Intervista con Francesco Verso
Una franca conversazione del nostro curatore Giuseppe Lippi con uno scrittore deciso a farsi strada in fretta.
Domanda: L’anno scorso hai pubblicato il tuo primo romanzo, quest’anno, con il secondo, vinci il premio Urania. Ti ritieni uno scrittore particolarmente fortunato?
Risposta: Se da una parte la fortuna non guasta, dall’altra è pur vero che il mio primo romanzo Antidoti umani è arrivato finalista al Premio Urania 2004 a dimostrazione del fatto che la fortuna, da sola, non basta. Ero lì a contendere il premio anche quattro anni fa. Tuttavia non ho scritto molto, considerato che fino all’anno scorso lavoravo per una multinazionale nel settore dell’information technology. Piuttosto mi sono dedicato a fondo a due opere d’esordio la cui stesura mi ha impegnato per tre anni ognuna. Con E-Doll sentivo di avere tra le mani un ottimo romanzo. Prova ne è stata il fatto che non ho mandato il manoscritto a nessun agente letterario o casa editrice, né che l’ha ancora letto nessuno, a parte qualche amico intimo e la giuria del premio. Per cui la telefonata di fine luglio con cui tu e Sergio Altieri mi avete comunicato la vittoria, è stata il miglior riconoscimento che mi sarei mai potuto aspettare.
D.: Raccontaci un po’ di te: dove e quando sei nato, cosa fai nella vita e quali sono i tuoi principali interessi.
R.: Sono nato a Bologna nel 1973 ma vivo da sempre a Roma. Il mio percorso non è stato diretto, non ho avuto folgorazioni giovanili a illuminarmi la via. Al contrario fino al 2004 ho sempre nutrito dei fortissimi dubbi sul mio futuro, su che cosa avrei dovuto fare “da grande”. Forse la lettera, che ancora conservo, della redazione di “Urania” con cui mi viene comunicato di non aver vinto ma di essere arrivato in finale, ha fatto pendere la bilancia verso un destino che ora appare ineluttabilmente tracciato. Da allora, quello è stato il segnale che non avrei dovuto smettere di scrivere e che avrei dovuto insistere e credere fino in fondo nelle mie potenzialità. Poi è successo quello che doveva succedere. Almeno per me.
Da un anno ho lasciato il mio lavoro precedente, ho seguito un Master in editoria e ho ricominciato la gavetta con uno stage di tre mesi in una piccola casa editrice. Ora la mia vita ruota tutta attorno ai libri, a quelli letti e a quelli scritti, a quelli immaginati e a quelli editati. Sembra un sogno ma in effetti è quello che è capitato.
D.: La scelta del genere neo-noir è stata casuale o dettata da una tua predilezione?
R.: E-doll è nato in un giorno d’estate, in una casa in riva al mare. L’idea di uno scambio tra un essere freddo e transumano e una ragazzina volitiva e affamata di vita mi pareva interessante. Condita con presunti assassinii e misteriose affiliazioni, la trama mi ha convinto sin da subito che potesse funzionare bene.
Alla luce di cio’ l’appartenenza a un genere letterario non mi ha mai davvero preoccupato. Se la storia “gira”, se i personaggi e la scrittura “tengono”, ogni etichetta perde di significato di fronte alla capacità di un romanzo di stare in piedi da solo, senza ulteriori appigli. Certo è che amo la suspense e le rivelazioni, non soltanto quelle legate all’azione ma soprattutto quelle funzionali alla psicologia dei personaggi e allo svolgersi della trama. Il noir e la fantascienza vengono spesso tacciati di essere dei generi di serie B, dei semplici generatori di intrattenimento ma quando sono ben scritti, sono in grado di gettare una luce obliqua e quanto mai interessante sulle tante scomode verità che per l’appunto si preferiscono tenere celate nell’ombra. Su tutti, mi sento di citare coloro che sono stati per me degli illustri maestri: Edgar Allan Poe, Frank Herbert e Neal Stephenson.
D.: Ti interessi di cibernetica? Chi sono i robot, nella tua visione?
R.: Direi che m’interesso di umanità e di tutte le definizioni di “uomo” che sono state date durante il corso della storia. Il test di Turing ha rotto un tabù secolare sull’argomento e ha riacceso il dibattito sulla natura o l’artificiosità della nostra essenza più intima. Per questo mi è piaciuto fornire una mia interpretazione dei fatti, agitare le acque, far riflettere su che cosa significhi appartenere al genere umano e su quali siano i suoi limiti attuali. Dico attuali perché la questione della natura umana negli ultimi tempi si è arricchita di contributi essenziali, derivanti dallo sviluppo di discipline quali l’ingegneria genetica, la robotica e la nanotecnologia. Senza contare l’importanza di un concetto come la Singolarità che promette di rimescolare tutte le carte in tavola.
Staremo a vedere… Da scrittore questi sono argomenti assolutamente fecondi, capaci cioè di generare drammi, complicazioni e tutti quei conflitti che tengono incollati alle pagine o allo schermo. I robot per me sono assimilabili a un’altra forma di prole, i quali vengono al mondo in modo diverso rispetto agli esseri umani ma che sono tuttavia soggetti alle stesse regole della crescita di ciascuno di noi. Dato un certo livello di apprendimento, anche loro sono in grado fare tanto bene o male quanto i loro corrispettivi basati sulla chimica del carbonio. Ogni essere senziente deve la propria crescita in parte ai dati di partenza, in parte all’imitazione di comportamenti altrui, in parte alla sua specifica conformazione, data dall’unicità della posizione assunta nell’universo.
D.: Qual è il tuo filone preferito, a parte quello cibernetico?
