Urania Collezione 75: Il Tenente
Possono il destino della Terra e le ultime speranze di pace essere riposte nelle mani di un gruppo di soldati implacabili? “Urania Collezione” ripropone questo mese un classico di L. Ron Hubbard, già noto con il titolo de L’ultimo vessillo.
Il Tenente, pubblicato per la prima volta nel 1939, parla della prossima (per allora) guerra mondiale. Ma chi di noi, nell’esplosivo mondo di oggi, si sente di escludere che il classico romanzo di Hubbard guardasse più in là, e che le sue previsioni si riferissero alla Terza guerra mondiale? Tutto allora è di nuovo verosimile, per non dire probabile: l’inquinamento atomico, le carestie, la scomparsa di ogni coerente struttura sociale e politica. In questo paesaggio brullo e terribile si svolge l’odissea di un piccolo reparto di veterani al comando del Tenente: sono uomini sopravvissuti a tutte le battaglie, ai folli massacri ordinati dai generali di Stato maggiore, sono guerrieri spietati e invincibili. Tuttavia le ultime speranze di pace sono nelle loro mani.
L. Ron Hubbard, nato nel 1911 e morto nel 1986, ha cominciato la sua carriera di scrittore di avventure negli anni Trenta, arrivando alla fantascienza e al fantasy sotto l’egida di John W. Campbell, Jr. Dopo la Seconda guerra mondiale ha creato la dottrina nota con il nome di Scientology, o Dianetica, e ha fondato una Chiesa per divulgarne le teorie. Tra i suoi romanzi di fantascienza più noti: Ritorno al domani (“Urania Collezione” n. 59), Il Tenente (o L’ultimo vessillo, 1939, rev. 1948), L’uomo che non poteva morire (1940) e La trama tra le nubi (1940). Negli anni Ottanta è tornato alla fantascienza con il ciclo di Battaglia per la Terra (da cui è stato tratto un film con John Travolta) e la decalogia di Missione Terra.
[Vai alla quarta di copertina.]
Posted in Urania Collezione
aprile 6th, 2009 at 08:57
Dei romanzi notevoli di Hubbard, manca la citazione di Le Quattro ore di Satana (Fear, 1940). Strettamente non è un romanzo di fantascienza e, se vogliamo, nemmeno fantastico. Ma che romanzo!
Pubblicato in origine da Unknown, è stato ripubblicato dalla Gnome Press (mitica casa editrice americana) nel 1951, nei Galaxy Novels nel 1957, altra mitica collana. Ha avuto ristampe frequenti ed in inglese dovrebbe essere ancora disponibile.
Pubblicato in Italia da I Romanzi di Urania nel 1955 (n. 89) è assente da Mondadori da oltre tren’anni. L’ultima edizione italiana risale al 1996 (Nord).
Spesso in questa sede si scrive di pubblicare classici e non roba vecchia. Mentre è facile definire vecchio, più difficile è definire classico. Meno male che non si parla di capolavori. Avremmo pochissimo materiale su cui confrontarci.
Ed adesso apprestatevi a leggere o a rileggere Final Blackout (il titolo italiano scelto da F&L proprio non mi piace, preferisco il titolo con il quale fu pubblicato su Galassia; quando si cambia il titolo italiano, c’è sempre chi grida alla truffa, ma in questo caso una traduzione più aderente al titolo originale non avrebbe guastato).
Lippi è il quarto curatore che sceglie questo titolo. Buona scelta.
aprile 6th, 2009 at 10:47
L’ho letto anni fa, ricordo che mi era piaciuto molto.
aprile 6th, 2009 at 11:11
@ GIUSEPPE LIPPI @TUTTI quelli che hanno bloggato in merito ad Hubbard
Quasi tutti { ad eccezione di Ernesto Vegetti }, hanno commentato la scelta editoriale del Curatore maximodi ri-pubblicare Ron Hubbard “ Il Tenente”, sulla sezione URANIA COLLANA e non su quella specifica.
Ed, esse, le sezioni del blog, di Urania Collana e quella di Urania Collezione sono separate, e potrebbero canticchiarci: “ s e n o n s t i a m o i n s i e m e c i s a r à u n p e r c h è ….…
Quindi si è fatto un pochino di confusione, seppur vivace e stimolante perché ritengo che, se come dice il saggio Ernesto Veggetti: …Se nella scelte delle novità un buon curatore fa prevalere il suo gusto, è giusto (ma un ottimo curatore deve tener conto anche del gusto degli altri), nella scelta dei classici non può prescindere dalla storia del nostro genere.
G. Lippi, senza alcuna piaggeria, da parte mia è però un eccellente curatore.
Ma per Sua fortuna è molto giovane.
E quindi se rilegge un classico, od anche un testo semplicemente “tout courtvecchio, non può avere “reminiscenze personali” che si riferiscano necessariamente alla data di pubblicazione del testo.
E solo talvolta, proprio per l’età, può ri-leggere, e non soltanto leggere, avendo il suo proprio zeitgeist .
Per cui lancio una m o d e s t a p r o p o s t a.
Sperimentalmente, non potrebbe il Curatore Maximo { ovviamente con l’ausilio tecnologico opportuno da parte di chi sappiamo ha “Uno Strano Attrattore”…. } , lanciare una rosa de : I MAGNIFICI DODICI 2010 di “URANIA COLLEZIONE” , mettendo una nuova categoria sul Blog di URANIA ? (“sondaggio ”? ; “gli Urania Collezione che ho amato, amo, amerò sempre ! ! ! ” ….a voi creativi ….) . E poi noi lettori voteremo, come si fa ormai “normalmente” sul web, e non mi si dica che appare fantascienza…
Pubblicando, poi, su URANIA COLLANA adeguati tamburini che invitano tutti i lettori a votare ( con premi in abbonamenti o no ??? …. di nuovo a voi creativi ….), secondo me si possono ottenere 3 modesti risultati:
[1] avere un panel di marketing probabilmente utile, ma certamente “a gratis” ;pr
[2] impegnare-avvicinare anche i lettori occasionali, rendendoli così interessati all’acquisto programmato;
[3] avere una idea più numericamente sostanziata che non sia quella dei resi di edicola, o quant’altro…
Restando sempre ovvio, che sempre al Curatore Maximo sarà addossato l’oneroso fardello della Sua, personale, personalissima ed esclusiva scelta definitiva e finale …………………………….
PS: per essere sicuro che i TUTTI in indirizzo mi possano, se vogliono, leggere bloggo su entrambe le sezioni del blog, e me ne scuso subito….
aprile 6th, 2009 at 12:37
Sembra non abbiate capito che Hubbard rappresenta,nella storia della Sf una macchia vergognosa per quello che ha combinato,a fronte di meriti letterari pressochè nulli.
Lasciate stare l’ideologia e chiamate le cose col loro nome.
Ps:ho rischiato di finire dentro quella macchina di idiozie pericolose che si chiama Scientology.
aprile 6th, 2009 at 13:29
Interviene anche quell’altro (di Stefano) 😉
Non mi voglio certo sostituire al marketing o alla direzione editoriale della Mondadori, ma voglio esprimervi questo mie considerazioni da lettore appassionato e assiduo. Di mese in mese faccio sempre più fatica a trovare Urania e Urania Collezione nelle edicole (questo vale anche per i Gialli); in compenso, di librerie dalle mie parti ce ne sono diverse, e ben fornite. Io appartengo a una generazione (mediamente molto più colta e istruita di quella dei nostri genitori) cresciuta con la “bizzarra” idea che in edicola si comprano i quotidiani e le riviste, e che i libri si comprano in LIBRERIA. Siete arrivati con 20 anni di ritardo a capire che era ora di passare al formato del libro tascabile e di eliminare quelle stupide 2 colonnine e le vignette: nel frattempo vi siete persi una generazione intera. Non vi pare che sia ora di iniziare a considerare l’ipotesi che per salvare questa collana dalla spirale “diminuzione dei lettori – aumento dei costi – diminuzione del budget – calo della qualità della proposta editoriale – ulteriore diminuzione del numero di lettori” sia arrivata l’ora di pensare a soluzioni drastiche come la trasformazione di Urania in una collana da libreria? Oppure volete perderne un’altra, di generazione? Nel frattempo, la vostra fascia di lettori che costituisce la gran parte dei fruitori delle pubblicazioni librarie destinate all’edicola invecchia…
aprile 6th, 2009 at 14:03
@Stefano Bis
Le due colonne favoriscono la lettura. Peccato che non si usino più. Le 30 battute per riga sono l’ideale.
aprile 6th, 2009 at 15:04
Caro Stefano bis
Di che generazione stai parlando?
io sono del 1970 e non sono certo cresciuto con la tua “bizzara” idea.
