Kim Newman, il funambolo della SF inglese
Morso dal bacillus vampyricus in tenera età, il brillante autore di Genevieve la dama immortale si trasferisce, per una volta, in Italia. Ce lo introduce Giuseppe Lippi.
Nel 1959, una canzone di Bruno Martino legata alla colonna sonora del film di Steno Tempi duri per i vampiri (con Renato Rascel e Christopher Lee) cattura l’immaginazione della gente, assetata di morsi di celluloide ed evasioni fantastiche. Si diffonde persino sulle spiagge, dove la canticchiano un po’ tutti: maggiorate, bagnini, bambini. Il ritornello fa così: “Dracula, Dracula, Dra… vampiro dal nero mantello… perché non ti succhi un bel pollo… e lasci le donne campàr!” Quello stesso anno ― vedi caso ― nasce a Londra Kim Newman, che fin dalla culla ne rimane indelebilmente impressionato. Kim vuole essere morso a tutti i costi da Rascel, e a questo scopo diventa un esperto di cinema fantastico, scrive in proprio una trilogia di romanzi su Dracula, poi la trilogia continua e approda a questo Dracula cha cha cha del 2000, un finissimo romanzo fantadark. La tentazione di pubblicarlo su “Urania” si è fatta irresistibile, ma come intitolarlo? Fosse per noi avremmo optato subito per il titolo originale, ma c’era qualche perplessità. E se i lettori l’avessero trovato troppo ridanciano, troppo musicale, troppo tongue-in-cheek? Così, pensa oggi e ripensa domani, il tempo passava… Poiché, però, non poteva passare indefinitamente (anche le ucronie hanno le loro scadenze, soprattutto scadenze contrattuali), finalmente ci siamo decisi a offrirvelo nella versione che qui potete ammirare. Dracula cha cha cha, appunto (a rischio di far sussultare qualche lettore anti-rasceliano, ammesso che ne esistano). Tra gli altri titoli pensati, abbiamo l’onore di citarvi: Una minaccia per l’Italia , Operazione terrore, Vampyr blues e Stirpe di tenebra. Nessuno ci pareva lontanamente in sintonia con il sublime solfeggio dell’originale. Meglio così.
Come definire questo libro immortale? (Tutti i racconti che parlano di quella specie protetta, i vampiri, sono a rischio di non-morte.) Possiamo garantirvi che fantascienza sociale non è, cyberpunk neppure, steampunk… bleah! Niente, ai romanzi di Kim le etichette facili non si applicano. E’ piuttosto un sanguinoso arazzo su un periodo insospettabile dell’italica civiltà, un’èra che precede la strategia della tensione, i delitti politici, le bombe e il terrorismo, eppure… Fa già presagire, come in un frullar d’ali, i morti che verranno cha cha cha. Una ballata su Cinecittà, via Veneto, l’Alitalia non ancora morta vivente, le dive, i film di vampiri e un corso di storia alternativa che non avremmo immaginato. Se non fosse per Kim…
Non a caso Newman le diabolique, uno dei più sensibili autori della “new new wave” britannica, ha scritto il primo libro insieme a Neil Gaiman: Ghastly Beyond Belief (1985), un manuale della fantascienza delirante. Sono seguiti vari libri di cinema, numerosi racconti e, a partire dal 1989, i celebri romanzi. In alcuni di essi ha dato Vittoria regina in sposa a Dracula, riscrivendo la storia d’Inghilterra; in altri ha fatto scontrare il conte transilvano con il Barone Rosso: tutto in famiglia, insomma. In Italia sono stati tradotti Anno Dracula (1992), Il barone sanguinario (1995), Drachenfels (2001), Genevieve la dama immortale (1989, una storia non meno vampirica delle altre).
Kim Newman, che è collaboratore della rivista di cinema “Sight & Sound”, è un amico del festival triestino del film di fantascienza, Science plus Fiction, cui partecipa ogni anno. E’ uno degli autori che in modo più originale stiano rimappando le visioni della sf inglese.
In conclusione, ci sia consentito dedicare questa traduzione del suo opus a una delle vere artiste che diffusero il cha cha cha in Italia: Abbe Lane, stupenda moglie del grande Xavier Cougat. Ahi, Kim, essere morsi da lei…
G.L.