R.: Non ho un genere preferito. Ammiro qualunque scrittore capace di ricreare il “sense of wonder” tanto caro alla fantascienza ma che prima di lei si poteva già trovare negli scritti di autori decadenti come Oscar Wilde e Baudelaire, dei romantici De Quincey e del monumentale Goethe, della tradizione classica e mitologica che affonda le sue radici in Omero e Cervantes, in Ariosto e Stevenson. L’apertura verso gli orizzonti del fantastico, verso i più fervidi confini dell’immaginazione hanno sempre guidato le mie letture, da quelle giovanili sino a quelle in età più adulta: dai viaggi “speziati” di Frank Herbert ai viaggi psichedelici di Philip Dick, passando per le identità doppie o sfuggenti di Jekyll e Hyde, Mattia Pascal, Rick Deckard e Takeshi Kovacs e approdare alle commistioni uomo-macchina di Pat Cadigan e J.G. Ballard, o alle inquietanti suggestioni di K.W. Jeter e William Burroughs.
D.: Quale credi che sia, oggi, il potenziale maggiore della fantascienza?
R.: Indubbiamente l’abilità di scorgere i “contorni” del futuro. Dal Big Brother di Orwell, al “cyberspace” di Gibson e il “nexialism” di Van Vogt, gli scrittori di fantascienza sono soliti interrogarsi sui limiti dell’umanità, tracciano traiettorie ardite, connettono ciò che in apparenza non ha legami per suscitare dubbi, provocare reazioni, indurre riflessioni. Ogni scrittore, a mio avviso, deve possedere questa capacità di “tagliare” e “ricomporre” la realtà, cosi come ogni artista deve plasmare la propria materia per trasmettere un significato latente, ma le armi ad uso degli scrittori di fantascienza sono particolarmente affilate e malleabili da questo punto di vista. Ucronie, distopie, viaggi nello spazio-tempo, epopee della fantasia e macchinazioni globali, sono mezzi potentissimi che nelle mani di abili pensatori diventano storie immortali. Per questo romanzi del calibro di Accelerando di Charles Stross o Le possibilità di un’isola di Michel Houellebecq non possono essere ridotti a semplici strumenti di intrattenimento, come vorrebbe una certa visione che ancora oggi pervade l’atteggiamento nei confronti della sf nel nostro paese.
D.: Quali sono i tuoi progetti futuri?
R.: I progetti per ora sono orientati verso la stesura di Livido, il mio terzo romanzo che conto di chiudere entro dicembre di quest’anno e la proficua collaborazione, in veste di redattore editoriale, con la rivista di cultura connettivista “NeXT” diretta da Sandro Battisti. Ma in cantiere ci sono anche progetti più ambiziosi: insieme a Sandro Battisti, infatti, nei prossimi mesi vareremo una nuova collana di fantascienza e fantastico all’interno di una piccola benché nota casa editrice del settore, la Kipple di Luca Kremo Baroncinij, il quale è convito quanto noi che questi generi possano rivivere una seconda primavera grazie ai fermenti letterari e filosofici provenienti dal transumanesimo e postumanesimo. Anche le congiunzioni spazio-temporali, come per esempio la vittoria del premio Urania 2008, ci sembrano adatte per compiere questo balzo nell’agone dell’editoria, forti di una passione e di un entusiamo per la letteratura fantastica e neo-noir che definirei “sconfinati”. Per gli aggiornamenti su tutto questo e altro ancora, vi invito a visitare il mio sito web all’indirizzo: www.francescoverso.com e www.kipple.it.
(a cura di G.L.)
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novembre 11th, 2009 at 22:09
Premetto doverosamente che mi dispiace davvero dare un commento negativo, dato che speravo molto in questo libro… Cosa posso dire? Non sono riuscito nemmeno a portarlo a termine. Che Francesco non me ne voglia, ma la sua è una storia trita e ritrita, il solito detective in caduta libera lasciato dalla moglie che indaga su di un omicidio compiuto in un futuro prossimo intasato dal sesso… Devo aggiungere altro? La storia la conosciamo già un po’ tutti (anche quelli che non hanno letto E-doll), dato che l’abbiamo già letta mille e mille volte… Richard P. Russo? Dick? Gibson? E che dire di tutti gli altri autori italiani proposti ultimamente da Urania (alcuni di essi vincitori del premio) come De Matteo, Altomare, Tonani e chi più ne ha ne metta! AMO urania con tutto me stesso, mi piacerebbe che la fantascienza italiana CRESCESSE DAVVERO elevandosi dal semplice processo di noiosa emulazione dei modelli americani di cui siamo già stufi (daltronde basterebbe leggere un loro libro, non una sua imitazione!). Ripeto, sono il più grande appassionato di sf da anni ma GIURO che se le cose non cambiano NON comprerò più il premio urania dell’anno prossimo… mi appello a Lippi o a chi di dovere: vogliamo roba fresca e genuina e, ripeto, lo dico con tanta passione per questa collana e questo genere non certo per dare addosso a uno dei nostri nuovi autori… serve una decisa invesione di tendenza. E qualcuno potrebbe dirmi: sì ma il connettivismo, roba nuova… Roba nuova? Non ci trovo niente di nuovo, tranne il fatto che ci sia dati un nome e un “manifesto”, ma la sostanza è sempre la stessa da anni! Scusate la mia franchezza! Cosa chiederei a un nuovo autore italiano che miri alla STUPENDA URANIA? gli direi: dai, ragazzo, tira fuori qualcosa di nuovo, di tuo e di genuino, non mirare al mercato corrente, scrivi roba fresca e leggibile, facci di nuovo sognare, divertire, emozionare, metticela tutta ragazzo! Ecco ciò che gli direi: parole che mi vengono dal cuore. Spero che nessuno se la sia presa per il mio lunghissimo intervento, mi sentivo davvero di dover dire la mia a tutti e al signor Lippi in particolare: è lui che dirige l’orchestra Scusate per lo sfogo
novembre 11th, 2009 at 23:07
The Babe, dal tuo commento, più che “portarlo a termine”, si direbbe che non sei riuscito ad andare oltre il primo capitolo. A voler restare larghi, la storia di Gankin occupa forse un terzo di e-Doll, e per questo mi sembra un po’ restrittivo (oltre che poco attinente agli intenti dell’autore, a mio modo di vedere) definire il libro la storia di un “detective in caduta libera”.
Ognuno ha diritto ai propri gusti, ci mancherebbe, ma spacciare una critica generica per un commento al libro non è il massimo della trasparenza.
