Urania 1599: Creatura del fuoco
Che un rettile fiammeggiante esista davvero a Tynemouth, e che spii dalle caverne inviando segnali paranormali sotto la crosta sottile d’Inghilterra, sembra la trama di un romanzo. Invece lo psichiatra John Cunningham deve ricredersi e ascoltare molto attentamente i discorsi di Tommy, un paziente schizofrenico che comincia a raccontargli un’esistenza precedente. Il medico-scrittore si trova di fronte a un’ipotesi sconcertante: che una leggenda locale, la Creatura di Lambton, non sia affatto il frutto di una fantasia malata ma degli esperimenti parabiologici compiuti da Raimondo Lullo. Con conseguenze molto pericolose per il mondo di superficie…
IAN WATSON Nato nel 1943, è uno dei migliori esponenti della science fiction britannica. Ian Watson è diventato famoso per aver scritto la sceneggiatura del film di Steven Spielberg e Stanley Kubrick A.I. Intelligenza artificiale, ha pubblicato su “Urania” numerosi romanzi, fra i quali L’ultima domanda (n. 1319), Superuomo legittimo (n. 1399), Il mistero dei Kyber, in collaborazione con Michael Bishop (n. 1431), e L’anno dei dominatori (n. 1496). L’anno scorso abbiamo tradotto Gli dei invisibili di Marte (n. 1581).
EBOOK DISPONIBILE
Posted in Urania Collana
ottobre 2nd, 2013 at 20:21
Acquistato questa mattina.
Per Novembre (n. 1600)si annuncia il vincitore del Premio Urania 2011 “L’uomo a un grado Kelvin” di Piero Schiavo Campo.
Il mese prossimo uscirà pure il Millemondi Autunno “AAA Asso Decontaminazioni Interplanetarie” di Robert Sheckley.
ottobre 3rd, 2013 at 01:28
Che bimestre denso di appuntamenti imperdibili!
Non so, questo libro promette abbastanza bene, Ian Watson in passato ha trattato con grande originalità e delicatezza il tema del disagio mentale.
Per un curioso caso di sincronicità proprio oggi pomeriggio, durante una conferenza, si parlava di John Campbell e dell’età dellinocenza della sci-fi.
ottobre 3rd, 2013 at 09:42
Raimondo Lullo?!?! Che riferimento colto! Sono incuriosito dal romanzo…qualcuno può specificare il contenuto di AAA Asso Decontaminazioni Interplanetarie di Sheckley?
ottobre 3rd, 2013 at 09:44
http://it.wikipedia.org/wiki/Raimondo_Lullo
ottobre 3rd, 2013 at 10:46
Copertina ottima, mi piace parecchio!Di watson avevo letto “gli invisibili dei di marte”…orrendo e noioso, ma voglio ricredermi e leggerò sicuramente questa sua nuova opera (già presa).
Prossimo Millemondi dedicato a Sheckley…Fantastico!!!
ps. Dario Tonani pubblica nuovo romanzo ambientato su Mondo9, Mechardionica…Urania non tralasciare uno degli scrittori più geniali dei nostri tempi!!!
ottobre 3rd, 2013 at 14:15
Dopo aver letto ‘Gli dei invisibili di Marte’ che è un romanzo immondo, su Watson ho qualche riserva.
Speriamo che questo sia di un altro livello.
ottobre 3rd, 2013 at 14:30
@ Steve …..
“… qualcuno può specificare il contenuto di AAA Asso Decontaminazioni Interplanetarie di Sheckley?”
Così recita la presentazione …..
“In questo volume leggerete il ciclo completo dei decontaminatori spaziali AAA Asso, l’agenzia più nota del settore, capace di spurgare un pianeta infestato in men che non si dica (sette racconti).
In più, altri venti racconti tratti da due raccolte personali, in ordine cronologico: ‘Fantasma cinque’ (1971) …..
http://www.mondourania.com/urania/u861-880/urania880.htm
….. e ‘Giardiniere di uomini’ (1979). …..
http://www.mondourania.com/urania/u601-620/urania604.htm
Il piano completo dell’opera, che troverete nel sommario, avrebbe occupato due copertine e mezzo di un normale ‘Millemondi’ …”
Vengono dunque citati venti racconti ma, come potete vedere, le raccolte ne contengono, in verità, ventisei.
Verrà allora effettuato un taglio e ci verrà presentata un’opera monca?