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settembre 4th, 2008 at 22:21
Approvo senza riserve il mantenimento del titolo. Fra l’altro, ma è una idiosincrasia personale, trovo insopportabile
la proliferazione della parola “blues” nei titoli dei libri.
settembre 4th, 2008 at 22:36
[…] sconosciuto: […]
settembre 5th, 2008 at 08:21
[…] Sul blog di Urania, una frizzante presentazione di Kim Newman firmata da Giuseppe Lippi: il volume Dracula cha cha cha dell’autore inglese, terzo volume […]
settembre 5th, 2008 at 10:32
Nonostante tutto il titolo continua ad essere discretamente orrendo;un libro con un simile titolo non lo si acquista neanche se fosse scritto da Faulkner o Gadda.
Cha cha cha…
settembre 5th, 2008 at 10:38
Questo lettore è sempre bastian contrario. Bene così, ma mi permetto di ricordargli che a suo tempo acquistammo Quer PASTICCIACCIO brutto de via Merulana, che lui ovviamente perse per via del titolo… E poi, che dire della canzone di Bruno Martino? Non si ascolta neanche quella? Suvvia…
settembre 5th, 2008 at 10:56
Accidenti che chiaroveggenza!
Ho davvero evitato per alcuni anni quel grandissimo libro per via del titolo.
Ma si tratta comunque di uno dei libri più belli di tutta la letteratura mondiale,e il titolo ha ben altre ragioni.
Non vi piacciono i bastian contrari?
Saluti contrariati.
settembre 5th, 2008 at 11:23
No, figurati: i bastiani vanno bene. E’ solo per farti riflettere che DRACULA CHA CHA CHA non è un titolo nostro, né a rigore di Kim Newman, ma di una divertentissima canzone. Saluti spassosi.
settembre 5th, 2008 at 18:28
Ciao a tutti, posso chiedere a che libro è riferito ” quer PASTICCIACCIO brutto de via Merulana?
settembre 5th, 2008 at 19:54
E’ come chiedere a che libro è riferito “I promessi sposi”.
A se stesso.Carlo Emilio Gadda.
A suo modo Fantascienza.
settembre 5th, 2008 at 23:32
Aggiungo che l’unico altro titolo “danzante” che mi viene in mente, “Il mambo degli orsi” di Joe Lansdale, è un grande libro.
settembre 6th, 2008 at 12:25
Metteteci pure, al negativo, “I duri non ballano” di Norman Mailer.
settembre 6th, 2008 at 13:10
beh, a me pare un titolo simpatico, dai.
e poi sono per il partito “mantenere sempre il titolo originale (se traducibile)”
settembre 6th, 2008 at 13:32
Dirò una cosa che non interesserà nessuno:io sto cercando in giro i vecchi Urania-degli anni sessanta e settanta in particolare-con l’unico criterio del,dopo quello dell’autore,…titolo.
Da questo deriva la mia severità e la mia bastiancontrarietà.La magia di quei numeri non è più tornata(almeno per me),e la formula Thole+titoli+tempo,aveva una forza dirompente.
T al cubo.
settembre 6th, 2008 at 14:55
Ho comprato il libro stamane in edicola, incuriosito prima dal nome e poi dalla trama. Ho realizzato solo ora che fa parte di una trilogia, o mi sbaglio??
In tal caso, è consigliabile reperire in anteprima gli altri 2 libri o è godibile anche da solo? Grazie!
settembre 6th, 2008 at 16:52
Ciao a tutti! Mi rivolgo in particolar modo al gentile signor Lippi: dato che sn un grande appassionato ma nn ho mai avuto la possibilità per ovvi motivi editoriali di leggerne tutta l’opera, volevo chiedervi se era per caso in programma la pubblicazione di qualcosa di Harlan Ellison… attendo con ansia una vostra risposta! Grazie!
settembre 8th, 2008 at 10:37
Ucronia, dice il vocabolario, è la “ricostruzione logica della storia di un periodo o di un evento sulla base di dati ipotetici o fittizi”. Tutt’altra cosa credo sia lo shakerare realtà del passato e del presente per estrapolarne scene o scenari assurdi e nemmeno futuribili e né tanto meno scientifici. In ogni caso e comunque non mi piace. Non mi dice niente. Mi annoia. Di solito oltre qualche pagina non vado. E’ più forte di me; questo nuovo genere polpettone fanta-horror-ucronico-(scientifico?) proprio non lo reggo…
Cordialità,
Den Heb
settembre 8th, 2008 at 10:46
Unicuique suum! (E’ anche un celebre titolo, ma NON di fantascienza. Va tradotto in italiano, però…)
settembre 8th, 2008 at 12:17
E’ vero, a ciascuno il suo; anche perché trahit sua quemque voluptas…
Cordialità,
Den Heb
settembre 8th, 2008 at 12:37
Stò leggendo Dracula cha cha cha e lo trovo molto atipico sia come storia prettamente di “Vampiri” sia come vera e propria Ucronia.