La mia generazione non si è persa da nessuna parte, e mio figlio di 9 si appresta a entrare nella fascia di lettori di Urania, abbassera la media.
P.S: personalmente mi mancono molto quelle stupide 2 colonnine
aprile 6th, 2009 at 16:52
@Ernesto
Già, certamente. E com’eran belli i tramvai a cavallo! Chissà perché li hanno sostituiti con i tram a vapore… ah questa maledetta modernità!
@biblio
Io sono del 1971. E se la nostra generazione non si è persa, mi dici allora dov’è? E, soprattutto, dove sono finite quelle decine di migliaia di lettori in meno? Che, non ti sei accorto nelle rimpatriate degli appassionati di Uraniamania che l’età media dei partecipanti è un po’ più alta della nostra? Non mi pare un’argomentazione molto solida l’adoperare le proprie inclinazioni come metro di valutazione universale. Mi pare invece che i dati di vendita e gli studi di mercato lo siano un po’ di più.
aprile 6th, 2009 at 17:06
@Stefano bis
Bei tempi quelli dei tram a cavallo.
La produzione di anidride carbonica era decisamente più ridotta e le polveri sottili non esistevano…
Non sempre prevale il meglio.
Impaginare su due colonne è decisamente più costoso.
E la rete negli anni 70 era decisamente più spartana, ma molto più sana di ora.
I lettori sono in calo da un pezzo…
Ne rimarrà solo uno.
aprile 6th, 2009 at 18:43
😉 c’è l’ho nella versione Urania Classici n. 98. Un classico!!
aprile 6th, 2009 at 21:10
Buona l’idea de “I Magnifici 12 2010 di UC”, idea simile già lanciata nel passato ma senza risposta.
Eppure i lettori di Urania, anzi i competenti lettori di Urania, dovrebbero contare, ma forse le scelte editoriale sono altre e potrebbero avere una giustificazione. Qualcuno risponderà?
A proposito delle colonnine sarei per un ritorno, la lettura è più riposante.
aprile 6th, 2009 at 22:02
I curatori di Urania Collezione sono curiosamente convinti che uno non possa che comprare tutti, dico tutti, ma proprio tutti, i numeri che escono.
E invece no.
aprile 7th, 2009 at 17:58
@Paolo
Il curatore di UCZ che io sappia è uno solo e non ha mai espresso una opinione di questo tipo.
Personalmente sono convinto che chi perde un numero perde qualcosa. Perlomeno quel numero, ovviamente.
UCZ non ripropone solo un vecchio romanzo o un classico o un capolavoro. Fornisce del valore aggiunto (nuove traduzioni o comunque rivedute, adeguato inquadramento, notizie bibliografiche) ed una veste grafica molto buona. La costa nera con scritta bianca ed un tocco di rosso arreda benissimo e le mogli acconsentono a metterla nella libreria buona.
È anche un buon investimento se vogliamo. Acquirenti saltuari pentiti stanno pagando a caro prezzo i numeri arretrati. Ovviamente uno può fare delle scelte, ci mancherebbe.
Ed il curatore e la redazione sanno benissimo che il lettore non è scontato. E sono lì per cercare di mantenerlo, il lettore.
Ma è praticamente impossibile accontentare tutti.
Ovviamente io non conto.Acquisto un mucchio di cose orripilanti.
Quando prendo UCZ o URA in edicola non mi pento dei soldi che spendo.
Mi sembra un decente risultato.
aprile 7th, 2009 at 20:35
Sto leggendo il Blog, per distrarmi un pò dal momento che anche se mi trovo a Roma ho sentito ugualmente prima delle venti una nuova scossa di terremoto; in questo momento il mio pensiero e penso anche quello dei lettori di Urania non può che andare alla popolazione abruzzese già duramente colpita.
aprile 8th, 2009 at 16:38
mannaggia… volevo scrivere “c’è anche ecc. ecc.” ho rielaborato e lasciato l’inizio di una frase col finale di un’altra… vedete cosa succede a non rileggere mai su forum e simili?!? Si fanno certe figure 😛
aprile 9th, 2009 at 09:16
[…] arrivano i romanzi di fantascienza L’ultimo vessillo (Final Blackout, 1939-48), noto anche come Il tenente e che qui riproponiamo, I guerrieri del tempo (The End Is Not Yet, 1947), L’impero dei mille soli […]
aprile 9th, 2009 at 11:42
per tornare sul tema, le due colonnine sono uniche ed io sono assai più giovane di voi..
ho conosciuto Urania grazie ad Io sono leggenda nella collana libri mondadori, uscita proprio in libreria, mi dicono fu un fiasco.
Poi acquistai io sono hellen driscol, credo numero 206 e mi sono meravigliato,era la prima volta che mi confrontavo con questo tipo di impaginazione.
Avrei voluto che tutto fosse scritto su due colonne!!!
nn voglio filosofeggiare su temi come costi, dati di vendita e studi di meercato, non sono il mio forte.
però ti dico che quando compro in una bancarella un vecchio volume e lo apro, capisco subito che in mano ho qualcosa di diverso, a volte mi sembra un diario, a volte un vecchio compito in classe, più semplicemente un URANIA che è di gran lunga una cosa diversa rispetto ai libri che potrai trovare nelle “fornitissime librerie” vicino casa.
le nuove generazioni leggono di meno tutto, non leggono e basta, preferiscono altro, è così.
chiamatemi nostalgico, romantico ecc.. ecc..
aprile 9th, 2009 at 16:51
Bizzarro, quello della copertina dovrebbe essere un fucile inglese modello anni ’30, invece ha tutta l’aria di un fucile d’assalto M41-A modello “ALIEN II”…
aprile 9th, 2009 at 18:04
“Tra 15 minuti qui diventerà tutto una nube di vapore!”
aprile 9th, 2009 at 19:19
Hubbard non è altro che un vecchio scoreggione, punto e a capo!
aprile 10th, 2009 at 11:29
ciao a tutti,
è la prima volta che scrivo sul blog di urania.
spendo due parole per urania collezione per dire che:
1) ridateci le due colonne!
2) pubblicate romanzi e racconti che non sono in urania (es. straniero in terra straniera) e che siano davvero non solo classici ma proprio The Best Of The Best. non si capisce poi perchè abbiano pubblicato alcuni scrittori 3 volte e ad esempio nemmeno un romanzo di wyndham. e hanno messo pure sandrelli… mah…
3) l’abbandono del formato del cerchio rosso secondo me è stato sbagliato, ed anche in urania collezione è stato sbagliato togliere le alette alle copertine, i rilievi e l’elenco dei numeri sul retro.
4) erano molto più belli gli urania rossi, rombo e cerchio rosso dei successivi pocket neri, codice a barre e arancioni, questo è tassativamente indiscutibile e chi non è d’accordo mi fa pena.
ad majora,
slan
aprile 10th, 2009 at 18:25
Le due colonne erano mitiche e ho odiato il cambiamento della grafica di urania in quei terribili anni in cui si era persa la copertina bianca col cerchio al centro!!
