David Ambrose, esiste “io”?

settembre 10th, 2012 by Moderatore

Uno scrittore inglese raccoglie

la classica sfida sulla realtà

del mondo. A modo suo…

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Quando diciamo ‘io’, tutti crediamo di sapere quel che intendiamo. In realtà, è una parola che si trova al centro dei più accaniti dibattiti di filosofia e neuroscienze, due campi ormai limitrofi. La sensazione soggettiva che ci viene dal buonsenso è che ‘io’ si trovi dentro il cervello, protetto da una scatola cranica: ma dove esattamente? Anche se l’io potesse venire individuato fisicamente, e non può, il problema teorico rimarrebbe. La concezione occidentale dell’io vuole che esso ‘nasca al mondo’, mentre per gli orientali è meglio dire che nasce dal mondo e non conviene tentare un’opposizione tra i due piani, perché sarebbe fonte di infinite nevrosi. Molto meglio armonizzare l’individualità con l’ambiente di cui fa parte, come avviene per piante e alberi. Ma alcuni filosofi occidentali si sono spinti ancora più in là, teorizzando che l’io semplicemente non esista e che si tratti di un residuo del dualismo cartesiano fra cervello e pensiero, quando il secondo era visto come lo ‘spirito’ racchiuso nel primo. Secondo la loro interpretazione, l’io non sarebbe altro che un ‘punto focale narrativo’ nell’incessante attività cerebrale”.

In questo articolo scritto per il quotidiano inglese “The Independent”, David Ambrose mette il dito non soltanto su un problema centrale della coscienza, ma sul dilemma che occupa gran parte della sua narrativa. Non a caso lo scrittore inglese è stato definito il più brillante miscuglio di Alfred Hitchcock e Stephen Hawking, perché i suoi thriller riguardano il rapporto tra mondo e individuo, e la soluzione del mistero consiste nel far luce sulla percezione della realtà. Fantascienza pura, si direbbe nella lingua che ci è più cara, quella del “se”… Ambrose è nato nel 1943 e ha studiato legge a Oxford. Famoso per la sceneggiatura di The Survivor (il film diretto da David Hemmings tratto da un vecchio romanzo di “Urania” di James Herbert), ha scritto una ventina di copioni cinematografici e numerosi romanzi di successo, da questo Man Who Turned Into Himself a Superstizione e La madre di Dio, pubblicati in Italia da Meridiano Zero. Ma nel suo interessantissimo sito, che si può consultare all’indirizzo http://www.davidambrose.com/, vi sono altre chicche per il lettore dai gusti speculativi. Per commentare il romanzo Il fascino discreto di Charlie Monk, ad esempio, eccolo farsi avanti con un articolo dal titolo estremamente problematico: “La realtà è oggettiva?”. In proposito, lo scrittore inglese ha qualche dubbio e leggendo i suoi romanzi, noi con lui. Tuttavia osserva: “Non possiamo dimostrare che la realtà esista ed è quella che percepiamo, ma non importa. Anche se avessimo immaginato tutto, le cose di cui facciamo esperienza sarebbero le stesse che se ci venissero da fuori”. (Tra parentesi, questo era il messaggio di un altro grande della sf già negli anni Cinquanta: Fredric Brown.)

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Se non fosse che la voga dilagante, prepotente e ossessiva del noir ha imposto di etichettare sotto questa specie anche i romanzi geometrico-fantastici di Ambrose – i quali, beninteso, sono anche tesissimi thriller – potremmo incoronare in lui il degno erede di Michael Crichton e dei migliori autori di fantascienza “vera” dei nostri giorni. Quella che all’inizio nemmeno sembrava sf, ma le cui incognite possono essere risolte solo alla luce della x che rappresenta la quarta dimensione. D’altronde, a “Urania” non importa e non è mai importato il falso problema delle incasellature: “L’etichetta è oggettiva?” Quasi certamente no. Quello che conta è il mistero.

G.L.

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3 Responses

  1. Antonino Fazio

    Una presentazione decisamente intrigante di un autore che si occupa di temi densi di fascino.

  2. nottolone

    Un libro assolutamente da leggere, che fa capire peraltro qual è la superiorità intrinseca della narrativa sf, alla ricerca del senso delle cose, rispetto alle patetiche e intimistiche storielle mainstream che oggi vanno per la maggiore, degnamente rappresentate nei premi stregheschi et similia.
    Leggete Ambrose, ne vale la candela davvero.

  3. Il Trasfigurato

    @Dr. Lippi

    Rischio di passare per uno che esercita la piaggeria quasi costantemente….

    Ma come non riconoscere che il testo che il nostro Curatore Maximo ci ha proposto è, secondo me, vera, alta, Speculative Fiction ?

    Concordo che le etichette spesso mistifichino i contenuti , ma in Italia, spesso per FS si intende, ancora oggi , quella à la Monicelli e basta …..

    Complimenti vivissimi, veramente un ottima presentazione, aggiornata ai tempi….

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