Intervista tripla ai finalisti del Premio Urania Short 2019

novembre 20th, 2019 by Redazione

Come l’anno scorso, abbiamo chiesto ai tre finalisti del Premio Urania Short 2019 di mettersi in gioco in un’“intervista tripla” per sfidarsi a distanza e convincervi a votare il loro racconto.

Gli intervistati avevano solo tre parole, tre frasi e 333 caratteri per rispondere alle tre brevi domande dell’intervista.

Per votare, andate in edicola e procuratevi il n. 1672 di Urania, “Le ombre di Morjegrad”, di Francesca Cavallero, in cui troverete la scheda per votare e determinare il vincitore o la vincitrice del Premio Urania Short 2019! (la scheda è disponibile solo nella versione cartacea, non nell’ebook, per cui… affrettatevi!)

E… che vinca il migliore!

 

Fabio Aloisio,
“Mercy”
 
  Elia Gonella,
“Sei mesi in una notte”
 
  Axa Lydia Vallotto,
“Reboot”
 
Fabio Aloisio Elia Gonella Axa Lydia Vallotto


Presentati in tre parole!

 

Non penso bastino. Di poche parole. Futura imperatrice galattica.

 
Presenta il tuo racconto in tre frasi!

 

Mercy è una ragazzina che spaccia droga per conto di Shulu, un coniglietto di peluche poco raccomandabile. La loro quotidianità morbosa verrà scompigliata dall’arrivo di un terzo incomodo. Stai aspettando di essere estratto per il tuo prossimo posto di lavoro? Mettiti in standby! Nelle nostre capsule al Crion, dormire per sei mesi costa meno di vivere!                       Eva è una prostituta androide. Un umano diverso dagli altri le mostra oltre il suo piccolo mondo. Ma questa nuova vita è in pericolo…                                          


Spiega in 333 caratteri perché i lettori dovrebbero votare per te!

 

Vota per Me(rcy)!
Per tutte le favole che vivono di animali pucciosi e principesse in difficoltà.
Vota per Me(rcy)!
Poi ti ringrazio in francese: mercì.
Vota per Me(rcy)!
Perché relazioni che imboccano un vicolo cieco dovrebbero rimanere soltanto sulla carta.
Vota per Me(rcy)!
A ogni voto un peluche abbandonato trova casa.
Il valore del tempo si misura in denaro.
Chi non ne ha, anziché lottare per sopravvivere, sceglie di addormentarsi.
È un sonno artificiale offerto da cliniche low-cost, può durare mesi, e non tutti si risvegliano.
Se in questo futuro riconosci il nostro tempo e se ti fa paura, vota “Sei mesi in una notte”.
Perché, in fondo, questo racconto parla di una sensazione soverchiante, dolorosa: quella di essere usati da una persona fidata.
Consumati fino a restare vuoti, a chiedersi se sia rimasto ancora qualcosa di sé. Se si valga ancora qualcosa.
E perché questo sarà il mio primo passo nella costruzione di un impero galattico, ovvio.

 

 

Posted in Interviste, Premi e concorsi, Profili, racconti

2 Responses

  1. Jimi Paradise

    Complimenti ai tre giovani autori!

  2. Fabio Alo

    Grazie Jimi!
    Buona lettura!

    Fabio

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