Urania Collezione 108: I due Vorkosigan

dicembre 31st, 2011 by Moderatore

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L’universo dei Vor è uno fra i più esuberanti e godibili creati dalla moderna fantascienza e il suo protagonista, Miles Naismith Vorkosigan, non è un eroe come tutti gli altri: anzi, i compatrioti lo scambiano spesso per un mutante. Eppure c’è qualcuno che vorrebbe a tutti i costi trovarsi nei suoi panni: il gemello Mark, il clone formato dal tessuto prelevato a Miles quand’era ragazzo. Già, perché Mark Vorkosigan è stato creato e cresciuto per un unico scopo: uccidere il suo doppio e prenderne il posto. Un capolavoro della fantascienza moderna, vincitore del premio Hugo 1995, da anni assente dal mercato e ricercato da appassionati e collezionisti.

Lois McMaster Bujold è nata a Columbus (Ohio, Stati Uniti) nel 1949. Ha vinto quattro volte il premio Hugo per il miglior romanzo e con la popolarissima saga di Miles Vorkosigan ha dato vita a un classico della sf articolato in numerosi titoli, leggibili in modo indipendente l’uno dall’altro. La serie è cominciata nel 1986 con L’apprendista ammiraglio, mentre l’ultimo titolo Cryoburn (2010) sarà pubblicato prossimamente nelle nostre collane.

(vai alla visualizzazione completa del volume)

Posted in Urania Collezione

35 Responses

  1. cristiano

    il titolo è allettante ma siete sicuri che può essere letto da solo?

  2. franco brambilla

    Buon anno a tutti! Qui l’immagine completa:
    http://francobrambilla.com/zoom/1400×720/2389934.html

    Franco

  3. Andrea Franco

    ho letto il primo romanzo della serie proprio su urania. un ricordo bellissimo.

  4. Asimov83

    Che bel numero per iniziare un altro anno di letture fantascientifiche!

  5. bibliotecario

    Miglior 2012 non si poteva annunciare :-)
    A gennaio uno dei più spassosi e godibili romanzi di tutto il ciclo dei Vor e se questo non bastasse, ecco l’annuncio della prossima pubblicazione dell’inedito in Italia, Cryoburn.
    Siate buoni diteci quando e su quale collana.
    L’editoriale di Lippi non è stato mai cosi atteso.

  6. Baronbodissey

    Lo leggerò di certo però il fatto che sia il sest’ultimo di una saga estesissima non gioca di certo a suo favore.. Che sia leggibile in maniera indipendente dagli altri non conta, poichè volessi leggere anche gli altri “saprei già troppo” su cosa viene dopo..

  7. Anacho

    Baronbodissey, io ti consiglio di acquistare questo UC e metterlo da parte, nel frattempo puoi investire qualche Euro negli altri romanzi del ciclo, diversi sono stati pubblicati dalla Nord:
    http://www.editricenord.it/ricerca_semplice.asp?dove=tutto&editore=Nord&query=Bujold+&x=14&y=8
    altri da Delosbook e sono ancora disponibili:
    http://www.delosstore.it/cerca/?k=cerca&t=L&v=Bujold&x=13&y=1

    Vale la pena di farlo, questo il ciclo completo:
    Gravità zero
    L’onore dei Vor
    Barrayar
    L’apprendista ammiraglio
    Le montagne del dolore
    Il gioco dei Vor
    Cetaganda
    La spia dei Dendarii
    L’eroe dei Vor
    Il nemico dei Vor
    I due Vorkosigan
    Memory
    Komarr
    Guerra di strategie
    Festa di inverno a Barrayar Immunità diplomatica
    CryoBurn

    Tieni conto che Gravità zero è del tutto staccato dalla serie, è un prequel che si svolge parecchi secoli prima.

  8. gui

    ma ha senso pubblicare un capitolo centrale di una saga ?? può esser letto indipendentemente dagli altri ?

  9. Pigreco

    Per quel che mi riguarda è una grandissima notizia, adoro il Ciclo dei Vor e questo è uno dei pochi titoli che mi mancavano; Miles Vorkosigan è uno dei migliori personaggi della FS.
    Grazie Urania Collezione.
    P.S. Quanto mi piacerebbe vedere anche la fine del Ciclo del Tiranno di Piers Anthony

  10. lasec

    x gui
    L’universo di Vor NON è una saga ma un universo, appunto.
    Ci sono diversi richiami tra i vari libri che, ovviamente, aumentano cogli anni.
    Un po come leggere Il tiranno dei mondi e I Robot e l’impero di Asimov.