Comunque, hai colto lo spirito del connettivismo. Non è niente di nuovo, se non come forma organizzativa e per una serie di elementi condivisi (un certo spirito postmoderno nell’amalgamare spunti e registri, gli scenari distopici, la proiezione della prospettiva verso/oltre i limiti della condizione umana). Ma come tu lasci intendere, il connettivismo ha un valore soprattutto per la gente che ama ritrovarsi al suo interno e scoprire uno spazio comune per discutere e confrontare criticamente una visione del fantastico e del futuro. Il dialogo con l’esterno, personalmente, mi fa sempre estremamente piacere. Ma chi si sente estraneo a questa sensibilità (a me piace definirla “sintetica”) non deve sentirsi in alcun modo obbligato.
Confido anch’io che i prossimi anni sappiano portare alla ribalta altri giovani autori di fantascienza. Mi piacerebbe sapere che ve ne fossero in gran numero, là fuori, ad ascoltarci/leggerci. E non avrei bisogno di saperli connettivisti a tutti i costi, per gioirne.
novembre 12th, 2009 at 19:42
Non ho niente da risponderti, le mie idee cn tutto il rispetto rimangono immutate, come credo ancora valido il mio commento al libro
novembre 13th, 2009 at 16:32
E-doll è la peggior porcheria che abbia letto negli ultimi trenta anni, e non sono riuscita ad arrivare oltre pagina 100.
Se Urania ha deciso di convertirsi in una pubblicazione pornigrafica/deprimente farebbe bene a comunicarlo ai suoi lettori, che potrebbero scegliere altimenti.
Il sesso nella fantascienza non è una novità, la fantascienza senza fantascienza direi di si….non ci vuole un genio per copiare “la filosofia del buduoir” di De Sade
novembre 13th, 2009 at 18:58
Perché è stata cancellato il post di quella lettrice (ex n. 4)? Aveva espresso una valutazione negativa e in modo anche piuttosto energico, ma nei limiti consentiti alla critica letteraria, no?
novembre 13th, 2009 at 20:12
Non mi sembra che fosse una valutazione espressa “nei limiti consentiti alla critica letteraria”, caro dhr. E siccome il moderatore del blog è il sottoscritto, queste valutazioni spettano a me e me ne assumo la piena responsabilità.
Comunque il commento non è stato cancellato, è in coda di moderazione. Se domani dovessi cambiare idea, ritenendo di essere stato eccessivamente prudente nel mio modo di agire, potrei ripubblicarlo.
Se l’autrice del commento dovesse ritenerlo opportuno, potrebbe invece intervenire nuovamente, rimodulando il suo commento entro “i limiti consentiti a una critica letteraria”, come tu dici. Non è la valutazione negativa che ne ha determinato la sospensione, ma appunto un certo eccesso di “energia” nei toni.
novembre 13th, 2009 at 21:41
Caro G / X
continuo a ritenere che, nonostante i toni – ehm ehm – forti, quel post meriti di restare in pagina. Perché la stroncatura era MOTIVATA, e mica tirando a caso: altrove in Rete è appunto in corso un intenso dibattito su cosa distingua la fantascienza, che cosa se ne pensa del cyberpunk, connettivismo ecc., e la lettrice aveva proprio individuato dei punti nevralgici.
Sono d’accordo che 200 interventi del tipo “che schifezza” non sarebbero costruttivi, ma in questo blog il 95% degli interventi sono positivi oppure scambi di informazioni, perciò tutto sommato un 5% di toni duri non guasterebbe l’equilibrio, anzi lo produrrebbe.
Poi, ovviamente, tutti d’accordo che il moderatore sei tu, e lo fai con impegno, e questo sito (che esiste da relativamente poco tempo) è una fonte preziosissima e va tenuta in un certo modo.
ciao!
novembre 14th, 2009 at 00:54
Ho reintegrato il commento a seguito di una consultazione interna. I lettori del blog sono chiaramente invitati a intervenire, ma anche a mantenere i toni entro i limiti del rispetto per chi legge e per chi scrive. Ringrazio anticipatamente per la collaborazione.
novembre 14th, 2009 at 09:24
Ho consigliato personalmente il nostro blogmaster di reintegrare il commento incriminato. Non sapevo che fosse stato “sospeso” e aggiungo ancora una volta che TUTTI i commenti sono benvenuti. Per quanto riguarda i meriti o demeriti del romanzo (ci sono tutti e due, tanto è vero che a molti lettori il libro piace): ricordate per favore che questo è il vincitore di un premio e che è stato scelto a paragone con altri concorrenti, da noi giudicati inferiori per capacità di narrazione e professionalità. E’ vero, molti autori della fantascienza italiana recente pensano di dover scrivere dei thriller e dei turpi thriller, quanto a questo: storie di sesso e violenza in stile americano, come una volta scrivevano storie di ucronia, storie di sf “sociologica” e space opera, imitative pure quelle. Noi facciamo di tutto per incoraggiare l’originalità negli scrittori nostrani, ma poi è chiaro che sono loro a dover decidere cosa scrivere. Quanto durerà l’attuale voga del cyberthriller? Non so dirlo, ma so che noi documenteremo con esattezza tutte le novità del settore. E che porteremo su “Urania” quanto di meglio abbiano da offrirci i nostri scrittori, a quaunque genere appartengano. Dunque, se c’è fra voi uno scrittore capace di creare una grande avventura cosmica, un’appassionante mistero di fantabiologia, un capolavoro di sf teologica o speculativa, si faccia avanti. Non è vero che “Urania” voglia pubblicare solo cyberthriller!
