Cordwainer Smith: uno scrittore per tempi difficili

marzo 15th, 2010 by Admin Urania

Dopo una luna assenza dal panorama editoriale italiano, torna grazie a “Urania Collezione” il poliedrico Cordwainer Smith, ideatore della Strumentalità dell’Uomo e precursore del recente filone postumanista.

La breve ma intensa vita di Cordwainer Smith (al secolo Paul Linebarger, 1913-1966) è degna di un romanzo di spionaggio: americano ma fin da piccolo far-traveled, con un eterno conto in sospeso con l’oriente, religioso fervente e più tardi coinvolto in attività governative – esperto di politica orientale, è stato consigliere militare nella guerra di Corea e in precedenza aveva collaborato al sostegno del regime cinese prerivoluzionario – , per un certo periodo si è interessato di tecniche del lavaggio del cervello e ha scritto addirittura un manuale sull’argomento (Psychological Warfare, 1948). Ha cominciato a scrivere giovanissimo, e quando nel 1950 uscì il suo primo racconto di fantascienza (“Scanners Live in Vain”) aveva già alle spalle tre romanzi d’altro genere. Ha sempre firmato la sua narrativa con pseudonimi, da vero uomo-ombra: prima come Felix C. Forrest, poi come Carmichael Smith e infine Cordwainer Smith. La sua principale ambizione letteraria è stata quella di trasfondere nella narrativa americana modi e atteggiamenti del racconto cinese e spesso le sue storie fantastiche sono plasmate, almeno stilisticamente, da questo sforzo.

Quasi tutta la fantascienza di Cordwainer Smith è legata da uno sfondo comune e si svolge in un futuro molto lontano dal nostro (oltre diecimila anni): in quest’epoca barocca, l’umanità si è estesa nella galassia e la domina sotto la ferrea ma benevola tirannide della Strumentalità, una casta ereditaria di signori che, grazie a una sostanza ricavata dalle gigantesche pecore ammalate del pianeta Norstrilia, possono vivere per secoli.

Se i signori della Strumentalità sono il vertice della gerarchia sociale, al gradino più basso si trovano gli underpeople (= sottopersone), animali modificati biologicamente in modo da poter somigliare agli esseri umani ed esprimersi come loro, ma privi in effetti di qualsiasi diritto civile. È un’estensione fiabesca della terribile idea di H.G. Wells, ma in alcuni racconti raggiunge un’originalità propria (“The Ballad of Lost G’mell”, 1962, “The Dead Lady of Clown Town”, 1964).

Smith ha scritto numerosi racconti e in Italia sono state pubblicate tre antologie separate: Quest of Three Worlds del 1966 (su “Galassia” come Sabbie, tempeste e pietre preziose), You Will Never Be the Same del 1963 (L’astronave d’oro, Fanucci) e Stardreamer del 1971 (Giù nei vecchi mondi, Fanucci). Sempre Fanucci ha pubblicato poi Il ciclo della strumentalità in due volumi, completo di tutti i racconti (1989). Ha scritto, invece, un solo romanzo, che all’epoca della prima pubblicazione americana è stato diviso in due separati volumi: The Planet Buyer, del 1964, e The Underpeople (1968). Le traduzioni sono, rispettivamente, L’uomo che comprò la Terra e L’uomo che regalò la Terra (entrambe su “Galassia”). Il manoscritto originale è stato ricomposto nel 1975 e pubblicato col titolo Norstrilia. La nostra edizione segue quella del ’75.

La narrativa di Cordwainer Smith rappresenta uno dei punti più interessanti della fantascienza a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, e se la morte prematura dell’autore ha impedito che il ciclo della Strumentalità venisse portato a termine, ciò non toglie che i racconti migliori possiedano un’originalità e soprattutto un “taglio” che li distingue nettamente dalla produzione contemporanea. Come si accennava all’inizio, questo taglio è ottenuto con il tentativo di ricalcare modelli narrativi tradizionali e orientali: il racconto fantascientifico viene trattato alla stregua di un’antica leggenda, come se chi lo narra rievocasse un tempo remoto, soffuso di una luce che non è più quella cronachistica delle narrazioni di genere, e a volte nasconde un’insospettata crudeltà. I personaggi, per la loro stessa ambiguità biologica, sono qualcosa di più e di diverso dai semplici esseri umani (si veda, ad esempio, la donna-gatto G’mell); si ha la sensazione che qualcosa di prodigioso sia accaduto, ma tolto alla sfera del soprannaturale e proiettato in un universo governato da forze arcaiche.

