Buon anno con l’utopia
Ci congediamo dai nostri lettori con la sorpresa di un editoriale di fine anno, firmato dal nostro Curatore Giuseppe Lippi.
Per le feste, quel che ci vuole è una massiccia dose di auguri: quest’anno, poi, in maniera particolare. Auguri a tutti i lettori per un anno ricco di soddisfazioni; a “Urania” perché si mantenga all’altezza delle loro aspettative; a quelli che lottano contro le insidie della crisi o delle crisi, e che sono il 95% della popolazione sana; a chi soffre e a chi guadagna meno. Con il loro prezzo bloccato e, per così dire, alla portata di tutte le tasche, le nostre collane cercano di dare un piccolo contributo in tema di potere d’acquisto, ma è soprattutto proponendo buone letture che tentano di realizzare il loro compito, che consiste ancora una volta nel darvi ottima science fiction e non solo un po’ di relax. Sono tempi duri, è vero, e le cose non vanno come dovrebbero quasi da nessuna parte. Forse siamo a una svolta epocale su questo pianeta abitato da cinque miliardi di bocche, meno di un terzo delle quali ricevono una razione giornaliera adeguata. Forse siamo arrivati al redde rationem di un’epoca, di uno stile di vita, del secolo della diseguaglianza. Cose da fantascienza ci attendono dietro l’angolo: un salto nel buio per l’ordine mondiale che conosciamo oppure una svolta definitiva.
I trent’anni che ci stanno alle spalle sono stati tra i più subdoli della storia moderna: e in cambio dell’illusoria “pace” che regnava nei paesi occidentali (i quali, tuttavia, continuavano a pagare un assurdo tributo di vite umane nei vari conflitti locali, esportati in nome di una grandeur degna di ben altra causa), il disavanzo tra i ceti sociali aumentava, la produttività entrava in crisi per la concorrenza dei più dinamici paesi dell’Asia, la sicurezza sociale dei ceti medio-bassi, e poi anche medio-alti, colava a picco per colpa del liberismo senza regole, della speculazione finanziaria e della distruzione delle garanzie nel mondo del lavoro. Lascia governare la signora Thatcher, lascia fare a Reagan e Bush, mantieni saldi i legami tra politica e corruzione, politica e mafia, e avrai come prodotto il declino del mondo occidentale che infatti si è verificato. Società senza più fiducia nei loro rappresentanti, interi paesi privati dell’orgoglio del lavoro, sicurezze da tempo acquisite gettate alle ortiche. E guerre, conflitti violentissimi dappertutto. La fantascienza non aveva previsto il crollo dell’Unione Sovietica a così breve termine (1991), ma neanche questo è servito ad allontanare lo spauracchio delle tensioni globali. L’est europeo ha dovuto affrontare, nei successivi diciassette anni, una crisi pesantissima che si è in parte sfogata nell’esodo verso i paesi dell’ovest; in alcuni luoghi del cosiddetto terzo mondo è fiorito il terrorismo con un vigore senza precedenti, quasi un riflesso del terrorismo economico che prendeva piede in quelli più ricchi.
Il lettore di fantascienza, e non lui soltanto, si è visto proiettare nel XXI secolo da un’apocalisse (l’attentato alle torri gemelle di New York nel 2001) e ha continuato a marciare allegramente sullo scivolo della disgregazione globale. Per fortuna, la storia non è finita e vi sarà il modo di ripensare il mondo, immaginarlo su nuove basi. E’ proprio quando la crisi si inasprisce, le difficoltà reali si sommano e a molti sembra di toccare il fondo, che torna il tempo dell’utopia. Noi che siamo votati a questo mestiere lo sappiamo. Le vecchie certezze scompaiono ma altri valori prenderanno il loro posto; se di una cosa possiamo essere contenti, è che in tempi così difficili non c’è più posto per il cinismo né per sordidi giochi di potere.
E’ una legge economica: se la barca rischia di affondare devi trovare il coraggio di cambiare rotta, non di rattopparla con pezze sudicie. L’utopia, dunque: “Urania”augura a tutti di cominciare a respirarne l’aria fin dal 2009, ma ricorda che per sperimentarla bisogna rimboccarsi le maniche, rinunciare ai vecchi schemi mentali e darsi da fare in prima persona. Se è finito il tempo degli utopisti in poltrona, ben venga quello di chi dovrà ricostruire un mondo.
E vediamo di dare uno sguardo al futuro, all’annata 2009 che in molti paventano ma che sarà invece un anno di sfide, iniziando dal piccolo campo che ci riguarda. Diversi lettori ci hanno chiesto qualche anticipazione sui nostri programmi e ne approfittiamo per accontentarli. Di quali utopie letterarie si tratterà? Innanzitutto del confronto con un altro tipo di società, un altro ordine evolutivo. In gennaio esce infatti Fuga dal pianeta degli umani di Robert J. Sawyer, che continua la serie inaugurata da La genesi della specie (n. 1536). Finora avevamo considerato i nostri predecessori Neanderthal come una sorta di pietosi fossili, uno scarto dell’umanità. Invece, in una realtà alternativa con cui dovremo imparare a fare i conti, sono essi il modello più evoluto, non l’Homo Sapiens. Che ci sia sotto un messaggio politico a noi sembra ovvio, tantopiù che il secondo romanzo affronta un problema delicato come la condizione della donna nelle due civiltà. Sempre in gennaio, “Urania collezione” ripropone un autore forse dimenticato dai più giovani, ma molto amato dalla generazione che vide nascere la fantascienza in Italia. Parliamo dell’inglese Charles Eric Maine e del suo terrificante, ossessivo Grande contagio. Un testo ritornato improvvisamente d’attualità e che esplora il tema della contaminazione ― batteriologica, ma anche fra i generi letterari ― con notevole efficacia. Ancora una volta, da un mondo che ha esaurito il suo ciclo potrebbe uscirne uno nuovo.