novembre 14th, 2009 at 10:31
Mi fa piacere sentirlo dire dal signor Lippi che stimo molto… è ovvio che se non vi giungono libri di tipo diverso per il premio siete costretti a pubblicare la stessa roba… Credevo fosse una vostra precisa scelta editoriale ma, grazie a Dio, mi sbagliavo! Spero veramente in un’ondata di novità, quindi mi appello adesso agli scrittori italiani che volessero partecipare al prestigioso Premio Urania: dateci qualcosa di nuovo! Non possiamo ristagnare in eterno in questo genere di storie: oggi sono io che sono stufo, domani saremo in dieci, dopodomani in venti… La cosa, onestamente, non può reggere! E sono anche d’accordo con il commento di Maria Grazia Tarulli: il libro è pieno di storie torbide e a sfondo sessuale, cosa non certo nuova nel campo della sf e non sempre gradita! Non è certo un libro che mi rimarrà nella memoria (e chiedo ancora scusa all’autore per la franchezza!)
novembre 14th, 2009 at 10:33
Scusa, ovviamente, perchè so quanta passione può metterci un autore nel proprio libro e non è bello criticarlo senza un motivo… però sono costretto a essere sincero e credo che Verso possa così valutare tutte le reazioni al suo libro…
novembre 14th, 2009 at 18:18
A me il libro non è dispiaciuto, non sarà un capolavoro, non vi saranno chissa che idee nuove, non sarà il più bel Premio Urania degli ultimi anni ma non è scritto male ed è sufficientemente coinvolgente.
Se vi è una pecca che mi ha dato un pò fastidio è stato il linguaggio e alcune descrizioni eccessivamente pornografiche, anche l’età di una delle protagoniste forse si sarebbe potuta alzare senza cosi sfiorare la pedofilia.
novembre 14th, 2009 at 18:30
Di solito non mi piace scrivere stroncature,ma dopo le prime 80 pagine mi trovo a dover dar ragione a The Babe e a condividere le sue critiche.Nessuno piu di me desidera uno sviluppo ed una diffusione del fantastico made in Italy e lo dimostrano anche i complimenti che ho fatto recentemente a Marolla,quindi da parte mia non c’era nessuna prevenzione,ma in questo caso non so neanche se concluderò il testo.Magari alla fantascienza Italiana servirebbero meno circonlocuzioni mentali e più leggibilità.
novembre 14th, 2009 at 21:45
Appunto, la leggibilità… volevo porre l’accento anke su questo…
novembre 15th, 2009 at 12:50
Bah,questo blog tenta di essere tenuto sotto anestesia,con risultati comici,da De matteo (e altri),il quale con la mentalità da piccolo burocrate e censore che lo contraddistingue non so che bene possa fare alla fantascienza,e al pensiero in genere.
La cosa è ancora più comica se si cercano in giro interviste del suddetto ove si levano appassionati(sic)appelli alla libertà di espressione e contro il fascismo che dilaga.Dematteo:ma guardati allo specchio,fai il favore!
novembre 15th, 2009 at 13:59
Presunto Kilgore Trout, i problemi che ti pone la mia gestione del blog puoi esporli a chi di dovere. Se vuoi discutere della mia coerenza, ci possiamo confrontare in qualunque spazio tu preferisca fuori da questo blog, nella rete o, perché no, anche faccia a faccia. Così almeno togli la maschera del grande scrittore che ti sei dato, le cui provocazioni erano e restano sempre più efficaci degli attacchi gratuiti che ami concederti.
novembre 15th, 2009 at 14:35
A G.DeMatteo,
ritieni che nelle mie parole non ci sia neanche un grammo di verità?
A me non sono mai piaciute le provocazioni e le offese inutili e gratuite,tantomeno quelle verso chi condivide come me e te,la passione per la Fantascienza.
Ma,per favore,smetti di censurare gli interventi,se non contengono offese gratuite e immotivate,e sopratutto se non sono in linea con l’autocelebrazione dominante.
Grazie.
e che diamine,non si può sterilizzare il confronto fino a sto punto!…
novembre 15th, 2009 at 15:27
Per quel che lo conosco, X non mi sembra avere una vocazione censoria, ma semplicemente un atteggiamento prudenziale. Come dire che avendo l’incarico di blogmaster (che tradurrei con moderatore) sia preoccupato di fare al meglio il suo lavoro. In termini tecnici, il blog tende forse più al falso positivo che al falso negativo. Ciò detto, vorrei commentare il parere della lettrice, precisando che non ho letto E-Doll e quindi prescindo dal valore del romanzo. Per quanto legittimo, il giudizio si basa su un solo punto: il presunto (o effettivo) contenuto pornigrafico (sic: immagino sia un errore di battitura). Pertanto, non si capisce se il romanzo viene definito una “porcheria” per il suo contenuto “sozzo”, o per motivi estetici. Insomma, quello della lettrice sembra essere un giudizio “ideologico”. E’ vero che viene precisato che si tratta di “fantascienza senza fantascienza” (che non mi sembra una novità, mentre il sesso nella fs non è poi così comune) ma anche solo dalla quarta pare innegabile che l’argomento su cui ruota il romanzo (gli androidi usati a scopi sessuali) sia fantascientifico. Oppure mi sbaglio? Sentiamo qualcun altro.
novembre 15th, 2009 at 20:54
Riguardo alla censura su questo sito… Non credo che la cosa sia così grave come sostiene Kilgore Trout ma un fondo di verità c’è senza dubbio… A volte i commenti vanno cancellati, altre non c’è alcuna ragione e vengono censurati inutilmente… sarebbe più giusto pensarci due volte prima di censurare una critica normale e che rientra nei limiti del rispetto… Inoltre noto in alcune risposte di De Matteo una certa, immotivata aggressibità che un moderatore non dovrebbe dimostrare!
novembre 15th, 2009 at 20:57
Avrai notato che la censura, di fatto, non c’è. C’è qualche intervento “preventivo”, che poi finisce col rientrare. Credo che una sola volta un iscritto, che credo avesse fornito dati fasulli, sia stato cassato.
novembre 16th, 2009 at 09:27
Io il romanzo di Verso l’ho appena cominciato, per cui preferisco astenermi da qualsiasi critica che sarebbe comunque prematura.
Dico solo che lamentarsi di un romanzo perché c’è troppo sesso (o troppa violenza, o troppi panini al salame) dica molto di più del presunto recensore che del libro in questione.
