George R.R. Martin e Gardner Dozois

marzo 3rd, 2011 by Moderatore

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Due antologisti d’eccezione per un tributo alla fantasia onirica di  Jack Vance

Quando abbiamo avuto tra le mani l’imponente raccolta americana compilata da Martin e Dozois e dedicata ai mondi di Jack Vance, anzi al suo mondo immaginario per antonomasia, la Terra morente, abbiamo subito pensato: “Epix!” E in effetti, Songs of the Dying Earth: Stories in Honour of Jack Vance (uscito in America nel settembre 2009) sembrava l’ideale per riempire tre corposi volumetti della nostra consorella dedicata alle devianze di tutti i tipi. Devianze dell’immaginazione, beninteso, che di trasgressioni si è sempre nutrita. Invece, riempirà tre numeri di “Urania” a cadenza anuale perché nel frattempo”Epix” ha chiuso i battenti… Quando siamo stati costretti a prendere questa dolorosa decisione – o meglio, quando l’editore è stato costretto a prenderla per noi – ci siamo detti che dei numerosi titoli già acquistati alcuni erano particolarmente adatti a un travaso nelle pagine di “Urania”: vuoi perché la tematica fantastica sconfinava nei parametri della fantascienza, vuoi perché gli autori – in questo caso Vance, Martin e Dozois – erano cari anche e soprattutto al pubblico della sf.

Crepuscolo di un mondo di Jack Vance (Tales of the Dying Earth, 1950) è il testo che ha virtualmente fondato la science fantasy moderna e resta un capolavoro. Oggi, a sessant’anni di distanza, George R.R.Martin e Gardner Dozois hanno pensato di invitare una serie di eccellenti scrittori contemporanei a infondere nuova linfa in quel concetto cupo e grandoso: un mondo irriconoscibile, collocato centinaia di migliaia d’anni nel futuro, dove il sole ha cominciato la sua parabola verso l’estinzione. La magia è tornata ad essere una forza operante ma gli abitanti della Terra non hanno dimenticato la scienza: piuttosto, quest’ultima si è evoluta in sapienza arcana, culto dell’occulto, dedita com’è a studiare i misteri del macrocosmo e le pieghe nascoste dello spazio-tempo (ciò che la scienza positiva dei nostri tempi non ha avuto ancora il modo di fare). E se a qualcuno sembrerà troppo antrpomorfica una concezione della storia remota della Terra che veda l’umanità ancora presente sulla scena, bisogna ricordare che si tratta, anche qui, di un’umanità trasfigurata, come alcuni degli autori presenti nella raccolta non tarderanno a dimostrare. Trasfigurata e transumanata non solo grazie alle nuove discipline maturate nei secoli – stavamo per dire: alle nuove tecnologie – ma soprattutto grazie al’opera stessa del tempo. Questa razza decrepita e sfuggente deve qualcosa al grandioso scenario della Macchina del tempo wellsiana, nel cui finale la nostra specie scomparirà del tutto ma che nei capitoli precedenti è destinata a conoscere un’ambigua evoluzione. Idee e visioni che potrebbero aver ispirato i moderni cronachisti dela scienza fantastica, e che senz’altro li hanno sintonizzati sul mito della morte planetaria.

George R.R. Martin, grande autore di fantascienza e fantasy in prima persona, deve aver sentito profondamente i temi trattati da Jack Vance: di qui il desiderio di continuarli in un nuovo volume. Martin è oggi popolarissimo in Italia grzie alle Cronache del ghiaccio e del fuoco, di cui Il trono di spade è il romanzo capostipite. Nato nel 1948, lo scrittore ha esordito con un serie di racconti e romanzi di fantascienza che hanno vinto i principali premi americani: “Canzone per Lya” (premio Hugo 1975) e Il pianeta dei venti (1981) sono tra i più celebri. Non ha ancora scritto il finale delle Cronache, mentre migliaia di fan lo assediano per sapere quando il lieto evento avverrà.

Gardner Dozois, nato nel 1947, è un autore di ottima fantascienza ma il suo nome resta legato soprattutto alla carriera di editor per la “Isaac Asimov’s Science Fiction Magazine”. Nel 2009, insieme a Martin, ha deciso di pubblicare un monumentale tributo all’arte di JackVance, Songs of he Dying Earth. Il volume che avete tra le mani ne costituisce la prima parte, mentre gli altri due, come promesso, seguiranno al ritmo di uno all’anno.

G.L.

Posted in Antigravità

One Response

  1. Alessandro

    Ciao
    a quando il secondo volume?

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