Urania Collezione 110: John Carter
A Princess of Mars (1912), che qui si ripresenta nella classica traduzione di Giampaolo Cossato e Sandro Sandrelli, è il primo romanzo del prolifico Edgar Rice Burroughs e precede lo stesso Tarzan of the Apes, che uscirà l’anno seguente. In John Carter il creatore dell’uomo scimmia inventa un eroe più educato e cortese, l’ufficiale dell’esercito John Carter, capace di battersi con la pistola contro gl’indiani e con la sciabola contro i malvagi uomini a quattro braccia del pianeta Marte, su cui verrà teletrasportato. Non a caso dalle magnifiche gesta di Carter – considerate un classico dell’avventura – la Disney Pictures ha tratto un kolossal dai grandiosi effetti speciali che esce questo mese nelle sale cinematografiche. Edgar Rice Burroughs È stato il più popolare romanziere d’avventura del primo Novecento, con oltre duecento milioni di copie dei suoi libri vendute in tutto il mondo. Nato nel 1875 e morto nel 1950 a Tarzana, in California, città che prende il nome dal suo personaggio più celebre, creò l’eroico John Carter con il romanzo A Princess of Mars, già apparso su rivista con il titolo Under the Moons of Mars. È la prima delle numerose avventure marziane del capitano Carter, un ex ufficiale con un mondo da scoprire.
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marzo 5th, 2012 at 12:54
Non avevate nessun romanzo più “stagionato” da proporre? 😀
Lo so che hanno appena prodotto il film ma non c’è anche un altro editore che ha appena pubblicato i primi romanzi del ciclo di John Carter?
marzo 5th, 2012 at 13:33
L’uscita del volume in concomitanza con il film è sintomo che in Urania si ha intenzione di fare le cose come si deve!
Grandi!
marzo 5th, 2012 at 16:10
Ho letto bellissime storie a fumetti di Tarzan, affascinato dai disegni di Foster,Hogarth e di Russ Manning.
Non conosco le avventure di John Carter su Marte ma spero che vi sia “un mondo da scoprire”.
marzo 5th, 2012 at 18:54
Solita manfrina editoriale : esce il film, vediamo se qualcuno compra il libro…
marzo 5th, 2012 at 19:08
Ma è solo la prima avventura della enni-logia?
marzo 5th, 2012 at 19:10
a quando Verne e H.G.Wells su Urania Collezione?
marzo 5th, 2012 at 21:35
Tutto dipende da come si pubblicano le cose, se c’è un apparato critico in grado di contestualizzare un romanzo o evidenziare cose non ovvie o magari fornire chiavi di lettura inedite. (Certo, per trovare un qualche significato alla roba di E.R. Burroughs ci vuole la macchina Enigma). Capisco che bisogna campare tutti ma ricorrere a questi mezzucci!
marzo 5th, 2012 at 21:36
@ pincopallino
Perché fermarsi a Verne e H. G. Wells?
Luciano di Samosata è assai più recente!
Una bella rimpatriata tra matusalemmi è ciò che ci vuole in una rivista troppo gggiovane come Urania.
marzo 6th, 2012 at 00:04
a questo punto pubblicate Wells … i prezzi della casa editrice Mursia sono proibitivi 😛
marzo 6th, 2012 at 09:39
non vedo cosa ci sia di male a proporre Burroughs, Verne e Wells su “Urania Collezione”, che per i classici è nata. Anzi: ben vengano!!!
marzo 6th, 2012 at 12:38
Ho tutti gli undici romanzi della serie nel vecchio e bellissimo cofanetto Nord, ma questa è una ristampa che non si può rifiutare. John Carter lo sento un po’ come lo zio d’infanzia 😀
E secondo me non v’è nulla di male se un editore “spinge” le sue pubblicazioni in concomitanza con le uscite cinematografiche. E’ un marketing trasversale che serve ad accumulare fondi per finanziare le pubblicazioni coi diritti più costosi, si spera. E mica si tratta dell’ultima fesseria della terra!
Non famo i miopi, sù!
Complimentoni, da parte mia!