Il formato di adesso mi piace molto. Pratico e compatto e la qualità della carta di copertina molto buona rispetto a quella di 15 anni fa (e più).
Urania deve rimanere con copertina bianca, troppo elegante!
L’unica cosa che non mi piace, sono i romanzoni divisi in 4/5 numeri. Però è davvero il male minore e recentemente non ne ho più visti (dopo Hamilton intendo)!
aprile 14th, 2009 at 19:41
Per The Babe e Slan: lascio i vostri commenti giusto come esempio per gli altri navigatori di cosa intendo io per “commento inutile” e “commento offensivo”, rispettivamente. Non sarò altrettanto tollerante in futuro, ma confido nella vostra collaborazione.
aprile 17th, 2009 at 19:36
A Ernesto: ho molto amato “Le quattro ore di Satana” in gioventù, ma rileggendolo negli ultimi anni l’ho trovato indebolito. Non lo riproporrei su “Urania” collezione a spron battuto, mentre un’idea che mi stuzzicava era consigliarlo ai colleghi dei Gialli. Però, però… se lo pubblichi come giallo, non è che scopri le carte un po’ troppo?
Su Hubbard: è stato, negli anni Quaranta e Cinquanta, un otttimo narratore fantastico, altro che!
aprile 18th, 2009 at 12:13
@ fabio
Cortese, Fabio concordo con te, 😉
scusa se solo oggi ti ho letto, ma sono sotto stress per motivi di lavoro, e se ho tempo…. non bloggo ma , dormo….
Tu dici : ed io sono assai più giovane di voi….. le nuove generazioni leggono di meno tutto…. non leggono e basta, preferiscono altro, è così. chiamatemi nostalgico, romantico ecc.. ecc… .
Se può essere utile al dibattito sul blog di URANIA, e sul futuro della letteratura popolare, fornisco un dato, forse, in qualche modo significativo.
Tra le mie funzioni lavorative c’è anche quella di supervisionare l’andamento di una Biblioteca Scolastica di circa 6000 volumi. L’anno scorso ci vengono assegnati €1000 per “ incrementare la lettura giovanile”….
La Bibliotecaria mi propone di far scegliere direttamente i ragazzi con schede voto, e quindi si acquistano presso la Mondadori:
INSOMNIA di Stephen King con 278 voti;
IL LEONE LA STREGA L’ARMADIO di Clive S. Lewis con 258 voti,
IL CACCIATORE DI AQUILONI con 178 voti,
300 con 160 voti;
IL CORPO ED IL SANGUE DI EYMERICH con 98 voti;
IL SECONDO LIBRO DEI ROBOT con 40 voti,
IO SONO LEGENDA pure con 40 voti.
È arrivato da poco un nuovo finanziamento con la stessa finalità, chiedo quindi alla Bibliotecaria gli “andamenti” di lettura-prestito per i libri scelti dai ragazzi. Ebbene su circa 1000 potenziali lettori solo in 26 hanno letto i libri di cui sopra, soprattutto Lewis .
Forse ha ragione Fabio : non leggono e basta, preferiscono altro, è così. chiamatemi nostalgico, romantico ecc.. ecc… .
aprile 18th, 2009 at 12:45
Amici non conosco la vostra età, io ho 39 anni, quel “non leggono e basta” forse è anche un pò colpa nostra.
Ho un figlio di nove anni, se non legge gli tolgo il nintendo
La lettura va aiutata, come compie dieci anni lo inizio alla lettura di Urania.
Io cominciai qualche hanno più tardi ma ero una testa dura, confido nelle nuove generazioni.
Il tenente non lo avevo ancora letto, non lo ho trovato troppo invecchiato.
aprile 19th, 2009 at 12:06
@De Matteo
Il mio è solo un commento che esprime un punto di vista, anche se semplicemene espresso in maniera diretta e schietta e non ipocrita come qualcuno vorrebbe o auspicherebbe… So che per qualcuno è abbastanza difficile, ma bisognerebbe un po’ imparare a essere diretti e sinceri e a scrollarsi di dosso questa pesante cappa di ipocrisia e perbenismo… sempre nei limiti, è chiaro!
Quel “lascio i vostri commenti…” poi mi sembra molto un’espressione implicità e fine a se stessa di onnipotenza…e scusami la franchezza!
aprile 19th, 2009 at 13:17
@ The Babe: se il tuo commento esprimesse un punto di vista, allora si tratterebbe di un’espressione implicita di mancanza di argomenti. La figura dell’autore è indubbiamente controversa (e, aggiungerei, fin troppo facile da attaccare, e per questo ogni attacco si rivela gratuito e per questo inutile), ma una cosa è parlare di Scientology, un’altra della sua produzione fantastica e fantascientifica precedente la fondazione della setta.
In questa sede si può parlare del libro e in effetti i commenti è a questo che servirebbero. Se la funzione viene utilizzata per altro, come esprimere giudizi da bar sull’autore, allora io sono libero di tenere o rimuovere i commenti. E’ una delle mie mansioni.
aprile 19th, 2009 at 15:21
Bene, complimenti vivissimi.
aprile 19th, 2009 at 19:20
Io penso che Hubbard,unico in questo nel panorama fantascientifico,fatto di autori grandi e di pessimi,non meriti davvero la nostra indulgenza,e trovo giusto leggere la sua opera letteraria(per modo di dire)alla luce della sua attività di stupido maestro spirituale.Sono legate.La prima mediocre,assurda e criminosa la seconda.Se non vi piace che se ne parli,cominciate a non pubblicarlo mai più!
aprile 19th, 2009 at 20:59
Ancora quell’altro
Scusa Giovanni, ma non sono d’accordo sul tuo discorso dello scindere l’Hubbard di Scientology dall’Hubbard scrittore. Anche perché chiunque ha osservato l’attività di Scientology ha avuto modo di capire che l’organizzazione ha sempre adoperato le opere letterarie firmate da Hubbard in maniera strumentale per veicolare il più possibile il suo nome e così, in maniera surrettizia, le idee di Scientology.
Non possiamo accettare che pubblichiate le opere di quest’uomo: un editore non è un venditore di fustini, ma un operatore culturale. A seconda di quello che pubblica, FA cultura. Non CI interessa se ve lo regalano, Hubbard non lo vogliamo neanche dipinto.
aprile 20th, 2009 at 17:17
A Stefano: non c’è nulla di criminale nelle opere scritte da L. Ron Hubbard negli anni Quaranta, quando Scientology non era ancora stata creata. Non c’è neppure nulla di mediocre, fantascientificamente parlando. Questo a nostro avviso. Lei è libero di non acquistare i titoli che non le aggradano, ma quanto a volerci imporre le sue idee, ne corre. Detto questo, le opinioni sono sempre bene accette. Gli anatemi mai.
aprile 20th, 2009 at 19:23
Sono state spese anche troppe parole per l’autore di cui sopra,e fin troppo chiare.Nessuno vuole imporre niente,ci mancherebbe,e specialmente in questo caso sono felice di lasciarvi soli nel peso di questa pessima scelta editoriale.Hubbard è più materia da tribunale che altro.
aprile 21st, 2009 at 12:44
La censura non è invece ben accetta… mi sono visto cancellare un commento in cui non c’era nulla di offensivo… a meno che non consideriate offensivi gli articoli e la punteggiatura! Mi sembra che qui si stia un po’ esagerando… inviterei Lippi a intervenire, grazie.
aprile 21st, 2009 at 17:29
Un’ottima recensione, come al solito, del mio recensore preferito: Toby Mallon alias Anacho:
http://www.fantascienza.com/magazine/libri/12217/il-tenente/
aprile 21st, 2009 at 17:36
@The Babe
X è la persona più distante dal concetto di censore che io conosca.
Io alcune imbucature, che nulla aggiungono alla discussione, di cattivo gusto oltre tutto, le avrei cancellate.