In febbraio avremo un altro libro di forte impatto come Guerra eterna: ultimo atto di Joe Haldeman, quindici racconti del massimo autore statunitense di sf bellica (e non solo). Un’antologia personale che segue l’intero arco della carriera di Haldeman, dagli esordi negli anni Settanta al 2005 ma con un’attenzione particolare rivolta ai testi maturi del periodo 1995-2005. Racconti che sono anche un duro saggio di disobbedienza civile e il frutto una scelta di campo che non ammette equivoci. In quello che dà il titolo alla raccolta, in particolare, torniamo al memorabile finale di Guerra eterna per riviverlo da un punto di vista inedito. E in “Urania collezione” troveremo Segnali dal sole del maestro dell’utopia europea Jacqes Spitz, un romanzo scoppiettante e paradossale scritto nel durissimo anno 1943. Qui una situazione apparentemente senza scampo (anzi, da fine del mondo) viene risolta con un humour nero degno della grande letteratura. E’ questo il primo romanzo tradotto espressamente per “Urania collezione”, in quanto finora inedito in Italia.
Nel volume di marzo della collana madre avremo un autore italiano ormai collaudato, Dario Tonani. In attesa che Dario appronti il seguito di Infect@, da noi pubblicato lo scorso anno, lasciamo spazio alla sua immaginazione per darci due ritratti “fuoriserie” del futuro prossimo. Il titolo del volume sarà L’algoritmo bianco e conterrà due romanzi: Picta muore, con la storia di una stranissima città che a rigore non dovrebbe neppure esistere, e L’algoritmo bianco di cui al titolo. Filo conduttore di entrambi è un’enigmatica, crudele figura di assassino che rimanda in modo inquietante a certi controeroi “neri” della narrativa d’azione. Antiutopia, dirà qualcuno: di sicuro un saggio di pessimismo della ragione (e ottimismo della volontà) per riflettere sui tempi che stiamo attraversando. Su “Urania collezione” troveremo invece I fabbricanti di felicità di James E. Gunn, racconto in tre parti che era apparso originariamente con il titolo Si garantisce la felicità. Più “cautionay tale” di questo, sarebbe difficile immaginarlo: in sostanza Gunn ci dice di diffidare di chi promette, e anzi “garantisce”, solo cose belle. Non è questa l’utopia, come la fantascienza ci ha sempre ripetuto: il futuro bisogna conquistarlo, non farselo elargire.
Nei mesi successivi “Urania” tornerà al suspense tecnologico con Fleet of Worlds di Larry Niven e Edward M. Lerner, un romanzo dello Spazio conosciuto: centinaia d’anni prima che venga scoperto Ringworld, il Mondo dell’anello, la razza dei Burattinai è costretta ad abbandonare il proprio settore a causa di un’esplosione che promana dal centro della galassia. Questo esodo di interi pianeti non sarebbe possibile senza l’aiuto di alcuni spregiudicati esseri umani che fungeranno da “esploratori” per conto della flotta burattinaia, precedendola tra i mondi potenzialmente ostili. Seguiranno il secondo romanzo di Ken Macleod, Dark Light, e il ritorno di un autore amato come Jack McDevitt con Seeker, lungo romanzo di ispirazione clarkiana che racconta la scoperta del volo interstellare, le sue prime applicazioni su vasta scala (fra settecento anni) e la ricerca di altri mondi abitabili in un futuro ancora più remoto. Senza andare troppo oltre nei secoli, nel 2009 “Urania” si farà madrina di un autore promettente come Jeff Somers e il suo ciclo della Electric Church, nonché del primo romanzo di Alastair Reynolds Revelation Space, che sarà pubblicato quasi certamente in settembre (Riccardo Valla si è impegnato a finire la traduzione). Subito dopo uscirà Rainbow’s End di Vernor Vinge, romanzo importantissimo e su cui torneremo ancora, vincitore del premio Hugo 2007.
Scivoleranno al 2010, invece, il nuovo romanzo di Michael John Harrison Nova Swing (che sarà tradotto da Vittorio Curtoni) e l’antologia di Paul De Filippo Shuteye for the Timebroker, anche questa affidata a Curtoni cui facciamo i migliori auguri per una serena convalescenza e completa guarigione. Non vogliamo lasciarvi, infine, senza annunciarvi alcune recenti acquisizioni di prestigio, che usciranno con tutta probabilità nel 2010: il nuovo romanzo della Compagnia di Kage Baker, The Life of the World to Come, e il monumentale Dreaming Void di Peter F. Hamilton che sarà necessario suddividere in più volumi. Per ora, in attesa di tante novità, non ci resta che ricordare a tutti la nostra sfida: immaginare l’utopia e diffonderla.
G.L.
Posted in Antigravità
dicembre 29th, 2008 at 10:37
Un pezzo bellissimo. Da stampare e attaccare dove lo si può leggere al mattino prima di mettersi al lavoro. Perchè i paventatori della crisi fuggano di fronte alla capacità di reazione e “rigenerazione” della nostra specie (una di quelle poche caratteristiche che rendono l’uomo un essere ancora non meritevole di estinzione). Grazie Maestro!
E grazie per le grandi promesse come Spitz, McDevitt, Somers e Hamilton e la filologica continuazione di Macleod, Niven (ci aspettiamo le ristampe dei capitoli fondamentali dello Spazio Conosciuto). Come minimo i prossimi due anni saranno moolto migliori di quello appena trascorso. E visto che avete ascoltato le voci che si levavano dalla cerchia di appassionati e capito cosa i lettori si aspettano, e cosa può tornare a rendere grande questa storica testata, immagino farete il possibile e oltre per rendere il futuro prossimo di Urania assolutamente memorabile. Grazie ancora! Al grande Vittorio e a tutti voi amici del blog, l’augurio di un grande 2009 nella vita e nel lavoro. Ce n’è davvero bisogno.
dicembre 29th, 2008 at 13:46
Che dire, la prima parte dell’editoriale è tanto vera quanto amara.