Tutto questo determina un arricchimento fantastico e una prospettiva inedita. Si può avere, in alcuni casi, la sensazione di muoversi in un mondo eccessivamente oscuro, ma a nostro avviso questo non toglie a Smith ciò che è di Smith, vale a dire l’aver concepito un futuro che non costituisce una mera estensione della nostra realtà, ma che arriva, attraverso una serie di espedienti narrativi e un graduale accumulo di materiali eterogenei, ad avere uno spessore per così dire “mitologico”. E all’interno della fantascienza che ha effettuato tentativi simili (pensiamo alle opere di Zelazny o di Farmer), la narrativa di Smith mantiene un’autonomia e una statura di tutto rispetto.

La fantascienza è ricca di personalità bizzarre, di gusti un po’ forti, ma crediamo che questo corrisponda alla sua intrinseca natura. Il romancero futurista che qui si presenta ne sarà la conferma per chi già lo conosce, e per tutti gli altri costituirà una gradita sorpresa.

Giuseppe Lippi

[La bibliografia italiana delle opere fantastiche di Smith è disponibile sul Catalogo SF, Fantasy e Horror, a cura di Ernesto Vegetti. Il sito ufficiale di Cordwainer Smith, curato da sua figlia, si trova all’indirizzo: http://www.cordwainer-smith.com/]

Posted in Fantascienza, Profili

11 Responses

  1. Luigi

    A volte ho la sensazione che i dialoghi eccessivi nei romanzi di fantascienza soffochino il senso dello straordinario, che meglio si esprime nelle descrizioni. L’influenza orientale mi fa pensare ad una riduzione dei dialoghi a vantaggio delle descrizioni, dunque speriamo anche a vantaggio del senso dello straordinario. Lo prendo.

  2. Alessandro

    Una curiosità: un autore tedesco di ultima o penultima generazione, Tobias O. Meißner, ha inserito Cordwainer Smith tra i protagonisti di un suo romanzo, Starfish rules (1997), una vicenda di storia alternativa caotica e visionaria, in cui tra giochi grafici e contaminazioni linguistiche, sullo sfondo degli anni Trenta è messa in scena un’America demitizzata attraverso i suoi miti: i detective alla Marlowe, la mafia, i complotti, le riprese di Stagecoach, Walt Disney (tra i protagonisti del libro insieme ad altri personaggi reali come Charles Manson e Orson Welles e appunto CS), agenti della CIA e criminali nazisti, tra rivelazioni e colpi di scena, fino all’apocalisse finale in cui gli Stati Uniti sprofondano nel mare, mentre il protagonista si allontana a cavallo di uno Zeppelin, simile a Ismael nel finale di Moby Dick (o al maggiore T. J. “King” Kong a cavallo della bomba H nel Dottor Stranamore).
    In tutto ciò, CS appare come una sorta di sciamano, dai poteri misteriosi e dalle intenzioni imperscrutabili, uno dei pochi rappresentanti della cultura di massa che non vengano accomunati nel rifiuto e nel disprezzo per l’imbarbarimento che hanno prodotto sulla società americana (anche perché, dopotutto, CS non è affatto un autore così “di massa”).

  3. X

    Alessandro, è molto interessante la segnalazione che fai. Di autori che rivivono attraverso la penna di altri autori ricordo anche il Philip Dick di Michael Bishop in Philip K. Dick is Dead, Alas (1987) o la Ayn Rand di Matt Ruff in Sewer, Gas & Electric (anche questo del ’97, anche questo con complotti assortiti che coinvolgono personalità redivive della famiglia Disney, ma trasposto in un futuro imminente).