Certe espressioni sono come la violenza e come si sa, come spesso ripeteva Salvor Hardin: “La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”.
aprile 21st, 2009 at 20:04
Le idee non vanno mai censurate, quindi i libri di Hubbard hanno ogni motivo, sotto questo profilo, di essere ristampati. L’opportunità di farlo su Urania Collezione è una cosa diversa. Opportunità letteraria, intendo. La scelta spetta al curatore, è il suo lavoro; e Lippi lo svolge egregiamente. Non credo ovviamente che Lippi sia però esente da scelte meno felici di altre: per me quella di Hubbard lo è. Lippi ha probabilmente ragione nello scrivere: “Hubbard: è stato, negli anni Quaranta e Cinquanta, un otttimo narratore fantastico”. Siamo nel 2009, e diversamente da altri scrittori suoi contemporanei Hubbard è invecchiato male, e poco rappresenta una fantascienza classica di cui UC è o dovrebbe essere vetrina d’eccellenza. Sia chiaro che la scelta poco felice si riferisce al dato estetico, non ho idea se commercialmente la scelta sarà invece azzeccata, nel qual caso il curatore avrà avuto comunque ragione. Il lettore ha sempre la possibilità di segnalare il proprio pensiero attraverso la scelta di comprare o meno, ed è bene che sappia esercitarla. Avevo già oltre il 90% dei titoli di UC, ma li ho comprati quasi tutti ugualmente proprio per significare la soddisfazione per la politica editoriale. Quasi, appunto.
L’Hubbard santone è tutta altra questione, che non attiene alla libertà delle idee e del pensiero, ma alla legittimità delle azioni e dei comportamenti.
V.
aprile 21st, 2009 at 21:41
Allora boicottiamo tuttti Hubbard!!
aprile 21st, 2009 at 22:48
Alcune doverose precisazioni:
@ Stefano: come dimostra la ricezione critica già segnalata da Ernesto, non mi sembra proprio che la redazione di “Urania” sia sola in questa sua scelta. Toby Mallon, e scusate se è poco, sviscera l’opera senza timore di portarne alla luce gli aspetti più scomodi. Evitando i facili sensazionalismi di cui negli ultimi tempi ci siamo fatti una scorpacciata.
@ The Babe: il tuo commento non è stato pubblicato perché ritenuto offensivo e, detto tra noi, anche passibile di incorrere in qualche spiacevole strascico legale. Non sono nemmeno lontanamente un ammiratore di Hubbard e la sua chiesa non mi entusiasma più del mezzo milione di chiese di cui l’intelligenza umana ha ritenuto opportuno farci dono, ma ti consiglio di aprirti un blog o altra tribuna analoga dove più ti aggrada: i tuoi attacchi non troveranno rifugio in questa sede.
@ Vincenzo Oliva: non condivido tutto quello che dici, se non altro perché non ho ancora terminato il romanzo e non posso trarre conclusioni sulla tenuta dell’autore a ormai 70 anni di distanza. Ma ce ne fossero di commenti – anche critici – come il tuo. E aggiungo: ogni lettore è libero di esprimere il proprio giudizio, purché questo giudizio non entri in conflitto con l’altrui sensibilità e non offenda l’intelligenza dell’interlocutore, chiudendo a priori ogni possibilità di confronto.
@ Ernesto: semplicemente grazie.
@ Andrew: liberissimo di farlo. Ma così corri il rischio di perderti un’occasione di dibattito.
Continuando a confidare nella collaborazione di tutti…
aprile 22nd, 2009 at 01:04
Io il libro l’ho letto, piacevolmente. Non lo definirei un capolavoro, ma penso sia sia letto ben di peggio, Questo è scorrevole, magari ingenuo e “invecchiato male”, ma almeno non è cervellotico e con giri lunghissimi di parole che poi non arrivano da nessuna parte…
Penso che si possa considerare, dal mio punto di vista, Hubbard come Maradona (e scusatemi se tiro in ballo il calcio), bravo nel “mestiere”, ma non ci andrei in giro insieme. Chiudo nella speranza di non avere aperto polemiche inutili, che mi pare ce ne siano anche troppe…
aprile 22nd, 2009 at 11:27
@Giovanni De Matteo
Sappimi dire a lettura ultimata. Io lo rileggerò sicuramente, ma davvero non so quando.
Il discorso sull’Hubbard santone è ovviamente spinoso, ma quanto questi può essere disgiunto dall’Hubbard scrittore? E’ difficile, o comunque riduttivo, comprendere Leopardi senza analizzarne la storia familiare e la vicenda umana e fisica. E per restare più vicini a noi, il sognatore di viaggi Jules Verne avrebbe scritto come ha scritto se i suoi sogni avessero avuto una traduzione nella realtà? Avrebbe scritto tout court? E il tardo Dick sarebbe stato uguale senza gli anni della tossicodipendenza? Questo non vuol dire giudicare lo scrittore per l’uomo (nel caso di Hubbard, quanto meno il manipolatore), ma comprenderne la scrittura sulla base dell’uomo.
V.
aprile 22nd, 2009 at 12:01
sarà,ma io non capisco..
quella della scelta è una gravosa attività, sono un fedele amante di calcio e qui a Roma ogni domenica le radio si divertono a mettere in campo una formazione diversa, non al giorno ma all’ora.
Dunque, immagino che il lavoro del tecnico non sia così lontano da quello di un curatore di una collana come questa;io nn ho il piacere di conoscere il sig.Lippi ma credo che abbia un’esperienza nel settore, che nn lo renda infallibile ma di certo molto attendibile.
NN ho ancora finito di leggere il libro in questione, posso solo dire che mi piace, certo mi viene difficile pensare che l’autore sia lo stesso profeta della setta americana.
Il libro però fu scritto nel 39 se nn erro, e da quella data tante cose sono cambiate, nn solo in Hubbard, lo stesso Croce aderì in principio a certe idee politiche nn proprio lodevoli, eppure lungi da noi a mettere in discussione la sua figura.
Le persone cambiano, se proprio a priori la cosa non va giù, noi utenti abbiamo un gran scelta democratica da poter fare, andare in edicola e nn comprare il volume.
Ritornando alla scelta, e senza citare Kierkegaard, anch’io vorrei in campo sempre Crespo ma mou, nn mi da retta eppure sono sempre innamorato della mia squadra, allo stessa maniera critichiamo pure i curatori ma senza inveire oppure scatenare una crociata che di democratico può avere ben poco.
A voi tutti buona(e) lettura(e)
ps se siete in linea, ma quando ripubblicate IL GIORNO DEI TRIFIDI?!?!?!?!?!?
aprile 22nd, 2009 at 12:43
Eh, ma Croce è discutibilissimo. Se non altro per la perniciosissima idea di cultura che aveva, e che con la sua influenza ha reso quasi il Verbo in Italia, determinando, o meglio aggravando in modo determinante il sottosviluppo scientifico del paese. 😉
V.
aprile 22nd, 2009 at 14:19
Ma non vorrete mica mettere Hubbard in croce?Mettiamo una croce su Hubbard.
aprile 22nd, 2009 at 14:22
Hubbard il crociato.
E ora davvero basta.Pensate quel che vi pare.
aprile 22nd, 2009 at 16:45
Ma quale offensivo? Perchè ha mandato in rovina un gran numero di buoni diavoli poco istruiti e in difficoltà? Ma fammi il piacere… Comunque colgo il tuo consiglio, mi limiterò a esprimere solo pareri blandi e pacifici in questo blog avendone compreso io stesso la natura “regolare” e perfettamente “immutabile”… se sono riuscito a spiegarmi! Per quanto riguarda il nostro dibattito, può concludersi qui.
aprile 22nd, 2009 at 18:16
su Croce, infiniti i temi su cui dibattere, l’ho preso come figura, come immagine tout court.
caro valerio hai ragione, ricordo aspri dibattiti su Croce ma nn volevo certo rifermi a tutto quello, era solo un esempio.