  11. Massimo Luciani

    Avete acquistato i diritti anche di altri romanzi del ciclo dei Vor?

  12. gui

    lasec … dunque può essere preso e letto ignorando tutto il resto ??

  13. Riccardo Falcetta

    Ragazzi mi permetto. Una volta per tutte, bisognerebbe cominciare a distinguere un pò le cose. Ci sono cicli di romanzi strettamente collegati tra loro (Night’s Dawn, quello dei cosmonauti di Macleod, quello dei Neanderthal di Sawyer etc.) che effettivamente vanno letti (e pubblicati) per intero; ci sono però intere sequenze narrative di cui credo faccia parte anche l’opera di Lois McMaster Bujold (un nome strafighissimo da supereroina!) o per esempio Lo Spazio Conosciuto di Niven, o Coyote di Steele, che contemplano uno sfondo spazio-temporale comune e, qualche volta, una serie di – talvolta trascurabilissimi – riferimenti a vicende pregresse – e a venire – che non ledono la lettura dei romanzi singoli. Adesso, Urania e Urania Collezione sono collane popolari mensili che nel loro piccolo cercano di proporre un pò il meglio della fantascienza classica e contemporanea. Nel loro piccolo (ripeto) devono però fare i conti con misure, budget, diritti, palinsesti editoriali e chissà quante altre oscure faccende extranarrative che spesso sono state enumerate dal Curatore. Mi pare troppo pretendere che debbano sentirsi in dovere di pubblicare, ogni volta che spunta fuori un romanzo collegato ad altri, interi cicli che a volte (come questo) di romanzi ne contemplano 5,6,10, 15, non credete? Per quanto mi riguarda, Urania almeno in anni recenti ha quasi sempre completato ciò che per dovere andava completato, ma non credo possa pubblicare tutto di tutto! D’altra parte sarebbe anche un peccato rinunciare a dei classici come questo qui, solo perché vi sono altri libri collegati, poiché IL genere SF si realizza in grossa parte di scelte seriali e dunque di sequenze narrative più o meno collegate. Io, visto che leggo molto altro, preferisco non addormentarmi o perdere il mio tempo dietro sequenze narrative sterminate e spesso non sempre all’altezza di alcune parti di se stesse. E spesso i romanzi sono cosi poco collegati che spesso persino gli autori aggiungono romanzi temporalmente avanti e dietro, qua e la solo successivamente (Asimov, Niven, la stessa Bujold), che senso ha in questi casi questo estremismo filologico ossessivo?

    Io credo che su certi temi la redazione debba fare una lista di FAQ, altrimenti non se ne esce, continueremo a leggere sempre gli stessi commenti e lamentele, quando invece è possibile spiegare le ragioni della loro frequente infondatezza.

