James Braziel

maggio 3rd, 2010 by Admin Urania

Un nuovo scrittore per un tema fondamentale dei nostri giorni: cosa ci aspetta dopo la storia. E se fosse la scoperta di una nuova letteratura?

Il tema del dopo-olocausto, o semplicemente del dopo-civiltà, è uno dei cardini della fantascienza, ma in questo romanzo di James Braziel è suonato con dita da arpista. Dita particolarmente sensibili al dettaglio, al particolare descrittivo, come alle figure dei personaggi: Braziel ha l’esperienza dello scrittore maturo – anche se giovane – e non solo del narratore efficace. Come lo abbiamo scoperto? Ebbene, capita a volte che i nostri colleghi degli Oscar Mondadori, o addirittura della narrativa rilegata, ci passino dei romanzi che gli editori originari hanno sottoposto loro, ma che per vari motivi non possono pubblicare. Chiedono allora: interessa a voi di “Urania” (o del “Giallo”, di “Segretissimo”)? Noi li esaminiamo con occhio spassionato, perché si sa che se non è facile creare un capolavoro della narrativa in genere, non è nemmeno probabile che uno scrittore del mainstream abbia l’ingegnosità di imbastire un’ottima storia di fantascienza, gialla o di spionaggio. Questione di DNA, non certo di etichette… Ma ogni tanto il colpo riesce e noi portiamo a casa un buon romanzo di fantascienza – o giallo, o di spionaggio – che è semplicemente un  buon romanzo tout-court, come questo Birmingham: 35 Miles. La visione dolente (come si compiacevano di scrivere i critici di una volta) di un futuro arido e desolato e delle difficoltà insite nella mera sopravvivenza, potrebbero sembrare la metafora di qualcosa – di qualunque cosa. In realtà, in Birmingham costituiscono un ottimo racconto di lotta e di fuga, di sentimenti e scommesse sul futuro, di resistenza e tenacia.

Braziel, che è qui al suo primo romanzo ma ne ha già scritto un secondo, Snakeskin Road (2009), è nato nel 1967 negli Stati Uniti. Insegna scrittura creativa all’Università di Cincinnati ed è anche poeta. In questa veste è stato finalista al premio Pushcart e ha ricevuto fondi destinati dallo stato della Georgia all’incoraggiamento dei nuovi talenti. La sua poesia è stata pubblicata su riviste come “Chattahoochee Review”, “Clackamas Literary Review” e “Berkley Fiction Review”.  Il suo secondo romanzo, Snakeskin Road, riprende gli scenari disseccati del sud degli Stati Uniti, che gli sconvolgimenti climatici hanno trasformato in un inferno apparentemente senza redenzione, per raccontare le avventure di una donna. Il destino di Jennifer Harrison la vorrebbe schiava di una manifattura o di un bordello, ma lei tenta una via di fuga attraverso un labirinto di autostrade dimenticate: il Sentiero dei serpenti, appunto. La nuova narrativa americana trae sempre maggior spunto da immagini e situazioni apocalittiche, e, aggiungeremmo noi, fantascientifiche: non di rado con eccellenti risultati, come si può vedere in Braziel e in pochi altri giovani dotati di un simile talento.

(a cura di G.L.)

Il sito internet di James Braziel è qui: http://www.jamesbraziel.com/

La sua pagina Facebook: http://www.facebook.com/james.braziel

La pagina dedicatagli dall’editore Random House: http://www.randomhouse.com/author/results.pperl?authorid=77893

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5 Responses

  1. Dario Tonani

    Grazie Lippi per questa proposta e per avercene descritto la genesi (fornendo anche uno spaccato delle sinergie – mi pare “unidirezionali” -che vengono a instaurarsi tra Urania/Giallo/Segretissimo e il comparto libri della Mondadori).

    Il tema del futuro della terra è un pilastro sul quale poggia da sempre una fetta consitente della fantascienza. Il filone “postapocalittico” non sembra esaurirsi quindi. Personalmente la accolgo come una bella notizia.

    L’originalità non deve per forza essere una fuga verso territori inesplorati: sta appunto anche nel trattare un tema “già visto” con sensibilità nuova. E mi sembra che la presentazione di Lippi susciti proprio l’aspettativa di qualcosa di molto diverso diverso da una “riscrittura”…

    Ciao

  2. Luigi

    Sono d’accordo con Tonani. Aggiungo però che l’ambientazione post-apocalittica è un rischio, perché tipicamente associata ad uno spirito narrativo mesto, il quale può facilmente tradursi in un immobilismo delle scene. È il motivo principale per il quale ho abbandonato la lettura del Cantico di leibowitz (libro per altri aspetti straordinario). Questa volta pare che la storia ruoti intorno ad una fuga (spero in un senso letterale e animato e non metaforico).

  3. Rick

    Quoto Dario, complimenti per la scelta (bellissimo il libro) e la presentazione di Lippi!!

  4. Marcello

    Per favore pubblicatene anche il seguito.

  5. preck

    ciao, il romanzo è fantastico, un grazie a chi ha scelto di pubblicarlo, finalmente un romanzo distopico-catastrofista degno di nota, peccato che la quarta di copertina parli di un’altra storia. Spero che pubblicherete a breve anche il seguito.
    Preck

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