I senza- tempo (1588)
Chi sono il dottor commercialista Totali, l’avvocato fallimentare Pantocrati, il notaio Maggioritariis? E soprattutto, chi è Monostatos il risvegliato? (Questi nomi, presi a prestito nel 2012, nascondono attività mostruose.) Chi ha assassinato i bambini di una scuola elementare di provincia, divorandoli? (Le indagini sono tuttora in corso.) Cosa vogliono gli Archiburoboti, invasori meccanici già in marcia nel 2024? L’intempestiva risposta arriverà nella spaventosa Italia che ci aspetta nel 2036, in un romanzo di magistrali nefandezze e originalità assoluta, vincitore del premio indetto annualmente da “Urania”.
ALESSANDRO FORLANI nato nel 1972, insegna sceneggiatura presso l’Istituto di comunicazione visiva dell’Accademia di Belle Arti di Macerata. Ha già pubblicato Tristano e altri romanzi, vincendo il premio Circo Massimo. I senza-tempo, classificato primo anche al Premio Kipple, viene pubblicato in esclusiva su “Urania”.
All’interno, i racconti “Lo scambiatore” di Marco Migliori, vincitore del premio Stella Doppia, e “Suburbi@ drive” di Dario Tonani.
Posted in Urania Collana
ottobre 30th, 2012 at 19:16
sembra davvero interessante. Complimenti!
ottobre 30th, 2012 at 20:04
Non so come faccio a dirlo adesso ma mi sembra una delle uscite più interessanti dell’ultimo periodo (Se non altro quella che desta più curiosità). Spero che sia come me lo immagino ovvero visionario, surreale e magari con una vena dark weird. Sono stanco di detective cyber che indagano sull’omicidio di una prostituta cyber e il fatto che non sai cosa aspettarti già da solo è un passo avanti.
La copertina: si vede in piccolo e ci sono troppi dettagli ma non la citerei fra i picchi della produzione brambilliana e poi così classicamente horror com’è non rischia di essere fuorviante? Quanto meno io spero che il libro non sia il solito horror che di solito ha copertine così.
ottobre 30th, 2012 at 20:39
Lo comprerò sicuramente!!!!
Complimenti!
ottobre 30th, 2012 at 22:12
Stupenda copertina per un meraviglioso Premio Urania! Complimenti a Forlani! (… e a Migliori… e a Tonani.)
ottobre 31st, 2012 at 10:05
Ciao a tutti, chi è interessato può visionare le copertine del mese sul mio sito:
http://francobrambilla.com/zoom/1400×680/2883183.html
Colgo l’occasione per segnalare che come ogni anno ho realizzato un calendario “non ufficiale” che raccoglie 13 copertine di Urania, Urania Collezione e Millemondi del passato, del futuro e alternative. Lo trovate qui:
http://www.lulu.com/shop/franco-brambilla/the-art-of-urania-and-urania-collezione-2013-calendar/calendar/product-20466174.html
buona visione e buona lettura
ottobre 31st, 2012 at 12:10
Assai curioso di leggerlo!
ottobre 31st, 2012 at 12:18
@Dancing Bonbons:
>Sono stanco di detective cyber che indagano sull’omicidio di una prostituta cyber
A che romanzi ti riferisci?
ottobre 31st, 2012 at 17:49
Non ce l’avevo con nessuno in particolare, mi faceva piacere sapere che c’è in arrivo qualcosa di diverso dal solito da un autore italiano (E il cyber ex sbirro è stato per molto tempo “il solito” in Italia – una figura che discende direttamente dallo sbirro divorziato di sinsitra che ascolta De André tipico di molti polizieschi consolatori italiani) Se ti interessa sono anche stanco dell’equipaggio di astronave che deve andare da qualche parte per capire chi gli spedisce i misteriosi messaggi o dello scienziato che deve salvare il mondo da una misteriosa minaccia.
