Jack McDevitt
Torna l’autore del Sonno degli dei con una nuova avventura ai confini dello spazio e del tempo. Ce lo introduce il nostro Curatore, Giuseppe Lippi.
Nato nel 1935, McDevitt è uno dei più quotati scrittori americani. Prima di affermarsi come romanziere ha svolto una lunga serie di attività, dall’ufficiale di marina al tassista passando per l’insegnamento dell’inglese. I suoi romanzi e racconti sono stati candidati quattordici volte al premio Nebula, che ha vinto nel 2006 con Seeker (il romanzo pubblicato questo mese). Su “Urania” ha già pubblicato Il sonno degli dei (n. 1340), testo che è all’origine della sua specializzazione in “archeologia spaziale”. Ha vinto il premio Philip K. Dick con il primo romanzo, The Hercules Text del 1986, cui sono seguiti A Talent for War (1989), The Engines of God (Il sonno degli dei, 1994) e numerosi altri, fino ai più recenti Infinity Beach (2000), Deepsix (2001), Chindi (2002), Omega (2003), Polaris (2004) e Seeker, molti dei quali troppo lunghi per una traduzione italiana in formato tascabile.
A proposito di Seeker gli piace citare una frase di Marik Kloestner: “L’uomo ritiene di essere il picco più alto della creazione, la parte pensante del cosmo, lo scopo di tutto. E’ gratificante crederlo, ma l’universo potrebbe avere un’opinione diversa”. Credibile e quasi documentaria, la fantascienza di McDevitt non è mai barocca. Uno stile asciutto e realistico imprime un tocco di realismo anche alle vicende ambientate nel più lontano futuro e la scienza non è mai puramente immaginaria. La sua passione per i misteri di antiche e remote civiltà aggiunge un tocco di suggestione a vicende ben articolate e caratterizzate.
Il sito dell’autore è all’indirizzo http://jackmcdevitt.com/default.aspx mentre la bibliografia italiana è consultabile sul Catalogo SF, Fantasy e Horror.
(a cura di G.L.)
Posted in Profili
maggio 7th, 2009 at 12:03
E’ un pò triste leggere quel “troppo lunghi per un’edizione tascabile.” Se vale DAVVERO la pena, un modo si potrà pur trovare…
maggio 7th, 2009 at 13:45
Volendo, i libri di Hamilton si era riusciti a comprimerli. Quindi, quel “troppo lunghi” andrebbe interpretato. In ogni caso volevo sapere se i due precedenti romanzi che nel ciclo precedono “Seeker” facevano parte di detta categoria.
maggio 7th, 2009 at 16:21
Io ne ho fin sopra i capelli di cicli, ricicli(!), ciclisti (!!), non se ne può più, già a suo tempo “Il sonno degli dei” mi riuscì alquanto indigesto, scoprire che fa parte di un ciclo di sei romanzi mi ha tramortito…
Sia chiaro, non ce l’ho con McDevitt ( ho trovato meraviglioso il suo racconto “I viaggiatori nel tempo non muoiono mai” ), ma comincio a pensare che questa serializzazione esasperata sia la spia di uno scadimento del mercato e, mi duole dirlo, del genere. Se la SF è una letteratura di idee vorrà dire che è più facile mimetizzarne la mancanza in opere fluviali, inconcludenti e, in definitiva, senz’anima. Vorrei vedere più racconti e più antologie, chi ha qualcosa di valido da dire in maniera originale riesce a farlo anche in 20-30 pagine, gli autori ci sono ( Reed, Chiang, Ligotti ecc. ecc. )
maggio 7th, 2009 at 19:52
sono d’accordo gli autori ci sarebbero purtroppo credo che rispetto a qualche anno fa sia piu difficile trovare opere coinvolgenti forse siamo cambiati anche noi lettori…
maggio 11th, 2009 at 11:13
“molti dei quali troppo lunghi per una traduzione italiana in formato tascabile.”
Ma allora “American Gods” e “il Dio nudo”? Ma il passaggio alla periodicità mensile non doveva, fra le altre cose, comportare la possibilità di pubblicare anche romanzi più corposi (cosa poi avvenuta credo solo nei due esempi che ricordavo)?
Mah… a volte mi sembra di essere… come dire… preso in giro?
maggio 11th, 2009 at 14:05
Thx 1138: il senso dell’affermazione riportata nella scheda è chiaro, ma mi permetto comunque di dilungarmi.
Anche con il cambio di formato, occorre fare delle scelte. Se si pubblicassero per intero tutti i cicli in cui sia comparso un titolo degno di attenzione, “Urania” neccesiterebbe di raddoppiare o triplicare le uscite per proporre anche altro. Il Curatore si trova così a dover valutare caso per caso. Per esempio, negli ultimi mesi sono stati iniziati 2 cicli (di Sawyer e MacLeod) entrambi avviati a conclusione. Questo mese viene invece pubblicata un’opera inquadrabile in un più vasto universo narrativo di McDevitt, di cui tuttavia non si è ritenuta imprescindibile la conoscenza per apprezzare anche questo titolo da solo.