Ritengo sarete d’accordo con me sulla necessità di adeguati chiarimenti ….. 😉
ottobre 3rd, 2013 at 15:16
@Steve
Par di capire che contenga
.ciclo completo di AAA Asso
. venti storie tratte da
“fantasmna cinque” e “giardiniere di uomini”
ottobre 3rd, 2013 at 16:16
Trovato La Progenie e subito presa!
Sono indeciso su questa Creatura del Fuoco. La trama è interessante, ma l’autore è molto criticato.
ottobre 3rd, 2013 at 17:06
“The fire worm” non sarà esattamente SF e nemmeno uno dei migliori romanzi di Watson (se non lo avete fatto leggete “La doppia faccia degli UFO” aka “L’enigma dei visitatori”)… però lasciatemi dire che diversamente da Marius e Xantio a me “Gli dei invisibili di Marte” è piaciuto molto; qualcosa si perde nelle ultime 50-80 pagine dove Watson non riesce, a far quadrare e mettere insieme tutti gli elementi tirati in ballo. Watson è un autore particolare, ha idee originali e gli spunti dai quali parte sono sempre interessanti e stimolanti, non si limita a narrare una “bella storia” di alieni ed astronavi ma va oltre. C’è molto tra le righe.
ottobre 3rd, 2013 at 19:07
e così, come temevo, nel 2013 quattro
millemondi su quattro sono racconti……
ottobre 4th, 2013 at 19:56
– Sheckley: Vabè hanno smembrato delle raccolte ma i racconti mancanti li metteranno nei prossimi volumi, hanno fatto così anche con Brown. Filologicamente non sarà il massimo ma pazienza.
Quanti volumi sono?
– Sì ho sentito di Tonani ma non l’ho ancora preso. I quattro racconti iniziali andavano sempre migliorando. Non direi che Urania l’abbia trascurato, le ultime sue cose non sono pensate espressamente per il formato elettronico. Però non mi spiacerebbe rivederlo su queste pagine, magari con qualcosa di diverso dai +Toons e da Mondo 9.
ottobre 4th, 2013 at 19:58
Anzi “Le sue ultime cose SONO pensate per il formato elettronico”.
ottobre 4th, 2013 at 20:39
Sì, ma due Fredric Brown e uno Sheckley!
ottobre 5th, 2013 at 09:45
Sono d’accordo con Paolo Francolini: quattro millemondi su quattro di racconti sono un’esagerazione, tenendo conto che a molti lettori (compreso il sottoscritto) i racconti piacciono poco.
Un minimo di equilibrio (2 e 2) non sarebbe male.
ottobre 6th, 2013 at 12:04
@TheMellowGoldenManIt’sIn The…: la pensavo come te sul “bisogno” di un certo tipo di science fiction molto ortodossa e poco contaminata, per tutelarla e continuare a leggerla. Ma appunto questa sorta di sciovinismo (non so come altro chiamarlo, perdonami) secondo me ci sta un po fasciando la testa: prima il concetto di science-fiction era molto più ampio di quello che intendiamo oggi e comprendeva anche vicende a base di realismo magico spinto, science fantasy etc. Quanto si scandalizzerebbero a leggere Lovecraft oggi su Urania Collezione? Eppure (correggetemi se mi sbaglio) il seminale autore fu mi pare lanciato in Italia proprio su Urania o comunque in una collana di fantascienza! In tal senso invito chi ce l’ha a rileggersi l’introduzione del Sommo Curatore al volume fantastico “Red Brain”, che in tal senso era chiarificatore. Quanto a Watson, è un esempio di autore puro che a certe divisioni bada poco, cosa che forse è anche un bene per la fantascienza stessa. Ogni genere deve avere i suoi laboratori di fusione di materiali, la fantascienza poi che è un genere possibilista per eccellenza cosa sarebbe senza? A me “Gli dei invisibili… “non era dispiaciuto, anzi: ha ragione chi lascia intendere che quella di Watson è una fantascienza metafisica piena di simboli e suggestioni che esulano dalla pura trama inizio sviluppo e fine. Il destino degli scrittori d’avanguardia è quello di stare forse sempre in un limbo che sta tra l’ammirazione incondizionata di pochi e l’incomprensione di molti (e a volte una terza dimensione che è quella dell’inconcludenza, vedi il nostro Gadda, per fare un esempio estremo), ma tant’è, credo che l’autore ne sia stato così consapevole al punto di decidere poi di mettersi giocare a Warhammer 40000 per sopravvivere nell’attuale mercato. A me questa vicenda a base di suggestioni alchemiche affascina non poco e le prime pagine recano fortissima l’impronta dell’autore: quanti oggi possono vantare una simile personalità? Io ne leggerei altri dell’autore (al Curatore però dricordo che “Garden of Delights” è stato tradotto eccome, qualche tempo fa da Elara). Mi rendo conto che gli autori inglesi elevano sempre di una spanna la proposta della nostra amata collana.E non vedo l’ora di leggere Empty space di Harrison, la cui lettura sarà un altro massacro ostico e senza riposo, ma che già mi pregusto
ottobre 6th, 2013 at 12:18
grazie Marius !!!!
