Urania 1558: 35 miglia a Birmingham
Approda in Italia James Braziel, con un romanzo post-apocalittico di raro impatto, ambientato nel Sud degli USA.
Lavorare per il governo in una miniera d’argilla, non avere altre prospettive che la stanchezza, la polvere e la fame: questa sembra la condanna di Mathew Harrison, un giovane che non ha mai conosciuto un’esistenza diversa, in un futuro che il buco dell’ozono ha trasformato in un incubo per sopravvissuti. Magistralmente ambientata nel Sud degli Stati Uniti, in un paesaggio devastato e irreale, la storia prosegue con il matrimonio di Mat e Jennifer e la loro decisione di lasciare la regione per cercare un posto migliore. Ma la marcia fuori dell’inferno si rivela un’impresa epica che a qualcuno ha già ricordato La strada di Cormac McCarthy.
James Braziel, americano, è nato nel 1967 e ha scritto finora due romanzi: il presente Birmingham, 35 Miles (2008) e Snakeskin Road (2009). È anche poeta e ha pubblicato su riviste come “Chattahoochee Review”, “Clackamas Literary Review” e “Berkley Fiction Review”. Insegna scrittura creativa all’Università di Cincinnati.
[Visualizza la quarta di copertina.]
Posted in Urania Collana
aprile 30th, 2010 at 09:48
Ottima anche questa scelta… che dire, questo mese urania non mi ha deluso neanche un po’… continuate così!
aprile 30th, 2010 at 09:51
Concordo con Babe, e aggiungo l’invito che rivolgo a Urania a proseguire nella scoperta e nel lancio sul mercato italiano di nuovi autori…
aprile 30th, 2010 at 10:22
Sembra molto interessante. Come per Oppegaard sono assai lieto di dare fiducia a questo nuovo autore.
Certo il tema del viaggio irto di difficoltà in un mondo post-catastrofe è indubbiamente inflazionato, ma allo stesso tempo è un sottogenere che mi appassiona. Questo mi dispone al meglio e spero in una buona storia più che in idee originali!
aprile 30th, 2010 at 14:34
Dimenticavo… a Franco Brambilla dico: questa copertina è stupenda, molto evocativa: i colori scelti mi piacciono molto… Non sono molto soddisfatto della copertina del libro di Hamilton, scusa la franchezza; mi sembra troppo prevedibile e conoscendo il tuo talento mi sarei aspettato di più… Ma ti ripeto i complimenti per quel di Braziel! 😉
aprile 30th, 2010 at 20:54
Devo dire dopo il mese scorso un pò sottotono(mi riferisco a Zodiac di Passaro)adesso mi ricredo volentieri.Attendo con interesse questo romanzo e l’antologia di Adriano Barone.Continuate a dare fiducia ai giovani.Italiani o stranieri,questa è la strada giusta.
aprile 30th, 2010 at 21:33
Mi piace (e molto!) 😉
maggio 3rd, 2010 at 20:11
Adoro i catastrofici o romanzi di sopravvivenza e faccio i complimenti a chi ha deciso di pubblicare questo romanzo che leggerò sicuramente
maggio 13th, 2010 at 09:23
L’ho iniziato. Vi farò sapere.
maggio 18th, 2010 at 11:15
Finito.
L’argomento del dopo-catastrofe mi ha sempre appassionato ma qui viene portato avanti con un ritmo estremamemte lento che focalizza in maniera un pò ripetitiva gli stati d’animo dei protagonisti. La narratività è continuamente frammentata e affoga nei dettagli esistenziali molto minimalisti. Azione praticamente nulla.Insomma, rispetto all’ottima prova di Oppegaard questo Braziel mi ha deluso.
maggio 26th, 2010 at 14:41
Sono d’accordo con GianniT i predatori del suicidio mi è piaciuto molto di più,questo qui pur essendo un buon romanzo è troppo lento e ripetitivo e l’elemento catastrofico è messo troppo ai margini.Forse l’autore aveva pretese da serie A.Comunque i predatori del suicidio è molto meglio,diretto,e con l’idea della “sorgente” veramente originale
ps se apprezzate questo genere e fate un salto sulle bancarelle urania ne pubblicò tantissimi,non vi segnalo quello troppo conosciuti ma quelli meno conosciuti come:
Virus Cepha
Il vampiro del mare
La carovana
Tra gli orrori del 2000
Terremoto grado XIII
L’ultimo guerriero
La spedizione degli angeli
Il giorno della nuvola
oltre che agli Anni della furia,pubblicato anni fa dalla concorrenza (Galassia)
maggio 26th, 2010 at 18:04
Pubblicherete anche Snakeskin Road?
maggio 30th, 2010 at 23:37
@ GianniT & Dario Tonani & la terra silenziosa</B)
In salute ora sto quasi bene e”35 miglia a Birmigham”, ho finito di leggerlo da un paio di giorni.
Ovviamente non posso non concordare con Lippi che è un autore di buonissima levatura.