ottobre 31st, 2012 at 20:10
Un racconto che mi intriga molto e non perderò. Peccato per la copertina, personalmente avrei preferito quella apparsa tempo fa qui (blogs/urania/page/3/), inquietante e evocativa (a proposito, chi ne è l’autore?), senza nulla togliere ovviamente al bravissimo Brambilla, che però vedo più a suo agio in cose tecnologiche
ottobre 31st, 2012 at 20:31
Sembra molto originale, e di certo non ho dubbi che sia molto ben scritto. Sarà mio!
novembre 1st, 2012 at 01:32
Come detto in passato il libro mi interessa, di sicurolo compro!
novembre 1st, 2012 at 01:46
@Dancing Bonbons:
Ti ho fatto quella domanda perché ero curioso di sapere qualche titolo a riguardo, visto che non sono molto informato sull’argomento, purtroppo.
L’unico cyber detective che conosco è quello di “Bay City”. Non me ne sovvengono altri. Anzi colgo l’occasione per chiederti se puoi fare qualche nome.
novembre 1st, 2012 at 20:58
Un bel romanzo, che ho avuto la fortuna di leggere in anteprima e che mi sento di consigliare vieppiù
novembre 2nd, 2012 at 09:25
Bene, questo entusiasmo per il premio Urania (che fa il paio con quello manifestato per il premio Tedeschi) mi fa molto piacere. Pure io penso che sia un ottimo romanzo. Ne riparliamo dopo la lettura.
E poi, avete notato le due chicche finali di Migliori e Tonani?
novembre 2nd, 2012 at 13:44
@Anonimo 1.0: Dancing bonbons si riferiva agli ultimi premi urania assegnati.
A guardar bene dal 2007 tutti i premi urania appartengono allo stesso filone hard-boiled futuristico cyberpunk. Qello che non ho capito bene è se ormai gli scrittori non abbiano più inventiva e scrivano solamente gialli futuristici con i soliti personaggi (prostitute, detective cyborg), o se questi prodotti vengano scelti dai giudici del premio Urania in base ai gusti personali. Che imho sono davvero terribili.
novembre 2nd, 2012 at 18:59
@Zoyd: Ok, grazie mille!
novembre 3rd, 2012 at 21:44
sembra interessante finalmente una storia surreale con molti elementi strani,e non la solita indagine poliziesca cyberpunk o di un futuro prossimo prossimo che molti scrittori italiani sembrano amare cosi tanto
novembre 4th, 2012 at 19:27
Oh, vedo che non sono solo… fra l’altro a me i polizieschi bladerunnei di cui si parlava poc’anzi mi sono pure piaciuti per un bel pezzo.
novembre 6th, 2012 at 21:14
Ma in edicola(Emilia) io non l’ho ancora trovatoooo:-(
novembre 8th, 2012 at 10:09
Uscirà anche in ebook?
novembre 8th, 2012 at 16:26
Uscito ieri, presto notizie sull’ebook. Intanto vi sarete accorti che è stato distribuito quello de L’ULTIMO TEOREMA, romanzo su cui posterò un intervento nella sezione relativa. Ed è in vendita anche l’ebook di ANNIVERSARIO FATALE.
novembre 8th, 2012 at 18:22
Acquistato ieri.
novembre 8th, 2012 at 19:18
Trovato stamane! Da una veloce occhiata i contenuti sembrano decisamente promettenti. Appena finisco l’ultimo If inizio Forlani.
novembre 9th, 2012 at 23:48
Per facilitare la ricerca degli ebook si potrebbe creare un apposito tag Urania sui siti di vendita?
Lo dico perchè su Amazon (che io utilizzo) inserendo la parola Urania si ottengono anche molti risultati esterni alla vostra collana, il che rende impervia la ricerca soprattutto se non si sta cercando un libro specifico.
novembre 10th, 2012 at 12:36
Preso anch’io!
