Oscar Vault – Agency o non Agency?

giugno 23rd, 2024 by Redazione

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Oscar Vault

a cura di Beppe Roncari

Agency o non Agency?

 

William Gibson, “Agency”

William Gibson, “Agency”

William Gibson torna al cosmo di “Inverso”. “Agency”, uscito in edicola su Urania Jumbo e ora riproposto in libreria con i Miti Urania, è il secondo volume della trilogia Jackpot.

Tuttavia, non si tratta di un sequel in senso stretto, e nemmeno di un prequel. Piuttosto, se mi è concesso il neologismo, di un sidequel, ovvero una storia parallela e alternativa, in cui l’unico elemento di contatto con “Inverso” sono l’esperto di PR Wilf Netherton e la commissaria di polizia Ainsley Lowbeer della Londra distopica dell’anno 2136.

La caratteristica dei romanzi della serie Jackpot, in attesa del terzo e conclusivo volume della saga, è lo svolgimento su due linee temporali distinte, una più vicina al nostro presente e l’altra collocata in un futuro lontano.

Ribaltando gli assunti della fantascienza classica rispetto ai viaggi del tempo, Gibson immagina un universo narrativo in cui non esistono futuri diversi, bensì tante linee temporali passate e un solo immutabile futuro, che depreda le versioni alternative del suo multiforme passato.

Il presente di “Inverso” è ambientato nel 2032 e vede come protagonista Flynne Fisher, gamer esperta, entrata in contatto con il futuro di Wilf tramite una Periferica neurorganica robotica.

Il presente di “Agency”, invece, è il nostro passato recente, un 2017 alternativo in cui le elezioni americane non sono state vinte da Donald Trump, bensì da Hillary Clinton, e in cui il voto su Brexit è andato nella direzione opposta.

Anche qui incontriamo una protagonista femminile, Verity Jane, app-whisperer incaricata da una startup californiana di testare una nuova intelligenza artificiale rivoluzionaria chiamata Eunice, caricata su quelli che sembrano dei semplicissimi occhiali.

Verity si rende presto conto che Eunice non è una IA come tutte le altre. La sua personalità sembra reale e in grado di prendere il controllo sulle sue azioni stesse, oltre a farla interagire con il futuro di Wilf Netherton.

Allo stesso modo, Wilf e gli altri personaggi della sua epoca interagiscono con Verity tramite Eunice, cercando di indirizzare la sua particolare linea temporale il più lontano possibile dall’evento catastrofico che ha dato vita, nella loro realtà, al Jackpot, un evento catastrofico che ha segnato la distruzione pressoché totale della società umana e della vita sulla terra.

Alcuni lettori americani hanno osservato che, a differenza di altri protagonisti delle precedenti opere del creatore del cyberspazio, come ad esempio Hiro Protagonist nell’indimenticabile “Neuromante”, in questo romanzo Verity e Wilf appaiano piuttosto passivi e in balia degli eventi, guidati in larga parte da Eunice nel presente e dai superiori di Wilf nel futuro.

Ma forse il nucleo centrale del romanzo risiede proprio in questa particolarità.

Gibson ci mette davanti a una storia in cui la vera protagonista è un’Intelligenza Artificiale, un’entità tanto complessa da non poter essere compresa dai singoli esseri umani, che anche nella vicenda narrata sono giustamente retrocessi al ruolo di osservatori.

Una metafora quanto mai azzeccata della nostra realtà ultratecnologica e iperconnessa. Non è mai esistita prima un’epoca in cui siamo tanto informati su quello che accade nel villaggio globale e in cui, al contempo, non abbiamo quasi nessun potere di influenzare gli eventi che ci circondano, sia a livello locale che mondiale.

Il titolo “Agency”, allora, si disvela nel suo duplice agghiacciante significato. Da un lato, è un termine che allude alla capacità di azione dell’individuo, alla sua facoltà d’incidere in prima persona sulla realtà. Dall’altra parte, la stessa parola viene utilizzata per indicare quelle organizzazioni governative o paragovernative che si arrogano il diritto di decidere e di agire al posto degli individui, come per esempio la CIA, Central Intelligence Agency.

Verity diventa una metafora del lettore, incapace di influire sullo svolgimento della storia narrata nel libro se non in veste di spettatore, come testimonia il suo dialogo con Eunice, dopo che quest’ultima le ha fatto recapitare a casa un sacco pieno di banconote da cento dollari. Verity le domanda di spiegare a cosa serva tutto quel denaro, e la IA le risponde sibillina che non lo sa nemmeno lei. Alcune parti della sua coscienza agiscono in modo autonomo, in base a sistemi di previsione degli eventi talmente complessi da non essere verbalizzabili.

Volete saperne di più? Anch’io, ma dovremo aspettare il terzo e ultimo romanzo di Gibson per scoprire di più sul mondo di Jackpot. Oppure, potremmo indossare il nostro visore di realtà virtuale, proiettarci nella nostra periferica neurorganica del futuro… e leggerlo direttamente da lì.

Posted in Fantascienza, Grandi Saghe, Miti Urania, Oscar Vault

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