Ma…che c’è in programma per il mese prossimo? 😛
marzo 6th, 2012 at 15:01
magari wells e verne su urania collezione!!!
marzo 6th, 2012 at 21:35
E’ la tempistica che è, diciamo sospetta, si ripubblica uno dei pochi libri facilmente reperibili (Sembra strano ma attualmente in italiano tutta la sua opera non è nel catalogo di nessuna casa editrice nonostante sia diventato di pubblico dominio) di un autore che ha influenzato come pochi l’immaginario popolare e che troppo spesso si da per scontato (Come si danno per scontati Welles e Verne o R.L. Stevenson, Doyle e solo adesso si è iniziato a prendere seriamente in considerazione Salgari)in concomitanza con l’uscita dell’emmesima stronzata in 3D della Disney (Non è tanto che sono un nemico del 3D, c’erano i nemici del sonoro e del colore che c’entra, è che statisticamente per la legge dei grandi numeri a parte Avatar e Hugo Cabret qualche altro film girato in 3D, o più spesso convertito per cercare di mungere qualche spicciolo al popolo bue, che non dico bello ma almeno non insultante DOVEVA SALTARE FUORI!!!). Era di certo uno da omaggiare ma c’è modo e modo.
@lucanselmi: Se si vuole fare un discorso serio sulla fantascienza queste cose vanno prese in considerazione (A parte che sono fondamentali per lo steampunk quindi sono attuali più che mai), io ci metterei anche “R.U.R.” di Karel Capek e “Metropolis” di Thea Von Harbou, pensa te.
marzo 7th, 2012 at 00:33
Ora, lasciando stare giganti come Wells e Verne, le cui opere hanno allietato la mia infanzia e anche gran parte del resto della mia vita, Luciano di Samosata si legge sempre volentieri.
I Caulomiceti armati di asparagi non sono cosa da prendere alla leggera.
marzo 7th, 2012 at 11:46
Sono felicissimo per l’uscita di questo romanzo su Urania Collezione, e mi aggrego a quelli che spingono per Wells e Verne su UC. Passerranno altri secoli prima che qualcuno li raggiunga…
marzo 7th, 2012 at 13:30
Condivido l’opinione di Riccardo: non c’è nulla di male a proporre un autore “antico” come Burroughs. Ho anch’io una buona parte del ciclo di John Carter e mi piacerebbe una riproposta completa piuttosto che sindacare sulla contemporaneità dell’uscita del libro con il film. Non trovo neanche scandaloso possibili ristampe di Verne e Wells che sono stati grandi autori d’anticipazione della fantascienza.
marzo 7th, 2012 at 15:57
Dopo Burroughs perchè non pubblicare ristampe di alcune opere di Verne e Wells?
Ottima l’idea.
marzo 7th, 2012 at 17:31
Non starei a badare tanto alla data d’uscita del romanzo originale (un secolo fa, tra parentesi), quanto piuttosto alla qualità del medesimo, che – da quanto leggo in giro – dovrebbe essere assai alta. Da abbonato di UC sono felice di avere finalmente l’occasione di leggere questo classico, oltretuitto in contemporanea con l’uscita di un film che pare essere assai bello (realizzato dal meglio del meglio dello staff della Pixar) e che non vedo l’ora di vedere.
marzo 7th, 2012 at 19:39
@Dancing Bonbons. Secondo me non c’e’ niente di sospetto, ma è tutto di solare evidenza: è normale cercare di sfruttare il marketing del film per trovare più lettori. Davvero non vedo dove sia l’errore in questo: sarebbe stato davvero masochistico pubblicare, che so, Pellucidar o Carson di Venere, non trovi?
marzo 7th, 2012 at 23:00
Un lettore di Urania e collane, lettore da qualche anno di SF e incontrato casualmente in edicola, dopo varie discussioni mi ha posto la seguente domanda: che Urania Collezione è se non c’è Asimov con i più formidabili cicli di fantascienza:Robot,Impero,Fondazione?Che Collezione è?
Ho risposto che UC è bellissima che Asimov lo trova negli Oscar ristampato continuamente ma ciò non l’ha soddisfatto.
Lui acquista regolarmente Urania,Urania Collezione “con gioia” e Millemondi e anche se comprasse gli oscar avrebbe sempre una collezione imperfetta.
Gli ho fatto notare che UC non ha in programma un numero finito di libri, dipenderà dalle vendite e che prima o poi avremo Asimov magari con nuove traduzioni come Abissi d’acciaio e il Sole nudo (per ora negli Oscar).
marzo 8th, 2012 at 02:15
@ Quiller: Dai un po’ hai ragione ma arrivo solo a “questa volta è meno peggio e leggermente più comprensibile del solito e nel complesso neanche tanto squallido, su.”