ottobre 6th, 2013 at 12:18
I racconti di Brown e Sheckley sono fondamentali e non venivano ristampati da secoli! Ogni critica a questo ben di Dio è severamente vietata!!! Steve
ottobre 6th, 2013 at 14:57
State tranquilli, l’anno prossimo torneranno anche i romanzi.
ottobre 6th, 2013 at 20:22
Beh. no, non direi. Gli autori sono di garanzia assoluta e Brown e Sheckley sono autori che nel racconto danno il massimo, meno nei romanzi.
ottobre 7th, 2013 at 03:15
@ Riccardo Larosa Falcetta:
Richard Matheson non ha praticamente mai scritto fantascienza ma è sempre uscito su Urania e nessuno ci ha mai trovato da dire… chissà.
Più che la commistione dei generi credo che si stia parlando dell’appartenenza o no al genere. Ian Watson ha scritto anche cose piuttosto brutte ma ha contribuito, insieme ad altri più celebrati di lui, a far diventare il nostro genere preferito adulto, forse perfino snaturandolo.
Io che amo la fantascienza ma non gli alieni (A meno che non siano usati per dire qualcosa, come Romero usa gli zombie) lo trovo positivo.
Io che credo che la fantascienza sia stata letteralmente assassinata dal cyberpunk (Mentre William Gibson indicava la luna tutti gli guardavano il dito) auspico non tanto la commistione col fantasy o l’horror per prolungare l’agonia (il technotrhiller è stato un crudele accanimento terapeutico) quanto un sereno prendere atto del decesso e spargere le ceneri dappertutto. E credo che con buona pace dei puristi sia proprio quello che è successo.
“L’arcobaleno della gravità” è fantascienza? “Infinite Jest” è fantascienza? Jonathan Lethem scrive fantascienza? Chi se ne frega.
ottobre 7th, 2013 at 03:29
@ @ Riccardo Larosa Falcetta
Massacri ostici: Il libro più massacrante mai scritto è chiaramente “Plus” di Joseph McElroy. Sfido chiunque a dire il contrario. Letto perché qualcuno che evidentemente stimavo ne aveva parlato da qualche parte come un libro che spingeva al massimo le possibilità del linguaggio.
Se Samuel Delany con Dhalgren l’aveva fatta fuori dal vaso, McElroy con “Plus” ha fatto la cacca sul tappeto del salotto.
Va bene sperimentare ma a volte qualcuno che coraggiosamente esprima un commento liberatorio sulla corazzata Potemkin ci vuole.
Capolavori inconcludenti: Il libro più bello che abbia mai letto si intitola “Horcybus Orca” parla di un soldato che finita la seconda guerra mondiale torna a casa a piedi da Napoli a Messina. Il padre lo riconosce da una cicatrice. Io ci ho messo due righe, D’Arrigo milleduecento pagine.
ottobre 7th, 2013 at 09:36
@Riccardo la Rosa Falcetta: sono del tuo stesso parere sia su Watson che sugli autori Inglesi in generale, ed anche sulla necessità di un certo tipo di SF che a molti potrebbe non piacere. Nello specifico però, avendo finito di leggere questo “Creatura della notte”, devo dire di essere rimasto profondamente deluso avendo trovato una storia con buoni spunti suggestivi ma assolutamente sconclusionata e scritta in maniera poco fluida. E poi NON è assolutamente SF !!
ottobre 7th, 2013 at 11:11
@Silver Apple: Concordo.
E per risponderti: “Infinite Jest” è “Infinite Jest”.
