时空 China Futures: Uno sguardo al cinema SF cinese
Empires of the Deep è in lavorazione da oltre un anno nei teatri di posa di Pechino grazie a 100 milioni di dollari investiti di tasca propria dal costruttore miliardario Jon Jiang, un neo-tycoon che si paragona volentieri a George Lucas e James Cameron (International Herald Tribune, 16/06/2010). Basterà il suo colossal in inglese e 3D, varie volte interrotto per mancanza di liquidi, a lanciare in grande stile la fantascienza “100% made in China”?
Il popolare divo e produttore hongkonghese Louis Koo esprime dei dubbi diffusi laggiù: “Pur avendo in Asia compagnie specializzate in effetti speciali, non siamo ancora pronti. Non perché ci manchino i soldi, è questione di tecnologia. Si deve anzitutto investire moltissimo nella formazione del personale creativo. Oltre ad esperti di computer graphics, abbiamo bisogno di team di professionisti di punta nei settori scenografie e make-up. Ci vorrà come minimo un decennio o anche più” (South China Morning Post, 3/IV/2010).
Jia Zhangke, autore cinese indipendente della sesta generazione, ha brillantemente utilizzato in Still Life (Sanxia haoren, Leone d’oro alla Mostra di Venezia 2006) astronavi e alieni minimalisti. Inoltre, con The World (Shijie, 2004), tragicommedia ambientata in un luna park che riproduce in scala i grandi monumenti del mondo, Jia Zhangke ha prefigurato, e senza dubbio ispirato, l’Expo 2010 di Shanghai.
Avendola visitata quest’estate, posso confermarlo: i cinesi sanno più efficacemente e rapidamente di chiunque altro edificare dal vero il Mondo del Futuro, un mondo ecologicamente perfetto ove regna la regola “better city, better life” (tema dell’Expo). Però tuttora rifuggono dalle rappresentazioni fantasiose, positive o negative, del futuro.
L’ortodossia ideologica continua a irreggimentare la produzione cinematografica ufficiale, investendo pure la sf letteraria, magari in modo meno paralizzante, come dimostrano certi ruspanti racconti contenuti in questo volume. Propaganda e autocensura hanno svilito o sedato i non frequenti tentativi di fughe precorritrici verso l’utopia. Nell’ultimo ventennio si è preferito affidarle agli smaliziati cugini di Hong Kong, cineasti quali Wong Kar-wai, Stephen Chow, Wong Jing, imponendo anche a loro 2046 paletti da rispettare.
Il festival internazionale del film di fantascienza di Trieste, S + F, presenterà in questo stesso mese di novembre un progetto di retrospettiva cinematografica che documenterà, con un serie di titoli in parte già scelti e selezionati, la nuova e straordinaria “primavera” artistica del grande paese asiatico. E non vogliamo rinunciare ad accennare perlomeno a:
西厢记
Romanzo della camera occidentale (Xixiang ji, 1927) di Hou Yao.
Dal dramma scritto nel XIII secolo da Wang Shifu e ambientato sotto la dinastia Tang, un gioiello – conservato incompleto – prodotto dalla compagnia Minxing all’epoca d’oro della mecca del cinema di Shanghai. Viene elogiato dagli storici “per gli spettacolari fuochi d’artificio visivi e gli effetti speciali ottenuti con trucchi fotografici e al montaggio” (Zhang Zhen, An Amorous History of the Silver Screen, 2005). Onirismi alla Méliès, cavalcate in cielo, un pennello fallico che magicamente si tramuta in arma, un bacio finale stile “ombre cinesi”, orchestrati con gran gusto dal regista Hou Yao (1903-1942), maestro del mélo in costume e teorico del cinema. In anni recenti cineasti quali Zhang Yimou, Chen Kaige, Feng Xiaogang, rinverdiscono con mega-budget la tradizione delle romantiche saghe medievali.
宝葫芦的秘密
Il segreto della zucca magica (Bae hu lu de mi mi, 1963) di Yang Xiaozhong.
Uno scolaro scansafatiche scopre una calabassa contenente un Genio dai poteri magici che gli vivacizza, per un po’, la monotona esistenza. Effetti speciali piacevoli quanto discordanti rispetto alla morale conservatrice. L’ultimo film diretto dal veterano Yang Xiaozhong (1899-1969), prodotto dal Tianma Film Studio di Shanghai.
小铃铛
Campanellino (Xiao ling dang, 1964) di Xie Tian.
