Robert A. Heinlein: il futuro è un maestro di vita

luglio 22nd, 2013 by Moderatore

imagesUn autore sempre amato torna con i due tra i romanzi brevi più originali della sua carriera

 Robert Anson Heinlein è nato a Butler, Missouri, nel 1907 ed è morto nel 1988. Dopo aver dovuto rinunciare alla carriera di ufficiale navale a causa di una malattia, si è dedicato alla fantascienza e scrivendo sulle riviste di John W. Campbell Jr. (“Astounding” e “Unknown”) è divenuto in pochissimo tempo uno dei suoi maestri moderni. Nel periodo maturo della sua carriera ha firmato alcuni tra i libri per ragazzi più riusciti non solo della science fiction ma di tutta la narrativa avventurosa, come Cittadino della galassia (Citizen of the Galaxy, 1957) e Fanteria dello spazio (Starship Troopers, 1959). Ha affrontato molti temi classici, aggiornandoli: la subdola invasione aliena in Il terrore dalla sesta luna (The Puppet Masters, 1951), il viaggio nel tempo in La porta sull’estate (The Door Into Summer, 1957), il futuro della tecnologia in Waldo (id., 1942); ma ha anche introdotto concetti nuovi, dal confronto tra scienza e magia in Anonima stregoni (Magic, Inc., 1940) all’astronave generazionale di Universo (Orphans of the Sky o Universe, un testo degli anni Quaranta riveduto nel 1963), il cui tema è stato poi largamente sfruttato; fino al capovolgimento in termini della questione razziale in La fortezza di Farnham (Farnham’s Freehold, 1962), romanzo che abbiamo già presentato in versione integrale su “Urania collezione”.

Molti dei suoi racconti, a cominciare dalla “Linea della vita” (1939), possono essere visti come il tentativo di raccontare il futuro storicamente, traendone gli insegnamenti che stanno a cuore a Heinlein e a molti della sua generazione: americani pragmatici, decisi a vincere la Seconda guerra mondiale, a trasformare il mondo in senso tecnocratico e ad amministrarlo come un meccanismo a orologeria. Nei racconti della “Storia futura”– così battezzata dallo stesso Heinlein – vi è la presa di coscienza che l’America è ormai ben altra cosa rispetto ai tempi dei Padri fondatori, ma anche di Abramo Lincoln. Il fatto è che il grande paese si è automatizzato, alterando la propria fisionomia e la volontà che l’accompagna; d’ora in poi la felicità, il diritto all’autorealizzazione, la fede in Dio eccetera non passeranno più per i boschi di Walden o per le riflessioni dei trascendentalisti, ma per le fabbriche, i campi d’aviazione e le catene di montaggio.

Al tempo stesso, Heinlein si dice favorevole al concetto di democrazia intesa come estrema libertà individuale, e addirittura armata. A un certo punto della sua carriera scrive una controstoria della Rivoluzione americana che intitola La luna è una severa maestra (The Moon Is a Harsh Mistress, 1966), romanzo in cui gli ideali libertari si scontrano con quelli della programmazione statale, mettendo in cattiva luce il modello collettivista. E si potrebbe continuare a lungo sulle ambiguità ideologiche (dal punto di vista europeo) del nostro autore, ma è stato già fatto e non è il caso di tornarvi qui. Ci limiteremo a osservare che, come altri romanzieri prima e dopo di lui, Robert Heinlein si è dotato di un’ideologia-progetto che ha i suoi perni nell’efficientismo, nella disciplina militare, nella necessità di difendere la civiltà combattendo i nemici, ma anche nella difesa radicale delle libertà individuali e in seguito sessuali; e che quegli ideali si alternano nei romanzi, oscillanti tra un anarchismo liberatorio precursore del ’68 e un amore per il militarismo e la repressione “necessaria” di tipo neofascista. Ripetiamo, l’ambivalenza è un fenomeno letterario comune e non dovrebbe stupire più di tanto, ma nel caso di Heinlein colpisce perché è un autore che suscita semplici e immediate passioni.

Il grande vecchio ha avuito una lunga e multiforme carriera, tutt’altro che limitata all’editoria di genere: nel 1950 ha scritto la sceneggiatura del pionieristico Uomini sulla luna (Destination Moon) di George Pal, primo esempio di cinematografia a colori sul tema del volo spaziale. Con il romanzo Straniero in terra straniera (Stranger in a Strange Land, 1961) ha tentato un esperimento in anticipo sui tempi: in America il libro suscitò polemiche non solo per l’allegra franchezza con la quale affrontava temi scottanti come la religione e il sesso, ma anche per la sua mole. Notissimo nel campo della fantascienza tecnologica, si è divertito a stupire i lettori con quella paradossale e umoristica, compresi alcuni racconti del fantastico puro usciti su “Unknown” e altre riviste di genere. Quest’ultimo tipo di produzione heinleniana è stato raccolto in due antologie, Waldo + Magic, Inc. del 1950 e The Unpleasant Profession of Jonathan Hoag del 1959. Nel 1999 Tor Books, un grosso editore americano di fantascienza, ha riunito le due vecchie raccolte in un imponente volume unico, The Fantasies of Robert A. Heinlein, che “Urania” ha tradotto in due volumi: Anonima stregoni (n. 1456) e Il mestiere dell’avvoltoio (n. 1474). Oggi ripubblichiamo la raccolta, sempre in due parti, reimpostando la cronologia delle antologie originali, per cui questo primo volume contiene Waldo e Anonima stregoni, i due romanzi apparsi insieme per la prima volta nel 1950, mentre tra alcuni mesi apparirà la seconda parte, con il romanzo Il mestiere dell’avvoltoio e gli altri racconti del gruppo (in modo da rispecchiare la raccolta USA del 1959).

Ma anche se non avesse scritto queste deliziose avventure ai confini della realtà, Heinlein sarebbe ugualmente riconosciuto come uno degli autori più estroversi e sempre capaci di rinnovamento della science fiction classica. Non è un caso che dopo il 1971 abbia conosciuto una nuova stagione creativa, iniziando con il grosso romanzo a sfondo psicosessuale Non temerò alcun male (I Will Fear No Evil) e continuando con una serie di opere controverse che hanno mostrato le molte sfaccettature della sua personalità. Questi romanzi sono: Lazarus Long, l’immortale (Time Enough for Love, 1973: un seguito dei Figli di Matusalemme), Il numero della bestia (The Number of the Beast, 1981, sempre inserito nel ciclo di Lazarus Long), Operazione domani (Friday, 1982), Il gatto che attraversa i muri (The Cat Who Walks Through Walls, 1985, un’altra aggiunta al ciclo di Long), Oltre il tramonto (To Sail Beyond the Sunset, 1987, il suo ultimo romanzo).

 

G.L.

 


[1] Nell’introduzione alla raccolta personale Non saremo noi (The Golden Man).

 

Posted in Profili

2 Responses

  1. Antonino Fazio

    Questi di Heinlein sono due classici imperdibili, di una leggibilità assoluta, e il prossimo volume lo è altrettanto! :-)

  2. Michele Scoppetta

    In effetti sono d’accordo con Antonino. Sono decisamente molto scorrevoli e altrettanto interessanti.

Leave a Comment

Please note: Comment moderation is enabled and may delay your comment. There is no need to resubmit your comment.

Spam protection by WP Captcha-Free