Bisogna saper fare delle scelte coraggiose, per quanto impopolari. Il livello dei titoli proposti nella collana nell’ultimo anno mi sembra che parli da solo in merito alla bontà di quelle scelte.
maggio 11th, 2009 at 16:51
X, personalmente sono d’accordo che nel caso dei cicli [molto] slegati si possa pure presentare una selezione di ciò che merita davvero. Qui si parlava del discorso della dimensione dei volumi
maggio 11th, 2009 at 17:07
Cynewulf, grazie per la puntualizzazione. Ho incrociato nella mia risposta 2 diverse discussioni… Il succo è: come accadrebbe per la pubblicazione integrale di tutti i cicli presi in considerazione, anche spezzando in diversi volumi romanzi troppo lunghi si finirebbe per penalizzare l’offerta, a meno di non concentrarsi su una selezione di titoli ritenuti di particolare interesse per i lettori.
Come già annunciava Lippi, si troverà ancora spazio per le maxi-opere ritenute più meritevoli (appunto: Dreaming Void di Hamilton). Ma non può diventare questa la regola.
maggio 11th, 2009 at 17:41
X, io non sono polemico nonostante quello che probabilmente potrà sembrare
Mi pare di leggere testualmente che molti titoli sarebbero “troppo lunghi per una traduzione italiana in formato tascabile.”
Naturalmente si tratta di scelte e nemmeno si richiederebbe una loro spiegazione… Urania sceglie cosa pubblicare, io scelgo cosa acquistare (nel mio caso tutto ma questa è una malattia^_^). Ma SE si decide di motivare la scelta allora perlomeno si dia la motivazione reale, che come hai credo correttamente spiegato si basa su una valutazione dell’opera complessiva e non certo del numero di pagine.
maggio 15th, 2009 at 12:54
Sono d’accordo con X e Cynewulf sul fatto che quando i libri e i cicli all’interno dei quali questi sono inseriti, sono grossi, occorre forse operare una scelta (opportuna e aspicabile solo se i libri stanno in piedi indipndentemente dagli altri). Non si può avere tutto, certo, e a volte bisogna fare scelte coraggiose. Il discorso fila. Ma THX solleva un problema che non è proprio trascurabile, quello della pubblicazione dei volumi di una certa consistenza, se si pensa che l’editoria anglosassone, tende sempre piu a seguire la via di questi volumi elefantiaci. E’ la logica del best selling, che nella mentalità spicciola degli editori toglierebbero spazio sugli scaffali agli altri autori, salvo poi togliere spazio a se stessi(a meno che non si rivelino dei successoni, presto arrivano altri mattoni e quelli messi una settimana prima vanno via o diventano “invisibili”). Il fatto è che in questo modo se è vero che un sacco di amenità ce le risparmiamo, è anche vero che con lattuale politica di Urania ci perderemo sempre più cose di grande livello, partorite ahimè dagli autori come romanzi o cicli fiume… e questo deve far riflettere il curatore e l’editor di questa collana sull’opportunità e le modalità di considerare almeno il meglio di questo tipo di produzione più consistente. Che diviene sempre più preponderante. Ad ogni modo da appassionati intelligenti, abbiamo il dovere di incoraggiare chi come Ted Chiang o Lucius Shepard contrappone la logica del Long Selling a quella del best selling.
maggio 17th, 2009 at 18:28
Condivido ampiamente la nausea davanti alla crescente ciclizzazione (si può dire?). Sia chiaro: esistono eccellenti cicli (Fafhr e Gray Mouser di Leiber, Il Nuovo Sole di Gene Wolfe, Le Cronache di George Martin, Dominic Flandry di Poul Anderson, Hyperion di Dan Simmons…) ma da alcuni anni c’è una moda molesta. Le idee vengono stiracchiate allo spasimo per vendere vendere vendere. E allora ben vengano autori come Ted Chiang: testi brevi e densi.
maggio 18th, 2009 at 22:24
Riprendo qui un messaggio già postato nella sezione “Seeker”: Per risolvere il problema dei libri
“troppo lunghi” per Urania. non si potrebbe realizzarli in versione E-BOOK? Sì, so già le critiche dei collezionisti, anche a me piace “l’oggetto” libro, ma…dato che la tecnologia c’è, si potrebbe approfittarne…Non sarebbe fantascienza…E questo potrebbe valere anche per la collana normale, i Gialli, Segretissimo…qui parla un lettore con seri problemi di spazio…
maggio 18th, 2009 at 22:41
Bella questa dei problemi di spazio…l0’incubo reale dei bibliofili 😀
maggio 19th, 2009 at 19:42
Tutti abbiamo problemi di spazio, forse non tutti i collezionisti.
Ma per il libro E-BOOK non è ancora arrivato il suo tempo e non credo per questa generazione.
Chi potrà eliminare il fascino del libro stampato che puoi sfogliarlo e leggerlo, aprirlo e chiuderlo, ammirandolo nella sua consistenza?
maggio 22nd, 2009 at 15:37
Per Giuseppe P.