    Datemi retta, ragassi, c’è di meglio di cui discutere: concentriamoci nel chiedere un impegno nel fornire sempre TRADUZIONI INTEGRALI (quello si che è un diritto del lettore! L’editing se lo fa da sé saltando impietosamente le pagine sulle quali sbadiglia, ma vuole averle tutte le pagine) come era stato promesso, una decina d’anni or sono, al passaggio di Urania alla mensilità. Si disse che sarebbe stata anche l’occasione per poter dirigere meglio i budget e offrire opere piu corpose. Ebbene oggi è impensabile che una collana che voglia davvero rappresentare il grosso di un genere in un paese intero, debba spesso accontentarsi di presentare romanzetti come quello di Laumer o il Jaimec di Russel; o dividere o fare edizioni speciali dei romanzi di Hamilton e Reynolds. Ci sono fior fiore di romanzi e autori che attendono di essere pubblicati (o ripubblicati), ma che sforano gli attuali standard di Urania (quante volte abbiamo letto la frase :”troppo lungo” o “troppo costoso per una traduzione nella nostra collana”?). Direi che questi oggi sono la gran parte: in questo modo e con questi standard non li leggeremo mai. Dovremo sempre un po’ accontentarci. Io non mi accontento.
    Servirebbe solo che alle due collane sorelle si concedesse più spazio, più respiro e forse qualche soldino in più per mantenere il livello che compete loro e che almeno tre quattro volte l’anno riesce a serbare. Non credo, caro Lippi, che oggi l’editoria contempli più uno spazio per scelte secondarie, fill in, ripescaggi trascurabili, tanta è la competizione e l’offerta editoriale in giro n(non si vive come lettori di sola fantascienza). Io penso che chi legge oggi Urania come me, è un lettore che guarda ai libri a 360 gradi, che sa andare a pescarsi valide alternative nelle librerie e anche nei remainders, e che non legga solo fantascienza. Da un pò di tempo i soldi sono diminuiti, per cui io compro Urania (e il Giallo e Segretissimo) SOLO QUANDO MI INTERESSANO, e non per la collezione. Non mi frega più niente di ste cose. Mi interessano certi romanzi e certi autori, voglio e ormai devo essere selettivo perché non prendo uno stipendio da due anni e poi perché tempo per leggere tutto non ne ho. L’anno scorso ho speso ben più di 1000 euro in libri, quest’anno dovrò ridurre il budget a 500 euro. Ultimamente ho letto con piacere estremo i cicli di Sawyer, Macleod, Hamilton, Harrison (Michael John, perché i Galaxy Rangers di Harry ve li potete risparmiare), Braziel, Egan, Steele, qualcosa della Kress (che andrebbe controllata, ha una qualità molto altalenante), Tonani, Haldeman (stesso discorso della Kress); ho visto diviso con un po’ di fastidio il romanzo di Reynold (perché era complicato da seguire a distanza di due mesi) e con molto fastidio ho visto tagliuzzato il romanzo di Vinge dopo una lunga attesa (VOGLIAMO EDIZIONI INTEGRALI, SEMPRE!). Io credo che la fantascienza sia questa, almeno in minima parte. E non credo che il genere non vada, non più di tanto: credo che serva farla ripartire con opere di livello altissimo, pubblicandola e promuovendola, perché invece il cinema va alla grandissima e l’effetto di risonanza è biunivoco non unidirezionale. La vendita di alcuni volumi piuttosto che altri mi e vi avrà dato ragione, ne sono sicuro.

    Mi piacerebbe che in UC fossero pubblicati i romanzi del Ringworld di Niven, almeno quelli ormai introvabili come Stasi interrotta, Il Difensore, l’antologia Reliquia dell’impero. O che fossero pubblicati quelli inediti come World of Ptavvs. Vorrei vedere in Italia libri come quelli di Scalzi, Bagicalupi (lo leggeremo nel Best Of della prossima estate) il ciclo del Tour galattico di Bova (come Bova quanti sono i romanzieri spariti dalla nostra collana e di cui si sente la mancanza? Burns, Zettel, Russo…). Mi piacerebbe vedere certe cose di Reed che è un grande, e rivedere, magari sistemati, piccoli cicli come quello delle Mille Culture e il Century next Doors di John Barnes, Bear (Eon, Le città volanti), Mac Auley, Baxter (cavoli, a quando le antologie di Baxter, Vacuum Diagrams, e Geoffrey landis, Impact parameter? Di Baxter avevate annunciato un nuovo romanzo ma poi? Pensate al ciclo Xeelee, incompleto e a quello dei Destiny’s children, inedito) e Stross (anche qui, annunciato un nuovo romanzo ma poi? Non dico la fantascienza, ma i fantasy dei Principi Mercanti?) e quando vedo la quantità di libri di Reynolds che non leggeremo mai o che leggeremo chissà tra quanti anni, quando magari costeranno poco o nulla, mi viene voglia di passare alla fazione di quelli che, con un certo fastidio, il Curatore chiama “i saputelli dell’inglese”.Io invece li capisco benissimo (A proposito, che fine ha fatto Pushing Ice?), come capisco anche lui quando si arrabbia. Entrambe le parti devono fare i conti con una (grande) editoria che a volte è incapace di rinnovare le proprie sfide e tende a far vivacchiare brand storici come questo su poche buone scelte e troppe banalità e altre scelte completamente fuori tempo come i riempitivi, i volumi senza diritti, le traduzioni non integrali per il limite di pagine e di prezzo, la grafica limitata, i titoli inspiegabilmente non tradotti o quelli tradotti un pò a cavolo (vedi Engine City di Macleod o lo stesso Spazio della Rivelazione di Reynold…).

