Jeff Somers

ottobre 15th, 2009 by Admin Urania

L’autore della Chiesa elettrica è un giovane talento che si è cimentato in parecchi campi, inclusa la fantasy del tipo più classico. Ecco ai lettori di “Urania” il profilo tracciato da Giuseppe Lippi.

The Electric Church (2007) è un romanzo abbastanza singolare. Parte come la storia di un culto del futuro e si trasforma in una caccia all’americana di quelle che tante volte abbiamo letto nei classici hardboiled: una manhunt dove il cacciatore non è persona che incontreremmo volentieri tutti i giorni, ma che sicuramente potrebbe raccontarci qualche storia mozzafiato. Jeff Somers, un romanziere della parte più antica e civilizzata degli USA, la costa orientale, adotta modelli e forme presi a prestito dal cinema e costruisce una trilogia che esplora i meandri di un mondo di domani movimentato e inquietante. La premessa, all’insegna dei migliori sentimenti della razza umana, è che chi ha scoperto la tecnologia dell’immortalità rappresenti un pericolo troppo grande per poter continuare a vivere. In effetti, l’immortalità di cui si vanta la Chiesa elettrica nella persona del suo fondatore, il giustamente battezzato Dennis Squalor, non riguarda l’anima ma il corpo. Bisogna prendere il cervello, inserirlo in una specie di corazza, collegarlo agli opportuni relé e farlo vivere in eterno. La cosa non piace a molti, che detestano cordialmente Squalor e i suoi seguaci (personaggi negativi); ed ecco entrare in scena, per dirimere una sublime questione d’invidia, Avery Cates (il personaggio positivo). Ma Cates è un killer…

Molti narratori d’oggi, americani e non, amano capovolgere i termini del classico racconto d’azione. Ai tempi del western puro gli sceriffi erano i buoni e i pistoleros i cattivi. I pistoleros perdevano e morivano sempre, amen (che in greco vuol dire: la verità). Contemporaneamente, in fantascienza, i terrestri erano i buoni e gli “altri” prestavano la faccia ai manigoldi (o le antenne, le ventose, i tentacoli…). Poi vennero Arsène Lupin, Dashiell Hammett, Ursula K. Le Guin e i manga, e le tinte cominciarono a sfumare. Oggi il killer rappresenta il buono, il desperado è il personaggio da emulare; l’outlaw – e in fantascienza l’hacker – sembra il modello più desiderabile in quanto fuori dagli schemi. Abbiamo chiuso il cerchio e siamo tornati lì dove tutto era cominciato, al ribelle romantico.

La serie di Jeff Somers, che pubblicheremo integralmente, consta di altri due titoli: The Digital Plague (2009) e The Eternal Prison (2009). Da giovane, il suo autore ha scritto anche un romanzo alla Tolkien, mentre attualmente si divide tra fantascienza e thriller polizieschi. Abita in una città del New Jersey, Hoboken, che è proprio di fronte a Manhattan, ma dove la vita costa meno. Qualcuno la trova poco smart, elegante, ma Jeff Somers ci si è confortevolmente sistemato.

Ne parla all’indirizzo http://jeffreysomers.com/blather/ mentre il sito dedicato a The Electric Church è http://the-electric-church.com/

G.L.

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35 Responses

  1. Dario Tonani

    Sono alle prime pagine del libro di Somers e le sto divorando (con tanto di baffi di carta agli angoli della bocca).

    Sono davvero molto curioso di leggere i commenti dei lettori: credo che sia un genere di SF che o si adora o si detesta (come del resto tutto il cyberpunk, al quale – almeno a grandi linee – si può assimilare “La chiesa elettrica”)…

    E poi c’è il tema “contaminazione tra generi”, nervo scoperto di molte discussioni qui e altrove.