Per il resto, credo che le vostre critiche accese siano più che giustificate ed anzi necessarie, vorrei altre mille persone che si infervorano.
Abbiamo , credo, la stessa opinione del problema ma con modi diversi di esprimerla.
Contestavo solo il dibattito sulla scelta del curatore, se Lippi ha ritenuto opportuno pubblicarlo avrà avuto le sue buone intenzioni oppure pessime, a me ha dato l’opportunità di leggerlo ed a voi quello di ricordarci quale subdolo personaggio si cela dietro ad uno scrittore di fantascienza.
discorso chiuso okkai?!?!
ps: @ valerio ma quella V. significa che anche tu sei “schlemihl e anche un po’ yo-yo”?!
aprile 22nd, 2009 at 20:57
Se si vuole criticare Hubbard, trovo più efficace la metonimia di Vincenzo (Hubbard è invecchiato male) della metafora di The Babe. In ogni caso, condivido la chiosa di Ernesto: non mi sembra che X abbia la vocazione del censore. Piuttosto, credo senta la responsabilità di mantenere sul blog un livello accettabile di buon gusto. In ogni caso, censure a parte – ma la frase di Babe non è stata censurata – il discorso di Vincenzo centra un punto interessante: il rapporto tra l’opera e l’autore. Credo però che qui ci sia un fraintendimento. Una cosa è analizzare le vicende biografiche di qualcuno per comprenderne meglio le opere; altra cosa è proiettare sull’opera le ombre di una vicenda personale valutata in modo negativo. In psicologia si chiama effetto alone, e dà origine, in sostanza, a giudizi non imparziali. Se Hubbard non piace come scrittore, e neanche come uomo, è un errore supporre che i due giudizi si corrispondano come per una sorta di inevitabilità logica. Non credo siano molti gli scrittori (uno era Sturgeon) per i quali si possa dire che vita ed opere si corrispondono in modo assoluto.
aprile 22nd, 2009 at 21:20
Dopo aver letto tutti questi commenti e critiche sia su l’Hubbard di Scientology sia su l’Hubbard scrittore:
“IL PROBLEMA E’ SE SEPARARE O NO LE DUE COSE”.
Dibattito aperto e non di facile risoluzione.
aprile 22nd, 2009 at 21:23
Sono d’accordo con te, Antonio, e del resto scrivevo di non giudicare lo scrittore in base all’uomo, ma di trovare utile “studiare” l’uomo per comprendere meglio lo scrittore. E’ poi vero che a volte è difficile scindere lo scrittore dall’uomo che detestiamo (oppure che apprezziamo). Ma si può fare: per dire, nonostante certe sue recenti uscite continuo ad avere un ottimo ricordo dei libri che ho letto di Dan Simmons, o quanto meno discreto nel caso di Hyperion, l’unico che non abbia davvero apprezzato. Con l’età, le infinite letture, e la conoscenza diretta degli autori (penso agli autori di fumetti che conosco), si ha modo di farlo sempre meglio, ammesso di avere la capacità critica.
@Fabio
La mia ribattuta su Croce era alltrettanto esemplare: nessun monumento è esente da pecche di costruzione
V. (as Vincenzo)
aprile 23rd, 2009 at 00:10
Ma infatti nessuno ha sovrapposto niente.Abbiamo distinto chiaramente lo scrittore(Mediocre),dall’uomo(criminale).Ma il fatto che non siano totalmente sovrapposti non significa che non si tocchino,e questo dovrebbe bastare per un giudizio totalmente negativo.Dovrebbe perchè sembra proprio che qualche lettore,fanciullescamente non voglia capirlo,anzi fa pure della psicologia.
aprile 23rd, 2009 at 13:17
Il giudizio sull’uomo è totalmente negativo, e non vedo come potrebbe non esserlo! Lo scrittore va compreso alla luce dell’uomo, ma giudicato per quel che scrive; l’uomo va giudicato per i comportamenti: e quelli di Hubbard sono quanto meno assai discutibili. Per dirne con tutta l’ipocrita eleganza dell’eufemismo
Uscendo dallo specifico hubbardiano, se uno scrittore scrive bene, si continueranno a criticare le idee da chiodi che possa avere, ché le idee si sottopongono alla critica, ma non vedo perché non si possa godere soddisfacentemente di quel che scrive.
V.
aprile 23rd, 2009 at 19:37
In che senso fare della psicologia implica il non aver capito?
In ogni caso, non facevo della psicologia. Ho citato (spiegandolo)un concetto tecnico. Un giudizio globale su Hubbard come scrittore mediocre, benché legittimo, andrebbe argomentato. Citare Scientology non è un’argomentazione. Scientology è una setta, una specie di chiesa laica totalizzante, a sua volta basata su una psudoscienza, la Dianetica, che è una pessima rimasticazione del primo Freud (quello della teoria del trauma). Ma questo c’entra poco con il giudizio su Hubbard scrittore, soprattutto in relazione alle sue cose migliori (Le quattro ore di Satana, Ritorno al domani, Il tenente). Ma forse sono davvero io a non aver capito qualcosa…
aprile 23rd, 2009 at 20:24
@Antonio F
Se ti puoi consolare, ti sei espresso benissimo.
Le persone con idee le espongono, quelle con modeste conoscenze ma con robusti pregiudizi non hanno che la possibilità di cercare di sopraffare (pia illusione) il “nemico” con mezzucci dialettici. Vale il noto proverbio, comunque. Molti dietro il relativo anonimato dello schermo perdono il senso della misura e dell’educazione. Tu non scrivi per loro. Scrivi per tutti quelli che ti apprezzano. E sono la maggioranza.
Anche il commento di Vincenzo Oliva è equilibrato e condivisibile. Se poi si vuole discutere di Scientology, questa non è la sede. Ed Il Tenente non è nemmeno un romanzo dianetico, cosa che potrebbe vagamente giustificare un aggancio alle avventure successive del nostro.
aprile 23rd, 2009 at 22:52
Stefano, posso permettermi di invitarti a ricondurre la discussione nei binari del reciproco rispetto? Grato per la collaborazione.
aprile 23rd, 2009 at 23:36
Giovanni,scusa,ma perchè non rivolgi lo stesso invito anche al sig.Ernesto?
Io in definitiva non ho attaccato altri che hubbard.E per questo vengo attaccato.
Non ho alcun piacere ad attaccare nessuno,Mi spiace dover essere in conflitto con Giuseppe Lippi al quale sono grato per l’opera di traduttore,per essere il curatore dell’opera completa di Lovecraft e altro,ma qui mi sembra che si stia rovesciando la realtà.
Comunque mi autosospendo per un pò.Meglio riflettere.
aprile 24th, 2009 at 00:20
@ Stefano: in merito alla questione dei bersagli, ti invito a rileggere il tuo precedente commento, molto poco riguardoso verso un parere tecnico e circostanziato espresso da Antonio F, la cui pacatezza anche nel seguito è stata esemplare.
Leggo l’intervento di Ernesto come gesto di solidarietà nei suoi confronti e in esso non intravedo gli estremi per un mio intervento. Ernesto ha inoltre espresso una verità che mi sento di condividere: nel corso di questa lunga discussione ben pochi detrattori di Hubbard hanno argomentato il loro giudizio. Sintomo forse che ben pochi di loro avessero davvero letto l’opera in questione? Mi tengo il mio dubbio. In compenso ho contato – e chiunque è libero di esercitarsi con me scorrendo i commenti pubblicati – un discreto numero di attacchi personali e insinuazioni neanche troppo velate. E, mi spiace constatarlo ma questa è una certezza, il bersaglio non è nemmeno stato sempre il solo Hubbard.
@ V per Vincenzo (Oliva): sarò lieto di tornare sull’argomento con cognizione di causa 😉
aprile 24th, 2009 at 11:05
Ma come?E dare dell’incapace?e accusare di non argomentare quando si fa lo stesso?per non parlare del resto.