E’ il mio primo Urania!
novembre 10th, 2012 at 14:09
Acquistato l’altro ieri e cominciato a leggere 😉
novembre 10th, 2012 at 19:27
Ieri a Varese non l’avevano ancora portato, sono arrivato in anticipo di qualche ora.
Da un po’ il numero e la qualità dei libri (elettronici e non) di fantascienza italiani che trovo in giro sono notevolmente aumentati, è un’impressione mia?
novembre 11th, 2012 at 13:12
Approvo e voto in pieno Tesduck, digitando urania esce fuori di tutto. Attendiamo info sull’ebook
novembre 11th, 2012 at 21:47
Appena finito veramente bello ma troppo corto,mi è piaciuto parecchio
novembre 12th, 2012 at 12:06
Iniziato a leggere e mi sta piacendo davvero molto… al momento sembra solo horror ma sicuramente riserverà sorprese. Complimenti all’autore
novembre 12th, 2012 at 21:47
Non scoraggiatevi per gli e-book! Digitando Urania escono, in genere sulla prima schermata, tutte le nostre novità. Su qualsiasi buon sito. In ogni caso, faremo di tutto per informarvi al più presto anche sul blog.
novembre 13th, 2012 at 09:45
Ho finito di leggerlo ora e francamente l’ho trovato pessimo.
Al confronto sto rivalutando ‘Il re nero’ dello scorso anno che mi era piaciuto pochino.
Resto del parere che il premio Urania dovrebbe premiare il miglior romanzo italiano di fantascienza e non il meno peggio: se i romanzi presentati non sono buoni il premio non dovrebbe essere assegnato.
novembre 13th, 2012 at 13:03
L’ho iniziato oggi e mi ha preso subito. Un inizio col botto, e conoscendo Forlani anche il seguito non sarà da meno
novembre 13th, 2012 at 13:14
Un suggerimento: in fondo al post mettete una riga: “disponibile in edicola dal xx.xx.xxxx”, e magari una riga per l ebook.
In quest ultimo caso sarebbe utile mettere “in arrivo” o “non disponibile”, che magari non avete la data esatta ma almeno dai contratti saprete se uscirà o no.
novembre 13th, 2012 at 13:15
Ps: intendo per ciascun post futuro…
novembre 13th, 2012 at 19:41
Una ventata d’aria fresca!
Mi piacerebbe che la Mondadori dedicasse ogni tanto, non necessariamente una volta all’anno, un Millemondi ai migliori racconti di SF italiana con tanto di concorso per la selezione!
novembre 15th, 2012 at 12:07
Ho acquistato un lettore ebook (kobo/mondadori, a proposito) apposta perché in quanto accanito lettore di urania da molti anni oramai la collezione esce dagli scaffali.
Sono stato attirato dalla promessa di uscite ebook regolari da ottobre.
Finora tuttavia per questo volume trovo solo il cartaceo in edicola. A quando l’elettronico?
novembre 16th, 2012 at 09:30
Sono d’accordo con Marius, veramente pessimo. Se questo è il meglio che la fantascienza italiana sa produrre meglio non assegnare il premio (i racconti di Migliori e Tonani non sono male).
Ma francamente mi sono chiesto alla fine della sofferta lettura: è fantascienza questa? Ci lamentiamo spesso che gli scaffali di fantascienza delle librerie ormai contengano isolate ristampe di Asimov, Dick, Simmons, Herbert, e pochi altri accerchiate da serie su vampiri, fantasmi, mannari, maghi, ecc. e poi il Premio Urania non è altro che un racconto molto splatter su necrofagi…
l’unico elemento di fantascienza è Cavour nel 1870….
novembre 16th, 2012 at 17:11
Non si potrebbe abolire il Premio Urania che costringe a pubblicare per forza il vincitore e scegliere tra i romanzi che arrivano in redazione quelli meritevoli di essere pubblicati?