Perché ricordo con orrore cose come p. es. la ristampa di “Solaris” – In quel periodo non si trovava in giro da un bel po’- con in copertina George Clooney che si limonava una (Contro ogni pronostico la rilettura di Sodenberg del capolavoro di Tarkovski – come se ce ne fosse stato bisogno e dire che remake sono inutili per antonomasia – come la quasi totalità del cinema di Sodenberg fino a quel momento e forse anche dopo era da buttare nel cesso) o l’abominevole fascetta rossa applicata a “1984” recante scritto “Il romanzo che ha ispirato il famoso programma televisivo”.
marzo 8th, 2012 at 02:59
Ah dimenticavo
@ Matteo: Non ho mai messo in dubbio neanche per un attimo e non ho neanche bisogno di vederlo per saperlo, che gli standard qualitativi siano vertiginosi, mi stupirei semmai del contrario. Anche se sembra un paradosso il fatto che da “Matrix” in poi non ci sia più niente che è impossibile mostrare su uno schermo ha ucciso il cinema fantastico, oltre ad aver appiattito e uniformato visivamente tutto riducendo il cinema fantastico a paccottiglia indistinguibile e completamente intercambiabile che vuol dire arrivare al capolinea per un genere che è sempre andato di pari passo con l’evoluzione degli effetti visivi e finché c’è rimasto qualcosa che non si poteva fare gli effetti speciali sono sempre stati al servizio della sceneggiatura o forse certe sceneggiature arrivavano quando certi effetti erano possibili (Mi viene in mente “Strange Days” che è rimasto fermo per anni prima che fossero progettate telecamere adatte ai piani sequenza di cui c’era bisogno) ma comunque quello che vedevi aveva un perché, adesso vedi gente che rimane sospesa a mezz’aria anche nella pubblicità delle supposte contro la stitichezza. Pensa che uno dei film fantastici di cui parlo di più ultimamente è “The Call of Cthulhu” che è in bianco e nero, muto, girato da non professionisti appassionati di Lovecraft con due lire ma ha personalità, cattura perfettamente lo spirito del racconto e denota una cura ed un amore verso il proprio lavoro che manca a tutte le spacconate assordanti che infestano i multisala. L’omaggio di Scorsese a Melies lo trovo di un’umiltà commovente e altamente simbolica.
marzo 8th, 2012 at 03:15
E poi, mentre non ci faccio più neanche caso a vedere sprecato Willem Dafoe, mi fa male al fegato vedere quanto il cinema odierno si accanisca contro Bryan -Breaking Bad- Cranston.
marzo 8th, 2012 at 14:42
Plaudo all’idea di pubblicare un vero classico. Poco mi cale se la motivazione è dovuta al lancio della pellicola disneyana. Si torna alla funzione originaria di UC. Le curiosità, gli esperimenti, le stranezze, l’horror possono trovare altre collocazioni nelle collane Mondadoriane. Adesso, aridateci Leinster, Hamilton, Asimov, Heinlein, Simak e magari Pohl&Kornbluth e Robert Sheckley!
Lasciatemi però sottolineare un fatto. Per chi ha letto le avventure di John Carter nell’edizione Nord non sarà un problema. Per chi lo scoprisse solo ora, ricordo che il romanzo non si conclude, ma si interrompe a metà di una scena madre.
Nei ruggenti Anni Venti, i lettori americani dovettero aspettare meno di un anno per conoscere la fine della vicenda. Per favore, non fate ai nuovi lettori lo scherzo di non pubblicare il seguito! Non tirategli una simile fregatura.