Noto con sconcerto una disparità di trattamento che chiunque non sia accecato potrà valutare.
Ribadisco la mia distanza da questo tipo do ambiente,e la conseguente soddisfazione;la delusione per Dematteo che francamente credevo più onesto,e la mia definitiva cancellazione da questo inutile blog.
Con voi la fantascienza è davvero morta.
aprile 24th, 2009 at 11:14
Stefano, anticipandoti che non serve alcuna cancellazione perché non ti è stato imposto alcun form di registrazione, e questo la dice lunga sulle procedure di filtraggio e censura operate da questo inutile blog, ti chiederei di dimostrarmi dove, nei tuoi precedenti interventi, hai argomentato le tue critiche al libro Il tenente.
Io sto contestando i tuoi continui attacchi all’autore (qui si critica l’opera pubblicata), al suo seguito (non ho nessun interesse a dover prendere le parti di Scientology, e sembrerebbe che tu e qualcun altro vogliate costringermi proprio a fare questo), agli altri navigatori del blog (il rispetto reciproco è la regola base di ogni tentativo di discussione e confronto). Nient’altro. Qualsiasi tuo ulteriore intervento estraneo a questa logica unilaterale sarà davvero benvenuto. Te lo assicuro.
aprile 24th, 2009 at 14:47
Scusa, Stefano, chi ti avrebbe dato dell’incapace? Io no di certo. In ogni caso, tutti i post sono sul blog, quindi chiunque può verificare. Personalmente non ho neanche “accusato” nessuno di non argomentare, ho solo detto che, se mi prendo la briga di dare un giudizio complessivo su un autore, auesto giudizio “andrebbe” argomentato, cioè sarebbe meglio, preferibile, più interessante argomentarlo. Si trattava di un invito, non di un’accusa. Ho poi aggiunto (spiegando perché) che citare Scientology non mi sembrava un’argomentazione valida. Di nuovo, era un invito alla discussione, non una censura. Tu reagisci (tirando un po’ nel mucchio) con un apodittico: “Con voi la fantascienza è davvero morta”. Posso dirti che sono un tantino perplesso?
aprile 24th, 2009 at 15:20
Ma gli interventi del sig.Ernesto li avete letti?Gli insulti lì si sprecano, e questa volta decisamente personali.a differenza di quanto abbia mai fatto io.
Quanto ad Antonio F,devo dire che i suoi interventi mi sono sembrati oltrechè civili,anche articolati,solo che non capisco come una persona intelligente possa perdere tempo con Hubbard.
Tutta questa storia mi richiama alla mente il caso di Louis Ferdinand Celine:esecrato come uomo(nonostante curasse gratis molti pazienti)per il suo filonazismo e antisemitismo,ma venerato come scrittore.Con una piccola differenza:Celine era davvero un grande scrittore,Hubbard(e l’ho letto,non tutto ma due romanzi li lessi)non è NIENTE.
aprile 24th, 2009 at 16:26
scusate, non intervengo molto spesso, ma stavolta vorrei dirvi…che cavolo vi prende? rilassatevi, in fondo la sci-fi serve anche a questo..non voglio dire che i lettori di sci-fi siano persone diverse dalle altre, non sono così ingenuo..però..
non vi piace Il tenente? dite il perchè in modo un po’ meno generico..e suggerite qualche romanzo da pubblicare nella collana
peace and love
aprile 24th, 2009 at 17:15
@Sig. Stefano
Mi sono riletto i miei commenti.
X mi deve avere censurato, visto che di insulti non ne ho trovati.
Ma se la memoria mi regge, nell’intervento a favore di Antonio F, non chiamavo personalmente in causa nessuno.
Con tutti gli Stefani che circolano sarei stato leggermente in difficoltà. Non si obbietti che io mi firmo Ernesto. Io sono facilmente identificabile, visto che metto il collegamento al mio sito personale. Sin dal 1994 ho scelto di apparire in rete senza nascondermi dietro soprannomi più o meno fantasiosi. Se qualcuno nutrisse dubbi che l’Ernesto sia quel che dice di essere, basta scrivergli. L’indirizzo è pubblico. Anche se X non tollererebbe un falsario che si spacciasse per l’Ernesto. Pesce e pannocchie.
aprile 24th, 2009 at 20:10
E che devo dire?allora sono paranoico,oltre che incapace di leggere.;motivo in più per prendersi una pausa di riflessione.Sono intervenuto troppo spesso,e quello che mi preneva l’ho detto:Hubbard è un fenomeno più criminale che letterario,e nel caso in cui ci si voglia prendere la briga di esaminare quest’ultimo non si troveranno elementi di alcun interesse,nè stilistico,nè di idee nei suoi scritti:Ritorno al domani,tanto per fare un esempio, gronda di sentimentalismo di basso livello,condito dei paradossi einsteniani sulla velocità della luce,un pò poco per parlare di buon libro-.
Ma a qualcuno tra voi piace.e non è nemmeno sfiorato dalle vicende che il losco figuro tramava.Liberissimi,ma per me è sifficiente per ritenere questo blog screditato senza appello.o quasi.
Sono definitivamente passati,e non ritorneranno,i tempi in cui leggere fantascienza significava isolarsi in un bozzolo di soddisfatto autocompiacimento.
aprile 24th, 2009 at 20:37
Prendo atto che il giudizio su Hubbard è stato meglio articolato. Io non me lo ricordavo così melenso, ma forse, quando l’ho letto, ero troppo giovane…:-)
Però, che c’entra Hubbard con l’autocompiacimento? Mi pare che nessuno qui sia parente di Hubbard, o membro di Scientology.
Comunque, condivido l’intervento di Cartacci: ho l’impressione che ci sia un eccesso di nervosismo (ma il “peace and love” è ironico o melenso?…:-) )
aprile 24th, 2009 at 21:24
Io ho una mezza idea che la situazione sia degenerata semplicemente perchè gli attori di questo blog sono portatori di interessi divergenti e non componibili. Come in una società per azioni quotata non necessariamente quello che conviene ai piccoli azionisti va bene per i grandi, per i manager o per i proprietari.Scusate la mia deformazione economica, ma mi piacerebbe tanto essere smentito
aprile 24th, 2009 at 21:39
Più semplicemente Hubbard è, in modo del tutto ovvio, un nome che avvia da sé la discussione accesa. Ribadisco che non è corretto – criticamente corretto – giudicare lo scrittore (mediocre, per altro) sulla base dell’uomo, ma pure è scontato che l’uomo Hubbard possa ingenerare in molti una forte ripulsa anche verso lo scrittore.
V.
aprile 24th, 2009 at 21:40
Allora: ultima chiamata! A partire da questo momento, chiunque intervenga senza esprimere pareri sul libro in questione e nel pieno rispetto dei potenziali interlocutori, nonché di tutti i lettori del blog, verrà inevitabilmente cassato.
PS: Per fortuna tra un paio di settimane esce Haldeman…
aprile 25th, 2009 at 01:26
Sento la nostalgia dei bei vecchi flame, per fortuna ogni tanto uno ne capita.
E se tanto mi da tanto con La fortezza di Farnham ne vedremo uno epocale.
A proposito, la cambiate la quarta di copertina?