Il punto non è la quantità (di sesso, di violenza, di panini al salame), caso mai come questo aspetto sia funzionale alla storia, quanto l’autore lo tratti con originalità, in che modo venga reso stilisticamente, etc etc.
Mi spiace di non aver ancora letto nessuna opinione al riguardo.
novembre 16th, 2009 at 13:55
@Antonio F
A parte la distinzione fra intervento “preventivo” e censura che non ho ben capito, vorrei far notare che i casi di censura sono stati ben più di quelli che tu citi. Il problema è che un commento eliminato sparisce nel nulla se nessuno l’ha letto prima e, come ha fatto dhr, ne chiede conto.
Ti posso assicurare che nel tempo messaggi di vario tenore, ma sempre con opinioni in qualche modo in controtendenza con le altre, sono svaniti nel nulla.
Al di la’ della dabenaggine della censura in se’, comminarla nei commenti di un blog che si suppone fatto per discutere, sterilizza sul nascere il dibattito e alla fin fine non fa un buon servizio a nessuno.
novembre 16th, 2009 at 15:52
@ Marco Salvalaggio et al.: ho detto che chiunque abbia riserve sul mio operato può farlo presente a chi di dovere e, qualora vi stesse sfuggendo, vi sto lasciando liberi di farlo.
Credo di non avere mai cancellato un commento moderato, se non per sbaglio, ma su questo dovrete credermi sulla parola. Quello che è certo è che i commenti sospesi (nel momento in cui scrivo, 37) sono tutti a disposizione di chi volesse accertarsi della mia condotta. Ho più volte invitato gli interessati a proseguire la discussione su un tono di rispetto, assicurando che non avevo e non ho interessi a censurare commenti solo perché negativi.
Sono intervenuto su commenti astiosi, fuori traccia e/o sospetti (perché lasciati da utenti anonimi o evidentemente nascosti dietro falsi indirizzi e-mail). Ma resto chiaramente disponibile a fornire le delucidazioni relative alla sospensione caso per caso.
novembre 16th, 2009 at 17:05
Intervengo personalmente, visto che la cosa rischia di sfuggire al controllo. Ho sempre scritto di non volere censure preventive e neppure ammorbidimenti o modifiche negli interventi. L’unica prudenza da adottare, a mio avviso, riguarda i messaggi che contengano ingiurie: e con questo intendo ingiurie personali, perché quelle rivolte ai romanzi non dovrebbero essere considerate tali, ma soltanto “espressioni colorite”. Se tuttavia l’opinione colorita diventa pesante al punto da farvi leggere un’ingiuria verso l’autore, ritengo che il messaggio possa e debba essere “editato”, cioè sfumato nella versione pubblicata (avvertendolo, magari). Tutto qui. Per il resto, penso che sia dovere di un blog dare voce a tutti i lettori e le lettrici, anche gli scontenti.
novembre 16th, 2009 at 18:10
Se fossi bravo a combinare affari come a combinare casini, sarei più ricco del signor Guglielmo Cancelli, fondatore di Piccolo-e-morbido
scusate le traduzione dei nomi, è una deformazione professionale
😀
novembre 16th, 2009 at 18:14
@Iguana Jo
Rispondo volentieri al tuo post:non ho problemi a dire che per quello che ho letto finora il sesso finora mi sembra funzionale alla trama.Personalmente non è questo il motivo per cui il libro non mi sta piacendo.Ora ritengo che uno scrittore abbia il sacrosanto diritto di scrivere ciò che vuole,un editore abbia l’altrettanto sacrosanto diritto di pubblicare ciò che vuole ed i lettori possano scegliere sulla base di una molla che può scattare o meno sulla base della lettura dell’opera.Nel mio caso la molla con E-DOLL non è scattata poichè il libro mi è sembrato freddo,poco emozionante ed ancora meno leggibile.Mi sono comunque imposto di finirlo,magari cambio idea.Se vuoi ne riparleremo.
novembre 16th, 2009 at 18:46
@ Nick
Ne riparlerò molto volentieri.
Ho letto il primo centinaio di pagine, e non mi sta facendo impazzire. Ma non tanto per un eccesso di sesso e/o torbidezze varie. Tutt’altro.
Piuttosto per la pesantezza della scrittura e una certa incoerenza/incomprensibilità di fondo.
Io comunque vado avanti, ci risentiamo a fine lettura.
novembre 16th, 2009 at 20:47
Per intervento preventivo intendo il commento “sospeso” in attesa di esame. X e Lippi mi pare abbiano fornito precisazioni chiare, comunque.
novembre 17th, 2009 at 22:01
@ iguana jo
Esattamente ciò che ho sestunuto io all’inizio… non critichiamo il libro per una certa saturazione di argomenti sessuali (Che pure c’è!), ma per mancanza di originalità, non cattura il lettore e non lo tiene incollato alla pagine ed è anzi piuttosto scontato e, cosa non da poco, il linguaggio nel complesso è molto, molto pesante… facevo veramente fatica ad arrivare a fine pagina e, così, ho deciso (ahimè!) di desistere…
novembre 22nd, 2009 at 01:27
Io pensavo di trovare commenti favorevol al romanzo e doll e che solo io avrei scritto un comento negativo,poi mi è dispiaciuto per lo scrittore e lo invito a non demoralizzarsi ,la prossima volta sarà un romanzo bello,poi si perde tempo che si è censurati ,pure a me è capitato ,fa male ,ma non bisogna dilungarsi su ciò.Inoltre Verso non si deve dispiacere ci sono anche grandi scrittori sf americani che hannno scritto libri bruttissimi.Asimov che amo,perrò la saga lucky star ,non mi è piaciuta.Un pò decente è stato Futuro in trance.Pian piano ci saranno bei scrittori di fantascienza.
novembre 23rd, 2009 at 19:44
Le critiche che sono state fatte erano tutte rivolte al libro,non allo scrittore(ci mancherebbe…).Mi dispiace aver emesso critiche negative poichè avevo grosse aspettative per questo testo,aspettative rimaste fortemente deluse.Ovviamente invito Verso a non abbattersi,leggerò in futuro altre cose sue a cominciare dal suo racconto su Robot.Però sarei ipocrita se dicessi che E-doll mi è piaciuto,amo troppo questo genere per accettare acriticamente qualsiasi cosa.
novembre 30th, 2009 at 09:48
Ogni promessa è debito.