Per favore, basta Tonani, si ripete sempre uguale.
novembre 17th, 2012 at 13:11
Io non sono un purista della fantascienza ma effettivamente questo romanzo mi sembra decisamente più adatto agli appassionati di horror.
novembre 18th, 2012 at 19:52
@ heropass: la tetralogia delle macchine però aveva del bello dai(Negli ultimi due episodi evangelistiani direi anche del bellissimo via)
novembre 19th, 2012 at 10:47
Il “romanzo” (racconto lungo!), non è male, certo non è pura fantascienza, ma a ben guardare Urania non ha mai pubblicato solo fantascienza, quindi non capisco le diatribe su quale unico genere la nostra collana dovrebbe fossilizzarsi.
Peccato sia così striminzito, lo scontro finale proprio tagliato via con fretta e semplicità eccessive.
Sarebbe stato gradito anche un approfondimento maggiore sui senza-tempo, avrebbe dato molta più sostanza ad un romanzo a mio parere originale e scritto bene.
novembre 19th, 2012 at 19:22
Xantio ha ragione. Urania secondo me dovrebbe rappresentare il fantastico nella sua accezione piu’ ampia. Non ci si puo’ limitare ad un target unico. Editori di altrettanto prestigio della Mondadori pubblicano romanzi come “I primi arrivarono a nuoto” di Papi, scrittore esordiente italiano che scrive dell’ottima speculative fiction. “L’uomo che credeva di essere se stesso” di Ambrose ha conosciuto molte edizioni in collane mainstream, e insomma i generi non ci sono più e mi pare che il fantastico debordi dappertutto . E’ una cosa buona. Urania non puo’ autoghettizzarsi. A proposito, ottimo il Forlani dei “Senza tempo”! Horror? Fs? Poco importa. E’ narrativa non mimetica. Fa pensare.
novembre 19th, 2012 at 22:38
@ Al “Curatore Maximo”
Secondo la mia solita perversa abitudine, prima di leggere il romanzo leggo le rubriche de “La gaia scienza”, ed in particolare il Dossier 60° anniversario redatto dal Dr. Lippi, e leggo : “…la narrativa davvero interessante drammatizza i capisaldi, le questioni fondamentali. Così l’URANIA degli anni Novanta esordì con un romanzo che trattava il massimo tra i problemi concepibili…. Tides of God l’autore Teddy Reynolds, non un nome celebre ma all’epoca si trattava di un romanziere più che promettente…”.
Ohibò non mi ricordo di averlo letto, ricerca negli scaffali, non c’è,(uno dei tanti persi da Poste Italiane). Ricerca su Wikipedia ha scritto solo questo romanzo !
Scendo in centro, ricerca nelle librerie dell’usato, lo trovo, la sera comincio a leggerlo, la notte stessa l’ho terminato.
Dr. Lippi, nonchè “Curatore Maximo” , a quando lo ripubblicherà su Urania Collezione, magari con un suo nuovo commento introduttivo, le giovani generazioni, debbono, leggerlo !!! O non capiranno mai bene cosa possa essere la FS…
novembre 19th, 2012 at 23:44
Quest’ultimo numero è uscito anche in formato digitale? In generale come faccio a sapere se gli Urania e collane affini usciranno in ebook?
novembre 22nd, 2012 at 11:53
L’ebook di Aessandro Forlani sarà disponibile. A volte ci sono dei ritardi nelle uscite che non dipendono dalla redazione ma questo sarà in vendita certamente. Spero tra pochissimo!
novembre 22nd, 2012 at 11:54
(E proprio per questi ritardi non siamo ancora in grado di annunciare l’imminenza della distribuzione accanto ad ogni titolo.)
novembre 25th, 2012 at 12:11
Mamma mia faccio una fatica a leggere gli autori Italiani ! Non capisco perché nella fantascienza moderna non si possa più raccontare di invasioni aliene o viaggi in altri mondi ma bisogna x forza trasformare un horror in fantascienza . Ora vado a leggermi ” donne del quinto pianeta ” ….questa si che è una bellissima invasione aliena !