Come mi piacevano le tavolette assire ed i libri tutti scritti e ricopiati a mano coi suoi bei svolazzi.
Mi sembra che i tempi siano maturi e guarda che anche a me piace il libro.
maggio 25th, 2009 at 21:17
Per Ferdinando
Anche l’umorismo va bene.
Sarebbe bello conoscere il pensiero
di chi i libri li deve vendere, cioè delle case editrici?
Che ne pensa il Curatore di Urania?
maggio 28th, 2009 at 18:44
…Ecco, appunto, cosa ne pensa il Curatore? Ripeto, risolverebbe il problema del numero di pagine, si potrà pubblicare tutto ciò che merita, senza limitazioni e ci sarebbe un guadagno per l’Editore visto che (almeno io) saremmo disposti a pagare poco meno l’e-book rispetto al libro cartaceo…
P.S. La tecnologia è matura ora, con i nuovi visori “e-link” la differenza con la pagina stampata è davvero minima…
maggio 28th, 2009 at 18:59
Cito AgenteD:
“Ripeto, risolverebbe il problema del numero di pagine, si potrà pubblicare tutto ciò che merita, senza limitazioni e ci sarebbe un guadagno per l’Editore visto che (almeno io) saremmo disposti a pagare poco meno l’e-book rispetto al libro cartaceo…”
ci sarebbe solo un problemino….non sarebbe più un libro.
Io, lo dico senza l’intenzione di offendere l’altrui opinione, non lo prenderei neanche passasse la Mondadori sotto casa mia per regalarmelo.
maggio 30th, 2009 at 15:27
Io penso che non ci si dovrebbe scaglirsi contro i cicli in generale ma solo contro i romanzi brutti. Sembra una banalità ma non credo lo sia. Per esempio Eymerich mi tortura facendomi aspettare da un romanzo all’altro.
Sicuramente da metà anni ’80 sono usciti molti mattoni pallosissimi. Ma la lettratura serializzata ha anche il vantaggio di potere sviluppare meglio molti i personaggi (fra le altre cose).
maggio 30th, 2009 at 15:32
Comunque molto bello “The Seeker” di Jack McDevitt, spero si possa leggere altro di questo autore. Se il formato di Urania non lo permette va bene anche andare direttamente in libreria. Basta leggerlo. Oltretutto in questo caso la parola ciclo non implica un bisogno di leggere tutti gli altri romanzi visto che “The Seeker” sta perfettamente in piedi da sè.
maggio 31st, 2009 at 11:07
Ciao bibliotecario,
non c’è problema, non essendo l’e-book un “oggetto” tu non potresti prenderlo e la Mondadori non può passare sotto casa a regaralartelo…Quindi non esisterebbe più il libro?
Ci sarebbe solo un problemino…il libro c’è ancora, ha cambiato forma ma la sostanza no…
Senza offesa e con simpatia
giugno 7th, 2009 at 23:32
che bel romanzo, merita da solo l’abbonamento di quest’anno! peccato per la traduzione, così piena di errori da rendere la lettura talvolta irritante
luglio 2nd, 2009 at 20:12
Seeker e’ un ottimo romanzo, mi pare, di quelli che riconciliano con il genere. Sono arrivato a meta’ e davvero me la sto godendo.:-)
Due parole anche su Wellington, che torna nella nuova collana Epix( che non mi entusiasma visto che mischia horror e fantastico con l’odiosa fantasy..chiedo scusa agli estimatori del genere): leggetelo e se ci riuscite procuratevi il primo volume su U Horror dello scorso anno, e’ davvero bello!
Saluti a tutti
dicembre 31st, 2009 at 10:23
Arrivo adesso per la prima volta qui, cercando notizie su McDevitt. Io l’ho scoperto acquistando ebooks su ereader.com, ne ho comprati una cinquantina in 6-7 anni, specie ma non solo fantascienza. In inglese. Di McDevitt ho letto ancient shores (+++), infinity beach (++), eternity road (+), polaris (+++) e seeker (+++). Adesso cercavo di comprare Devil’s eye, ma non si può più acquistare dall’italia, per questione di diritti editoriali. Ma scopro che solo due delle novel sono state tradotte, e che tipicamente sono troppo lunghe per urania. Quindi non lo leggerò ne in inglese né in italiano. Del resto non lo comprerei mai in italiano, preferisco l’originale anche per allenare l’inglese. Ma che senso ha questa storia dei diritti editoriali?
dicembre 31st, 2009 at 11:34
Ciao Vincenzo, mi permetto di risponderti perchè leggo molta fantascienza in inglese anch’io, anche se in formato cartaceo. Nemmeno io capisco la storia dei diritti, ma comunque Devil’s Eye potresti comprartelo come libro cartaceo in inglese. Per 5.05 EUR te lo consegnano direttamente a casa, senza spese aggiuntive. Perlomeno dal sito dove mi servo io.