    Ciao

  2. RiccardoF

    Non ho ancora cominciato la lettura ma da quel che ho capito leggendo in giro non mi pare sia fantascienza teologica ma questo è uno tra gli altri temi. IL fatto che il cyber-thriller si mescoli a certe questioni metafisiche mi pare abbastanza salutare e nuovo per il genere(anche se Shirow Masamune ha reso già anni fa il cyberpunk un genere metafisico!!). Bello come la grafica dei libri originali, originale e superlativa (questa cover è ben fatta ma la trovo abbastanza banale, se posso permettermi).
    Siccome sono uno di quelli che chiede largo spazio ai nuovi autori su Urania (compresi gli italiani come Giovanni e Dario) mi permetto di segnalarne qui uno che mi ha colpito recentemente. Matthew Huges con i suoi racconti e romanzi dell’Arconato, che mi pare prendere Vance e portarlo mille anni avanti con idee davvero valide. In Italia per quel che ne so abbiamo un racconto dell’Arconato in Millemondi 2008 e il nuovo romanzo breve su Guth Bandar pubblicato da Delos (che se solo non estrapolasse i racconti, ma si limitasse a pubblicare i libri nella loro interezza…) . Notevoli questi nuovi scrittori…tenete d’occhio questo Hughes!!

  3. Vincenzo Oliva

    Uh, che intendi per “romanzo breve”? E’ un volume di 380 pagine, e mi risulta essere la traduzione di questo: http://www.sfsignal.com/archives/2007/11/review-the-commons-by-matthew-hughes/ . Anche se indicando il titolo originale in Delos hanno omesso l’articolo ed è rimasto solo Commons :-).

    Davvero riesci a leggere Shirow senza cedere agli effetti letargizzanti della sua scrittura involuta e del disegno affatto illeggibile? :-PP

    V.

  4. dhr

    @Riccardo F

    … “Dario” chi? O mica intenderai…

  5. dhr

    … scusandomi con Tonani per il tentativo di scippo :-)

  6. RiccardoF

    @Oliva: grazie mille per la puntualizzazione!
    Forse perchè non avevo ancora visto il volume originario, nella fretta di citare l’autore, ho fatto un pò di confusione con un altro vulume Delos che, è vero, adesso comincia a produrre volumi più corposi dopo che per anni ha preso nouvelette e le ha pubblicate al prezzo di libri “normali”. Chiedo venia e lode a Delos (e al sommo Oliva !:)
    In quamnto a Shirow, è vero è un pò ostico; un giapponese mi ha detto che le traduzioni rendono l’autore ancora più spigoloso e criptico. Ma i film di Oshi Mamoru ?? Li siamo nel campo della goduria pura…

    @Dhr: mi riferivo a Tonani ovviamente. Ma aspetta che adesso mi leggo il tuo racconto e ti dico se ti è permesso continuare a pubblicare 😀
    Scherzi a parte come traduttore mi sembri veloce e anche bravo! 😉

  7. Vincenzo Oliva

    Eh, i prezzi dei libri… la Delos aveva già pubblicato qualcosa di corposo nella collana fantasy (un Anderson e uno Shepard), ma ora pare fare più sul serio.

    I film di Oshi mi mancano, sul versante nipponico sono orientato più sul classicismo, per me Tezuka resta sommo e inarrivabile sul cotè fumetto, e Miyazaki è lì accanto a lui per gli anime :-).

    V.

  8. dhr

    @RiccardoF

    “Veloce” sì, a detta degli addetti. P.es. è appena uscito il corposo e spinoso saggio storico
    http://www.ibs.it/code/9788831536875/hesemann-michael/pio-xii-il-papa.html
    dal TEDESCO, e ci ho messo poco più che per un Urania di fantascienza. La tua valutazione sui tempi di consegna sembra quella di uno “interno” alla redazione, o sbaglio?

    Se poi il racconto non ti piacerà, scaricherò la colpa su di Lei… e su Altralei, per buona misura 😀 a proposito, grande concorso per individuare le fonti, che sono più numerose delle righe di testo 😉

  9. dhr

    Tornando al tema – già sollevato nel blog su Lino Aldani – di valorizzare gli autori italiani, buttò là una provocazione per Lippi: ripubblicare “Il grande ritratto” di Dino Buzzati? E’ il suo UNICO romanzo non disponibile in libreria, nonché l’unico di fantascienza in senso stretto.