dicembre 5th, 2012 at 12:12
L’ho letto e devo dire che, a parte qualche timido spunto di steampunk, il romanzo è pessimo. Non trovo niente di originale e tanto meno niente di fantascientifico. Oltretutto non mi pare soddisfare il minimo delle cartelle previste per il premio. Come mai? Hanno appiccicato alla fine dei racconti facendoli passare come compendio al romanzo per farlo sembrare un pò più lungo. Speriamo che la FS italiana pernda un’altra strada.
dicembre 5th, 2012 at 19:44
Montag: che brutto mestiere, il pompiere!
dicembre 6th, 2012 at 00:35
@Lippi
dipende poi se deve dare fuoco o se deve spegnerlo, il fuoco 😉
dicembre 6th, 2012 at 13:28
Mi permetto di dissentire dall’idea che il romanzo sia solo un horror. Algis Budrys riteneva che bastasse una pistola a raggi perché una storia qualsiasi diventasse fantascientifica. Con buona pace sua, io credo che la fantascienza vada cercata in elementi leggermente meno ovvi e superficiali. A mio avviso, l’aspetto fantascientifico del romanzo, al di là della veste più o meno “gotica”, consiste nella sua capacità di rappresentare la realtà attraverso una metafora “letteralizzata” (per usare una brillante defizione di Salvatore Proietti). Del resto, basta leggersi in proposito l’intervento di Lippi sulla “Necrostoria d’Italia” (compreso nel volume).
dicembre 6th, 2012 at 13:29
Mi scuso: “defizione” era ovviamente “definizione”.
dicembre 6th, 2012 at 16:43
Un romanzo horror con alcuni spunti interessanti…
dicembre 7th, 2012 at 01:38
@Dancing Bonbons.
Scusa il ritardo nella replica. Penso che Tonani ormai sia un format. A me piacciono gli autori come Sheckley che su un’idea facevano un racconto, mentre quelli come Tonani di un ambientazione fanno un’idea e, di quell’idea, un mondo.
Se leggi “La variante di Carmody” su Urania 1537 puoi capire cosa intendo (sempreché ti piaccia Sheckley).
dicembre 7th, 2012 at 04:47
@ heropass: Sì, nella tetralogia di cu parlavo le poche cose che succedono sono un pretesto per mostrare lo scenario che poi è il difetto principale di quasi tutto il cyber e relativo post: ad ambientazioni molto belle e dettagliate spesso corrispondono trame inesistenti tipo: ti cercano perché hai una certa abilità, ti vogliono amamzzare perché hai le prove di qualcosa etc etc.
dicembre 7th, 2012 at 13:00
@ Antonino Fazio
Sono perfettamente daccordo che la fantascienza vada cercata in elementi meno ovvi e superficiali (devo dire che mi sono stufato di leggere di alieni con i tentacoli), ma non posso pensare che un’allegoria così sfacciata e a tratti barocca, della nostra società, sia il futuro della FS. Quanto è elegante e lineare, pur essendo di una crudezza incredibile, “La strada” di Cormac Mc Carthy? Perchè non prendere quella direzione?
dicembre 8th, 2012 at 18:17
@ Montag:
Ma dai, “La strada” è quanto di più ovvio possa capitare ad un lettore di fantascienza, quello che lo porta a distanze siderali da un qualsiasi postcatastrofico è l’autore che è un monumento vivente alla letteratura ma narrare, per quanto in maniera più che eccellente, le avventure di un gruppo di personaggi dopo una catastrofe non è che sia propriamente un’ideona.
E’ con libri come questo che lettori che non hanno mai sentito nominare Thomas Disch scoprono l’acqua calda (E non è colpa dell’autore ma dei lettori) e non è neanche giusto dire che si nobilità un genere perché è già nobile all’inizio.
dicembre 8th, 2012 at 20:55
@ Dancing Bonbons: esattamente; ho la sensazione che vengano applicate ricette da corso di scrittura creativa. Indubitabilmente utili.