Ma la seconda parte.. diciamo da :”E vediamo di dare uno sguardo al futuro…” mi ha semplicemente mandato in brodo di giuggiole!
Non credevo ai mie occhi, un 2009 fantasmagorico: Sawyer e Haldeman già mi bastavano ed invece ecco l’amico Dario seguito da Niven, Macleod e McDevitt.
E poi ancora, aggiungiamoci pure, Reynolds, di cui si dice un gran bene, e Vinge.
E meno male che il cuore è in buon ordine perchè non è finita qui “con perfidia” il nostro Lippi aggiunge anche il 2010 e in due righe spara niente di meno che: Harrison, De Filippo, Baker, Hamilton.
Se è un sogno, per carità non svegliatemi prima del 2010
dicembre 30th, 2008 at 01:43
Un editoriale perfetto a conclusione di un anno tormentato. Sì, bisogna che tutti ci rimbocchiamo le maniche, nel bene e nel male, nell’utopia come nella distopia. La storia non esiste. Tocca a noi scriverla, incuneare le nostre coscienze là dove il tempo finisce.
E poi… Baker (splendidi i suoi romanzi di fantascienza temporale!), Harrison (Nova Swing! Wow! Non vedo l’ora! Quasi non ci credo 😯 ), e un inedito di Spitz! E infine Haldeman, il cui Guerra Eterna mi ha segnato come poche altre storie… sono quasi commosso da queste anticipazioni. 😥
Si prospetta quindi un 2009 di letture all’insegna dell’altissima qualità. Un grazie sincero al direttore Lippi e al suo entourage, e un augurio di buona guarigione a Vittorio Curtoni, maestro insostituibile di stile e precisione.
Rinnovo i miei auguri a tutti quanti, lettori ed editori! Che il 2009 sia una sfolgorante singolarità!
7di9
dicembre 30th, 2008 at 10:36
Le anticipazioni del 2009 e 2010 per Urania sembrano davvero interessanti: complimenti per le ottime scelte editoriali e grazie. Mi spiace dire però che penso – e credo di non essere il solo a pensarla in questa maniera – che i titoli proposti da voi nell’ultimo anno/anno e mezzo nella collana Urania Collezione siano stati nel complesso estremamente deludenti, non rappresentando di certo il meglio (anche facendo la tara di quello che non potreste proporre in ogni caso essendo i diritti in mani altrui) di quanto la SF abbia prodotto nel corso del tempo. Vi chiederei, se possibile, di (ri)proporre qualcosa di più recente (anni ’70 e ’80) e di lasciar perdere definitivamente – a parte qualche eccezione – i vecchi Urania del periodo Fruttero & Lucentini, che rispecchiano un’idea di SF veramente troppo, troppo, troppo datata. E, vi prego, basta francesi e italiani.
dicembre 30th, 2008 at 10:46
Caro Stefano, vedo che anche tu come me pensi che sia ora di aprire un po’ agli anglofoni. E’ ora di cominciare a riscoprire la storia della SF dimenticata!
X
dicembre 30th, 2008 at 11:15
Mi spiego meglio: non ho scritto “basta francesi e italiani” perché non sono anglosassoni (tra i miei autori preferiti ci sono Stanislaw Lem e i fratelli Strugazki), ma perché quello che ci è stato proposto è veramente scadente. E dei borbottii di un reazionario antilluminista e antisessantottino (e razzista!) come Barjavel francamente faccio volentieri a meno (così come dei deliri di Ron Hubbard). Piuttosto, in questa collana vorrei vedere scrittori come Greg Bear o Vernor Vinge, o (sì, sì, proprio quello) il cyberpunk.
dicembre 30th, 2008 at 11:37
Ciao Stefano, grazie per la tua delucidazione. In effetti la mia battuta derivava proprio da avere in parte frainteso il tuo commento. Confesso di non avere letto ancora né Hubbard né Barjavel, ma ritengo che due autori così importanti nelle rispettive letterature nazionali (per quanto di idee discutibili, ma nelle vite/carriere di entrambi – se non erro – si possono distinguere due momenti ben precisi) non potessero non comparire in UC, che si propone di presentare uno spaccato storico del nostro genere preferito. Già le assenze di Dick, Silverberg e Ballard (per ovvie ragioni di diritti editoriali) pesano. Se poi non ci vengono presentati nemmeno gli autori svincolati da diritti (o già opzionati da Mondadori) a risentirne sarebbe solo la collana.
Comunque, come abbiamo avuto modo di apprendere dal nostro Curatore, i prossimi anni ci porteranno appunto, tra gli altri, Vinge, Reynolds e Tonani, che di cyberpunk un po’ se ne intendono 😉
E, sì… anche a me piacerebbe vedere Picnic sul ciglio della strada in UC, ma temo che anche lì la via per l’acquisto dei diritti sia irta d’insidie… 😕
Che il 2009 arrida a tutti noi, alla SF nel suo complesso e alla nostra “Urania”! A presto,
X
dicembre 30th, 2008 at 12:03
Trovo che i pericoli in cui può cadere una collana come “Urania collezione” siano molti e non solo quelli descritti da Stefano. Concordo nel dire che bisogna aggiustare il tiro sulle decadi più recenti e mettere un po’ tra parentesi le vecchissime glorie. Anche qui, però: non tutte e non in modo traumatico. Nel complesso, io penso che “Urania collezione” dovrà aprirsi per almeno il 50% alle opere più tipiche della sf recente (cioè post-1980) e offrire, per il resto, un ampio ventaglio del meglio di tutto il resto. A Stefano e a quelli che la pensano come lui prometto che correggeremo il tiro. Ho in mente autori come Lafferty, Greg Bear, Vinge, Zelazny e Bruce Sterling tanto per cominciare. Buon anno a tutti!
dicembre 30th, 2008 at 14:24
Zelazny e Bear… ottimo, ottimo.