    Potrei continuare per molto tra pro e contro, ma decido di fermare la fiumana per non tediare nessuno e rendermi leggibile  Era solo lo sfogo pre-editoriale di un appassionato. Non pretendo che dobbiate risolvere tutta la fantascienza in Italia ma di certo si potrebbe fare moolto di più perché i lettori (anche quelli piotenziali) li avete. Fidatevi di quella fascie non del pubblico occasionale che compra il libro in stazione perchè i lettori più attenti sono quelli che dirigono il gusto e hanno quasi sempre più ragione degli altri (non fosse altro che seguono le cose con attenzione e spendono più soldi dietro le vostre pubblicazioni).

    Si, serve un restyling di Urania (non lo farei come i Gialli che trovo un pò fuori misura, preferisco il formato di Urania Collezione o, al limite, quello di adesso va già bene, allargherei lo spazio alle illustrazioni e eviterei illustrazioni generiche, non in tema col volume, e qualche volta succede). Ma che sia un restyling soprattutto concettuale, un allargamento di una collana dalle enormi potenzialità che adesso vivacchia tra qualche vigoroso singulto e poco altro. Le si dia qualche pagina in più, io 5 euro al mese li spenderei per vedere anche opere di 4-500 pagine, integrali e nuove per davvero, insomma per limitare meno la collana e tenerla al top ogni diavolo di mese, che per come vanno le cose potrebbe essere sempre l’ultimo per il pianeta. Mi si completino i cicli nel giro di pochi mesi(quelli necessari, almeno, e i volumi spezzettati, come l’antologia di Vance di cui si attendeva la seconda parte questo mese, a un anno di distanza e adesso vedremo chissà quando). Si eliminino gli evidenti fill-in editoriali, e spazio agli autori italiani ok, ma mentre in Segretissimo sono quasi gli unici che seguo, nella fantascienza, a parte poche eccezioni (Ricciardello, Tonani, Di Matteo, Catani e pochi altri) siamo ancora indietro, io non toglierei spazio agli amati inglesi, al limite ne toglierei un po’ agli americani 😀
    Dall’altro canto direi ai miei amici del blog di tenersi su un livello di dialogo propositivo, certe lamentele stancano e a volte non si ascoltano più se non motivate. Avete tutto il diritto di incazzarvi sulle traduzioni, sulla loro integrità, sulla qualità delle scelte e sul tempo di completamento dei cicli ( CHE DEVE TORNARE AD ESSERE DI 6 MESI DI DISTANZA MASSIMI TRA I VOLUMI SINGOLI, E SE POSSIBILE ANCHE MENO).

    Intanto, l’editoriale promesso prima del panettone non arrivò e questo può significare 3 cose:
    1 è successo qualcosa di brutto (voglio sperare di no);
    2 dei lettori di Urania non frega più nulla a nessuno;
    3 sono in preparazione grandissime sorprese che valgono quindi un po’ d’attesa.
    Tifiamo per la terza, va, c’è bisogno di ottimismo!

    Auguro a tutti un gran bel nuovo anno di sorprese e soddisfazioni, e alla redazione un gran lavoro sulle nostre letture preferite. In c#*o alle previsioni archeologiche ed economiche! 😉
    Rick

    Ps: bella l’idea di serbare per Urania Collezione almeno un volume un po’ “out” all’anno: lo scorso anno Edogawa Rampo (bellissimo), quest’anno: Transmaniacon di Shirley?? 😀

  14. Riccardo Falcetta

    Ok, scusate la paranoia. Essendo nelle forbidden zone della fantascienza non si sa mai quale sia la realtà 😉

  15. Giuseppe P.

    La cover è spettacolare e i commenti sembrano tutti positivi.
    Pronto per l’acquisto.
    A proposito di cicli: una domanda per gli esperti: le “Cronache della Galassia” di Asimov in 7 libri (che ho letto) sono state pubblicate in edizione integrale da urania?
    E’ possibile conoscere, più o meno, il programma di UC per il 2012?

  16. lasec

    x gui.
    Puoi leggere tranquillamente il libro.
    La lettura dei precedenti ti permetterebbe di avere un affresco più dettagliato ma non è poi così indispensabile.

  17. Dancing Bonbons

    @ Riccardo Falcetta: Pensavo di essere il io più prolisso fra i commentatori del blog, per fortuna che ci sei tu!