E che gli vogliamo dire ???
ottobre 7th, 2013 at 16:33
I racconti di Brown e di Sheckley
non possono mancare in una biblioteca ideale ed hanno aiutato molti a far conoscere la SF!!!
ottobre 7th, 2013 at 22:45
non voglio assolutamente negare l ‘ottima
qualità dei racconti di Brown e Sheckley che
ho letto e apprezzato
il mio e’ solo un richiamo ad una, a mio parere,
giusta alternanza fra racconti e romanzi
ottobre 9th, 2013 at 19:55
Non lo so, continuate a parlare di “giusta alternanza fra racconti e romanzi”, però Urania sono quasi sempre romanzi, nel Collezione sono romanzi, il Jumbo estivo è un romanzone…. almeno nel Millemondi teniamo qualche bella antologia, per favore. La sf è uno dei pochi generi letterari che riesce a esprimersi ad altissimo livello anche nelle opere brevi. Non dobbiamo per forza leggere sempre mattoni di 300 pagine!
ottobre 9th, 2013 at 21:44
Sono con VergaG, viva i romanzi autoconclusivi, viva i racconti e (azzardo) viva i romanzi brevi!
ottobre 10th, 2013 at 14:26
D’accordo con Quiller!
ottobre 10th, 2013 at 14:38
Dopo Brown e tra poco Sheckley per domani attendo Matheson con i racconti di Shock.
ottobre 10th, 2013 at 16:56
Secondo me il racconto è la forma ideale per la sci-fi e le raccolte di “The Year’s Best SF” sono l’unico appuntamento di Urania che non mi faccio sfuggire. In Urania Collana ci sono molto spesso buoni racconti che sono stati gonfiati a dismisura per diventare, purtroppo, pessimi romanzi.
ottobre 10th, 2013 at 21:00
Concordo con VergG e Quiller.
A quando una raccolta con tutti i racconti più belli di Robert Silverberg?
ottobre 11th, 2013 at 11:52
Solo un salto, per un grazie di cuore a Xantio e Silver Apple per le belle parole che mi hanno rivolto. Ciao a tutti! 😀
ottobre 14th, 2013 at 22:00
Ho letto tutti i commenti, ed ormai sento il peso dell’età…. Forse è arrivato il momento di leggere quei 200 –300 Urania che ho messo da parte per leggerli “poi”… Chissà magari anticipo le scelte del nostro Curatore Maximo….
ottobre 21st, 2013 at 04:00
A proposito di Pynchon, ho letto su Fantascienza.com che il suo nuovo libro ha tinte quasi cyber. Lo sapevo che ci sarebbe arrivato, “Vizio di forma” era pieno di indizi come la fine hard boiled di “Contro il giorno” lasciava presagire “Vizio di forma” (il protagonista verso la fine dice al tipo che traffica con Arpanet e lo reputa la cosa più rivoluzionaria di sempre, più dell’LSD una cosa tipo “Quanto ci metteranno a renderlo fuorilegge?”).
In base alle informazioni attualmente in mio possesso però mi sembra un territorio già ampiamente battuto da Neal Stephenson, finora il solo essere Pynchon è bastato a renderlo un modello inarrivabile per i suoi discepoli, anche “Vizio di forma” secondo me non era così qualunque, io l’ho trovato molto pynchoniano con qualche rimando a “L’incanto del lotto 49″, ai flashback di “Vineland” per quanto possa essere considerato un divertissement era il primo libro per tutti di Pynchon ma da pynchoniani si leggeva meglio. Vedremo.
ottobre 21st, 2013 at 23:21
@STEVE
Incuriosito da questo post, e dal rimando a LLull (Raimondo Lullo) ho letto il romanzo di Ian Watson, difficile, ma veramente molto al di sopra della media che oggi va di moda…
E poi ancora, per Watson il personaggio di Raimondo Lullo NON è il LLull storico ( per inciso venne in Sicilia, influenzò gli studi di matematica dell’epoca, ed addirittura un mio omonimo scrisse un trattato basato sui suoi scritti e su Leibniz …), ma Watson ha reso molto credibile il personaggio per cui mi è sembrato di leggere un Evangelisti inglese… Una ottima scelta, del nostro Curatore Maximo speriamo di leggere anche alcuni dei suoi racconti più recenti, magari quelli scritti con Roberto Quaglia ….
ottobre 22nd, 2013 at 11:00
@VergaG
Che in Urania siano quasi sempre romanzi e in Urania Collezione siano romanzi ci sono gli ultimi mesi di uscite pronte a smentirti.
Ribaltando il punto di vista, quest’anno tra New Year’s Best SF (nuovi e recuperi), Millemondi e antologie varie, è rimasto giusto il Jumbo e poco altro (pochissimo d’inedito) a difendere la forma del romanzo.
Personalmente amo entrambe le forme ma soffro un po’ la penuria di romanzi dell’ultimo periodo. Sul fatto che a volte siano racconti buoni gonfiati sono d’accordo, così come però ritengo che certi racconti brevi siano così incolore da non meritare nemmeno le poche pagine che riempiono. La qualità (o la mancanza di) è caratteristica di ogni formato narrativo.