Toxic@ (1574)
Milano 2032: sono passati pochi anni dal lancio sul mercato dei primi cartoni animati per assunzione retinica. Un fantomatico serial killer, che si fa chiamare “il Mescolatore”, uccide a ripetizione uomini e cartoni viventi: li smembra, li taglia a pezzi e li riconsegna agli inquirenti in “scatole di montaggio”… Come se non bastasse si moltiplicano i casi del Morbo, una forma di febbre emorragica che passa dai cartoon infetti al sangue umano. È cominciata la partita più nera dopo Infect@, l’ultimo atto della guerra al crimine nell’Italia del futuro.
Dario Tonani Nato nel 1959, vive in provincia di Milano. Ha pubblicato numerosi racconti, uno dei quali, “Garze”, nell’antologia Strani giorni (Mondadori 1998). Il romanzo Infect@, inviato nel 2005 al premio Urania, è risultato tra i finalisti ed è stato pubblicato nel n. 1521. È poi seguito, con successo, il dittico de L’algoritmo bianco (n. 1544).
(vai alla visualizzazione completa del volume)
Posted in Urania Collana
settembre 7th, 2011 at 20:55
Prese stamattina.
Bentornato in edicola, Dario!
settembre 8th, 2011 at 11:06
Finalmente da ieri posseggo l’agognato volume, Dario.
Giudizio al momento ottimo dopo le prime cento pagine.
Copertina e illustrazione interna fantastiche.
settembre 10th, 2011 at 14:42
Ci sono problemi tecnici o sono così fastidioso che vengo considerato spam?(Beh, tutti i torti non me la sento di dargleli) L’ultimo paio di commenti che ho scritto non è stato pubblicato…comunque come potrete immaginare non era niente di irrinunciabile. Dicevo che a Varese si trovava ancora prima del post e che secondo me la copertina questa volta non era chissà cosa.
Per finire: a me non dispiacerebbe se il ciclo di infect@ si trasformasse in una trilogia. Tonani ha costruito uno scenario molto ben delineato da cui mi spiace uscire così presto.
settembre 10th, 2011 at 19:33
Questo autore non è male… Però, dannazione, basta con questi noir!!!!!!
Ricordo con nostalgia il tempo in cui Urania pubblicava Sheckley e Company…
Quelli erano tempi d’oro, parola mia!
settembre 12th, 2011 at 17:50
Il ciclo d’Infect@ è diventato tale anche per il sostegno di tanti lettori. Colgo questa occasione per dirvi grazie!
Buona lettura e spero che vogliate presto farmi sapere la vostra opinione sulla storia.
Ciao
settembre 14th, 2011 at 00:39
A me i noir/sci-fi non dispiacciono (vanno presi per quello che il più delle volte sono: dei remake senza pretese di poliziottesco con Maurizio Merli che già di pretese non è che ne avessero con in più un po’ di gingilli elettronici… e lo dice uno che divorava i film di Lenzi con Maurizio Merli!), ma a fine anni novanta ne ho fatto indigestione. E il cyberpunk in gran parte è pure invecchiato male, soprattutto nella sua innocua versione guardia&ladri.
Fra l’altro penso che William Gibson sia migliorato quando ha smesso di scrivere fantascienza: ha tenuto il punto di vista di uno scrittore cyberpunk ed ha raccontato certe derive della società dello spettacolo (o del marketing estremo)con grande acume, fermo restando che ha sempre scritto meravigliosamente gli innesti e le connessioni uomo/macchina adesso fanno sorridere. Ma la maggior parte degli scrittori, soprattutto nostrani si è fermata a quella fase.
La serie di Infect@ per lo meno ha qualche trovata originale e non è eccessivamente cyber. E l’ambientazione è visivamente molto potente.
settembre 14th, 2011 at 21:09
Mah, confesso che Infect@ non mi era piaciuto granché, anzi. Sarà perché mi ha ricordato troppo Roger Rabbit……..
settembre 14th, 2011 at 23:19
Dario, ormai sai che il mio sostegno ce l’hai!
Libro ancora in lettura, me lo gusto.
Complimenti anche a Brambilla e Festino per il valore aggiunto…
Dario, aspetto i tuoi nuovi scritti!
