illustrAutori del fantastico

febbraio 12th, 2013 by Moderatore

GIUSEPPE FESTINO, IL FUTURO IN BIANCO E NERO

Nato a Castellammare di Stabia (NA) il 22 settembre 1943, seguendo il padre agente di Pubblica sicurezza Giuseppe Festino si trasferisce nel 1947 a Pallanza, frazione di Verbania, e nel 1951 a Domodossola. È sul Lago Maggiore che si appassiona all’illustrazione e ai fumetti, grazie a “il Vittorioso” e le coloratissime copertine di Curt Caesar (all’anagrafe lorena Kurt Kaiser), con dettagliati paginoni tecnico-scientifici.

Dopo il servizio militare, nel 1965 incontra a Milano l’editore Piero Dami che lo indirizza dal fratello Rinaldo noto come Roy D’Amy, che gestisce lo Studio Produzioni Editoriali D’Ami dove Festino lavora per tre anni, facendo pratica e collaborando ai primi dieci volumi della collana “Guarda e scopri gli animali”, progettata per Alberto Peruzzo ma poi edita dalle Edizioni AMZ dal 1966 al 1972. Intanto frequenta i corsi serali all’Accademia di Brera, finché si concentra su altri lavori: l’Enciclopedia Medica DeAgostini, figurine disneyane per l’Editrice Moderna, libri di scolastica per Minerva Italica e qualche copertina di dischi. Registra anche per la Ricordi diretta da Iller Pataccini: la colonna sonora per la trasmissione tv svizzera La trappola, una Barbara Ann in italiano nel 1966 come corista nei Pop Seven con Roberto Vecchioni e un brano di Wilma Goich.

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Sono anni ricchi di fermento, sulla scia della primissima fanzine italiana “Futuria fantasia”, interamente realizzata dal quindicenne Luigi Cozzi nell’ottobre 1962 (ristampata con grafica di Ferruccio Alessandri nel luglio 1963). Al cinema Arcadia di Milano, rinato nel 1969 sulle ceneri del cineteatro Carcano (che tornerà al vecchio nome nel 1980 abbandonando le proiezioni), proprio Cozzi nel maggio e giugno 1975 organizza con Ugo Malaguti un’epocale rassegna di vecchi film di fantascienza, che fa scuola in tutt’Italia. Festino incontra altri appassionati come Angelo De Ceglie e firma le copertine per le riviste “Vox Futura” e “Alternativa”, fino alla più famosa “Robot” diretta da Vittorio Curtoni con articoli di Giuseppe Lippi e Giuseppe Caimmi, dal n.5 dell’agosto 1976 fino al conclusivo n.40 del luglio 1979… oltre al n.1 di “Aliens” (novembre 1979) con gli interni di ogni numero e la collana I Libri di Robot (13 volumi nel 1978-79) per Armenia Editore, i primi 8 volumi della collana I Libri della Paura (1978-79) per SIAD Edizioni e un paio di copertine per la rivista francese “Fiction”. Ma sono soprattutto i disegni interni tratteggiati in bianco e nero per ”Robot”, da cinque a nove in ogni fascicolo, che colpiscono e affascinano per la loro capacità evocativa e il piacevole accompagnamento alla narrazione, contribuendo a trasportare il lettore in una dimensione fantastica ma “più vera del vero”, perché ricreata personalmente da ciascuno a partire dalle atmosfere suggerite nel testo e nelle illustrazioni.

 

Oltre alle prime mostre collettive (a Ferrara nel 1976, a Monaco di Baviera nel 1983, più tardi la celebre “Alieni. Creature di altri mondi” a Milano e Latina nel 2000-2001, fino a “Urania 6×60” al milanese Wow Spazio Fumetto nel 2012) e una personale ad Acqui Terme nel 1999, i raduni del “fandom” creano continui spunti all’arte di Festino, come una decina di locandine apparse per le rassegne curate da Cozzi al cinema Argentina di Milano fino al 1985: Things to Come (da noi La vita futura e Nel 2000 guerra o pace?), Uomini sulla Luna, I vampiri dello spazio (cioè Quatermass 2), Il vampiro dell’isola con Boris Karloff, Il figlio di King Kong, Il signore delle mosche, Il bacio della pantera (1942)… Inizia anche a scrivere articoli in proprio, da Corrado Caesar, un pittore dai colori extraterrestri (oggi sul web grazie a Giuseppe Arabito del CERN ma apparso originariamente su “Galassia” nel 1978) al celebre falso sulla Terza Fondazione di Isaac Asimov in “Wow” nel 1979, fino al recente memoir nello splendido volume Karel Thole, pittore di fantascienza (Fondazione Rosellini, 2012).

Al Metropole Hotel di Brighton, per la Worldcon del 1979, l’autore partecipa alla mostra di opere in bianco e nero (scoprendo, tornato a casa e incontrato Giuseppe Caimmi, di essere stato anche in concorso e classificatosi secondo!) e soprattutto conosce Wolfgang Jeschke, curatore della collana SF della Heyne Verlag di Monaco. Per l’editore tedesco firma da dodici a venti illustrazioni per oltre trenta romanzi tascabili settimanali, in gran parte tuttora inedite in Italia.

La spinta a dedicarsi professionalmente all’illustrazione viene a Festino dal voler illustrare il genere fantascientifico, ma questo non gli impedisce di allargare gli orizzonti… spaziando a tutto campo e passando da meccanismi cibernetici a paesaggi naturalistici, dalle luci e ombre del bianco e nero agli effetti cromatici, dalla figura umana a soggetti zoologici, da dettagli anatomici a edifici: questo l’aiuta ad aumentare il proprio bagaglio professionale, spalancandogli un universo di possibilità che può poi riversare negli amati scenari sf. Negli anni Ottanta illustra settimanalmente per Mondadori centinaia di racconti su “Confidenze”, collaborando anche a “Epoca”, “Topolino”, “ZeroUno”, “TV Sorrisi e Canzoni” e “Telepiù”.