Con qualche giorno di ritardo ho finalmente postato le mie impressioni sul romanzo di Francesco Verso.
L’ho fatto sul blog, che alla fine ne è venuto fuori un post piuttosto lungo (almeno per i miei standard).
Ogni commento è come sempre benvenuto.
novembre 30th, 2009 at 13:07
Mi mancano ormai poche pagine per finire E-DOLL, ma non riesco a trattenermi dall’urgenza di esprimere il mio pensiero su questo libro. Ho letto con estrema attenzione i commenti precedenti al mio e devo dire, con tutta franchezza, che questo gratuito accanimento verbale nei confronti di un innovatore dello sterile panorama fantascientifico italiano, mi ha lasciato con l’amaro in bocca e un incontenibile senso di fastidio. Io, purtroppo non conosco personalmente l’autore, ma ho letto il suo precedente romanzo “ANTIDOTI UMANI”, una storia che mi ha letteralmente folgorato per l’originalità della trama e la capacità di coinvolgermi emotivamente tramite le numerose traversie dei personaggi da lui accuratamente delineati. Per me quel libro è stato come ricevere un’illuminazione, ho capito che c’è dell’altro oltre le solite storie di alieni e complotti governativi: c’è da esplorare il mistero dell’animo umano, insondabile e indecifrabile, tranne per quei pochi scrittori dotati di una sensibilità fuori dal comune. Verso ha questo dono, cioè la capacità di osservare l’essere umano nella sua interezza, nelle sue incertezze, nei più reconditi segreti dello spirito e nelle ancor più segrete e insondabili aberrazioni mentali che solo l’uomo sapiens, purtroppo, ha l’innata capacità di creare. L’autore ha soltanto avuto il coraggio di sfondare la porta di quell’armadio che tiene ben custoditi quei segreti che tutto sommato tutti conosciamo e possediamo anche se in diversa misura. Tutti facciamo dei sogni che ci portano oltre i limiti, nessuno escluso, ma pochi sono disposti ad ammettere l’esistenza del lato oscuro del loro animo. Tantissimi sono poi pronti a negare di possedere simili istinti primordiali, antico retaggio della nostra “evoluzione” e quando una voce si erge fuori dal coro, fuori dagli schemi del vivere tranquillo, ecco che viene all’istante attaccata proprio da quegli individui che più sono coinvolti da questo tipo di argomenti. E-DOLL ha vinto, non a caso, un premio importante; un premio creato da chi di fantascienza se ne intende sicuramente più di tanti lettori/scrittori che hanno commentato il romanzo su questo blog dopo aver letto solo una decina di pagine. Ha vinto, penso, con pieno merito per l’originalità di una storia intricata e difficile da creare e per aver toccato con eleganza e raffinatezza argomenti da sempre tabù. Ci sono parti dove poi c’è anche qualcosa da imparare, per esempio quando i protagonisti discutono delle proprietà della melatonina,un ormone che regola i ritmi circadiani e dalla potente attività antiossidante. Oppure mi sono ancor di più interessato e divertito nella rivisitazione della favola di cenerentola e della sua leggendaria scarpetta. Tutto il resto: le scene “hard”, il linguaggio crudo e diretto, la troppo giovane protagonista per questo tipo di ambientazione, le considero un cocktail sapientemente assemblato per l’autonomia del romanzo… nulla che io già non sappia, nulla che non mi abbia fatto dormire la notte. Un ottimo romanzo di un grande autore, e io aspetto già con trepidazione il suo terzo romanzo.
In bocca al lupo, Francesco Verso, ne hai veramente bisogno visto l’enorme numero di squali bigotti che ti nuotano attorno
dicembre 1st, 2009 at 15:32
Arrivo con un certo ritardo, come spesso mi accade, a leggere quanto è stato detto finora. Credo che le critiche siano sempre ben accette dagli autori, quando non siano critiche a loro stessi (come ha giustamente rilevato Lippi). Così almeno dovrebbe essere. Ho trovato il testo di Francesco Verso ben costruito, coi personaggi forse un po’ stereotipati (salvo Lu/ei), e forse con un eccesso di diegesi a scapito della mimesi (avrei voluto più dialoghi). Ma a parte questi difetti strutturali, il testo funziona. L’ho trovato equilibrato, e sufficientemente avvincente. Il sesso (che da tempo ormai non è più un tabù, grazie a dio) è funzionale alla trama (mi sembra), e tutte le descrizioni anche esplicite sono viste con distacco, perché (è non è poco per un autore al suo secondo romanzo) Verso è riuscito a staccare i personaggi da sé, a raccontare una storia che non ce lo ha fatto ritrovare con le mani nella marmellata. Un certo distacco forse si avverte anche altrove, nel testo, e per questo forse pecca un po’ nel mantenimento della suspense iniziale. Ma non credo che lo scopo di Francesco fosse quello di raccontarci un thriller. Credo che volesse raccontarci come siamo noi oggi, e per offrirci uno specchio straniante ha giustamente usato il futuro (e una terra lontana come la Russia) per consentirci di guardarci meglio. Come accade spesso in alcuni autori di fantascienza (penso al primo Vonnegut), il futuro non è che un pretesto per parlare di noi.
Più che domandarmi se è un testo innovativo e originale, mi piace chiedermi se è un testo che durerà nel tempo. Francamente non so rispondere, ma gli argomenti che ha trattato non sono contingenti, ma parlano dell’uomo e di come siamo noi. Di come siamo sempre stati al di là dei robot, dei vibratori o delle vestali. Questo, per come concepisco io un libro, è un pregio non indifferente.
Forse, ripeto, il maggior difetto di E-Doll è che in alcuni punti la scarsità dei dialoghi appensantisce la lettura.