Comunque non vedo perché un giudizio pesantemente negativo su Scientology ne escluda uno positivo su un romanzo di Hubbard, si tratta di due cose indipendenti, e Il tenente resta un romanzo perlomeno leggibile, assieme alle Quattro ore di Satana il migliore di Hubbard, come già scrissi recensendo Ritorno al domani: http://www.fantascienza.com/magazine/libri/10221/ritorno-al-domani/
Certo, se vogliamo discutere se davvero Hubbard merito due pubblicazioni su UC quando altri autori ancora non vi sono comparsi sono a disposizione.
aprile 25th, 2009 at 10:56
@X
Fra due settimane esce Haldeman? Stai dicendo che avremo due UCZ nello stesso mese? Me lo sarei aspettato per le nozze di diamante, non per uno 076/077 qualsiasi
Ovvero stai dicendo che l’annuncio di La fortezza di Farnham apparso su URA 1545 non è da prendere sul serio?
aprile 25th, 2009 at 16:57
Non so se l’insinuazione dell’impronunciabile sgsagdsfag fosse una battuta o una provocazione, o se chi l’ha scritta ci creda davvero. Pare comunque che Stefano l’abbia presa sul serio. Allora lo invito a notare che nessuno qui ha difeso Scientology (non devi credere a me, rileggiti i post). Questo risentimento nei confronti di Hubbard e Scientology (che nessuno, ripeto, qui ha difeso) comincia a sembrarmi strano. In ogni caso, la tua domanda è bizzarra. Come sarebbe, che uno non può avere nella testa Hubbard e Ballard? Sono certamente molto differenti (a parte le tre lettere finali del cognome) ma non ti sembra che la fantascienza sia caratterizzata, tra l’altro, proprio dalla “diversità”? Basta non metterli vicini, nemmeno sullo scaffale…
aprile 26th, 2009 at 19:05
Ernesto, ti confermo che UC 076 sarà Missione Eterna di Haldeman, di cui ho avuto modo di ammirare in anteprima la stupenda copertina di Franco.
aprile 27th, 2009 at 12:15
@Di Matteo</B)
Perdindirindina !!
Ben 75 commenti su “Il Tenente”, ma ne valeva la pena ? :angry:
Non vi nascondo che sono molto confuso, :confused:
forse è stata, sì, una flame, ma mi appare che sia rimasta quasi solo cenere….
Comunque Di Matteo è stato all’altezza della situazione, e soprattutto ha colto il momento giusto per essere propositivo.
Forse si è capito dai miei interventi, tendo più a proporre che a criticare, quindi
se Di Matteo ci annuncia che UC 076 sarà Missione Eterna di Haldeman, propongo di pensare a qualcosa di James White, che fu un precursore pacifista ed un antimilitarista,
(forse i diritti sono ancora di Mondadori), per dare ai giovani lettori di URANIA l’occasione di un confronto articolato di come si siano evolute certe tematiche da Hubbard, ad Heinlein, a White, ad Haldeman…… 😛 😛 😛 😛
aprile 28th, 2009 at 00:18
Il Tenente mi è sembrato un buon romanzo, dallo stile secco e non consolatorio e dalla leggibilità elevata, sicuramente in una collana di classici Sf non stona ( vogliamo parlare di Maine ? ). Hubbard a livello narrativo l’ ho sempre apprezzato, in pratica ho letto tutto quello che è uscito, fermandomi solo dopo il primo volume di quella ciofeca di ciclo di Battaglia Per la Terra, si capiva che lo scrittore degli anni 40 -50 non c’ entrava nulla con quello degli anni 80. Nella mia mente ho sempre accomunato Hubbard a Robert Heinlein come stile ed ideologia di partenza, entrambi dotati di una prosa essenziale ma ” catturante “
aprile 28th, 2009 at 00:32
con la differenza che Heinlein ideologicamente partiva da Conservatore per finire Progressista ( Clint Eastwood Docet ), mentre Hubbard partiva da Conservatore per finire Cialtrone ( ma con leggerezza, come quegli amici fanfaroni che vi fanno divertire ma a cui non affidereste nulla di concreto ), col merito durante il percorso di divertirvi ( ma mai lo avreste preso sul serio ), un pò come diceva Totò nella famosa scenetta di Pasquale : ” Ma questo stupido dove vuole andare a finire ? “. Quello che voglio dire è che è stata proprio la conoscenza della narrativa di Hubbard che mi ha fatto subito pensare all’ epoca dell’ avvento della Dianetica che lo scrittore si era trasformato nel personaggio, nel senso che gli approfittatori cialtroni che sempre avevano vissuto sulla carta nei suoi scritti si erano trasfigurati nella di lui persona. Ma se questi personaggi abitando nel mondo della fantasia facevano sorridere, materializzandosi in Dianetics prima e Scientology poi mi facevano solo venire voglia di chiamare la Polizia. In conclusione leggere Hubbard è divertente e conoscerne il pensiero che traspare dalle sue storie ti fornisce la difesa migliore da Scientology : come prendere sul serio un cialtrone ?
aprile 28th, 2009 at 12:57
Volevo intervenire sul Tenente, ma aspettavo ormai che uscisse Farnham. Il Tenente l’ho letto una prima volta tanti anni fa, e mi piacque, poi riletto un po’ meno ma pur sempre tanti anni fa, e mi piacque molto meno, era passato il tempo necessario a farmi rendere conto che l’eroismo viriloide, il superomismo, la visione politica semplicistica di quel romanzo non coincidevano con me, e non bastavano il ritmo serrato e la visionarietà che talvolta si sprigiona dalla cupezza (le parti che più convincono e attraggono sono quelle in cui Hubbard si lascia andare alla voluttà del disfacimento e rinuncia agli argini che tenta di opporle con la figura – per me tutt’altro che esemplare – del Tenente). Aspettavo che uscisse Farnham perché, appunto, avevo bisogno di tempo per una terza lettura, e questo che ho appena espresso, in realtà, è un giudizio che fonde le impressioni di allora con quelle di adesso.
Ma Farnham, per caso, l’ho letto da poco, per la prima e certamente per l’unica volta. Spero che non sia mai pubblicato in Urania Collezione: perché è un romanzo bruttissimo, che non sta in piedi da qualunque parte lo si rivolti. Io, che non sono esattamente un appassionato di Heinlein, gli riconosco se non altro il merito di costruire intorno ai suoi personaggi (saccenti, logorroici, insopportabili, ma tant’è, sappiamo che Heinlein piace anche per questo) degli scenari plausibili, delle trame articolate che grondano di realtà e che quasi mandano avanti da sole le storie. Ma Farnham… Basta così. Pericolo scampato.
aprile 28th, 2009 at 13:08
@Alessandro
Tranquillo. La Fortezza di Farnham uscirà, in edizione a quel che ho sentito completamente revisionata. Ne riparleremo quando il tempo verrà.
aprile 28th, 2009 at 18:22
Il commento di Capitan Klutz mi appare molto ragionevole e interessante. Mi discosto sull’interpretazione di Heinlein. Mi riesce difficile pensare a RAH sia in termini di “conservatore” che di “progressista”; Heinlein mi è sempre parso fare categoria a sé stante: individualista sempre, e quasi anarco-individualista, a volte; attratto da un superomismo militarista, altre volte; talaltra ancora libertario. E oltre. Apparentemente contraddittorio, ma intimamente coerente con una scelta di pensiero indipendente e irriducibile, la cui stella polare mi appare appunto la dimensione individuale, e la costruzione a partire da essa di una società poderosamente organizzata, ai fini della massima valorizzazione degli individui di buona volontà (leggasi di più spiccato individualismo).
Farnham è una storia minore, indubbiamente, ma certe traduzioni del passato ancora gridano vendetta, quindi è ben possibile che una traduzione riveduta e corretta del romanzo possa valorizzarlo non poco.
V.
aprile 28th, 2009 at 20:20
Caro Vincenzo ho usato i termini Conservatore e Progressista cercando di semplificare le molte sfaccettature di Heinlein, devo aggiungere che la tua articolazione riguardo al buon Robert la sposo in toto, sei riuscito ad essere più specifico ed efficace del sottoscritto.
aprile 29th, 2009 at 07:48
La competenza si vede dai risultati.. Uno scrittore è di successo in proporzione ai libri pubblicati e venduti.. Dunque? BRAVI TUTTI GLI SCRITTORI CHE SCRIVONO E PUBBLICANO I LORO LIBRI! Non siamo noi a giudicare per gli altri.. chiunque può farsi un’idea e decidere se piace o meno. Il bello o il brutto rientrano nelle opinioni e considerazioni delle persone. Nessuno potrà mai alzarsi e decidere da giudice di ciò che va o non va in una od altra cosa. Ho un profondo rispetto per qualsiasi scrittore, d’altronde lui sta o ha creato qualcosa, noi NO!
aprile 29th, 2009 at 09:45
Hans, non la metterei in questi termini. Nella catena alimentare, qualunque scrittore dipende dagli scrittori che lo hanno preceduto e dall’ambiente (lettori + editori + attualità) che lo circonda.