Però credo che un buono scrittore non sia solo un assemblatore di moduli.
Le ultime cose italiane che ho letto mi sembra vadano in quella direzione.
Saluti.
dicembre 9th, 2012 at 13:05
Montag, la mia risposta è molto semplice. Quella che chiamiamo fantascienza è in realtà un insieme, anzi un coacervo, di fantascienze, al plurale. Ci sono oer fortuna molti modi di scrivere fantascienza: il realistico (McCarthy), il parodistico (Sheckley), l’iperrealistico (Tonani), l’allegorico (Forlani)… per limitarmi agli autori citati in questo thread.
E’ pacifico che ognuno possa avere o no delle preferenze (a me, ad esempio, piacciono tutti) ma è diverso dal sostenere che qualcuno di essi non sia fantascienza. Si potrebbe essere tentati di dirlo proprio per McCarthy, magari, perché è bravo ed è stato accettato dal mainstream…
E, a proposito di Tonani, ma avete letto il suo “Cardanica”?
dicembre 9th, 2012 at 18:54
A proposito di Disch, mi piacerebbe molto che venisse riproposto. Anche Malzberg quando scriveva sotto lo pseudonimo di K.M. O’Donnell mi è piaciuto molto.
Non so se oggi potrebbe essere confacente alla piega che ha preso la sf. A differenza di molta sf di oggi, comunque, mi sembrava sf rivolta ad un pubblico “adulto” mentre oggi vedo sf sceneggiata su modelli di videogioco con personaggi bidimensionali che attingono a clichées datati e ridicoli. La “scarnificazione” dei racconti di Malzberg la preferisco allo “sbrodolamento” (anche in termini di quantità di pagine) post-cyber-dark-steam-noir che prolifera in giro.
Nostalgia?
Non credo proprio.
dicembre 11th, 2012 at 03:11
@ heropass: Dici? Io veramente ho sempre creduto che il problema della fantascienza italiana era che non è mai riuscita ad uscire dalla fase amatoriale. Tonani, visto che si parla di lui, nelle cose uscite su Urania ho notato che lavora “all’americana” ovvero sviluoppa bene le idee su cui basa le proprie storie, costruisce i personaggi in maniera “professionale” e le trame sono equilibrate, non sarà magari un fuoriclasse ma i tre punti li porta a casa.
Tuttavia le scuole di scrittura le ho sempre sofferte tantissimo, se ci fai caso dagli Stati Uniti arrivano praticamente solo compitini ben fatti, pulitini, diligenti – al limite alcuni non sono male, per dire Rick Moody si lascia leggere, soprattutto le ultime cose massimaliste ora che il re pallido è morto e il trono è rimasto vacante, ma per lo più è gente che è andata ad una scuola di scrittura a sentirsi dire che la cosa più figa del mondo è scirvere come piaceva all’editor di Raymond Carver. DAAAAAAIIIIII!
dicembre 12th, 2012 at 01:14
Ringrazio Dancing Bombons, Antonino Fazio ed Heropass per le osservazioni sulla mia scrittura.
La fantascienza ha una ricchezza di prospettive che altri generi non hanno; questo ci mette spesso (lettori e scrittori) nelle condizioni di scegliere l’una o l’altra. E quando pure abbiamo espresso le nostre prefenze capita di renderci conto che basta un autore, un punto di vista personale per mettere in discussione l’idea di storia (o di confine) che avevamo.
Quanto a me, le parole di Dancing Bombons circa lo scrivere con professionalità (o “all’americana”) mi fanno decisamente piacere: e mi danno l’occasione di dire che questa è una conquista che si acquisisce col tempo, magari dal secondo romanzo in poi. Il primo normalmente nasce sulle nuvole ed è un mix alchemico di coraggio, incoscienza e fortuna, in dosi variabili da scrittore a scrittore.