Per quanto riguarda il valore di Burroughs: io non discuto la sua qualità letteraria (argomento sempre opinabile) ma credo che non dobbiamo dimenticarci di quanti scrittori hanno ambientato splendide storie su un Marte chiaramente ispirato a Barsoom: da Leigh Brackett a Roger Zelazny, da Robert Moore Williams a Catherine L. Moore. Per non parlare di Ray Bradbury. Persino Michael Moorcock ha riconosciuto il suo debito con Burroughs. E se così tanti autori famosi e così diversi tra loro si sono sentiti ispirati da lui, qualche buon motivo devono averlo avuto.
marzo 8th, 2012 at 15:07
@Dancing Bonbons
ce ne sono tantissimi di esempi … Willy Smith sulla copertina di “io sono legenda” è uno di quelli peggiori
marzo 8th, 2012 at 21:18
Addendum: dimenticavo di citare Farmer: nel suo Fabbricante di Universi Jadawin / Wolf ricostruisce Barsoom sul pianeta dei molti livelli, per far contento Kikaha (che è l’alter ego dello stesso Farmer). Aggiungiamoci anche “Rainbow Mars ” di Larry Niven, dove tutte le più importanti opere classiche centrate su Marte si mescolano insieme: ovviamente, Barsoom con i marziani verdi e rossi la fa da padrone!
E l’elenco potrebbe continuare con Randall Garrett, E. C. Tubb, eccetera.
marzo 10th, 2012 at 17:21
Ci sono autori che nessuno pubblica ma che farebbero la felicità di migliaia di lettori, un nome a caso, Harlan Ellison, invece si continuano a proporre opere ampiamente prescindibili. John Carter potrà forse trovare un suo sbocco logico nella trasposizione cinematografica, ma nulla può dire di interessante a lettori più attenti e sensibili. E’ comunque triste vedere la deriva di un ex redattore della mitica rivista Robot nell’ offerta editoriale che propone. Burroughs in altri tempi non sarebbe stato preso minimamente in considerazione, e certe rivalutazioni lasceranno comunque lo scrittore nel limbo dove merita di stare.
marzo 10th, 2012 at 21:07
Trovato e acquistato UC 110:John Carter con in appendice interessnti note e bibliografie.
Sulla cover c’è un adesivo con la pubblicità del film che si stacca facilmente senza rovinare la copertina.
Non c’è indicazione del prossimo UC.
marzo 10th, 2012 at 22:00
@Dancing Bon Bon
Ha mai visto “District 9″ del 2009 diretto da Neill Blomkamp, è ambientato a Johannesburg, in Sud Africa, nel 1982.
Per me è uno dei migliori film di FS degli ultimi 10 anni, pochi effetti speciali e solo in quanto necessari alla narrazione, ed un senso morale [non moralistico] che recupera il clima della migliore FS “speculativa”. In Italia pessima distribuzione, ha incassato poco, e soprattutto non è stato “visto dal pubblico generalista”. Per tale pubblico la FS è quindi sempre e solo Star War & Co….
PS d’accordo per Hugo Cabret… di fatto una ucraina….
marzo 10th, 2012 at 22:02
OPS ! Ucronia (accidenti al correttore ortografico)
marzo 11th, 2012 at 14:10
Se posso chiedere una cosa, in questo numero ci sarà solo The Princess of Mars o è aggregato ad una raccolta di racconti o qualcosa di simile? No perchè so che è lungo tipo 140 pag.
marzo 12th, 2012 at 00:50
Io voto per Pellucidar, bravo Quiller…
marzo 12th, 2012 at 00:54
Faccio inoltre notare che anche la Fanucci ha avuto la vostra brillante idea libro/film solo che il loro libro contiene i primi due episodi della saga di John Carter al modico prezzo di 6 iuri e qualcosa. Il vostro invece presenta solo il primo episodio (mi sembra di capire). A buon intenditore poche parole.
marzo 12th, 2012 at 13:14
avvistato oggi in edicola
marzo 12th, 2012 at 16:08
@ Il Trasfigurato
“District 9″ è un film molto ma molto interessante in una parola bellissimo:per veri intenditori!
marzo 12th, 2012 at 19:04
Ne contiene 3, cioè gli unici tre romanzi che riguardano John Carter, il resto dell’ennilogia è sui figli nipoti cugini padri madri sorelle cani domestiche ecc.
marzo 13th, 2012 at 04:28
A me fa molto piacere avere Burroughs su UCZ e mi complimento pe la scelta! Certo, avrei preferito la saga venusiana (visto che i primi 3 romanzi di J.Carter sono pubblicati anche dalla casa concorrente). Se non si possono avere i soliti noti (Wyndham, Ellison, C.Willis, Disch, Blish) appoggio alla grande Wells! Verne credo sia difficile, i diritti sono ancora alla Rizzoli..