Una cosa non riesco a capirla: la collocazione del romanzo nella collana Urania, proprio in questo momento in cui è partita una collana figlia Horror. Mi piacerebbe molto sentire le motivazioni che hanno portato la redazione a scegliere tale collocazione che onestamente non condivido.
Sono andato a cercare commenti su questo romanzo su vari siti di appassionati di FS e molti di questi esternavano il concetto della sbagliata collocazione del volume in una collana che dovrebbe pubblicare fantascienza.
Da lettore trovo il libro interessante e di piacevole lettura ma da appassionato di fantascienza penso che vi sarebbe stato altro da pubblicare su Urania, naturalmente esprimo questo ragionamento senza offesa per il lavoro di persone preparatissime e che ammiro incondizionatamente come Lippi ma solo, mi ripeto, per capire le motivazioni di tale decisione.
Saluti fantascintifici
settembre 8th, 2008 at 13:31
Il libro era stato preso effettivamente per i supplementi horror, poi mi fu chiesto di spostarlo in Urania, probabilmente perché ritenuto poco splatter o poco in sintonia con gli altri titoli usciti nei supplementi (che erano soprattutto novelization di film o libri legati a giochi). Queste decisioni sono sempre sofferte, ma mi è sembrato che l’importante fosse far uscire comunque un romanzo che aveva già aspettato troppo (lo abbiamo acquistato due anni fa). Così ho dato parere positivo allo spostamento di collana, anche perché mi piacerebbe che, come da tradizione, Urania continuasse a pubblicare di tanto in tanto un buon libro moderno del soprannaturale. Naturalmente so che i lettori di più stretta osservanza avranno da ridire, ma non dispero che di fronte alla bontà del testo imparino ad apprezzare anche queste proposte fantastiche. Per il futuro, poi, è prevista una nuova serie di iniziative fantahorror NELLE APPOSITE SEDI (e dunque in collane dedicate: i lettori di sola fantascienza si tranquillizzino!). Ne daremo notizia tempestivamente su queste colonne.
settembre 8th, 2008 at 15:06
Capito.
Come sempre il nostro Lippi è troppo di buon cuore, e perciò voglio provare anchio a chiedere qualcosa:
Fantascienza fantascienza e ancora fantascienza e magari un pochino meno horror
A parte le battute grazie per la solerte ed esauriente risposta.
Buona FS a tutti.
settembre 9th, 2008 at 14:24
beh ma allora è facile… aprite un’altra collana ! Per noi lettori e collezionisti appassionati è sempre una gioia quando parte una collana nuova Così la mamma di tutte le collane di Fantascienza continua a pubblicare solo Fantascienza, e il resto va a finire da altre parti, e chi vuole compra pure quelli. Non sono un purista della Fantascienza a tutti i costi però vedere ogni volta queste pubblicazioni in quella che è una collana per appassionati di SF, insomma, è un pochettino fastidioso, diciamolo va, è un po’ come se su Topolino ogni tanto venissero pubblicati numeri contenenti solo i fumetti di Asterix o di Bonvi, o altro ancora. Chi compra Topolino lo fa perchè gli piace quel genere e si aspetta di trovarci dentro Topolino, Paperino, Pippo e Qui Quo Qua. Chi compra Urania si aspetta che contenga della buona cara vecchia Fantascienza. Io capisco che vi siano ottimi romanzi di altri generi di bravissimi scrittori, e che sia doveroso pubblicarli, però infilarli nella collana di Urania, a mio parere, non è la scelta più giusta, soprattutto nei confronti di chi appunto legge e compra Urania perchè ama la Fantascienza. Poi tutto è soggettivo, c’è a chi piace e a chi non piace, resta il fatto che si continuano a pubblicare su Urania tutti quei romanzi che non trovano una loro collocazione in altri luoghi, e si preferisce preservare la “purezza” di una collana appena nata come la Urania Horror, perchè il romanzo in questione non segue il filone splatter o delle novelization di quella collana, anzichè preservare quella che è la collana storica italiana di fantascienza per eccellenza. La finisco qui che sennò la faccio troppo lunga.