Per quanto si voglia replicare questa ricetta nelle opere successive, non riesce quasi mai. Per i lettori non sempre è un bene, mentre per gli scrittori lo è (comunque). Significa cominciare a scrivere con una diversa consapevolezza di se stessi; un primo passo verso la professionalità…
Ciao
dicembre 14th, 2012 at 17:48
@Dancing Bonbons. Credo che la professionalizzazione sia garanzia di buona scrittura, ma non di un buono scrittore, a mio avviso.
Passare dall’amatoriale al professionale è sicuramente segno di applicazione, ma non significa che la pianta così fertilizzata dia necessariamente buoni frutti.
Anche i compositori dodecafonici erano in possesso di grande tecnica.
Mi sembra che seguissero il principio di dover inserire tutti i semitoni presenti nella tonalità scelta all’interno di una battuta o una serie di battute prima di poterli ripetere.
Insomma, una teoria applicata, e quindi una tecnica applicata.
Ma questo non significa niente in termini di qualità (sempre secondo me, sia chiaro)
Guarda invece cosa ha realizzato, ad esempio, Arvo Pärt, cercando il senso della sua musica, in primis, e, cercando questo, scegliere il codice musicale a cui attingere e sviluppare un suo reale percorso personale.
Ecco, io vedo la mancanza di questo negli scrittori italiani.
Vedo anzi una regressione rispetto a molti “amatoriali” di qualche anno fa, perché mi sembra che si appoggino su stili alla moda, consciamente ed inconsciamente.
Soprattutto vedo scritture di stile adolescenziale rivolte ad adolescenti.
dicembre 14th, 2012 at 20:37
@ Dario Tonani:
A quanti altri scrittori sarà capitato di essere elogiati nella stessa discussione in cui ci si lamenta di Cormac McCarthy? Wow, queste sì che sono soddisfazioni!
dicembre 16th, 2012 at 21:54
@ heropass: Talenti puri come quelli che dici tu ce ne saranno una dozzina in ogni secolo (In tutto il mondo e in tutte le arti messe insieme!) e se cerco dei capolavori anch’io mi rivolgo ad altra gente, ad altre epoche.
Rimanendo nell’artigianato (Nello specifico la SF del bel Paese), se inizia a fare la sua comparsa un prodotto medio di buona fattura ne beneficeranno tutti perché pur in assenza opere epocalli il livello della scrittura si sarà alzato di una tacca. Per dire, in mancanza di uno Stephen King o di un Ken Follet a furia di giocare al ribasso ti devi beccare Giorgio Faletti!
In Italia la vera piaga non è tanto che manchino autori di vera statura (O ce li hai o no, noi ce li avevamo e adesso no) ma che tutti vogliono fare gli autori senza averne i mezzi, c’è questo retaggio di romanticismo dell’autore che va in trance e sforna l’opera sacra e intoccabile come se non esistessero gli editor (E i Ghost writers!), quello che è il vero lavoro di un artista viene completamente rimosso.
Di questi piccoli sedicenti autori il cinema per esempio ne è morto (Non abbiamo un cinema indipendente, non abbiamo un cinema di genere, non abbiamo unn cinema che si regga sulle sue gambe senza il cash dei contribuenti, non abbiamo neanche un Chaplin ma abbiamo un Benigni).
Ma sai che forse volevo dire la stessa cosa che hai detto meglio e prima tu?
dicembre 20th, 2012 at 02:23
Credo, infatti, che la vediamo più o meno nello stesso modo.
In effetti, mi sono accorto, che, dopo aver letto sf di tutti i tipi, mi sono un pò stancato di sciocchezze.
Vado a rileggere ogni tanto vecchia sf e vedo quella che regge e che non regge (secondo me).
Rileggi Van Vogt e ti penti di averlo fatto.
Dick viene diverso da come te lo ricordavi.
Succede che la selezione è più rigida, perché il tempo è minore e perdere tempo non mi garba più; sentirmi proporre letterarietà da quarte (o risvolti) di copertina per prodotti che, una volta letti, assomigliano con lo stampino a sceneggiature di videogioco mi irrita assai.