Per quanto riguarda le sinergie come dice Dario Tonani : “…. unidirezionali” -che vengono a instaurarsi tra Urania/Giallo/Segretissimo e il comparto libri della Mondatori…. , non posso che ripetermi su quanto già postato riguardo ad Audrey Niffenegger, La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo, che nella traduzione di Katia Bagnoli è stato pubblicato dapprima nel 2005 su OSCAR SCRITTORI ITALIANI E STRANIERI, poi nel 2006 su OSCAR BEST SELLERS, e poi ancora nel 2009 su OSCAR CONTEMPORANEA.
La Mondadori così facendo è come se avesse dichiarato che il romanzo non è assolutamente fantascienza avendo forse timore che questa etichettatura ne avrebbe decretato l’insuccesso nel piccolo e provinciale “mainstream” italiano.
Certo che se ricordo l’atmosfera “intimista” e la “poca FS” presente nel James Graham Ballard di : “Deserto d’acqua”, ed agli altri tre romanzi apocalittici da lui proposti (Il vento dal nulla, Terra bruciata e Foresta di cristallo ), posso dire che non mi meravigliò poi molto il suo “passaggio” al mainstream” con L’impero del sole…..
Probabilmente un solo testo è un po’ poco per un giudizio completo, sull’autore ma forse questa volta Braziel ha “diritto” a ritornare nel comparto libri della Mondatori…..
O ad essere ripubblicato su URANIA con “Snakeskin Road” …..
maggio 31st, 2010 at 08:42
Ovviamente il giudizio è sul libro. Ben vengano altre pubblicazioni di Braziel.
maggio 31st, 2010 at 22:47
Posso dire la mia? Secondo me è un mainstream travestito da romanzo di sf. Un po’ come nel caso di Nessun uomo è mio fratello di Clelia Farris, è un libro scritto benissimo, ma con il classico stile un po’ ricercato e “leccato” del mainstream. Lo scenario fantascientifico – la terra devastata dall’estremizzarsi del buco nello strato di ozono in un caso, la storia del contrassegno vittima-carnefice nell’altro – è solo un pretesto per analizzare in un caso – 35 miglia – un rapporto padre-figlio; nell’altro – Nessun uomo è mio fratello – il percorso di emancipazione di un appartenente a una classe “debole”. Potremmo parlarne per anni, ma secondo me la somiglianza stilistica è significativa. Nel caso di 35 miglia l’analogia col mainstream è poi dichiarata nella postfazione; in Nessun uomo è mio fratello c’è stata invece, come dire, una sorta di “rimozione”. Sono curioso di sapere cosa ne pensate. Tornando a 35 miglia, il romanzo è scritto molto bene, ma secondo me pecca, e parecchio, di monotonia. Un po’ come Nessun uomo è mio fratello. 😉
Un saluto da Giampietro Stocco
giugno 1st, 2010 at 13:15
Concordo pienamente con Giampiero. La troppa monotonia mette in ombra uno stile comunque pulito ( ma non originale).
giugno 2nd, 2010 at 11:24
Pienamente d’accordo con Giampiero e GianniT,è scritto bene ma si incarta su se stesso a causa della monotonia.Il mio affondarlo deriva dal fatto che lo trovo un po’ presuntuoso,si concentra troppo sulla psicologia (ripetitiva )dei personaggi e da manda via la fantascienza
Per quanto riguarda il grande Ballard…io ho sempre preferito i più “semplici” vento dal nulla e terra bruciata ai più celebrati deserto d’acqua e foresta di cristallo
leggeti C’era una volta l’america pubblicato da Urania nel 1987 di NEAL BARRETT Jr,l’autore è stato premiato ultimamente (ed ha scritto quel gioiellino di Andrew il disturbatore),questo è un catastrofico accarezzato da atmosfere western (e le mandrie sono composte da…esseri umani)e dove purtroppo Urania non pubblicò mai il seguito (come è anche accaduto per la pentalogia Megalopois 2073-la ragione dei granchi e gli altri 3 libri mai pubblicati
giugno 8th, 2010 at 10:53
Non mi è piaciuto. Attratto dai toni e dalle premesse che ricordavano ”La Strada” di McCarthy, mi sono trovato a leggere un’opera pasticciata, spezzata nel ritmo dai continui andirivieni temporali e che non riesce a trasmettere la situazione della regione piagata dal buco nell’ozono, o meglio: non ci riesce quanto dovrebbe…pochi indizi su cosa e successo e poi una storia fra uomini trita e ritrita che se ambientata nelle miniere di zolfo della Sicilia dei Borboni sarebbe stata ugualmente plausibile (e noiosa).
agosto 16th, 2010 at 10:29
Concordo pienamente con Giampietro Stocco. In sintesi: libro scritto benissimo per quanto lento, ma che non ha assolutamente nulla a che vedere con Urania (e intendiamoci: io sono tutt’altro che uno dei “talebani della fantascienza” comparsi nella discussione circa la chiusura di Epix, adoro la commistione di generi… ma qui la fantascienza neanche si annusa!).
😉