    Parli saggiamente, anche se ignori che il grosso del pubblico di Urania è composto da gente che in Giappone chiamano “otaku”: sfigati monomaniaci di una pedanteria insopportabile che se pubblichi un ciclo, una serie/universo, o qualsiasi cosa che sia vagamente collezionabile un po’ te lo devi aspettare che ti stressino l’anima (Per quanto mi riguarda la completezza è un tic psicologico alla “Coscienza di Zeno”, pensa che se esce un seguito di un libro che ho già letto prima di leggerlo rileggo il precedente, se so in partenza che ci saranno dei seguiti ovviamente non ne leggerò nemmeno uno fino a che non avrò completato la serie, guarda te come vivo!)

    Non arrivo alle tue cifre ma anche a me qualche centone di troppo in libri, nonostante abbia appena festeggiato il mio primo anniversario di disoccupazione, se ne vola via inevitabilmente. E’ piuttosto raro che compro un libro nuovo appena scritto in libreria, a parte pochi selezionatissimi nomi è tutta roba di mercatini di usato e bancarelle, tanto le traduzioni gira e rigira sono sempre le stesse e la grafica spesso è pure più bella.

    Parli bene quando dici che il lettore medio di fantascienza in realtà oggi è un lettore onnivoro e che bisogna alzare la posta, anche se credo che Urania non sia conciata particolarmente male rispetto al passato, magari molti rimpiangeranno gli anni sessanta o settanta in cui pubblicava Dick o Dish e i capisaldi del genere ma nessuno fa caso che magari nei tre o quattro mesi fra due capolavori assoluti uscivano delle robe tremende (A parte che gli anni sessanta vanno rimpianti per migliaia di motivi). Certe bombe magari non le tirano più tanto ma le cadute di stile non sono così frequenti o rovinose. Un Urania medio odierno non particolarmente spettacolare, così tanto sotto la linea del decoro il più delle volte riesce a non finirci. Forse perché il prodotto medio è di qualità superiore o forse i curatori moderni hanno maggiore senso critico e cognizione di causa (Io penso, e lo dico con affetto, che in certi periodi le opere fossero scelte utilizzando un criterio un po’ ando cojo cojo, forse bastava che fossero di fantascienza altrimenti certi sbalzi non si spiegherebbero). Certo anch’io preferirei qualche scossa in più al posto della placida medietà a cui siamo abituati ma non è colpa dei curatori se capolavori imperituri non ne girano così tanti (Ma poi, per quanto puoi essere tagliato come fai a dirlo all’inizio?).

    Pretendere maggior coraggio da Urania mi sembra una cosa abbastanza facile da dire, sì la preferirei anch’io un po’ più audace e sperimentale con un libro allucinante ogni mese ma viviamo nel Paese più ottuso del blocco occidentale, dall’editoria più ottusa di tutto il mondo libero, il vero problema è se Urania non ha il coraggio di completare un ciclo? Il problema è tutto quello che non viene tradotto (Dentro e fuori dal genere) perché gli italiani non hanno il coraggio di leggere certi libri e certi editori hanno completamente abdicato alla propria funzione sociale e culturale preferendo guadagni facili (Ci si muove se c’è di mezzo un film, se qualcun altro ha avuto un successo travolgente si corre a cercarne una cosa uguale – la nuova Lucia Troisi, il nuovo Dan Brown, il nuovo Harry Potter, la nuova Melissa P. il nuovo Giorgio Faletti, non importa -, si pubblica il libretto della nuova deprimente star di Zelig, della nuova ala destra della Juve, di un tizio qualsiasi che poraccio ci ha il cancro) si deve pur campare ma c’è un livello di squallore dove spiace trovare editori che in passato con le proprie scelte hanno forgiato la cultura di un intero Paese.

    L’editing aggressivo ce lo hanno spiegato perché sono costretti a farlo: la persona che nella kafkiana gerarchia della casa editrice si occupa di queste cose continua ad essere convinta che un libro di fantascienza debba per forza essere un libretto e costare pochi spiccioli. Non è più così… vabbè in linea di massima spendere poco piace a tutti ma se nel blog ti dicono di stare tranquillo perché un piccolo aumento del prezzo se non ti bastano le pagine abituali non è un problema, NON E’ UN PROBLEMA.

    Di John Shirley meriterebbe una ristampa la trilogia “A song called youth”, “Transmaniacom” è troppo caciarone ed eccessivo ed anni ottanta, si vede che stava cercando nuove strade ma non era ancora perfettamente a fuoco… Un po’ come “Revolver” rispetto a “Sgt. Pepper”.