    Un’opera straordinaria, bellissima, ricchissima di chiavi di lettura (le dedicherò un’intera conferenza la prossima settimana), anche se probabilmente non piacerebbe ai fan della hard SF ecc., eppure grida vendetta davanti al cielo il fatto che non sia più stampata da nessuno.

  10. RiccardoF

    @Dhr: Dario, non sono affatto uno della redazione anche se mi piacerebbe molto lavorare nell’editoria libraria. Per ora sono solo un lettore abbastanza attento e interessato alle cose dell’editoria letteraria e televisiva (ho lavorato per un pò in una produzione importante). Ho constatato (o ipotizzato) la tua velocità dal semplice stacco di tempo tra le tue traduzioni perchè guardo sempre chi è il traduttore di un romanzo. La pubblicazione a breve distanza degli ultimi 2 capitoli di Sawyer mi ha fatto ben pensare di te, come di Jatosti per MacLeod E per Valla che pubblica 2 traduzioni di fila (Rivelazioni e La Chiesa Elettrica).
    Sulle fonti del tuo racconto accetto volentieri la sfida anche se vedio già OLiva sul sentiero di guerra per vincere il contest! :)
    Quanto a Buzzati, beh io lo adoro, ibn alcune cose i suoi racconti mi hanno ricordato Bradbury, è il fascino dei grandi scrittori che trascendono i generi. Mi piacerebbe un giorno poter trarre un corto da un paio di racconti suoi (uno è Morte a Philadelphia). Spero di leggere questo testo che tu dici, per cui quoto anch’io per una sua riedizione.

  11. Vincenzo Oliva

    Certo che una collana di libri di sf scritti da autori esterni (nel senso di non collegati alle strutture editoriali ad hoc) al genere…

    :-)

    @Riccardo: è difficile che legga subito quel che compro, ma magari tra una quindicina d’anni le fonti di quel racconto mi metto a cercarle :-)

    V.

  12. dhr

    @RiccardoF

    Con Valla ho collaborato a 4 mani, pensa un po’, alla riedizione italiana di “Missione Terra” di Ron Hubbard, 10 volumi (5 a testa)!
    Se andassi a tamburo battente, di Urania potrei tradurne anche una decina all’anno.

    @Vincenzo

    Ok, ok, quella su Buzzati era più che altro una provocazione. L’operazione “Adotta uno scrittore esterno” può essere fatta ogni taaaaanto, certo non tutti i mesi.
    Oppure, nel caso specifico, si potrebbe “premere” (chi? verso chi?) perché Mondadori rieditasse “Il grande ritratto” negli Oscar. L’altra opera buzzatiana introvabile è “Il libro delle pipe”… ma non la proporrò per Urania, promesso!!!

  13. Vincenzo Oliva

    No, ma che provocazione. Però è vero che su Urania non avrebbe senso. E infatti parlavo di una collana ad hoc. Certo non mensile, ma… tre-quattro volte all’anno?

  14. dhr

    Approvo!
    A-ehm, ora chi glielo dice ai boss?
    Vai avanti tu ché a me vien da ridere
    😀

  15. Vincenzo Oliva

    Glielo abbiamo già detto; quando lo vedremo piegato in quattro dalle risate sapremo QUANTO è fattibile la cosa 😉

    V.

  16. Dario Tonani

    @ dhr: da dario a dario… :-)

  17. dhr

    Ciao! Salutami anche Dario Baldan-Bembo, autore del noto capolavoro fantascientifico “Amico è”… “Eèè, amico è qualcosa che, più ce n’è, meglio è”… ma da che pianeta arriva?

  18. vico

    Finito! Interessante romanzo d’azione, penso proprio continuerò la lettura con i due successivi romanzi

  19. dhr

    Ho cominciato a leggerlo, però ho smesso quasi subito. Tutte cose un po’ “già viste” in Blade Runner ecc., o no?

