David Moody

ottobre 9th, 2011 by Moderatore

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Il bancario dell’odio virale è nato nel 1970 e ha cominciato a pubblicare nel 1996 con Straight to You

Non è da tutti lavorare in banca. In un mondo di poeti, insegnanti di scrittura creativa, musicisti, ballerini e chirurghi plastici, fare il bancario può essere un’alternativa interessante. Così deve aver pensato David Moody, inglese quarantenne di Birmingham che avevamo adocchiato già ai tempi della defunta “Epix”. Di lui proponiamo oggi Il virus dell’odio (Hater, 2009), romanzo con un “rationale” fantascientifico alla Poe e le cui radici affondano nel genere contagio all’inglese.

Come in Poe il terrore può avere un risvolto grottesco – “Perdita di fiato”, “Valdemar” – così Il virus non lesina gli effetti raccapriccianti sopra le righe. Come il film 28 giorni dopo dipinge una catastrofe intimamente umana, eppure universale perché sfocia nel collasso biologico della civiltà, anche il cupo romanzo moodiano non risparmia niente e nessuno, anzi parte dal presupposto che proprio i sentimenti di solidarietà e d’amore siano l’agente più pericoloso per la diffusione del flagello. Ovidio ci ha lasciato versi di profonda verità umana: “Odierò se potrò, altrimenti amerò, controvoglia”; Moody sembra capitalizzare sulla confessione del poeta per adattarla ai nostri tempi tumultuosi. Non per nulla gli altri suoi romanzi hanno titoli come Dog Blood, Rage e Disintegration.

Un particolare che forse interesserà i lettori amanti delle biografie è che ormai David non esercita più l’indipendente professione di bancario ma ha ceduto alle pressioni del mondo, facendosi scrittore a tempo pieno. Il suo editore inglese commenta: “Lo ha contagiato un virus”.

G.L.

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4 Responses

  1. vikkor

    Salve.
    Personalmente devo dire, dopo aver lavorato 47 anni in banca, che era una “alternativa” assolutamente non “interessante”:-) Ma in quei tempi il mondo andve su un altro binario.
    Pero’ la banca mi e’ stata masochisticamente utile: tornato a casa, scrivevo per dimenticare.
    Il libro di Moody dev’essere molto interessante!
    Saluti
    vikkor

  2. nottolone

    Lo sto leggendo. Bello, devo dire. Piu’ per la descrizione assolutamente realistica della dissoluzione nel triste quotidiano matrimoniale del protagonista che per la storia fantascientifica in se, che almeno fino alla meta’ del libro mi pare anzi un po’ sbucherellata. Tra l’altro, ho una vaga rimembranza di un vecchio Urania di Reynolds, “La sindrome della furia”…

  3. nottolone

    A lettura ultimata confermo giudizio positivo.Buona tecnica di scrittura, si legge bene, ma ribadisco i dubbi sulla credibilita’ del meccanismo in se’ dell’epidemia.
    Attendiamo altre prove di questo che mi sembra uno scrittore interessante.

  4. Franz

    prova discreta. carino il twist narrativo. il libro scorre via veloce come una lager. non fa paura malgrado le promesse della (buona) presentazione del curatore. peccato.

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