marzo 13th, 2012 at 18:49
uscita che avrebbe avuto un senso se contemplata nei volumi di Grandi Saghe, se su U.C. esce solo il primo episodio della saga di J.C. di Marte non vedo senso logico, se per completare la saga devo invece comprare N U.C. allora è un latrocinio e, se già non l’avessi, mi dirotterei altrove (v. Nord tascabili o Cosmo Oro, su ebay o bancarelle dell’usato)
marzo 14th, 2012 at 01:06
@ Trasfigurato & alla District 9 appreciation Society: Sì è vero, è un grande film che riesce ad essere molto classico ma allo stesso tempo ad inserire nella trama temi molto attuali (Gli esperimenti sui “gamberoni” richiamano in maniera inequivocabile e dolorosa le torture di Abu Grahib, prima e meglio di qualsiasi altro legal trhrille “impegnato” lacrime di coccodrillo/pentimento stelle&strisce all’acqua di rose che fanno ogni volta che finisce una “missione di pace”) ed anche l’abusato/noioso espediente delle riprese documentaristiche da notiziario ha un senso. Sono andato al cinema con degli insulti già pronti per l’amico che mi ci aveva portato e invece…
E poi per una volta tanto atterrano in un posto diverso dal giardino della Casa Bianca (Dovendo scegliere un posto a caso quante probabilità si hanno di arrivare nella città più importante della principale potenza industriale/economica/politica/sociale di un pianeta?)
Anche “Inception” ha effetti visivi sensati.
Star Wars: Negli anni ottanta ne ha rovinati più George Lucas dell’eroina.
marzo 15th, 2012 at 23:15
Io sono senza parole, davvero.
Magari la prossima uscita e’ davvero Tarzan o forse Alice nel paese delle meraviglie. O forse UC cessa le pubblicazioni visto che non c’e’ neppure l’indicazione del pross num. Del resto la Mondad gia’ pubblica Topolino, stiamo su quel livello…sconcertante davvero…
marzo 15th, 2012 at 23:43
Molto intrigante parlare di cinema, anche se questa probabilmente non è la sede adatta (almeno per ora).
A me sembra che il primo decennio del 2000 ci abbia regalato dei film apprezzabili.
Concordo su District 9 (2009) di Neill Blomkamp: buon film e azzeccata metafora dell’apartheid sudafricana, con tanto di massacri nei ghetti, tipo Soweto. Geniale il cortometraggio che lo ha ispirato, sempre dello stesso regista: sarcasmo al vetriolo con lo stile di un trailer.
Sul piano visivo e dell’atmosfera mi sono lasciato coinvolgere anche da Sunshine (2007) di Danny Boyle: storia poco originale e, nella seconda parte, thriller poco credibile, però convincente la psicologia dei personaggi e bella l’ambientazione sull’astronave che ha una vetrata con vista sul sole (quasi un solarium spaziale).
Secondo me il miglior esempio di fs cinematografica del primo decennio del 2000 (pieno di citazioni, fra cui l’omaggio alla serie tv Spazio 1999) è Moon (2009) di Duncan Jones (figlio di David Bowie – sì, proprio lui: lo Ziggy Stardust che suonava con gli Spiders from Mars e cantava degli “space invaders” nel “moonage daydream” dei primi anni settanta).
Inception (2010) di Cristopher Nolan merita senza dubbio (e non solo per gli splendidi effetti speciali). Peccato la deriva troppo “action movie” della parte finale.
Poetico e delizioso (soprattutto nel primo tempo) il cartone animato della Pixar Wall-e di Andrew Stanton (2008).
Decisamente interessanti anche Splice (2009) e soprattutto Cypher (2002) che mi sembra piuttosto fedele alla poetica di Dick. Entrambi i film sono di Vincenzo Natali che viene ricordato più per Cube (1998). Non tragga in inganno il nome: è USA doc, come Paolo Bacigalupi. Natali sta lavorando alla trasposizione cinematografica di Neuromante di Gibson. Ovviamente sono incuriosito, anche se un po’ timoroso, visti gli esiti deludenti di Johnny Mnemonic (1995) di Robert Longo.
Ringrazio Dancing Bonbons per aver segnalato The Call of Cthulhu. Non lo conosco, ma immagino che sia quello del 2006. Cercherò di reperirlo.
marzo 17th, 2012 at 09:21
Come prossime uscite in U.C. mi piacerebbe una bella raccolta con tutti i più bei racconti di Simak, come “Buonanotte Signor James”, “Eternità perduta”, “Un morto in casa”, tutti splendidi racconti.
