzo ancora attuale e aggressivo, scritto benissimo, sul tema squisitamente fantascientifico degli archetipi nel mito. Inoltre è una sorprendente storia individuale, il ritratto di un personaggio che “ha un buco nell’identità” e perciò si confonde con la marea del tempo e le figure che lo popolano… Smarrendose stesso, Karl Gloghauer trova Qualcos’Altro di totalmente inatteso. Certo ci sono pagine forti e qualche lettore ortodosso potrà risentirsi, perché non è un libro rispettoso. Ma è pervaso da una tale ironia che anche il più restio dovrà cedere al suo fascino.
luglio 11th, 2011 at 19:59
Ma a dire il vero quelle camicie optical le trovo estremamente ganze.
luglio 12th, 2011 at 01:23
Ma io sono stato uno dei più contenti da quando è stato annunciato! In generale mi fa sempre piacere trovare in edicola le nuove uscite di Urania ed Urania Collezione ma questo libro lo sto aspettando in maniera quasi spasmodica, era in cima alla mia wishlist da anni. E gli eventuali “difetti” che possono disturbare il lettore ortodosso per me non sono neanche difetti. Effettivamente davo per scontato che anche in questo libro si sarebbe sentito il peso degli anni solamente basandomi sul fatto che nei libri di Moorcock del periodo che sono riuscito a reperire la cosa si è verificata puntualmente (complice magari la traduzione, non avete idea di quanto sono logori e muffosi quei volumetti, comunque io sono stato uno dei pochi che ha difeso pubblicamente le ri-traduzioni di U.C.), ma torno a dire che anche nel peggiore dei casi, per me non è una cosa così sgradevole. Oh, è sempre l’aria degli anni sessanta! E Moorcock è, per certi versi un po’ come Dick, un autore la cui leggenda è alimentata anche da elementi extraletterari, io lo so ma lo stesso non riesco a resistere al suo carisma che continuo a reputare esagerato.
luglio 12th, 2011 at 09:53
Mio caro Giuseppe L., anche se non avevo dubbi e avevo deciso di prenderlo, dopo il tuo post sono ancor più convinto.
Ciao Andrea
luglio 12th, 2011 at 21:42
E io ne sono lieto, come sono lieto del gaudio provato da Bonbons. Per una volta, abbiamo tra le mani un libro sicuramente fantascientifico che è anche un ROMANZO sicuramente strepitoso, soprattutto se amate i temi forti (almeno ogni tanto…). In un prossimo intervento racconterò come Moorcock mi abbia aiutato a veder chiaro in una visione della mia infanzia (11 o 12 anni) in cui mi sono apparso crocefisso alla parete di scuola, con decine di ragazzi indifferenti che sfilavano sotto le mie braccia allargate. Un eccesso di misticismo da parte mia, di zelo, di auto-mortificazione? Assolutamente no! Al contrario, un atto di vittimismo e masochismo, ma anche un disperato anelito all’appartenenza degno di Karl Glogauer!
luglio 13th, 2011 at 17:07
Non mi era piaciuto quando l’ho letto negli anni 80.
luglio 14th, 2011 at 19:24
Che esperienza tremenda! Anche a Mel Gibson è successa una cosa del genere ed finito a parlare col braccio nel sedere di un castoro!
luglio 17th, 2011 at 17:16
..qui qualcuno o non conosce la lingua italiana o ha difficoltà di concentrazione
luglio 18th, 2011 at 09:19
Cartacci, non facci il furbo, lei è uno dei fans più sfegatati di Hubbard, inutile negarlo.
Anzi, forse lei è la reincarnazione di Hubburd, dal suo post questo è evidente.
Per cui… cosa stavo dicendo?
luglio 21st, 2011 at 00:49
1) Le due cose non si escludono a vicenda.
2) il grafico della mia concentrazione crolla dopo quattro
luglio 22nd, 2011 at 10:38
Potente ..visionario …iconoclasta ..conturbante …questa è la vera fantascienza…grande Moorcock solo pochi come lui hanno un impatto di una potenza incredibile (a parte Dick e pochi altri)…
luglio 24th, 2011 at 21:38
E’ stata un’emozione vedere l’interesse di un curatore come Lippi per l’opera di Moorcock.