  20. Dario Tonani

    @ dhr: Trovo che l’impressione di déjà-vu non sia di per sé un demerito. Non necessariamente, almeno. Se poi il riferimento viene fatto con “Blade Runner”, capirai che non c’è trippa per gatti…

    Posso insinuare un sospetto? Lo faccio con intenti non polemici: non vi sembra che il déjà-vu risulti più evidente nel caso di storie “contaminate”? Chi si sognerebbe mai di dire, in una storia di esplorazioni spaziali, questo pianeta selvaggio l’ho già visto?

    Che bella, però, la SF: abbiamo più anime, gusti e sottogeneri noi che tutti la narrativa “popolare” messa insieme… :-)

    Ciao

  21. dhr

    D to D:

    hai ragionissima, di per sé un deja-vu “alto” è un merito, non un demerito.

    Solo che leggicchiando pagine a campione qua e là, non è mai scattata la molla “com’è cominciata questa situazione? come andrà a finire?”, con conseguente risultato di leggere tutto. Insomma, alla fine è proprio una questione di gusti.

  22. Mario

    Interrotto a metà.
    Scrittura ferraginosa e poche ideee.
    Somers non lascerà certamente il segno nella storia della fantascienza.

  23. Dario Tonani

    DtoD: siamo imbevuti di fantascienza, impregnati di fantascienza, grondanti di fantascienza: tv, cinema, videogames, pubblicità… Tutti vengono a beccare nel nostro orticello. I matrimoni misti tra generi anche molto lontani tra loro non si contano più. Ma – è vero – la molla scatta di rado, non sempre è amore vero.

    Però, ritengo che la SF debba continuare a giocarsi questa chance di sopravvivenza (l’ibridazione), così come se la stanno giocando il noir, il giallo, il thriller, l’horror, la narrativa storica e – sì – anche la fantasy…

    Dario, pensa al tema e fanne qualcosa magari anche sul tuo (bel) blog. Io ho lanciato l’argomento anche altrove.

    Ciao

  24. dhr

    @ncora a D:

    grazie per i complimenti al blog, che di per sé non è “mio” ma della comunità “La Stella del Mattino” che cortesemente ospita le mie stramberie, pur essendo gente estremamente seria.
    Lì in effetti pubblico un po’ di tutto, imbevendo di SF anche argomenti che non c’entrano, e viceversa. In fatto di ibridazioni mi sto un po’ specializzando in “fanta-letteratura”, una meta-letteratura con venature SF. E proprio oggi ho riletto con piacere immenso “Stelle e stellette” di Umberto Eco (Il secondo diario minimo) che resta un capolavoro nel genere.

  25. bibliotecario

    @ Tonani e Dhr

    Amici, sono fuori tema, ma volevo assolutamente informarvi di una iniziativa delle ed.Della Vigna in collaborazione con il sito Uraniamania.
    Vi prego di andare a vedere in Homepage di UM sono sicuro che potrebbe interessarvi. :-)

  26. dhr

    @bibliotecario

    Te la sei cercata tu! Parteciperò!

  27. bibliotecario

    @dhr

    Ed io ti voterò!

  28. dhr

    Bene! Il mio racconto si intitola “Cominciamo bbene” e inizia così: “Ho cliccato, ho guardato e riguardato, ma non ho capito quale lunghezza massima possa avere il testo, e a quale indirizzo vada spedito, ed entro quale data”…