Il reparto marionette animate del Beijing Film Studio tenta di rivaleggiare con Jiri Trnka. Due ragazzi in carne e ossa trovano per strada un pupazzo che li attira in un variopinto Paese dei Balocchi. Il prologo a zonzo per Pechino rappresenta un documento straordinario su una metropoli ancora dormiente e pre-industriale.
珊瑚岛上的死光
Raggio della morte su un’isola corallina (Shanhudao shang de siguang, 1980) di Zhang Hongmei.
Dall’acclamato racconto omonimo di Tong Enzheng del 1978, pubblicato nella fondamentale antologia della SF cinese L’onda misteriosa (Urania 1511, giugno 2006) presentata da Frederik Pohl, è scaturito finalmente “il primo film di sf”. Attori dagli occhi a mandorla truccati e vestiti da anglo-americani danno vita all’avventurosa vicenda d’uno scienziato atomico perseguitato da perfidi agenti nemici. Un ricalco della serie James Bond, prodotto con notevoli mezzi dal Shanghai Film Studio e sceneggiato dallo scrittore del racconto originario, ad un’epoca in cui i blockbuster “imperialisti” erano vietatissimi al pubblico cinese. Il fiorire del cinema SF nella Cina anni ’80 deve parecchio al successo di questo prototipo, così come la parallela fioritura della letteratura SF deve parecchio al successo del pioniere Tong Enzheng.
异想天开
Sfoga la fantasia sfrenata (Yi xiang kai tian, 1986) di Wang Weiyi.
Un accanito cinéphile sogna una specie di Astroboy animato, salva un aereo dall’attacco dei marziani e compie altre gesta fanta-comiche a Hong Kong. Prodotto dal Pearl River Film Studio assieme alla compagnia hongkonghese Tianhu.
错位
Dislocazione (Cuo wei, 1986) di Huang Jianxin.
Il secondo film diretto dal regista de L’incidente del cannone nero (1985), una satira politica che contribuì al lancio internazionale della “quinta generazione”. Tra Resnais e Kafka, la parabola d’un ingegnere annoiato dai troppi impegni burocratici che crea un robot a propria immagine e somiglianza onde farsi sostituire. Ma scoppiano conflitti esistenziali a catena. Prodotto dall’avanzato Xi’an Film Studio, un esempio di SF intellettuale.
合成人
Un uomo composito (He cheng reng, 1988) di Wang Yabiao.
Echi della rivoluzione culturale cinese, e dei suoi “ritorni alla terra” forzosi, emanano dall’apologo su un potente industriale a cui viene trapiantato il cervello d’un contadino scomparso in un incidente. Il protagonista comincia a capovolgere via via i valori di fabbrica, famiglia, gerarchia. Le due anime della Cina, città e campagna, si scontrano in una limpida metafora politica che sarebbe piaciuta a Frank Capra. Prodotto dal Changchun Film Studio.
霹雳贝贝
Ragazzo prodigio (Pili bei bei, 1988) di Song Chong e Weng Luming.
Un disco volante di passaggio regala i superpoteri a un bebè, il quale diventa ben presto un fenomeno da baraccone che la società sfrutta fino al punto d’indurlo a richiamare il suo caro ET per farlo tornare “normale”. Prodotto, come il successivo film della rassegna, dalla Compagnia Film per Ragazzi, a dimostrazione che anche questo settore è divenuto adulto e si è occidentalizzato.
大气层消失
La fascia dell’ozono scompare (Da qi chen xiao shi, 1990) di Feng Xiaoning
Dopo un prologo stile Peckinpah in cui dei bambini sadici bruciano insetti, il dirottamento d’un treno da parte dei banditi provoca la fuoriuscita di sostanze tossiche che minacciano di annichilire la fascia dell’ozono. Fanta-commedia ecologica e d’azione che istruisce grandi e piccini su come salvare a mani nude il mondo.
隐身博士
Il medico invisibile (Yinshen bo shi, 1991) di Zhang Zi’en.
Esilaranti variazioni sul tema dell’invisibilità prodotte dallo Xi’an Film Studio. Il noto comico Chang Lantian interpreta il ruolo d’un medico che inventa una droga che permette di scomparire e di rapinare una banca. Sogno o realtà?
Lorenzo Codelli
Posted in Orizzonti
novembre 19th, 2010 at 19:48
Chissà se mai sarà pubblicato un dvd sulla SF cinese?
dicembre 2nd, 2010 at 19:37
Quanto tempo ci vorrà per leggere Urania in formato ebook?
febbraio 19th, 2011 at 20:00
Ho avuto modo di vedere in VCD “Raggio della morte su un’isola corallina”: credevo fosse un film anni ’60…