Comunque massimo rispetto da parte mia per tutti gli addetti ai lavori, il libro l’ho comprato e forse un giorno lo leggerò anche (ma ho i miei dubbi in proposito)
settembre 10th, 2008 at 09:02
L’ho comprato ,l’ho letto,mi è piaciuto (anche se non vado pazza per le ucronie)e mi sono divertita andando a caccia di riferimenti tratti da film,libri e quant’altro.Aspetto gli altri due,in qualsiasi collana li vogliate mettere ! D’altronde, non sarebbe la prima volta che altri generi “contaminano” la collana come i romanzi di Khan o qualche fantasy qua e la negli ultimi trent’anni.
settembre 10th, 2008 at 09:40
Condivido quanto dice Max. Non vorremmo che l’enorme prestigio di Urania, patrimonio accumulato e consolidato nei decenni, servisse anche come utile e occasionale ricettacolo di altri generi. Ma a questo credo che Lippi dedichi la massima attenzione.
Cordialità,
Den Heb
settembre 10th, 2008 at 21:44
Mah, io il grande Joe Lansdale non l’avrei conosciuto senza “La notte del Drive In” e ricordo con un piacevole brivido i raccapriccianti toponi giganti di James Herbert. E’ proprio una questione di gusti…
Provoco: ma non è che l’antiquatissimo futuro “nucleare” di Mordecai Roshwald del mese prossimo è ancora meno adatto alla nostra collana preferita?
settembre 11th, 2008 at 08:11
Con qualche alto e basso come è normale, alla fine Urania è sempre Urania.
Mi sa anche che il blog si sta rivelando molto utile per ‘tastare il polso’ ai lettori, e farne tesoro in programmazione futura.
Che mi parrebbe una modalità attiva più che logica e positiva.
Il nostro buon Lippi mi correggerà se ho detto una minchiata.
settembre 11th, 2008 at 09:17
Negli anni ’70/’80 Urania pubblicava sovente romanzi horror, peraltro anche di bassa (bassissima?) qualità. A me non dispiace svariare tra i generi ogni tanto, a patto che la qalità resti ottima. In fondo, ma è una questione personale, la fantascienza spaziale quando non è ben scritta mi annoia. Tornando a Newman, voglio prima procurarmi i primi due romanzi del ciclo. Sono due? Confermate?
settembre 12th, 2008 at 10:03
I romanzi di Newman si possono leggere in modo del tutto indipendente, e i primi due non sono meno divertenti del terzo. Dal canto mio, posso assicurarvi che Urania non sarà mai una collana rigida e ogni tanto un testo “irregolare” (perché ripescato, surreale, misterioso o per altre ragioni) potrà finirci volentieri. Oltretutto, se la qualità è alta e le vendite non calano, vuol dire che il gradimento non cambia. Ricordo a tutti l’operazione che abbiamo fatto negli anni Novanta con i romanzi di Amanda Prantera, di cui siamo particolarmente felici. Newman, poi, ha molti elementi della miglior fantascienza, compresa la delineazione di un universo parallelo fatto a misura delle sue striscianti “creature”.
settembre 12th, 2008 at 10:04
Ciao. Lo sto` leggendo e sta` risultando meglio di quanto pensassi. E` un ibrido di piu` generi che sa` ricorrere all`ironia quando il meccanismo di rimandi e citazioni rischierebbe di stancare.
Anche a me farebbe piacere vedere gli altri titoli della serie.
settembre 12th, 2008 at 13:04
Io sono a favore delle “contaminazioni” su Urania: in fin dei conti, “Io sono Leggenda” è un horror o SF? Eppure mi sa che lo abbiano amato un pò tutti (parlo del libro, per carità). Forse risento del problema meno degli altri perchè non essendo un collezionista in senso stretto non mi sento in dovere di comprare un numero che non mi interessa (come questo).
settembre 16th, 2008 at 07:40
La tradizione dei romanzi horror in Urania è molto antica: si va da Il figlio della notte, a Il mostro immortale, a I giganti di pietra.
Ma gli esempi potrebbero essere più numerosi.
Scarse se non nulle le incursioni nel fantasy.