7
dicembre 30th, 2008 at 15:05
Grandi notizie, sto già preparando il portafoglio 😀
Tra tutti aspetto con ansia l’amico Dario (in concomitanza con Montecristo3… ma quella è un’altra collana) e Reynolds di cui sto leggendo The Prefect… Una domanda: M.J. Harrison ha scritto “Light”, che precede temporalmente Nova Swing, è già stato pubblicato in Italia?
Un saluto e Buon 2009!!!
dicembre 30th, 2008 at 16:38
“Light” è stato pubblicato in un supplemento di Urania (26) ormai un paio di anni or sono col titolo Luce nell’Universo. La fascetta è dorata e non arancio. Ricordo ancora la magnifica epifania :.)
dicembre 30th, 2008 at 22:19
A me non piacciono questi autori di fantascienza che proporrete.Ame piacciono i romanzi di fantascienza belli,non quelli che non dicono niente.Peccato ,perchè io penso che esistono dei bravi scrittori sia negli usa che in europa.Non mi piace la voluminosità,cioè questi per prendere di più,gli scrittori,ci fanno sorbire a noi un sacco di inutilità,non è giusto.Inoltre penso che chi ha vinto il premio urania,ha diritto di essere alla pari con gli scrittori americani.In passato ho partecipato al premio urania,ma io non so scrivere,se fossi io direttore di urania proporrei testi di qualità
dicembre 30th, 2008 at 22:26
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!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
dicembre 30th, 2008 at 23:13
??? Capisco che ognuno abbia il sacrosanto diritto di esprimere la propria opinione, ma qui??? Non voglio essere offensivo, ma Signor De Santis… lei non ha detto nulla!!! Dire “a me piacciono i romanzi di fantascienza belli, non quelli che non dicono niente” è perlomeno pretenzioso ed un tantino superficiale non trova? E poi la bravura si misura dal numero delle pagine? perchè questo è l’unico elemento di giudizio da Lei espresso… Anche a me non fanno impazzire tutti gli autori annunciati, ma di alcuni ammetto di non conoscere niente, ancora… Le dirò… sono perlpesso, ma ad ognuno le proprie opinioni. Buon 2009 a tutti
dicembre 31st, 2008 at 07:13
Signor Giuseppe De Santis lei è una persona simpatica che ama scherzare.
Buon anno che sia pieno di romanzi belli!
dicembre 31st, 2008 at 10:31
Caro Lippi,
grazie per la volontà di correggere -almeno in parte- il tiro.
Ammetto che -pur amando tanto la fantascienza- quella eccessivamente datata risulta essere veramente troppo semplicistica o troppo contestualizzata e non riesco a godermela.
Se, in ambito cinematografico, vedere un’opera anni ’50 può risultare gradevole -perchè un tocco di “folcloristico” (chiedo venia per la parola) per due ore, fa anche piacere- in letteratura, dove l’impegno richiesto dura qualche giorno e occupa la mente in maniera abbastanza significativa, se alla fine mi ritrovo con un’opera “folcloristica” in mano, ammetto che resto profondamente insoddisfatta.
E per quanto possa essermi piaciuto, ad esempio, un Tom Godwin con “Gli esiliati di Ragnarok” (The Survivors, 1958) (mi spiace, della concorrenza), ritengo che autori meno datati riescano ad essere più accattivanti e più “accettabili” da un pubblico “moderno”.
(Io, poi, personalmente, ammetto di essere esagerata e di far fatica a leggere fantascienza pre-Rete… ma questa è una caratteristica mia e quindi non arrivo a cassare le opere che stanno al di qua di questa mia personale linea di demarcazione. Faccio solo fatica a leggerle, ecco… Ma le leggo.:-) )
So che potrei argomentare meglio e più lungamente la mia tesi, ma spero che possa essere chiara lo stesso.
Quindi ringrazio Lippi e il team di Urania per questa “presa visione” e auguro a tutti Buon Anno!
Ayesha
dicembre 31st, 2008 at 10:46
p.s.
e non vi dimenticate di Robert J. Sawyer e della sua terza “puntata” sui Neanderthal.
Non è che, dopo la seconda, che sta per uscire, ci lasciate crudelmente appesi all’amo per 2 anni, vero?
dicembre 31st, 2008 at 11:09
Anch’io penso che il DeSanctis sia un buon tempone…:)
dicembre 31st, 2008 at 11:24
E’ stato veramente un bel modo per augurarci buon anno: bello l’Editoriale, bellissime le anticipazioni per il prossimo anno (anni). Sono anche d’accordo sulla maggiore apertura al post-1980!
Grazie,e Buon 2009 a tutti!!
dicembre 31st, 2008 at 12:59
Un altro…
Aprire la Fantascienza agli anglofoni sarebbe un pò come aprire l’aperto all’apertura,scusate il giochetto,e mi pare superfluo.
Il problema è che la Fantascienza è troppo anglofona,e ormai lo resterà,e italiani e francesi sarebbero stati i benvenuti se avessere scritto cose meno inutili e mediocri.
Auguri.
dicembre 31st, 2008 at 13:02
Un altro…
Aprire la Fantascienza agli anglofoni sarebbe un pò come aprire l’aperto all’apertura,scusate il giochetto,e mi pare superfluo.
Il problema è che la Fantascienza è troppo anglofona,e ormai lo resterà,e italiani e francesi sarebbero stati i benvenuti se avessero scritto cose meno inutili e mediocri.
Auguri.
dicembre 31st, 2008 at 13:04
Evidentemente i doppi hanno altri doppi,chiedo scusa per tutti.
L’Altro.
dicembre 31st, 2008 at 15:37
La proposta per il 2009 sembra buona, ma il giudizio verrà dopo, dal momento che non conosco alcuni autori.
“Urania collezione” lo dice il nome dovrà essere un contenitore di qualità, ma dovrà nello stesso tempo dare spazio ai romanzi “immortali della SF” che certamente i nuovi lettori non conoscono, come pure alle opere che hanno avuto poche edizioni.
dicembre 31st, 2008 at 20:13
Fleet of worlds…bello.
