Oscar Vault – Lord Dunsany, “Il libro delle meraviglie e altre fantasmagorie”

ottobre 5th, 2020 by Redazione

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a cura di Beppe Roncari

Lord Dunsany “Il libro delle meraviglie e altre fantasmagorie”

 

Lord Dunsany, "Il libro delle meraviglie e altre fantasmagorie"

Lord Dunsany, “Il libro delle meraviglie e altre fantasmagorie”

“I Farfurelli, com’è noto, prediligono la carne umana.” Basta l’incipit di un racconto per farci intuire tutta la forza inquietante e visionaria della fantasia onirica Lord Dunsany, al secolo Edward John Moreton Drax Plunkett (1878-1957).

Alcune delle opere più significative del grande scrittore irlandese, tradotto pochissimo in Italia, nonostante abbia profondamente influenzato autori del massimo calibro – fra gli altri H.P. Lovecraft, Jorge Luis Borges, J.R.R. Tolkien, David Eddings e Ursula K. Le Guin – sono state finalmente raccolte in un magnifico Drago Oscar Fantastica che racchiude “Il libro delle meraviglie”, “Demoni, uomini e dei”, “La figlia del re degli elfi”, “La maledizione della veggente”.

Il volume è arricchito dalle illustrazioni del pittore Sidney Herbert Sime, con cui Dunsany aveva stretto un proficuo sodalizio fin dai primi del Novecento. La collaborazione fra i due si rivelò talmente proficua che talvolta Dunsany dava delle indicazioni per una tavola illustrata a Sime prima di scrivere il racconto vero e proprio, per farsi ispirare e poi redigere una storia che rispecchiasse l’immagine dell’artista, ribaltando così il consueto connubio fra autore e illustratore.

Un altro insolito risultato di questa relazione idiosincratica consiste nel fatto che la “Mappa della Terra dei Sogni”, che illustra il mondo fantastico di Dunsany, è stata disegnata da Sime in totale autonomia e quindi non contiene riferimenti puntuali, ma solo ideali, all’universo narrativo di Dunsany, caso forse più unico che raro in un’opera di genere fantasy.

D’altronde, bisogna abituarsi ai paradossi e ad essere spiazzati se ci si accinge ad affrontare questo autore che spazia senza soluzione di continuità in tutti i generi del fantastico, dall’horror alla fantascienza, dalla narrativa esotica di viaggio al fantasy epico.

Eppure sarebbe riduttivo classificare l’opera di Lord Dunsany come puramente escapistica. Anche se è vero che “Il libro delle meraviglie”, primo libro contenuto nel volume, è dedicato agli uomini “stanchi di Londra”, “arcistufi del mondo che conosciamo” e in cerca di “nuovi mondi”, Dunsany si serve dei topoi della letteratura fantastica, ribaltandoli, per fare una critica ironica e spietata della società contemporanea e della natura umana.

L’incoronazione di Thomas Shap, per esempio, ci racconta la vicenda di un tipico uomo d’affari londinese, la cui unica preoccupazione è quella di far girare le ruote dell’economia, che all’improvviso “si rese conto (e non per averlo letto in un libro, ma provato di persona) della bestialità della propria occupazione, di quanto fossero orribili la casa in cui dormiva, la sua vita, perfino gli abiti che indossava.” Mr Shap si rifugia allora in un mondo di fantasia, costruendolo nei minimi dettagli, finendo per perdercisi, e immagina di venire incoronato re dagli arcivescovi e dagli arcangeli dei Thul… che tuttavia si rivelano essere i dottori e gli infermieri della clinica psichiatrica in cui è stato internato.

Gli stessi “dèi” nei racconti di Dunsany appaiono schiavi delle più grette e meschine passioni della natura umana, elevate all’ennesima potenza. L’antico idolo Chu-bu – probabile antesignano del lovecraftiano Cthulhu – rimasto per secoli l’unico essere adorato in un imprecisato paese dell’Oriente (“«Non c’è altro dio all’infuori di Chu-bu»”), vede all’improvviso comparire uno scomodo coinquilino nel suo tempio (“«C’è anche Sheemish»”). Il dialogo fra i due dèi è surreale: Chu-bu e Shemish “parlarono per tutta la notte e i loro discorsi si ridussero, essenzialmente, a: «Sporco Chubu», «Sporco Sheemish», «Sporco Chu-bu», «Sporco Sheemish», e avanti così per ore e ore.”

Una scena degna delle peggiori liti condominiali.

L’eroe più popolare creato da Dunsany, Joseph Jorkens, che compare in più di 150 racconti brevi, ben rappresentati nel volume, ha lanciato un vero e proprio genere letterario soprannominato “fantastic club tales”. Jorkens è un vecchio ubriacone in un club per gentiluomini londinesi che, purché abbia in mano un bicchiere di whisky, è in grado di raccontare le più mirabolanti avventure, in cui non mancano elementi mystery e fantascientifici.

Se ancora non vi siete convinti a correre in libreria per fare vostro “Il libro delle meraviglie e altre fantasmagorie”, ricordate che Lord Dunsany è una tappa obbligatoria della letteratura fantastica, anche se non è per gli stomachi deboli. Come ricorda Dunsany stesso nell’excipit de Il tesoro dei Furfarelli citato in apertura: “Questo non è un racconto a lieto fine.”

Leggere a piccole dosi… può creare dipendenza!

Posted in Fantascienza, Fantasy, Grandi Saghe, Oscar Vault

4 Responses

  1. Jimi Paradise

    Non vedo l’ora di vedere il Ciclo della Rivelazione in volumone unico Oscar Draghi! *.*

  2. Giuseppe P

    Leggendo le note la curiosità è tanta!

  3. Gianfranco "Lucky" Lucchi

    Correggere il titolo: Lord Dunsany e non Dundany

  4. Redazione

    Grazie, @Gianfranco “Lucky” Lucchi.

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