INRI è un romanzo scritto benissimo, del resto come molta fs di quegli anni, in cui sono emersi autori importanti non solo per gli argomenti trattati (spesso provocatori per quei tempi), ma anche per lo stile straordinariamente innovativo, geniale, suggestivo e raffinato. Pendo ad alcuni autori come Samuel Delany, Ursula LeGuin, Thomas Disch, Roger Zelazny, Joanna Russ, Harlan Ellison, Norman Spinrad, John Brunner, James G. Ballard e, ovviamente, Michael Moorcock.
Il “programma ambizioso” di Lippi, che richiederebbe di essere fiancheggiato da un “editore generalista”, mi ha fatto rimpiangere la collana “I massimi della fantascienza”.
Oggi, per limitare i costi di stampa e di distribuzione e rendere più facilmente reperibili opere importanti, ma introvabili (perché mai tradotte o mai ristampate) come quelle di Moorcock elencate da Lippi, l’e-book potrebbe essere una soluzione? Non sono del tutto sicuro che sia una buona alternativa, però se non si prova non si può sapere. Voi cosa ne pensate?
luglio 27th, 2011 at 13:12
Errore in prima pagina settima riga le rocce sono diventate roccie… quando ho letto la versione MEB non me ne ero accorto. Anche se l’errore è sempre dietro l’angolo e si può anche scusare (solo in questo commento ne avrò messi diversi) una raccomandazione mi sale dal cuore: rivedere i testi non copia-incolla please…
luglio 27th, 2011 at 16:15
Vi segnalo un ottimo articolo sul romanzo di Moorcock scritto da Emanuele Manco per Fantasy Magazine: http://www.fantasymagazine.it/libri/15089/i-n-r-i/
Ne vale la pena!
luglio 28th, 2011 at 22:57
A me è piaciuto anche il puntuale ed affettuoso speciale su Kurt Vonnegut sull’almanacco della fantascienza di Nathan Never… E’ uno dei miei preferiti e mi sta mancando di brutto, sto razionando i libri suoi che mi restano da leggere Di capolavori ne ha scritto solo uno, ma non mi importa.
luglio 30th, 2011 at 04:32
Buon romanzo, ma i capolavori sono altri.
D’accordo su Hubbard: pubblicare i suoi pseudolibri su UC mi pare una follìa.
Aspetto sempre John Brunner!
luglio 30th, 2011 at 08:49
beh, per par condition (come diceva qualcuno) citiamo anche questo articolo:
http://www.fantascienza.com/magazine/libri/15461/i-n-r-i/
agosto 1st, 2011 at 18:38
Ma infatti! Sono rimasto molto sorpreso nel vederlo maltrattato così su fantascienza.com… Certo è un libro che va contestualizzato ed ha bisogno di un piccolo sforzo interpretativo e magari non è in grado di trascendere il proprio tempo (Sì, ma credo che nessuno si aspettava la Divina Commedia, l’Odissea o le tragedie greche che resistono ai secoli!), ma un pallino mi sembra eccessivo!
agosto 10th, 2011 at 10:49
Concluso ieri pomeriggio, devo dire che è un bel libro, chi volesse avvicinarsi alla fantascienza intesa come marziani, astronavi e similari cambi subito idea, ma se qualcuno volesse avere il gusto di leggere un romanzo che tocca temi forti, come scritto dal buon Giuseppe Lippi, allora si accosti a questo I.N.R.I., e sicuramente non sarà deluso. E’ un libro che ti fa pensare, che merita di essere letto con attenzione e non con la sciolta velocità che magari altri romanzi ci portano a fare.
In effetti è un romanzo per me che ‘esce’ dal canone della fs nel senso che l’unico accenno di fantascienza è legato al modulo di trasporto, ma tutto il libro si incentra sul rapporto di Karl con se stesso e con le persone a lui vicine, alle domande che si pone e come se le pone.
agosto 12th, 2011 at 13:47
Un pallino per INRI? Ma io lo impallino!!!
agosto 18th, 2011 at 12:09
Sinceramente non mi è piaciuto. Poteva dar scandaolo negli anni ’60, non ora e non raggiunge la profondità di libri come Il vangelo secondo Gesù di Saramago che tratta temi analoghi.
febbraio 14th, 2012 at 17:08
Lo sto leggendo solo in questi giorni, ma… mi sono accorto che manca il capitolo 16, anche se come trama e come numero di pagine sembra proseguire senza salti. E’ capitato a tutti? Grazie.
febbraio 27th, 2012 at 20:48
Manca il capitolo 16!