Urania è sempre stata così. Manteniamo la tradizione.
settembre 16th, 2008 at 09:05
Proprio così! E a proposito, Ernesto mi segnalava poco fa la papera di “unicuiuque suum”, che è invece,naturalmente, unicuique suum. Ne approfitto per correggere il me stesso dell’8 settembre e per ringraziare ancora il nostro grande catalogatore.
settembre 16th, 2008 at 09:32
Lippi, per Lei è facile correggersi. Guida la macchina del tempo…
X
settembre 16th, 2008 at 10:39
Buona questa!
settembre 16th, 2008 at 15:55
E’ vero, e ovviamente tutti noi lo sappiamo, la tradizione dei romanzi horror in Urania è antica esattamente quanto Urania stessa.
Non è questo il punto dei precedenti interventi, se mi è permesso precisarlo.
Il nocciolo della questione risiede nei numeri, provo a spiegarmi.
Per non risalire troppo in dietro negli anni, limitiamoci a prendere in considerazione quelli in cui uscivano 24 Urania l’anno, se tra questi ultimi se nè trovavano un paio che sconfinavano nell’horror nessuno aveva niente da ridire poiche si trattava di una piacevole divagazione dalla norma.
Ma oggi di numeri ufficiali nè escono 12 più una pleteora di supplementi già per definizione quasi tutti horror e fantasy, se poi quei 12 numeri di fantascienza si riducono ulteriormente aggiungendo al loro posto romanzi di altro genere rispetto alla FS o magari ristampe provate a farvi i conti di che cosa rimane per un appasionato di FS magari pure collezionista; molto poco.
E’per questo che alcuni tendono un pò a lamentarsi, tra Urania e le collane diciamo figlie i romanzi di fantascienza inediti stanno diventando la minoranza.
Urania collezione: 12 numeri l’anno di meritevoli ristampe ma pur sempre ristampe.
Urania horror: 3/5 numeri l’anno
Urania fantasy: 3/5 numeri l’anno
Urania : 12 numeri l’anno, se ne togliamo uno o due tra ristampe e contaminazioni di altro genere se ne deduce che la fantascienza inedita in “Urania” è diventata minoritaria rispetto al resto di altro genere o alle ristampe.
Magari si risponderà che cosi vuole il mercato o che se cosi non mi piace posso fare a meno di comprare, ma approfitto del Blog per dire la mia!
settembre 16th, 2008 at 18:43
@bibliotecario
E gli Urania Speciali?
Mi sembra grave, questa dimenticanza…
settembre 16th, 2008 at 19:59
Ernesto,
già lo prevedevo….al Supremo Gatalogatore non sarebbe potuta sfuggire tale gravissima omissione e la successiva doverosa reprimenda.
Per mia inutile ed insufficiente ammenda affermo che leggerò il numero 2 di Urania Horror
settembre 17th, 2008 at 09:15
Ma siamo rientrati proprio tutti…
Ciao gente.
settembre 24th, 2008 at 18:51
beh non posso che dare ragione al Bibliotecario, a conti fatti resta ben poco rispetto alla concorrenza Fantasy/Horror. Di Urania Speciali Fantascienza ne sono usciti un paio all’anno fino ad oggi. Diciamo che, seguendo i propri gusti personali, un tempo potevi scegliere cosa leggere su una ventina di Urania all’anno. Chi non è di gusti difficili magari li leggeva quasi tutti, altri come me, molti di meno. Se oggi possiamo scegliere su una dozzina di libri di fantascienza all’anno, tolte le eventuali ristampe o contaminazioni (per ora rare e speriamo anche in futuro), cosa mi rimane da leggere di Urania? 5 o 6 libri all’anno?
Chiaramente non bastano, quindi si cerca di comprare anche qualcos’altro di quel poco che pubblicano nelle librerie dove l’angolino della Fantascienza è , purtroppo, ogni giorno che passa sempre più striminzito.
settembre 26th, 2008 at 09:07
Max, la fantascienza evolve, nella forma e nella sostanza. “Urania”, per il ruolo storico che ha saputo meritarsi, deve trovare il modo di presentare uno spaccato attendibile del genere, della sua storia e del suo stato di salute. Credo che non si possa nemmeno immaginare un confronto tra l’offerta annuale tipica degli anni Ottanta e un campione di quella odierna: le condizioni sono mutate, la fantascienza ha esplorato sentieri diversi dalla direttrice classica. Passando per le contaminazioni con altri generi, oltre che per lavori ancora più “sperimentali”. Non li si può ignorare.
Poi, appunto, per fortuna esistono anche altre sedi di collocamento per la fantascienza, collane-cugine (o, se vogliamo, anche sorelle) che perseguono gli stessi obiettivi. E così il lettore può diversificare la pesca per soddisfare i propri gusti.
Un saluto,
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