  29. bibliotecario

    @Dhr

    Primo, se non lo sei già iscriviti su UM,
    l’iniziativa è per i soli utenti.
    Secondo, non vi è una lunghezza massima, tieni solo presente che il racconto, se verrà scelto, dovrà essere inserito in un volume di circa 250 pagine.
    Terzo il racconto sarà inviato ad um, sarà inserito in una sezione del forum visibile solo a quella parte di utenti che partecipano all’iniziativa ( cioè acquisteranno almeno un volume ) e che una volta visionati i racconti voteranno per scegliere quali inserire nel volume.
    idem si farà per la copertina ( se Brambilla volesse partecipare :-) ) e per il titolo del libro.
    Quarto, i tempi sono ristretti l’uscita è prevista per Natale.
    Praticamente sarà un regalo che ci facciamo, inquanto l’operazione non è a scopo di lucro.
    Il libro sarà acquistabile solo da chi tra gli utenti di UM lo prenoterà e parteciperà alle votazioni. Il costo del libro coprirà esclusivamente il costo di stampa e dei diritti dei racconti.
    Ovviamente i racconti degli utenti di UM sono a costo zero.
    Tutti gli utenti di UM che partecipano alle votazioni appariranno come curatori del volume.
    Anche le traduzioni di eventuali racconti in lingua inglese saranno tradotti da utenti di UM.
    Per farla breve, grazie alle ed.della Vigna, il cui titolare è un utente di UM e grazie a UM stessa ci auto produciamo un bel libro, a cura, eventualmente tradotto e con anche racconti degli stessi utenti di Um. :-)

  30. bibliotecario

    @dhr

    Ovviamente vi è la possibilità di inviare il proprio racconto direttamente alle ed. della Vigna,
    contattando direttamente l’editore.

    L’operazione è ancora in corso d’opera, e molti dettagli sono ancora da definire. Se in fase di prenotazione, (come stà già avvenendo), il numero degli utenti che prenotano il libro risulteranno in numero consistente, vi è la possibilità che il libro sia inserito e distibuito oltre che agli utenti di UM anche nei normali canali di vendita della casa editrice.

  31. dhr

    ok graz! nei prox gg mi ci fiondo, avevo giusto un’ideuzza che mi sarebbe piaciuto sfruttare in qlche modo. ero slogato, adesso mi sono logato in UM.

  32. castle_rock

    avrei una domanda (anche se penso di essere leggermente OT)(ma questo è un sito mondadori, diamine!! :-) ):
    ho comprato nelle ultime settimane i due volumi di Hyperion ed il primo
    di Endymion di Simmons, collana oscar mondadori, ristampa 2009. Del “risveglio di Endymion” invece nessuno sa nulla, ne Feltrinelli, ne Mondadori (intesi come
    librerie). Qualcuno sa se verrà ristampato anche “il risveglio…”
    Thank

  33. Alessandro

    Questo romanzo mi è piaciuto poco fin dall’inizio, ma solo verso la fine ho capito perché. Manca la definizione del contesto, della società entro la quale i personaggi si muovono. I buoni sono buoni per auto definizione, i cattivi cattivi per lo stesso (non) motivo. E così, una storia dal ritmo tutto sommato accettabile (se si prescinde dai continui, estenuanti “avevo vissuto abbastanza, ormai potevo anche morire” del protagonista: oltretutto si sa che non muore, visto che narra in prima persona) dilapida uno spunto (quello della “religione elettrica”, purtroppo per niente sviluppato; e infatti alla fine sono più interessanti le pagine di appendice a essa dedicate che il romanzo stesso) che in mani migliori avrebbe anche potuto produrre un romanzo memorabile. Così com’è, è una pallida imitazione dell’Eclipse di Shirley, dove l’analisi dei meccanismi sociali, la riflessione sulla libertà e sul potere, sono sviluppate con ben altra maestria. Resta solo la spinta anarchica, un po’ velleitaria, di una ribellione per la ribellione, non si sa bene di chi e contro chi. Meglio che niente, ma un po’ poco.

  34. G

    Completamente d`accordo con il post precedente. Lo sto` finendo perchè è una lettura che va’ per inerzia, scritta con cognizione delle convenzioni per non lasciare scappare il lettore. Ma mi chiedo sempre se data la mole di letture arretrate, questo romanzo meritasse il tempo che gli ho dato finora.

  35. Alessandro

    Piccola correzione OT: amen non è una parola greca ma ebraica

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