Ormai mi vedevo costretto ad acquistare direttamente libri in inglese, anche se continuo ad acquistare Urania e le sue “collane figlie”.
Di molti titoli ed autori però non vedo traccia: Russo (The Rosetta Codex), Scalzi (Old man’s war e seguiti), Campbell (serie The Lost Fleet), ed altri.
Se però non ci sono in programma fino al 2010 penso proprio che non li leggerò in italiano.
E mi auguro che dopo il primo di Reynolds (Revelation Space) almeno seguano gli altri della serie,(Preludio a Dune docet).
Grazie e Buon Anno e Buone Letture a Tutti.
dicembre 31st, 2008 at 21:59
Andrea,io leggo da anni urania,il libro di fantascianzenza che amo di più di tutti è L’ultima speranza per la Terra di Lan Wright,segue Il popolo dele stelle di Handerson,amo il ciclo della fontazione,i ctorr,sabenarger,mi sono piaciuti evangelisti e molti autori italiani.Guarda ho anche partecipato ai premi letterari di fantascienza e ci sono molti italiani che battono gli americani.Aldani non mi piace,Kolosimo si..Per esempio la città e le stelle di clarcke,mi diede ispirazione per un romanzo tipo enber,di uno che vuole uscire dai sotterranei e poi una donna trasfigurata disperata e si innamorano.Paul davies,divulgatore australiano,mi dide lo spunto per scrivere al premio urania,un Gesù dello spazio,che chiamai Cresim.Ora ho scritto un racconto di fantascienza,a me piace,peccato non ho fortuna ..Anche a me piace la fantascienza,e la leggo,ci fosse uno scrittore che parlasse di alieni,a mi dimenticavo Herbert con il suo ciclo,io ho letto il figlio ,mi sa che è bello.Non la dimenticherò mai la Stella di Clarcke,il più bel racconto poetico che abbia mai letto.Io non dico di riprorre gli autori che ho citato,ma che siano a questi livelli
gennaio 1st, 2009 at 03:26
Carissimo Giuseppe, magari fosse possibile presentare romanzi e racconti sempre a livelli stratosferici, purtroppo non è possibile in realtà (per quanto ci piacerebbe). Per converso, non tutti i romanzi pubblicati sono di basso o medio livello. Che poi, per gusto personale, alcuni autori non ci piacciano è sacrosanto, e qui siamo nel regno del gusto personale che non è assolutamente giudicabile… a me non piace leggere Asimov, pur riconoscendone il suo valore oggettivo indiscusso, amo alla follia Dune di Herbert (il romanzo, non il ciclo), mi è piaciuto il ciclo degli Cthorr ma non mi dice niente quello dei Berserker, sto aspettando Tonani, Vinge e Reynolds ma Somers e DeVitt non mi dicono nulla… come ho scritto l’altro ieri (capperi, questo è il primo post del 2009???) non capisco le ragioni delle sue argomentazioni… ma se sono giudizi di gusto allora ritiro tutto quello che ho detto perché de gustibus non disputandum est (… in autobus :-))) dico per celiare…). Buon inizio del 2009, con la speranza che alla fin fine ci possa essere qualche uscita di suo gradimento.
gennaio 1st, 2009 at 13:56
Non so, prendersela tout court con gli autori italiani (o francesi) perché quelli proposti non sono piaciuti, mi sembra un po’ categorico (nel senso, letterale, di ragionare per categorie). Se non piace Hubbard, non per questo si butta a mare tutta la narrativa anglosassone. Invece, se non piace Barjavel, la sf francese non vale niente? Quanto agli italiani, che cosa (e di chi) non è piaciuto? Magari è quell’unico romanzo di quell’unico autore! Ma, se anche non ne fossero piaciuti due o tre, la sf italiana è forse formata da quei tre libri? Ma forse si vuole dire che si vorrebbero leggere italiani (o francesi) che ci piacciano. Richiesta legittima, questa, ma intanto si dovrebbe capire quali possano piacere e, se si dice solo basta, non c’è modo di capirlo…
Buon 2009!
AF
gennaio 1st, 2009 at 23:57
Bellissimo e acuto l’editoriale e succose le anticipazioni.
Sono entusiasta soprattutto per Vinge, Reynolds, McLeod e Haldeman, incuriosito da Somers, ma tutto mi sembra di ottimo livello.
Complimenti e auguri di buon anno a tutti.
gennaio 2nd, 2009 at 15:04
Auguri a tutti e una domanda per Lippi. Ma, fra tante proposte, come mai autori – grandissimi e osannati all’estero – come Gene Wolfe, Tim Powers, John Crowley, Walter j. Williams con il ciclo di Praxis, per esempio, da noi non vedono mai la luce o, comunque non sono riproposti? A volte mi sembra di vivere in un paese di serie B anche per quanto riguarda la fantascienza…
gennaio 2nd, 2009 at 21:01
Ottimi presupposti; non sono entusiasta unicamente per l’insistenza con Spitz e Gunn. Per carità, alla fine li leggo (cosa che non accade con tutti gli Urania), ma non mi sembrano così “classici” per l’Urania Collezione. Qualitativamente (e quando esce), Biblioteca Cosmo mi sembra aver superato UC.
gennaio 2nd, 2009 at 21:04
Sono entusiasta anch’io (Hamilton? Sopravviverò fino al 2010?), a parte l’insistenza per Gunn e Spitz che, pure non dispiacendomi, vedrei meglio su Urania normale.