Andrea
settembre 18th, 2011 at 14:56
Bello il booktrailer e bello anche il romanzo, sono oltre la metà. Devo dire che lo trovo originale e non mi dispiace la contaminazione di generi. Trovo che queste collane (urania e anche segretissimo che ha pubblicato “assedio” di spasaro che è arrivato secondo al premio urania)facciano veramente un gran bene alla letteratura italiana creando spazi per nuovi autori italiani bravissimi come in passato è stato per Evangelisti e altri. Continuate cosi!
settembre 19th, 2011 at 19:13
@ Simome Mar: il contributo della “cultura bassa” alla “cultura e basta” è sempre stato inestimabile. In generale basta qualche decennio di fame e passi da scribacchino di quart’ordine a Maestro (Sempre troppo tardi e vale per tutte le arti).
Tuttavia non credo che qualcuno di questi romanzi andrà a incidere (Forse è meglio dire infierire) sulla letteratura italiana, ma in fin dei conti chi se ne frega.
settembre 21st, 2011 at 16:56
Mi appresto a leggerlo.
settembre 21st, 2011 at 20:20
@Dancing Bonbons
Capisco che sia più facile attegiarsi a “fighi” criticando qualsiasi novità rispetto a noi sempliciotti che ingenuamente diciamo “mi piace” anche di un autore sconosciuto soprattutto se italiano.
-ma in fin dei conti chi se ne frega.- infatti!
settembre 21st, 2011 at 20:22
atteggiarsi
settembre 23rd, 2011 at 21:16
@ Simone Mar.
Ma ce l’hai con me? (Detto da spacchiuso come Robert de Niro in “Taxi Driver), io pensavo che si capisse che sono un grande fan della letteratura che da questo momento in poi al posto di “bassa” chiameremo “pulp” o “di genere?” In tal senso il fatto che mi metto a commentare la roba sul blog di Urania è piuttosto significativo, la fantascienza mi sta più a cuore di tutti, non disdegno i polizieschi hard boiled o noir, non so come dire comunque la classica indagine positivista mi annoia (ovviamente a morte), horror quando capita, mi sta interessando qualcosa di weird/urban fantasy, ho qualche perplessità sull’ heroic fantasy, ma come esercizio di relativismo non posso che dargli pari dignità rispetto agli altri generi (Ma solo per quello).
Considero la nicchia un valore aggiunto e non qualcosa di cui vergognarsi, anzi mi da molto fastidio quando un autore “nostro” che è cresciuto nel/ha fatto crescere il nostro orticello viene sdoganato, di solito maldestramente e fuori tempo massimo, e poi perché alcuni sì e altri no? La ruota della sfortuna è capitata di recente su Philip Dick e ancora gli occhi e le orecchie mi si riempiono di orrore al ricordo delle prefazioni e delle conferenze di Sergio Cofferati.
Pertanto le sorti della letteratura “alta” le lascio più che volentieri ad Alessandro Baricco, ai vincitori del premio Strega, ai redattori di best seller senza cervello. Che questo è la letteratura oggi in Italia.
Orgoglioso di non averci niente a che fare.
ottobre 15th, 2011 at 15:26
Il romanzo, come il precedente è sicuramente buono, sopra la media.
Il punto però è quello che diceva Curtis X: possibile che sia solo più possibile scrivere S.F. “noir”?
Se penso a IL LABIRINTO, dell’immenso Spielberg, mi viene da piangere.
Beh, insomma.
ottobre 24th, 2011 at 11:43
Omonimo ciao, tutti i generi sono soggetti alle stagioni (non voglio usare il termine “mode”, perché credo non renderebbe ragione di un fenomeno più complesso).
Ricordo quando la fantascienza italiana si muoveva attorno all’ucronia. Fu una stagione lunga e gli autori nostrani vennero assimilati a questa etichetta.
Ora viviamo in un’epoca in cui le contaminazioni, un po’ in tutti i generi, sono una via molto battuta.
Rifletterei piuttosto sul fatto del perché la fantascienza rappresenti un ingrediente così utilizzato per cucinare piatti ibridi, e in forma pura invece viva tempi piuttosto grami… Ciao e grazie!