E per favore, non parliamo di pornografia o addirittura di pedofilia. Coi tempi in cui viviamo. Con le cose che vediamo tutti i giorni in televisione…
dicembre 1st, 2009 at 18:52
Personalmente credo che la maggior parte delle critiche,le mie sicuramente,siano venute non da un eccesso di puritanesimo mio ma da un eccesso di pesantezza del testo e da una mancata capacità di coinvolgere i lettori del testo.Del resto riconosco che Verso è riuscito a creare un dibattito tra pro e contro:il dibattito quando non è prevenuto fa sempre bene.Detto questo mi dispiace dover dire che per un periodo(che spero breve)non potrò più intervenire su questo blog a causa di problemi personali e lavorativi.Nel frattempo ne approfitto per ringraziare la redazione che hanno sopportato i miei interventi e i numerosi amici incontrati in particolare il grande IGUANA(di cui ho condiviso in pieno il suo giudizio su E-doll nel suo blog personale) ed il super fan Riccardo F.Spero di poterci risentire appena risolti i miei problemi lavorativi.A TUTTI, GRAZIE RAGAZZI.
dicembre 1st, 2009 at 20:04
In bocca al lupo, Nick. Ti aspettiamo su queste frequenze, quanto prima.
dicembre 3rd, 2009 at 01:29
@gli estimatori di Francesco Verso
Debitamente autorizzato dal nostro web master { X } comunico a tutti gli estimatori della FS italiana giovane, che vista la graziosa disponibilità dell’Autore, nell’ambito del Progetto Nazionale AMICO LIBRO, giorno 10 dicembre 2009 , alle ore _9.30, si terrà a Palermo, nell’AUDITORIUM “Santi Raimondi” presso l’ l’ITC “Crispi” di via Campolo 110 in Palermo, un incontro con il vincitore del PREMIO Mondadori URANIA 2008-2009 : FRANCESCO VERSO .
Il programma prevede incontri, proiezioni , testimonianze, e “reading” dei suoi libri : sia “ANTIDOTI UMANI” sia il romanzo vincitore “ e Doll”.
Per ulteriori informazioni, o ricevere un invito, inviare una email a : patdØ1ØØØt@istruzione.it
Ringrazio in anticipo tutti per la cortese attenzione.
dicembre 7th, 2009 at 16:16
Ho appena terminato la lettura del romanzo di Francesco e voglio esprimere il mio giudizio che tutto sommato è positivo.
Il personaggio di Maya, un’adolescente irrequieta, è disegnato in maniera magistrale. Angel, l’e-doll, riesce a commuovere per il suo anelito a una umanità che per lui/ei risulta irraggiungibile.
La trama è interessante e giustamente il sesso ha un ruolo importante vista l’età della protagonista, un’età in cui il sesso viene visto come una sorta di trampolino di lancio nel mondo degli adulti, oltre a essere un’esigenza fiosiologica.
Ci sono naturalmente, per lo scrittore romano, dei punti da migliorare come alcuni interventi hanno evidenziato esagerandone l’importanza. Certo a volte la pagina scorre lenta, ma non dobbiamo dimenticare che questo è solo il suo secondo romanzo e che Francesco ha appena 36 anni. Avrà tutto il tempo per stupirci se lavorerà su questi punti.
Teresa Anna
dicembre 31st, 2009 at 19:23
Russia 2053. In un futuro sempre più permeato e dominato dalla tecnologia informatica, la razza umana si mescola con gli e-Doll, androidi tanto perfetti da risultare quasi indistinguibili dagli uomini. Si tratta di creature progettate per il piacere il cui scopo è quello di assecondare le pulsioni sessuali degli umani, di porre in essere tanto le fantasie erotiche più innocue quanto le perversioni più pericolose, senza arrecare danno alla comunità.
Il Ministero dell’Interno promuove e finanzia la produzione di queste “macchine del sesso” dacché sembrano garantire l’equilibrio e il benessere della popolazione. Da quando sono in circolazione, infatti, i cartelloni pubblicitari informano:
“La criminalità è sotto controllo.
Gli omicidi sono scesi del 40 per cento.
Gli stupri del 20 per cento”.
L’idillio, però, è destinato a infrangersi quando cadaveri di e-Doll cominciano a fare la loro comparsa per le strade della città.
E’ possibile uccidere un robot? Chi può avere interesse a farlo e perchè?
Il percorso che condurrà il lettore alla soluzione del mistero sarà intriso di suspense, rivelazioni e colpi di scena degni di un ottimo thriller ma sarà anche un percorso che lo indurrà scavare in profondità mettendo in luce miserie e nobiltà dell’animo umano.
Dopo “Antidoti umani”, ancora una volta, Francesco Verso ci propone una distopia che ci costringe a confrontarci con un terribile interrogativo: esiste un limite oltre il quale la scienza cessa di essere un bene al servizio dell’uomo per trasformarsi in un’arma capace di irretirlo e privarlo della sua stessa umanità?
Sebbene l’autore non ci fornisca una risposta, attraverso gli occhi di Angel (e-Doll), ci porge uno specchio in cui poterci riflettere e ricercare una direzione che ci consegni migliori al futuro.
Un libro che vi costringerà a restare in equilibrio tra orrore e poesia, tra amore e morte, tra speranza e disperazione, che vi terrà inchiodati fino all’ultima pagina e che, forse, non vi lascerà dormire…
gennaio 6th, 2010 at 14:42
Leggendo il commento di Miriam mi sono rasserenato. Ci tenevo a farlo presente subito, perchè avendo dato un’occhiata agli interventi precedenti ero rimasto stupito di come il sesso da un lato, l’indugiare su speculazioni filosofiche dall’altro, abbiano motivato polemiche e qualche accusa di “pesantezza” nei confronti di e-Doll.
Sin dal primo momento ho avuto impressioni di natura assai differente, confrontandomi col romanzo.
Le accurate, esplicite descrizioni degli incontri sessuali, di cui è protagonista Angel insieme ad altri personaggi, non soltanto risultano funzionali al racconto, ma facilitano quella riflessione che ha sempre un controcanto adeguato nelle molteplici citazioni, tutte molto dense, rivelatrici, che accompagnano lo scorrere dei singoli capitoli.