Per quanto riguarda Lem, chiamato in causa in un commento più su, si potrebbe pubblicare in U.C. “L’Invincibile”, romanzo ormai introvabile e, a mio modesto giudizio, anche superiore a Solaris. Di Tubb sarebbe bello vedere pubblicato il suo romanzo più valido, “I Posseduti”, atipico esempio di fantascienza ambientato nelle Highlands scozzesi…
marzo 17th, 2012 at 11:01
Se usciranno Verne e Wells mi prenoto già per l’acquisto!
marzo 18th, 2012 at 15:31
Il bellissimo film “INCEPTION” ha suscitato tante idee.
Se l’uomo riuscisse a controllare i propri “SOGNI” potrebbe viaggiare in tutti i luoghi che ha visitato e incontrare tutte le persone che ha visto o conosciuto, in quanto i nostri ricordi sono memorizzatri e nascosti nella mente; in questo modo si vivrebbe un viaggio “fantastico virtuale” ma le emozioni sarebbero “REALI”.
A seguito dei progressi nello studio della biologia molecolare e dell’ingegneria genetica il tutto potrebbe diventare realtà Domani!
I nostri lontani antenati avrebbero mai immaginato la nascita dei computer, la scoperta del DNA, etc.?
marzo 18th, 2012 at 21:17
i diritti per alcuni libri di Verne dovrebbe averli anche la Mondadori…negli Oscar sono usciti Michele Strogoff, Ventimila leghe sotto i mari e Viaggio al centro della terra.
marzo 20th, 2012 at 12:55
I diritti sulle opere di Verne sono liberi essendo lo stesso morto da più di 70 anni. L’opera ,trascorso tale periodo dal decesso dell’ autore ( questo secondo la legge italiana , nel diritto americano , ad es. , sono 50 gli anni previsti ), diventa di pubblico e cioè può essere riprodotta .
Per Wells bisogna aspettare ancora qualche anno
Tornando al discorso Fantascienza , senza entrare nello specifico di quello giuridico , mi chiedo perché grandissimi romanzi e autori i cui diritti sono della Mondadori , ancora abbiano trovato spazio su UC.
A questa domanda non ho risposta
marzo 20th, 2012 at 12:56
diventa di pubblico dominio *
marzo 20th, 2012 at 23:38
Nottolone: Alice nel paese delle meraviglie è un libro della maronna, ci siamo lasciati fuorviare dalla riletture riduttive (Principalmente disneyane… sempre loro, anche se il cartone animato di Alice è stupendo) ma la letteratura per l’infanzia nasconde molte metafore ed è molto più morbosa di quello che sembra(Qui p. es si gettano le basi per la psichedelia!). Che vada a finire su UC magari no, ma è roba che va riletta con altri occhi.
Nei primi anni novanta si vociferava un “Neuromante” girato da Chriss Cunningham con la musica di Aphex Twin. Un po’ di tempo fa su Fantascinza.com si parlava dei migliori film che non sono stati girati o roba del genere, questo non c’era anche se è chiaramente il più bello (Ahhahah).
marzo 21st, 2012 at 02:15
Il ciclo di John Carter(o almeno i primi tre romanzi)è assolutamente da leggere per chi è appassionato di letteratura fantastica(se non vi garba ascriverlo in toto alla SF).Lo dice chi come il sottoscritto ha aspettato(per colpa dei pregiudizi di una certa critica troppo snob a cui da raqazzo diedi ascolto) troppi anni per leggerlo per poi amarlo immediatamente e divorarlo anche troppo velocemente.Burroughs anche se incolto è un narratore nato e in grado di avvincere anche chi ha letto opere di ben altra profondità ma di non eguale capacità di affascinare e conquistare il lettore.Come gli ha riconosciuto anche S.King,e scusate se vi sembra poco!
marzo 22nd, 2012 at 01:32
Gui: Il dominio Pubblico in Italia credo che sia a settant’anni dalla scomparsa dell’autore ma se non vado errato va considerata anche la traduzione(Lo dico perché la Siae ha fatto storie a dei tipi che conosco perché usavano dei frammenti di testi di Poe tradotti in italiano nei propri concerti, loro invece di buttarli giù dalle scale a chiocciola gli hanno dato retta o finto di farlo, ignoro come sia finita).