gennaio 2nd, 2009 at 21:48
Hai indovinato,sono i mei gusti .Ma se si pubblicava buona fantascienza,io ero il primo a lodare.A me mi incuriosisce il romanzo di fantascienza di Hoyle e i romanzi di Wells.Io ho pensato questo,ma perchè urania non pubblica 1987 di orwell,dei racconti di clarcke ,solo due e tre mi sono piaciuti,ho riletto la stella,me la ricordavo diversa.Di Leiber mi piaceva l’idea dela bolla temporale.Ora sto leggendo L’quilibrio perfetto di Farmelo,mi affascina la fisica quantistica.Io ho un idea di un racconto di un matrimonio fra un terrestre e un aliena su un pianeta della galassia ,ma se non trovo l’ispirazione non lo scrivo.Io so che anche il grande Hawking,leggeva fantascienza.
gennaio 2nd, 2009 at 21:54
.Spero che vi sia un romanzo che mi piace nel 2009,quelli detti sono i mei romanzi,che mi sono piaciuti.
gennaio 3rd, 2009 at 00:27
Giuseppe, se ti piace la space opera allora penso che ti potrebbe piacere il romanzo di Reynolds, o quello di McDevitt.
gennaio 3rd, 2009 at 22:47
Correggere il tiro di UC, senza dubbio. Ma non tanto nel senso, necessariamente, di un avvicinamento ai nostri tempi: meglio un avvicinamento a quel che una volta avrebbe significato la “C”: classici. Classico è ciò che sfida, con successo, il tempo; ciò del quale è possibile scoprire un registro in ogni epoca e per ogni sensibilità storica. O quasi. Ci sono romanzi che sanno di stantio nel momento in cui approdano nelle librerie, e il miglior Leiber o il miglior Sturgeon che difficilmente finiranno di lasciar scoprire nuovi aspetti di quel che hanno narrato. E UC è una collana dell’oggi, che si rivolge (anche) a chi magari si accosta proprio oggi alla fantascienza; e per costui (costoro) Leiber e Sturgeon possono essere nuovi quanto Vernor Vinge o Ken MacLeod: in modi logicamente diversissimi. Ma per tornare all’inizio, alla correzione del tiro, al classico che è ciò che sfida il tempo: se Leiber e Sturgeon (o Bester e Clarke, o… Bear, Shiner, Varley, o chi volete) sono ancora attuali per il lettore intelligente, il povero Maine, sia detto con tutto l’affetto per uno scrittore che è stato tra i primi che abbia letto accostandomi alla fantascienza, era già passato di cottura a quell’epoca, nei primi anni ’80. E probabilmente non era freschissimo neppure quando scriveva. Meglio non confonderlo con Wyndham.
Detto questo, l’annata 2009 sembra assai promettente.
V.
gennaio 5th, 2009 at 15:21
Sottoscrivo integralmente il commento che precede, e preciso meglio il mio intervento nel thread su Maine.
Quello che intendevo è che non basta essere stampati e ristampati a cicli più o meno ravvicinati, su Urania e collane collegate, a fare di un autore e delle sue opere dei classici meritevoli di essere riproposti oggi. Un Classico è quello che sfida l’usura del tempo e si lascia rileggere costantemente regalando sempre sensazioni forti, e che quando si ripone si sa che lascerà soddisfatti anche dopo riletture future. Esemplificando brutalmente, per me classico è ” The Patterns of Chaos” di C.Kapp che è del 1974, non è un classico la trilogia di Aarn Munro di Campbell, eppure la risonanza nel mondo della SF e la differenza di notorietà tra le due opere è enorme… Allo stesso modo Classico è “Schismatrix” di Sterling che è del 1985, non lo è “Quatermass II” del 1960. Per converso, se le storie contemporanee sui robot e le intelligenze artificiali mi lasciano piuttosto freddo, troverei del tutto condivisibile la riproposizione di un’opera notevole come “Uomini e androidi” di Cooper che è del 1958!(Cooper è un autore che meriterebbe una riscoperta, al posto di Maine avrebbe fatto un figurone il suo “Gli anni della furia”).
Spero di aver reso al meglio il concetto che mi frullava nel cervello,concludo associandomi alla schiera di coloro che giudicano assai favorevolmente le anticipazioni sfornate dal Diretùr…lo sento, sarà un 2009 sfavillante!
Buon anno a tutti.
gennaio 5th, 2009 at 20:52
“La fantascienza non aveva previsto il crollo dell’Unione Sovietica a così breve termine (1991)”
Heinlein lo aveva previsto, lo dice espressamente in “I miei mondi”.
gennaio 5th, 2009 at 23:00
“Spedizione di soccorso” un Urania Collezione eccezionale.
Stupefacienti i racconti della raccolta: impossibile dimenticarli.
Questa è UC che vorremmo!
gennaio 7th, 2009 at 12:49
Scusate, ma quando esce Il grande contagio? E’ dalla fine di dicembre che vado tutti i giorni in edicola. Speravo di trovarlo oggi, ma niente ancora. Siccome molte edicole dicono di non riceverlo, altre che a volte arriva altre no… non vorrei perderlo.
gennaio 7th, 2009 at 14:25
@ Gianfranco:
come regola mooolto approssimativa, Urania esce tra il 05 e il 10 del mese.
Urania collezione esce tra il 18 e il 25 del mese.
Su questo Blog, le anticipazioni sono pubblicate con largo anticipo, cosi’ hai tutto il tempo per roderti il fegato dalla voglia di metterci sopra le mani.
Buone letture.
Gundam70
gennaio 7th, 2009 at 18:36
@Gundam70
Ok diciamo che hai ragione ma a Firenze Urania è sempre uscito il primo mercoledi del mese.
Quindi fiducioso come al solito appena uscito da lavoro, mi sono presentato in edicola per ritirare la mia copia e mi sono sentito dire che per ora non è arrivato niente!!!
