Se ne va Michael Crichton, maestro del techno-thriller
Lo scorso 4 novembre si è spento a Los Angeles all’età di 66 anni lo scrittore Michael Crichton. A darne la notizia è stato il suo sito web ufficiale, che parla dell’esito improvviso di “una coraggiosa lotta privata contro il cancro”.
Classe 1942, Crichton si era distinto nel thriller rivelando sempre una grande attenzione per il dettaglio scientifico e tecnologico. Sceneggiatore e regista, oltre che autore di bestseller venduti in 150 milioni di copie, negli ultimi trent’anni è stato insieme a Stephen King uno dei maggiori artefici dello sdoganamento dell’immaginario fantascientifico verso il pubblico di massa. Un’impresa resa possibile dalle caratteristiche della sua scrittura, capace di irretire il lettore con le doti di un grande affabulatore, anche quando a essere trattata era la più ostica delle materie.
Non è facile quantificare la portata del suo lavoro nella nostra percezione del mondo e dei suoi cambiamenti. Nel romanzo Crichton ha spaziato dal tema del controllo del Terminale Uomo (The Terminal Man, 1972) alle questioni ecologiste di Congo (1981), dal contatto extraterrestre di Sfera (Sphere, 1987) ai dubbi bioetici correlati alla clonazione, esplorati nel celebre Jurassic Park (1990) e nel suo seguito, Il mondo perduto (The Lost World, 1995), entrambi arricchiti da suggestive digressioni sulla teoria del caos. Negli ultimi anni i suoi lavori erano diventati sempre più controversi, continuando a sfidare le frontiere della scienza (come la nanotecnologia e le biotecnologie, in Preda – Prey, 2002), tornando alla ricerca genetica (Next, 2006) o avanzando un personalissimo punto di vista sul global warming in Stato di paura (State of Fear, 2004). Ma Crichton aveva raggiunto risultati di tutto rispetto anche nelle ricostruzioni storiche, con La grande rapina al treno (The Great Train Robbery, 1975) ambientato nell’Inghilterra vittoriana e Mangiatori di morte (Eaters of the Dead, 1976), un’epopea semi-mitologica attorno all’anno 1000 vissuta dalla prospettiva di un poeta arabo ospite di una comunità di vichinghi.
Laureato in medicina ad Harvard (1969), mentre muoveva i primi passi letterari Crichton si cimentava anche nella carriera di cineasta. Il suo esordio dietro la macchina da presa è del 1973 con Il mondo dei robot (Westworld), piccolo film di culto con un Yul Brinner nel ruolo di androide omicida, protagonista di una caccia all’uomo che aveva come sfondo un parco giochi a tema chiamato Delos. Come sceneggiatore aveva lavorato alla trasposizione di molti suoi romanzi divenuti film di successo: si pensi al kolossal di Steven Spielberg Jurassic Park o a Sol Levante (con Sean Connery, dal suo romanzo del 1992 Rising Sun). Come produttore e autore televisivo Crichton è stato anche artefice del successo mondiale di E.R. Medici in prima linea. Al momento della scomparsa, stava lavorando alla sceneggiatura del remake di Westworld.
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aprile 18th, 2009 at 19:17
[…] darwinista o, se preferite, capitalista): buona per il mercato e, al massimo, per lo sport. Michael Crichton, che di libri e successo se ne intendeva, scriveva già diversi anni fa (si era negli anni […]