  18. Baronbodissey

    Grazie Anacho, tu si che mi dai soddisfazione! 😀 Della Bujold non ho letto mai nulla (sai è donna e da buon vanciano.. 😉 ) e m’incuriosiva questa sagona! 😀 T’ho dato retta e ho comprato in queasti giorni “L’onore dei Vor”
    e “Barrayar”, quindi direi che posso partire da lì.. 😀

  19. Riccardo Falcetta

    Fantastico l’annuncio del volume dedicato a Curtoni, per Febbraio. GRAZIE!

  20. darkowl

    mah quando ho letto ho sbarrato gli occhi adoro come scrive la bujold mcmaster mi diverto ed un colpo di scena dopo un altro, certo non è da mettere tra la rosa dei migliori, ma è brava e poi questo libro per me è il milgiore di tutti e 17.. è il mio preferito… però non capisco sta idea strampalata di pubblicare un libro così che si trova a metà dell’intero ciclo… lo trovo assurdo!!

  21. jabbamen

    Beh, che dire ? Sono uno degli ultimi in questo forum e dopo la risposta fiume di R.Falcetta mi è passata la voglia di scrivere qualcosa. Anche io sono appassionato di Fantascienza e sono stato abbonato ad Urania per due/tre anni. Poi mi sono stancato : cicli o saghe incomplete, traduzioni da far vomitare, incomplete e non, presa in giro costante del lettore. La sensazione continua di essere preso per i fondelli : non si fa. Per fortuna Fanucci e Nord mi hanno compensato in questo senso. Non fraintendetemi, qualcosa di buono Urania lo butta fuori, ogni tanto e anche io come il citato Falcetta seleziono e prendo quando sono sicuro (o mi manca). Ma sono stufo e stanco di questa manfrina, sono chiacchiere inutili. Penso sempre che QUESTA VOLTA gli amici di Urania faranno le cose per bene, arrivo all’edicola e cosa trovo : La Bujold – che merita davvero – con un romanzo che è a metà di un ciclo (anche se leggibile da solo). Allora ditelo che è una scelta editoriale, precisa e mirata, abbiate la compiacenza di dirlo : un romanzetto quà, un altro là, e questo ? ah già, ne manca un pezzo ma tanto….vai, lo mettiamo in Millemondi dell’anno prossimo, e questo, beh fa parte di un ciclo che va forte in America, è l’episodio 3 ma lo si butta fuori lo stesso tanto cosa vuoi che importi…

  22. Riccardo Falcetta

    @Dancing: Grazie per la replica. Era da tempo che non mi concedevo un post così lungo, forse dal luglio 2007 credo, all’apertura di questo blog. E ne è uscito questo caotico ma spero non troppo dissennato flusso di coscienza 😀

    Ero sicuro che la lunghezza avrebbe scoraggiato molti a una lettura ma una tantum ci vuole, dai. Qualche parola dal Curatore me la aspettavo, se non altro perché credo di aver posto questioni tanto pressanti, quanto sensate e in modo ragionevole (credo, spero) e per farsi perdonare l’editoriale non giunto a Natale e nemmeno alla Befana. Non dispero ancora.

    Quella verso gli otaku della SF, come tu li simpaticamente chiami, non era una critica dall’alto, come credo sia passato, ma un modo per rendere fertile e sensato il dibattito su questo blog e per non sfiancare chi ci dovrebbe qualche risposta. Insomma ero, più che critico, propositivo ^_^

    E’ chiaro che le decine di rischieste restano desideri (qualcuna era una promessa già da tempo, ancora non mantenuta), una sorta di letterona a Babbo Giuseppe (per l’occasione un ibrido uranico tra Babbo Natale e San Giuseppe), come credo siano chiare le questioni fondamentali da me mosse: integr(al)ità delle traduzioni, razionalizzazione dei cicli (fatto che del resto già c’era qualche tempo fa e si è un pò persa), l’opportunità di rinnovare Urania in un senso più concettuale che formale, nel numero di pagine, per adattarsi meglio alla piu recente (ingombrante) produzione anglosassone e anche agli acquisti fatti per la testata e le sue consorelle. Secondo me ci vuole un pò di coraggio e lungimiranza da parte della Mondadori, mica chissaché! E’ vero come dici che oggi l’editoria, anche e soprattutto la vecchia grande gloriosa editoria che ha fatto la cultura nel nostro paese, sembra vagare senza grandi punti di riferimento alla ricerca di pezzoni da piazzare e poi di tante cosucce e poco altro di normalmente e mediamente serio e valido.