    Credo che gli scrittori visti attraverso le lenti dei colleghi si carichino di un’aura mitica che ben si presta a operazioni come quella che hai portato alla nostra attenzione. E Cordwainer Smith, con la sua vita avventurosa e l’esperienza nel campo della guerra psicologica, sicuramente è tra le figure più ricche di stimoli per operazioni di questo tipo.

    So che qualcosa di interessante si profila anche in Italia sull’orizzonte ricorsivo… Tienici aggiornati! 😉

  4. Alessandro

    @ X:
    è vero, sta per uscire un’antologia di “fantascienza sulla fantascienza” che conterrà alcune prelibatezze
    ma a parlarne qui, ospiti di Urania, non facciamo pubblicità alla concorrenza? 😉

  5. Salvatore Proietti

    Da quel che si sa della sua biografia, ancora piena di zone grigie e leggende mai comprovate, e’ semmai strano che nessuno abbia usato Mr. Paul M.A. Linebarger come personaggio.
    Lo stesso vale per “James Tiptree”: quando c’e’ un background spionistico i segreti sono garantiti–e dunque anche le licenze poetiche!
    La ricorsivita’ non vive invano :-)

  6. Giovanni De Matteo

    @ Alessandro: su questo blog tolleriamo così tanti OT, che per una volta che si parla di un’iniziativa tanto particolare quanto interessante (scrittori di SF italiani e stranieri che scrivono di altri scrittori di SF) uniamo alla tolleranza anche il piacere di ascoltare e di leggere 😉

    Ciao!
    g/X

  7. Giovanni De Matteo

    @ Salvatore: sai che mi sono chiesto anch’io la stessa cosa sulla Tiptree/Sheldon? Per i suoi trascorsi in vita (psicologa al servizio della CIA) e per la sua morte (un suicidio di coppia compiuto d’accordo con il marito, dirigente dell’Agenzia). Ci sarebbe ottimo materiale per un racconto e anche di più…

  8. Alessandro

    Allora, con il permesso di Giovanni, dò ufficialmente la notizia: tra poche settimane uscirà, presso le Edizioni della Vigna, un’antologia curata da Stefano Carducci e dal sottoscritto (Alessandro Fambrini) che contiene racconti di SF in cui le vicende narrate, fantascientifiche, generano – o si generano da – una riflessione sulla fantascienza stessa, e molti dei quali sono protagonisti altri scrittori di SF, reali – come Philip K. Dick, Poul Anderson o Gordon Dickson – o fittizi.
    Fantascienza ricorsiva, come scriveva Giovanni in un suo post precedente, o “fantascienza sulla fantascienza”: storie in cui l’amore, la passione, l’ossessione per la fantascienza si convertono in narrazione e assumono via via connotati avventurosi, umoristici, speculativi, dando vita a storie molto speciali, in un corto circuito e un continuo gioco di rimandi con il genere che amiamo.
    Autori: classici come Alfred Bester, A. Bertram Chandler o Robert Silverberg, semi-classici come Michael Bishop, Ian Watson o Barry Malzberg, giovani leoni come Robert Reed, Paul Di Filippo o Paul McAuley; e molti altri ancora. In più, una pattuglia sparuta ma agguerrita di scrittori italiani.
    Dimenticavo: sono tutti (22!) racconti inediti.
    Spero di aver stuzzicato l’appetito di tutti gli appassionati!

  9. Giovanni De Matteo

    Alessandro, grazie per la succulenta anticipazione e in bocca al lupo!

  10. Anacho

    Avete seguito l’edizione del 1975 (peraltro molto buona) in tutto e per tutto, ma almeno la quarta di copertina, mendace come da tradizione, potevate cambiarla. :-)

  11. X

    @ Anacho: purtroppo una svista in fase di composizione della quarta, capitata mentre si cercava di condensarla entro i limiti redazionali, ha scambiato Norstrilia per lo stroon. Ma per fortuna fin dalle primissime pagine viene chiaramente mostrato al lettore quale sia il pianeta, e quale la droga dell’immortalità… 😉

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