Se escogitassi un modo per percepire i diritti da qualsivoglia testo, stampato o in formato elettronico ed anche altri che non mi sono venuti in mente (Trasferelli, telepatia) e quelli non ancora inventati presenti contemporaneamente le caratteristiche dell’abuso e della stronzata i comunicati della SIAE mi farebbero un uomo ricco.
marzo 22nd, 2012 at 18:43
Dancing Bonbons :
infatti ho scritto 70 anni dalla scomparsa dell’autore (legge posta a tutela di eredi e editori ) .
I diritti di traduzione sono un’altra storia .
Non per niente ho parlato di riproducibilità che è un concetto concernente l’opera originale
marzo 22nd, 2012 at 22:31
Le cose stanno così: passati 70 anni dalla morte dell’autore in Italia si può pubblicarne l’opera liberamente. Se però si usa una traduzione già fatta bisogna chiederne le licenze. Quello che non ho mai capito è quando anche la traduzione diventa di pubblico dominio, se sempre dopo 70 dalla morte del traduttore o altro…
marzo 29th, 2012 at 00:29
Bisogna chiedersi se hanno un senso le royalties sulle traduzioni (Non me ne vogliano i traduttori, spesso trattati alla stregua di ghost writers, pagati due spiccioli al quintale, pochissimo garantiti e vessati dalla gestione separata dell’INPS) oppure fare un po’ di chiarezza: ci sarà pure una versione che so di “Moby Dick” fatta più di settant’anni fa che si può scaricare gratis legalmente? Non si sa. Si sa però che anche le mille versione cartacee di “Moby Dick” hanno sempre le stesse traduzioni muffose e mai riviste, piene di toscanismi e arcaismi inutili (Henry Miller e L.F. Céline sembrano tradotti da Collodi e gridano vendetta, solo pochi mesi fa hanno restaurato “La montagna magica” e così via). A questo punto sarebbe interessante vedere indicato l’anno di traduzione del testo che si sta comprando.
marzo 29th, 2012 at 19:13
70 anni dalla morte dell’autore sono troppi. In una “società civile ” il divario tra ricchi e poveri dovrebbe restringersi e non allargarsi: 30 anni dovrebbero bastare per il semplice motivo che i libri sono “opere riproducibili tecnicamente”:coè si possono stampare a milioni.
Analogo discorso vale per la musica e per i film.
marzo 30th, 2012 at 15:12
Un vero fumetto x bambini, una grande delusione, mi aspettavo qualcosa di + interrante
marzo 31st, 2012 at 17:13
Io ho già i vecchi volumetti della Newton. Prenderei questa edizione solo se avessi la certezza della pubblicazione di tutti e undici i romanzi. Gli otto che non ho forse non parleranno direttamente di John Carter ma fanno sempre parte della saga e sarei curioso di leggerli.
aprile 1st, 2012 at 01:02
Bello il pesce d’aprile su fantascienza.com relativo alla chiusura di urania collezione
aprile 10th, 2012 at 17:51
Io invece voglio ringraziare Urania per averlo pubblicato!!! E a chi si lamenta di cose “poco moderne” dico che sono stufo di snobberie che poi prediligono romanzi fantasy che con la SF non hanno nulla a che fare!!! Viva le astronavi e i marziani verdi!
settembre 6th, 2012 at 11:30
Ciao, a tutti
Ne approfitto, anche se il thread è piuttosto vecchiotto, ma aimhè mi sono riaffacciato al mondo della SF ed in particolare ad Urania dopo un lungo periodo di stasi, per chiedere se sarebbe possibile avere la ristampa della saga di Carson di Venere. La versione Nord è pressochè introvabile (almeno per me) a prezzi umani.
dicembre 10th, 2012 at 13:26
Urania collezione è partita bene e “sta procedendo meglio” i classici sono una novità eccezionalmente gustosa.
Mi auguo che rompa un altro tabù e pubblicare parte delle pubblicazioni caratteristiche dell’Editrice nord
Tipo
La saga di Dune
Il libri di K. Dick
i libri di Prosperi
etc.. etc..
inoltre
più Ray Bradbury, Rucker (bellissimo quello dedicato a flatlandia)Fredricc Brown le saghe di Williamson
etc etc.
Sareste ancora più enciclopedici e perfetti.