    Resta il fatto che non credo che un cambio di veste per Urania, senza certi accorgimenti fondamentali, possa ne rinnavare ne migliorare nulla.
    E secondo me è anche una miopia di questi tempi cercare di conquistare alla cieca un grande fantomatico pubblico occasionale quando c’è uno zoccolo duro di affezionati che il gusto alla fine lo dirigono (su questo Internet, quando ben usato è un grosso detonatore) e che cercano solo un prodotto di livello costante.

    Per quanto mi riguarda come lettore, se Urania vuole mantenersi la mia fiducia, deve cominciare ad offrire delle garanzie, altrimenti fqrò le mie scelte (parlo in modo personale ma indico credo tutta una fascia di lettori).
    Colgo l’occasione per qualche altra osservazione: secondo me concentrare horror, fantasy e fantascienza tutta in una collana coi suoi supplementi è caotico, e fuorviante e rimpiango i tempi in cui uscivano speciali fantasy e horror ben distinti.
    Epix non ha funzionato anche perché a suo modo era diventato un caldeone troppo generalista, una pubblicazione di non genere, come avevo anche temuto alla sua apertura.
    Oggi invece (e per sfortuna), mentre la narratriva e la creatività tendono all’ibridazione, il pubblico stranamente si settorializza sempre di più. UN’altra sfida per chi deve pubblicare.
    Secondo me si dovrebbe tornare a quella via, speciali contrasegnati da un colore diverso, ben distinti. Per esempio, lo speciale Millemondi annunciato per febbraio,a parte la gran cosa di completare il ciclo di Anharra (rimasto incompleto coi primi due volumi in Epix), presentando a quanto pare un misto di fantasy e fantascienza, a mio avviso non accontenterà nessuno, sopratutto non potrà accontentare quel pubblico occasionale tanto agognato che si troverà ad acquistare uno speciale con un terzo capitolo di una saga e un altro inedito, uniti per chissà quale motivo. Potrebbe un neofita tornare ad acquistare un’altro Millemondi o un Urania? Ecco, secondo me tornando a razionalizzare le uscite e i generi secondo scelte oculate, si eviterebbero questi casi(ni) che scontentano e frustrano che li fa e sicuramente chi deve comprarseli – non è certo un fatto solo di omogeneità collezionistica…
    In ogni caso ho fiducia nel fatto che il nuovo editor di collana Franco Forte, che non è un novellino nel campo dell’editoria di genere, potrà fare un pò di ordine vero in questo caos. Sempre che glielo lascino fare.

    Purtroppo in Italia si passa da un eccesso all’altro: per una Mondadori che teme di mettere in edicola un mensile di fantascienza a 5 euro o più (e siamo comunque già a 4.50…)magari bimestrale al semplice scopo di offrire agli appassionati un prodotto più elevato, c’è quel mediamente famoso editore di nicchia, che vende libri per corrispondenza e che adesso si propone di pubblicare una grandiosa saga fantasy in tanto di rilegati con sovracoperta alla cifra modestissima 35 euro a volume!! Non viene a nessuno di chiedersi: ma questi dove diamine vivono?? Comletamente fuori dal tempo…

    Auguri a te, Bonbon Danzante, e auguri a Urania! Auguri a tutti, proprio. Ne abbiamo bisogno.

    R

  23. Anacho

    Baronbodissey, facci sapere cosa ne pensi.
    L’universo dei Vor è una delle poche serie che non è mai andata in calando, e ha raccolto anche qualche premio non male, tipo Hugo, Nebula e Locus, e secondo me dovrebbe appassionare qualsiasi lettore di fantascienza, ma non si sa mai. 😉

  24. Il Trasfigurato

    @ Riccardo Falcetta & Dancing Bonbons

    Sono d’accordo con Riccardo Falcetta, ma ancora di più con Dancing Bonbons…

    Times are changing… girano molti meno soldi, si è costretti a fare scelte di necessità, più da anni ’70 piuttosto che ’60…

    Mi sono abbonato perchè, al limite, costa meno che spigolare in edicola tra quello che già hai letto e quello no ( anche se talvolta capitano problemi di quelli che ho postato oggi per “Retief ambasciatore galattico”, e qui non ripeto per ovvia cortesia verso i lettori del Blog).

