Ancora un premio Hugo per Vernor Vinge
Il popolare romanziere americano ai vertici del gradimento con un romanzo che ha vinto i premi più importanti del 2007
Scrittore amato e coccolato dagli appassionati – soprattutto quelli che amano la science fiction fondata su solide basi scientifiche – Vernor Vinge è nato nel 1944 a Waukesha, nel Wisconsin, e fino al 2002 ha insegnato matematica alla San Diego State University. I suoi romanzi sono Il mondo di Grimm (Grimm’s World, 1969), Naufragio su Giri (The Witling, 1976), Quando scoppiò la pace (The Peace War, 1984) e I naufraghi del tempo (Marooned in Realtime, 1986), tutti pubblicati da “Urania”. Inoltre Universo incostante (A Fire Upon the Deep, 1992; premio Hugo 1993) e Quando la luce tornerà (A Deepness in the Sky, 1999; premio Hugo 2000).
Rainbow’s End (2006; premio Hugo 2007) costituisce un tentativo in una nuova direzione: descrivere il mondo del prossimo futuro come in un documentario scientifico, con una tecnica distaccata che potremmo quasi definire kubrickiana. Il romanzo non è di genere spaziale ma terrestre, informatico per la precisione: è la cibernetica che plasma la vita del 2025, come non è difficile immaginare dalla prospettiva del 2006. Ma le trasformazioni sono state radicali e i vecchi computer non esistono più: il loro posto è stato preso da intricatissime connessioni individuali rese possibili da un balzo tecnologico che per ora possiamo soltanto immaginare. Rainbow’s End non si è limitato a vincere lo Hugo ma anche il premio Locus, ed è stato candidato al John W. Campbell Award. Per il momento è l’ultimo romanzo da lui pubblicato. Vinge è anche autore di importanti racconti brevi, raccolti nel volume personale The Collected Stories of Vernor Vinge (Orb Books 2002).
(a cura di G.L.)
Posted in Fantascienza, Profili
agosto 30th, 2010 at 20:00
Salve! Visto che l’altro post è stato chiuso, comunico qui che il Sig. Vinge – opportunamente contattato da un lettore – si è dichiarato scioccato dall’apprendere che la propria opera era stata tagliata, e che, da lui interpellato, anche il suo editore si è dichiarato all’oscuro della pratica. Grazie.
agosto 31st, 2010 at 10:24
Non ho molto interesse a continuare nella diatriba, ma siccome i lettori sono spesso all’oscuro dei meccanismi editoriali, preciso che nei nostri uffici custodiamo regolare copia di tutti i contratti con richieste di tagli o modifiche, e tutti sono firmati dall’autore o dal suo agente. Poiché noi trattiamo, il più delle volte, con un subagente italiano che tiene la corrispondenza con l’editore d’origine o con l’autore, è possibile che nei vari passaggi questa informazione vitale si sia persa e non abbia raggiunto la fonte. Peccato per la negligenza, ma da parte nostra complotti non ce ne sono. Aggiungo, infine, che proprio ieri ho sottoposto in redazione il problema di un possibile sovrapprezzamento di alcuni volumi di “Urania” e il nostro editor, Altieri, mi ha ricordato che siamo pur sempre un periodico, che abbiamo un certo numero di abbonati e che se il prezzo di copertina dovesse variare salterebbe tutta la meccanica del prezzo bloccato per gli abbonati (ai quali bisognerebbe prolungare o accorciare l’abbonamento, cosa non certo fattibile). Dunque, per il momento la risposta è no.
agosto 24th, 2012 at 14:51
Salve, vorrei sapere se la pratica di accorciare i romanzi è stata limitata solo a Vinge o è una prassi che viene adoperata di frequente. Mi chiedo se sia possibile sapere in anticipo quali testi vengono accorciati.