Realizza otto copertine per “Urania” nel 1984-85 e altre tredici per i “Classici Urania” nel 1985-86, identificando in maniera creativa la sezione Varietà nelle pagine finali, con la porta della redazione semiaperta a lasciare intravedere una pianta, che di numero in numero germoglia e cresce per il divertimento dei lettori più attenti, finché sul n.1095 del febbraio 1989 nella posta l’Alieno di redazione (alias Marzio Tosello) scrive che “La pianta del Festino, che apre orgogliosamente questo Varietà dal lontano n.1014 (gennaio 1986, per la precisione) si sta avviando all’estinzione. Evidentemente il nostro amico si è dimenticato di nutrirla col proprio sangue per un periodo superiore ai tre giorni, o ha scordato il quotidiano annaffiamento con acqua bollente”. Nel n.1100 il disegno mostra la porta chiusa; toccherà poi a una parata di mostri dall’immaginario cinematografico racchiusi in un cerchio come quello di copertina (inserito dall’art director Anita Klinz fin dalla periodicità settimanale nel giugno 1964), ma soprattutto altri ritratti tra le centinaia realizzati dall’autore partenopeo nei decenni, un’altra caratteristica identificativa del suo lavoro. In un’epoca pre-Internet dove le informazioni sono limitate, Festino si sposta sempre con una macchina fotografica per arricchire la documentazione su operatori dell’editoria e trarne nitide riproduzioni al tratto, in particolare su “Urania”, “Il Giallo Mondadori” e “Segretissimo”, e ancora su “Ink” di Paolo Telloli dal n.5 nel febbraio 1996. Oreste del Buono lo chiama per il volume con i due Psycho di Robert Bloch riuniti nella Biblioteca del Giallo Mondadori (1982), Gianfranco Briatore gli affida le copertine di “Pulp – rivista di fantascienza” nn.3-6 nel 1983-84, Antonio Bellomi le illustrazioni su “Solaris Fantascienza” nn.4-8 del 1986-87.

Dal 1985 realizza copertine e illustrazioni per i periodici Giorgio Mondadori: “Milano Finanza” e “Playboy”, ma anche ricostruzioni d’architettura per “AD Italia” diretto da Ettore Mocchetti, “Bell’Italia” e “Bell’Europa” (uno spaccato del Duomo di Como, la pavimentazione del Duomo di Otranto e la veduta completa di Corso Umberto a Taormina, gli interni del Soane’s Museum di Londra… doppie pagine dettagliatissime, ristampate in volumi come Puglia e Basilicata: i luoghi e i gesti della fede nel 1994 e La cattedrale sul lago nel 1995), più collaborazioni a “Italia Oggi”, “Class” e “Grand Hotel”, nonché agenzie pubblicitarie come Interservice e Young & Rubicam per campagne di comunicazione anche per la tv, tra cui una per Hewlett-Packard.

Il nuovo millennio vede Festino alle copertine di “Nova SF*” di Ugo Malaguti (nella seconda serie, dal n.50 del novembre 2001 al n.74 del giugno 2006) e di “Futuro Europa” (dal n.30 del febbraio 2002 al n.44 del dicembre 2005), oltre alla ripresa di copertine e illustrazioni per “Robot”, che riparte ancora con Curtoni, Lippi e Malaguti tra gli altri nel febbraio 2003 dal n.41 (che cita la copertina del n.1) fino al n.49 dell’autunno 2006. Tra le curiosità più recenti, le due illustrazioni per L’algoritmo bianco e Picta muore! di Dario Tonani (un romanzo breve e un racconto lungo, protagonista comune un killer nella Milano del 2045), che in “Urania” n.1544 del marzo 2009 possono creare un unico disegno sia affiancandole una sopra l’altra, sia viceversa…

Dopo le antologie Fantacromie (Edizioni della Vigna, 2009) e L’arte di Festino (Edizioni Scudo, 2009), l’autore sta raccogliendo in forma narrativa le tante idee avute e mai concretizzatesi, ma soprattutto si è imbarcato nell’impresa di ricostruire filologicamente tutte le 174 copertine di Caesar legate a “Urania”, nella quasi totalità andate al macero. Un vero e proprio atto d’amore, eclatante eppure profondamente intimo, per ringraziare un maestro delle emozioni regalate e l’ispirazione di una vita intera. Un altro modo per ricordare che la pianta del futuro ha radici nel passato.

 

Loris Cantarelli

http://illustrautori.blogspot.it

 

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4 Responses

  1. Quellen

    le illustrazioni di Festino erano molto belle. perché l’avete silurato?

  2. Dancing Bonbons

    Che bisogno c’era di rivangare il passato nei Pop Seven? La loro “Barbara Ann” sembra fratta da un coro di alpini strafatti di elio. Le versioni italiane dei successi degli anni sessanta esercitano su di me un fascino perverso. Cover più bella “Un ragazzo di strada” dei Corvi, cover più brutta c’è l’imbarazzo della scelta ma penso che peggio della “Like a Rolling Stone/Come una pietra” dei Wretched sia difficile fare, 45 giri serio più bello di sempre “Senti questa chitarra” dei Chewing Gum una meraviglia pesantissima fra Hendrix e i Blue Cheer! Degli eroi.

  3. andrea-tortellino

    Effettivamente come dice Quelle le sue illustrazioni molto belle davano maggior qualità ai volumi… è possibile riproporle?

  4. Giuseppe Lippi

    Nessun siluramento, ma problemi di qualità nella stampa e costi. Speriamo che diventi possibile un ritorno.

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