Leggevo tempo fa di una polemica riguardo Aldani, tacciato di “pavesismo”. All’epoca non avevo letto nulla di Pavese e pensavo fosse grigio e noioso.
Oggi posso dire che se gli scrittori di sf italiani e non, avessero seguito la scuola del rigore e dell stile di Pavese (laonde sia possibile “studiare” Pavese per finalità fantascientifiche), sarebbe stato un vantaggio per loro.
Invece il meccanismo/meccanicismo che emerge come uno scheletro ingombrante da molta scrittura sf di oggi (mi rendo conto di generalizzare ma prendila per buona, visto che scendere nel dettaglio porterebbe via spazio e tempo) mi sembra quasi tutto uguale.
In questi giorni sto leggendo Flaubert che non conoscevo e pensavo se proprio la sf italiana non potesse cercare elementi di scrittura in autori europei, perché l’americanismo in stile e contenuti che vedo è francamente grottesco.
Vedi che si può fare sf adulta; studiati Lem, Aldiss, che ne so.
Invece siamo ancora a parlare di quello che per me è il provincialismo italiano.
Che forse venderà meglio, non lo nego, ma impoverisce le qualità potenziali di un autore.
Poi, chi vivrà, vedrà.
Grazie della chiacchierata.
dicembre 21st, 2012 at 21:01
interessante !
dicembre 23rd, 2012 at 02:27
@ martina: Ma vermente?! Non essere faceta.
@ heropass: Oh, grazie a te. E comunque hai beccato forse il punto chiave della questione: la grande fantascienza può/deve essere prima di tutto grande letteratura, per dire il Robert Silverberg di “Morire Dentro” dialoga alla pari con Philip Rorh e Saul Bellow, coi classici greci. Per il momento qui nessuno sembra averne la forza, a maggior ragione adesso che la letteratura non di genere è irrimediabilmente immiserita (Per un bel nichel della Minimum Fax quanti Paoli Giordani e Margarite Mazzantine ci sono?).
Le scremature sono normali, una volta che hai gli archetipi puoi fare a meno degli imitatori, perché sprecare tempo e denaro coi Franz Ferdinand quando hai in casa i Talking Heads? E così via.
dicembre 23rd, 2012 at 14:32
@Dancing Bonbons: Esattamente! Ci sono tonnellate di grande letteratura nonché saggi scientifici, storici, biografie, racconti di viaggio ecc. che meritano come minimo una lettura.
Pensando a dove può essere la fonte della buona letteratura mi viene in mente di quando la Yourcenar per Memorie di Adriano “cercava” la trance medianica per “essere” là dove stava Adriano.
Qui esiste la “necessità” della scrittura.
gennaio 3rd, 2013 at 19:50
Pur ammettendo di non essere un fan del genere (fantahorror o come vogliamo chiamarlo) devo dire di aver comunque apprezzato il romanzo, soprattutto nello stile narrativo. Possiamo discutere se definirlo fantascientifico o meno, sicuramente lo è poco, ma in sé il romanzo è interessante. Non concordo invece con l’idea di dire basta ai soliti fantascientifici cyberpunk (che io prediligo) con tanto di storia noir, detective, prostituta e cow boy del cyberspazio, il cyberpunk è in fondo anche questo, sarebbe come dire ad un giallista che non se ne può più di omicidi ed ispettori di polizia. Semmai il problema di fondo è trovare storie che siano abbastanza interessanti, magari complesse ed elaborate, coinvolgenti e ben narrate. Sulla mancanza di originalità, non credo che utilizzare i soliti stereotipi di genere già letti e riletti sia da considerarsi un delitto, essere originali in ambito fantascientifico, quando ormai si è già pensato e scritto quasi tutto, non è certo cosa facile, io dico ben venga quindi il solito noir cyberpunk, con sprawl e tutto il resto, purchè racchiuda in sé una piacevole lettura.