    Per me UC ha significato ( rispetto ai Classici ), traduzioni migliori, poco editing “sforbiciante”, qualche interessante postfazione del Dr. Lippi…

    E poi anche rileggere a 60 e rotti anni non è la stessa cosa di quando hai letto un romanzo a 15-20…

    Per cui spero che ci siano scelte il più possibile “oculate-mirate” alla RI-scoperta di testi negletti, mal tradotti, o magari “sparsi” nella cadenza ebdomadaria che una volta aveva Urania..

    In ogni caso quando ciò accade non si può che ringraziare il Dr. Lippi, che quando può ( leggete la sua recente bibliografia ) non mi fa rimpiangere, per niente, F. & L.

    Per cui concludo con un auspicio: adelante con juicio caro ¡ Curatore Maximo !

  25. Matteo

    Mi è appena arrivato il volume, è un bel malloppone da oltre 500 pagine. L’UC più massiccio degli ultimi anni! Bel librone (lo si soppesa con soddisfazione) e, come di consueto, splendida copertina.

  26. Gosseyn-IV

    Preso…accidenti che volumone massiccio! 😀

  27. xantio

    Ma l’editoriale, che fine ha fatto?Qualcuno conosce le ragioni per cui non è ancora stato pubblicato sul blog?

  28. Giuseppe P.

    Acquistato il bellissimo volume e pronto per la lettura.

  29. lino

    Invito a non essere inutilmente ipercritici. I romanzi del ciclo di Vor sono una quindicina, pubblicarli tutti su UC significava anni di attesa; gran parte dei volumi sono reperibili altrove per cui invito gli integralisti dell’integralismo a fare come ho fatto io, e cercarsi i volumi che mancano in giro. A me ne mancavano 3 (adesso 2, grazie Urania), ma non mi sono messo a criticare l’editoria italiana di una cospirazione ai miei danni. Insistiamo invece sulle cose importanti: traduzioni integrali SEMPRE, e magari più romanzi che contano veramente, anche a scapito di un piccolo aumento di prezzo.

  30. Dancing Bonbons

    @ Trasfigurato: pensa che io salto direttamente la prima fase, compro per pochi spiccioli molti più Urania (E libri in generale) vecchi che nuovi. Tralasciando l’aspetto collezionistico e della copertina etc. pensi davvero che ci sia qualcosa che rimarrà? Già in generale il 99% di quello che leggo è roba usa e getta, se va bene è un compitino ben fatto da scuola di scrittura. Non credo che mi prenderò la briga di rileggere questa roba. Negli ultimi anni mi hanno sconvolto “I canti del caos” di Antonio Moresco (Non è giusto dire che l’Italia non se lo merita, è Antonio Moresco che non si merita questa Italia di m.), “Zona” di Mathias Enard (Un vero capolavoro) e William Vollman che secondo il mio miserabile parere è uno dei due o tre scrittori in attività in questo sistema solare ad essere davvero imprescindibili.
    All’interno della fantascienza le cose si fanno drammatiche e non credo sia un caso che gli ultimi grandi autori che ha cresciuto se ne siano allontanati.

  31. Attilio Funel

    Ho letto gli interessanti commenti di Falcetta, ma mi permetto di non essere d’accordo: non capisco proprio perché si è scelto questo romanzo tra quelli ancora non ristampati dalla Nord, mentre si poteva tranquillamente ripartire da “Il nemico dei Vor” che credo sia assolutamente comparabile a “I due Vor” qualitativamente. E inoltre le prime pagine sono PIENE di riferimenti a quanto accaduto precedentemente, tant’è che ho dovuto abbandonare la lettura per la rabbia. C’è un problema di diritti? Altrimenti non me lo spiego proprio… Gentilmente, può farsi vivo qualcuno della redazione a spiegarci la cosa?

  32. cristiano

    finalmente,preso ed iniziata la lettura.

  33. Riccardo Falcetta

    @Dancing: io lo intuivo che sei un grande 😉

  34. Dancing Bonbons

    No, dai non dite così che poi mi monto la testa!

  35. Vincenzo Cammalleri

    Vi ho criticato in altri post, vi ho chiesto spiegazioni, a cui non ho mai ricevuto risposta, per scelte editoriali che definire masochiste è un eufemismo, questa volta vi faccio i complimenti. Appena finito, davvero un bel romanzo.

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