Sono già in crisi di astinenza e seriamente preoccupato, possibile che nel 2009 due fiocchi di neve ci blocchino l’arrivo del nostro sospirato e agognato urania? 😥
gennaio 7th, 2009 at 21:58
A Bernardo Cicchetti, che il 2 gennaio scriveva: “Ma, fra tante proposte, come mai autori – grandissimi e osannati all’estero – come Gene Wolfe, Tim Powers, John Crowley, Walter j. Williams con il ciclo di Praxis, per esempio, da noi non vedono mai la luce o, comunque non sono riproposti?”, rispondo: John Crowley l’abbiamo proposto da anni su “Urania, e con più romanzi. Ti saranno sfuggiti. Walter Jon Williams anche. Gene Wolfe, pure. Per altri, abbiamo un unico problema: la mole.
gennaio 7th, 2009 at 22:19
@ Bibliotecario:
Io non osavo dire il giorno, ma qui a Milano sara’ per pura coincidenza (??) ma esce il primo giovedi’ del mese purche’ dopo il 05 del mese.
Quindi se domani lo trovo in edicola sara’ confermata la mia teoria.
Se pero’ la redazione ci omaggia di una spiegazione piu’ scientifica, ci fara’ cosa gradita.
Oddio, non ditemi che tirate 2 dadi ogni mese e vedete il punteggio per decidere quale giorno deve uscire.
Buone letture
Gundam70.
gennaio 8th, 2009 at 00:17
scusate, ma da me le uscite sono estremamente erratiche, infatti questo mese ho potuto acquistare il best di Dozois ma per McLeod nada de nada… ed ho girato mezza provincia di Frosinone (dove abito). Per ora neanche Maine si vede… in compenso i gialli mondadori sono in edicola sempre con più copie per ogni numero… (per segretissimo vale la stessa regola di urania)
gennaio 8th, 2009 at 13:35
Niente amici….credo che le consegne ai punti vendita ancora non siano proprio partite. E’ dall’inizio dell’anno che giro fra centri commerciali e edicole, ancora nulla.
Un edicolante mi ha rimandato a settimana prossima con un risolino irritante in viso. Argh!
Pazienza!
gennaio 8th, 2009 at 20:16
Abbiate fiducia, prima o poi usciranno Urania e Urania collezione.
Ah! Dimenticavo di dirvi che ciò accadrà nelle città con più di 100.000 abitanti.
gennaio 9th, 2009 at 11:26
Ragà non so se vi sfugge il dettaglio, ma ci son state le vacanze di natale e i distributori in occasione di queste festività di solito chiudono i battenti attorno al 23 e riaprono dopo l’Epifania. Se non sbaglio (perchè poi non ho capito come funzioni per i quotidianoi)…cmq con le festività di mezzo è naturale un ritardo nelle uscite dei periodici. Invece che uscire a Capodanno la distribuzione di Urania è spostata dopo l’Epifania. Urania Collezione esce regolarmente tra il 10 e il 15 del mese…Non mi pare ci sia tutto sto mistero…Se facciamo esaurire gli edicolanti quelli ci sfregiano i libri!!
gennaio 9th, 2009 at 19:24
Ok tutto a posto….il MIO Urania è a casa…va tutto bene, è stata una crisi passeggera dovuta dalle troppe feste, l’abbiamo superata.
gennaio 9th, 2009 at 19:41
Nessuno ha notato l’anomalia sulla costina? IL nome dell’autore è…Si tratta forse di un’anomalia della mia copia, la quale tra un po di tempi varrà una fortuna bla bla bla…:) Cmq la copertina di Brambilla è certamente una delle cose più belle che lui abbia realizzato sin’ora. Lo avevo detto, del resto: le presenze organiche rendono pi affascinanti e meno fredde le sue illustrazioni.
gennaio 10th, 2009 at 00:03
E’ si….
….ti pareva che mancasse il pelo nell’uovo.
Alla Mondadori non riescono a stampare tre numeri senza cambiare qualcosa!
gennaio 10th, 2009 at 10:07
😛
gennaio 12th, 2009 at 19:39
Anche a me ha stupito trovare tutto rosso e non il solito autore in nero e titolo in rosso.
Spicchera’ tra i suoi fratellini nella mia libreria.
DOMANDONE per la redazione: visto che sono passati solo 6 mesi dal nr. 1 al nr. 2 attuale della trilogia di Neanderthal, e visto che questa pagina di blog e’ di “anticipazioni”, potete cortesemente “stimare” quando arrivera’ la terza parte? Non dico il mese ma almeno l’anno? 2009? 2010?
buone letture
Gundam70
gennaio 12th, 2009 at 20:18
Mi associo alla domanda di Gundam 70, sarà possibile sapere quando uscirà il 3° volume della trilogia di Neanderthal?
Se ciò, non accadrà nel 2009 o 2010, il 2011 o il 2012 è un anno possibile?
Se ci rispondono: un evviva per Urania.
gennaio 12th, 2009 at 22:33
Ringrazio Lippi per la risposta. Il mio voleva essere un discorso anche più generale, che riguardava non solo Urania ma l’intera editoria del genere in Italia. Mancano nelle nostre librerie un bel po’ di pezzi importanti degli anni ’90-2000 e questo mi sembra molto grave. Da appassionato di vecchia data, mi dispiace molto che le uscite di fantascienza nel nostro pianeta siano sostanzialmente limitate a qualcosina di Nord e Fanucci e a un’Urania di fatto dimezzata.