Da appassionato di cinema, mi è venuto in mente Oshima.
Sì, perchè in certe pellicole del regista giapponese, come anche nelle esperienze degli androidi e degli umani i cui destini risultano qui intrecciati, il sesso si carica di implicazioni profonde: rapporti interpersonali, vecchi tabù, spinte all’emancipazione, volontà di controllare l’altro, ricerca d’affetto, sensi di colpa, frustrazioni, condizionamenti esterni, qualunque cosa precipiti nel vortice può aiutare a mettere a fuoco un problema, che riguarda le nostre pulsioni più segrete come anche l’ordinamento sociale in cui viviamo.
Se tutto ciò contribuisce a rendere più coinvolgente la “detection”, di pari passo si afferma la sensazione che Mosca, inserita con cura nel contesto globalizzato di un futuro ormai prossimo, sia il palcoscenico ideale per catalizzare simili tensioni.
Queste ed altre intuizioni hanno fatto sì che la lettura di e-Doll, dopo l’inizio un po’ ostico, mi catturasse progressivamente!
gennaio 10th, 2010 at 10:04
Siamo nella Russia del 2053, la tecnologia ha raggiunto livelli tali da mettere in grado di produrre esseri sintetici sorprendentemente simili agli umani e impiegarli nell’industria sempre fiorente del sesso.
Con essi l’uomo può dare libero sfogo ai suoi desideri più inconfessabili, alle perversioni, anche quelle più estreme, senza per questo violare la legge. Gli E-doll sono programmati per dare piacere, disponibile a farsi torturare fino alla morte per poi riparare tutte le ferite e rinascere a nuova vita. La percentuale degli stupri e degli omicidi cala sensibilmente e la società ne trae vantaggio.
Un giorno uno di essi viene rinvenuto morto, se morto si può considerare un termine adeguato, dal suo petto è stato strappato il tubo di plastica che funge da pompa cardiaca ed è solo il primo di una serie. Quando le strade di Maya e Angel si incrociano, l’una essere umano che vorrebbe essere androide e l’altro e-doll che, forse, è più umano di un essere umano, la storia si snoda veloce, con uno stile a volte duro, crudo ma intenso, a volte invece poetico, ma sempre diretto, fino al colpo di scena finale che tuttavia non ci fornisce tutte le risposte che vorremmo.
E-doll inizia come un thriller fantascientifico, ma ben presto ci accorgiamo che è qualcosa di più, è un’analisi dello stato di degradazione impietosa ma precisa e affilata coma la lama di un bisturi.
L’autore ci porta con lui in un viaggio tra le debolezze della psiche umana, tra l’amore e la morte, un viaggio dal quale ritorniamo frastornati, e con mille quesiti sui quali riflettere.
gennaio 31st, 2010 at 17:23
io il libro non ho ancora avuto l’occasione di leggerlo visto che ho un po di libri arretrati, però sono dell’opinione che a chi certi argomenti non vanno giu conviene informarsi prima, visto che i mezzi ci sono, sui temi di un determinato libro in modo da non leggere libri che sicuramente avranno per tali persone un giudizio negativo.
Se invece al posto dei soliti giudizi negativi in stile ” che schifo” si facessero critiche sulla fluidità di lettura, terminologia etc.. penso sia costruttivo sia per l’autore che per altra gente che magari ha intenzione di scrivere qualche libro prendendo spunto da questo.
spero di essermi espresso chiaramente.
saluti
febbraio 10th, 2010 at 21:00
Ciao a tutti,il libro non mi è per niente dispiaciuto per i seguenti punti:
1) ha una buona atmosfera
2) sulla fantascienza è stato detto parecchio e nonostante ciò qui gli elementi ci sono, e sono armonici (la trama fila e regge e l’occhio può inciampare su qualche digressione ma troppa azione l’avrebbe forse reso un po’troppo superficiale)
3) L’erotismo serve, funziona ed è trattato con classe
4) se un premio è stato dato a quest’opera benvenga, ma il signor Verso se non fosse emerso quest’anno sarebbe uscito fuori tra uno o due libri magari anche più raffinato nello stile.
5) Asimov è morto e mi sa pure Dick.
Per concludere: grazie a questo signore per averci fatto fare una bella chiaccherata, speriamo che ci tiri fuori dal cappello qualche altro coniglio, magari più grosso.
febbraio 12th, 2012 at 22:54
In ritardo dico la mia. Mi scuso se sarò reciso. Non sono riuscito ad andare oltre pagina 10. Il primo capitolo è ben scritto, scorre veloce ed appassiona. Poi Verso si “sbrodola” con citazioni colte e lessico ricercato. Vorrei ricordare alla nuova leva di autori italiani che Urania sta coltivando (male) di andarsi a leggere Eco, Dostoevskij, DeLillo o chi vogliono e imparare a scrivere semplicemente: se ci sono delle cose da dire verranno fuori, sennò è inutile tirarsela da grandi autori (includo nella lista Tonani la cui estetica cade senza che se ne accorga, nell’estetizzazione).
Lippi, la prego, sforbici e se non c’è niente di buono sospendiamo il Premio Urania. Capisco che gli italiani costano meno ma sono disposto a pagare di più il mio abbonamento.
Senza offesa, ma vado a pagare dei libri che non leggo. Cosa mi abbono più a Urania a fare se continuate in questa discesa di qualità?
febbraio 12th, 2012 at 23:01
Aggiungo una citazione dal libro (aperto a caso perché a pag. 44 non ci sono nemmeno arrivato): “Gli umani… non pensano a niente, se non nei limiti della loro esistenza. Oltre quella, ogni evento sembra dissolversi nell’indistinto e nell’indecifrabile. Solo dopo la morte avviene ci che non possono affrontare ecc. ecc….”.
Qui tira un’aria mista tra poesie della Contessa Serbelloni Mazzanti Che Vien Dal Mare e tema liceale.
Non vi accorgete che state pubblicando cose ridicole che danneggiano anche l’autore?
Ma la opera di editing viene ancora fatta o no?