In virtù di ciò, ogni lettore ha il pieno e legittimo diritto di pronunciarsi su un libro e di dissentire dalle idee espresse in esso o altrove dall’autore. Basta scegliere le sedi opportune per farlo. La tavola dei commenti a questo post per un frangente si era trasformata in un banco di imputazione per Scientology. Processo inutile e stucchevole per la scontatezza degli esiti e l’inadeguatezza del luogo.
Tornando a noi, Hans, hai pienamente ragione quando sostieni la criticabilità dell’opera: la pubblicazione di un libro mette i lettori nella condizione di scegliere se acquistarlo o meno e, dopo averlo letto, eventualmente di criticarlo. Ma la sua pubblicazione è una condicio sine qua non.
aprile 29th, 2009 at 15:49
@ Hans
Non sono gli scrittori a pubblicare, ma gli editori: quando arrivano in libreria sono GIA’ stati giudicati, perché qualcuno ha già deciso che meritano la pubblicazione.
@ Vincenzo
Per me le idee di Heinlein sono chiare e trasparenti. Potrò anche sbagliarmi, ma sono convinto che a qualcuno paiono incatalogabili perché si ostina a inquadrarle secondo delle categorie culturali-politico-ideologiche EUROPEE, mentre invece Heinlein è americano. Al 100%. Hai mai visto “Bowling a Columbine” di Michael Moore? Quella persona che Moore va a intervistare e che tiene una pistola sotto il cuscino del letto: QUELLO è Heinlein! Le idee di quell’uomo e il suo background culturale sono esattamente le medesime!!
aprile 29th, 2009 at 16:58
X, se gli scrittori dipendessero dalla catena alimentare alimentare che hai mensionato partiremmo dal presupposto che nulla è stato creato ma semplicemente copiato o modificato. Dunque? Cinquantamila scimmmie scrivo cinquanta milioni di parole, su cinquantamila macchine da scrivere e viene fuori, prima o poi, un romanzo…
Stefano: non mi dirai che una cricca di editori rende o meno pubblici i libri secondo un principio di censura imponendo alle masse la loro ideologHIA? JA! Non ci credo neanche per sogno, forse perché penso che occorre eaccettare che ci sia un certo discernimento e capapcità di giudizio, o quantomeno di SHARE che nasce dai lettori finali… Altrimenti siamo già nell’era del Grande Fratello di Orwel e onestamente mi sembra improbabile.
aprile 29th, 2009 at 18:09
@Stefano
Anche per me le idee di Heinlein paiono chiare e trasparenti. Ma questo non significa semplici, né semplicisticamente riducibili. Una lettura che faccia riferimento al tizio di cui dici, per me è a tal punto semplicistica da essere fuorviante, riducendosi alla risposta istintuale (e paranoica) alla percezione del pericolo esterno. Heinlein è uno scrittore politico mai banale, invece, e le sue posizioni sono profondamente meditate e non istintuali. E nel quale convivono indubbiamente istanze che appaiono ora libertarie ora (più spesso) rigidamente direttive. Ma questo perché, come accennavo, il valore fondante della sua visione politica è l’individualismo, e le modalità applicative dell’agire umano debbono fondarsi sull’azione libera e allo stesso tempo responsabile degli individui (chiaramente gli individui più coraggiosi, intelligenti, scaltri ecc., che per forza di cose assumono un ruolo propulsivo). Si può non amare questa visione politica (io non la amo: il rischio che vi è insito di deriva autoritaria è troppo elevato), ma non può essere ricondotta alla risposta irrazionale alla paura.
V.
aprile 29th, 2009 at 18:23
@Hans
La “dipendenza” degli scrittori da chi li ha preceduti è certamente una “catena alimentare”, ma non vi è nulla di diminutivo in ciò; si tratta anzi della catenza nobile di funzionamento della cultura letteraria (e umana in genere: e del resto ormai si va chiarendo che i meccanismi dell’apprendimento umano sono principalmente imitativi). Si tratta della ricchezza culturale dell’umanità. Ogni scrittore si pone in accordo o contrapposizione con quanto lo ha preceduto, e, perciò, comunque in stretta relazione. Gli stessi testi fondanti della letteratura occidentale – i poemi omerici e gli scritti esiodei – rimandano al patrimonio orale precedente. Chi abbia cominciato, e l’originalità in senso stretto sono questioni marginali e più che irrilevanti: fuorvianti. Ciò che conta è l’apporto personale, il modo in cui ciascuno scrittore struttura il proprio modo di scrivere, e quindi offre il proprio punto di vista: che potrà essere unico, o pedissequamente appiattito.
Ciascun editore ha ovviamente una propria politica commerciale e culturale, che nasce da un’ideologia. Questa, direi, è una banale ovvietà :-). Non significa che debbano esservi congiure né complotti :-). Ma certo è che errori, miopie, scelte prive di ogni coraggio, si possono verificare e si verificano. Un caso per tutti: che nulla di Guido Morselli sia stato pubblicato vivente l’autore.
V.
aprile 29th, 2009 at 20:12
Heinlein è uno scrittore di destra,ma che a volte si legge,a differenza di Hubbard ,con ESTREMO piacere.In lui il dato politico passa volentieri in secondo piano.
Politico,non ideologico,leggete bene.
aprile 30th, 2009 at 09:15
@X
Non c’entra nulla con il dibattito su Hubbard e quindi, ovviamente, non c’è nessun problema a cassare questa noterella, ma ho visto che non sono il solo che non riesce a caricare le emoticon più carine, ed alcuni “pezzi” semplici di HTML.
Ho visto che il lo ha caricato, il mio :confused: invece no, Vincenzo Oliva, proprio qui sopra, neanche quelle semplici, può gentilmente dare a tutti qualche dritta su cosa si può caricare e cosa no e come . Grazie !
aprile 30th, 2009 at 10:04
@ Trasfigurato: riprendo da una segnalazione di qualche mese fa questa pagina:
http://codex.wordpress.org/Using_Smilies
Utilissima! Ciao,
X
aprile 30th, 2009 at 11:50
@ X
Anche il mio un intervento poco attinente all’argomento..
Gentilmente, volevo chiederti qualche novità su Peter F. Hamilton, un autore che ADORO! Lippi lo ha elencato tra gli autori prossimi pubblicati, ma QUANDO di preciso? Ti prego, comincio a non stare più nella pelle..
aprile 30th, 2009 at 12:32
Ciao Gianni! Dreaming Void è in programma per il 2010. Purtroppo non posso essere più preciso. Come dimostrano i recenti casi Warcraft (che ha causato lo slittamento di “Epix”, la collana parallela dedicata al fantasy) e La fortezza di Farnham menzionato poco sopra, l’imprevisto è sempre in agguato, ma su tempi così lunghi non dovrebbero esserci cattive sorprese.
Inoltre i titoli annunciati per i prossimi mesi sono tutti di livello obiettivamente molto alto, e se anche “Urania” dovesse costringerti a un’attesa più lunga del previsto per Hamilton, potresti appagare la tua fame di new space opera con il consigliatissimo Alastair Reynolds. Intanto ti suggerisco come antipasto Seeker di Jack McDevitt, in uscita a maggio. Buone letture!
aprile 30th, 2009 at 23:36
“UC 076 sarà Missione Eterna di Haldeman,”
Ditemi che non è vero.
maggio 1st, 2009 at 07:37
@Anacho
Non te lo diciamo…