gennaio 13th, 2009 at 00:43
Questa sera ,ho scoperto che l’autore di fantascienza americano Blisch ha scritto un ciclo di fantascienza imperniato sulla figura di Ruggero Bacone.pure Asimov ha scritto fantascienza che a me non è piaciuta come Luchy Starr,non ho letto ,l’uomo bicentenario,nemesis .La più grande delusione Solaris di Lem,non l’ho capito ,da anni lo cercavo ,poi leggendolo,pesantissimo,le altre opere mi sono piaciute invece
gennaio 13th, 2009 at 10:50
In coda al mio ultimo commento, mi sentirei, col permesso del curatore del blog (Giovanni de Matteo, vero?) di proporre un argomento di discussione, che forse potrebbe anche trovare posto in un thred “ad hoc”. Ecco, mi piacerebnbe che ci confrontassimo tutti, appassionati vecchi e nuovi, sul perché del declino della diffusione della sf nel nostro Paese. Senza andare troppo indietro nel tempo, negli anni ottanta il genere era all’apice. Le collane proliferavano, c’erano case editrici (vedi Nord, Fanucci e anche LIbra, per quanto il suo mercato fosse destinato alla sola vendita diretta) spoecializzate. Comparvero in edicola addirittura riviste di livello notevole (Robot, Aliens…) sia pure di vita breve, sia pure di vita breve. Il paradosso era che la sf era rinchiusa in un ghetto e di ciò si discuteva fra gli appassionati, che si sentivano un po’ dei reietti. Gli autori italiani erano pochissimi e venivano letti (se non solo guardati) con sospetto. Mi sembra che, da allora, la situazione sia progressivamente precipitata. Poche pubblicazioni, nessuna casa editrice specializzata, ma, nello stesso tempo, la sf viene pubblicata non più come genere, gli scrittori italiani trovano il loro spazio, il cinema, tutto sommato, tiene con prodotti dignitosi. Ma, nonostante questo, il numero di appassionati è fortemente diminuito: la si legge meno. Qual è la ragione di tutto ciò? La butto lì: non può essere che il genere, “normalizzandosi” diciamo così, abbia guadagnato in letteratrietà e stile, ma abbia perso fascino e popolarità (intesa nel duplice significato di diffusione e di maggiore attenzione alla cultura popolare)? Ecco, credo sarebbe interessate interrogarci su questi punti.
gennaio 13th, 2009 at 10:57
Ooops! Mi scuso per il refuso. Thred ovviamente sta per thread…
gennaio 13th, 2009 at 11:27
Ciao Bernardo! Il tema che proponi è piuttosto ricorrente. (a)Periodicamente qualcuno percepisce la SF in crisi. Parlandone con un amico proprio ieri sera, mi faceva notare come “la fantascienza sia sempre in crisi”, e questa sua affermazione nasconde secondo me una profonda verità.
E’ una questione connessa con la nostra percezione. Ma magari, considerando che gli editori specializzati non sono meno che in passato (Delos Books, Elara, le realtà più piccole emerse di recente) e le iniziative (underground o meno) si sprecano, basterebbe guardarsi un po’ di più in giro senza fare affidamento esclusivamente sul proprio gusto, ma con la mente aperta e disposta anzi a considerare tutte le possibili offerte (già piuttosto eterogenee…)
Ciao!
X
gennaio 13th, 2009 at 11:40
Un piccolo evviva! Urania è sul mio comodino… ora aspetto urania collezione. Ecco relativamente a questi giorni la ricerca della nuova uscita è stata molto faticosa. Il nuovo numero era venerdì nelle edicole a Milano, dove fra l’altro ho trovato Millemondi di quest’inverno, introvabile in provincia. La diffusione di questa collana è molto limitata, non viene esposta adeguatamente sugli scaffali, è sempre infrattata. Eppure le copertine, dovrebbero essere un fortissimo richiamo. Leggo Urania, e sf in genere, da poco, da quest’estate. Scovando vecchi e polverosi numeri nelle pieghe temporali di uno scaffale, in una casa di campagna.
Accidenti! troppo tardi perchè “La genesi della specie” era già uscito!e l’edizione della fanucci è fuori catalago?!! ma è del 2004 come è possibile? nessuna libreria lo ha.
L’unica cosa da fare è la richiesta di arretrato a urania o la biblioteca.
Quello che voglio dire comunque, è che se un bene non si consuma, non vende e non lo vendono più. Come il formaggio e il pane anche i libri sembrano avere una data di scandenza. E’ possibile che i libri divengano obsoleti?
gennaio 13th, 2009 at 17:31
Rispondo a X
Attenzione che purtroppo non si tratta di una percezione. I dati di vendita di Urania, che Lippi sicuramente possiede, dimostrerebbero che il calo, dalla seconda metà degli anni novanta in poi, è stato progressivo (addirittura c’è stato un periodo in cui Urania era, pensate un po’, settimanale!) Riguardo alle altre Case Editrici, Elara pubblica pochissimo (di romanzi) e soprattutto opere “storiche”. Delos in pratica pubblica solo romanzi brevi…
gennaio 13th, 2009 at 18:34
Allora, con i dati di seconda mano in mio possesso, non mi risulta che in termini assoluti il singolo volume di “Urania” venda oggi meno di un singolo “Urania” dei primi anni ’90. O, almeno, non c’è stato quel calo drammatico a cui si potrebbe pensare giudicando semplicemente dal numero delle uscite. Il numero di titoli si è ridotto, ma questo ha consentito di conservare il peso specifico, riducendo la dispersione dei lettori.
Ricordiamoci inoltre che nel corso della gestione Lippi “Urania” è passata da un fascicoletto formato rivista a un tascabile vero e proprio, e che la dimensione crescente delle opere ha imposto necessariamente di ricalibrare alcuni parametri. Ma i titoli presentati negli ultimi – diciamo – 4 anni, forniscono uno spaccato a 360° della SF in circolazione (odio essere ripetitivo): post-cyberpunk, space opera, post-human, hard sci-fi, avventura, contaminazioni con il giallo e il noir, e chi più ne ha…
Nello stesso periodo Elara ha pubblicato inediti di tutto rispetto: 2 romanzi brevi di Reynolds, La Plaie, Ammonite. Non si tratta mica di seconde scelte: l’impostazione delle sue collane e riviste (insieme ad alcune complicate vicissitudini) è semmai la ragione de numero limitato delle novità assolute proposte (a cui si affianca tuttavia una meritoria opera di riscoperta, da Tubb a van Vogt).
Infine Delos. Viviamo in un mondo invaso da romanzi di 1000 pag. Ma non conosco poi molta gente disposta a leggerne. Tutti ne possiedono una congrua scorta da esibire in libreria, ma poi? Ben vengano quindi collane come Odissea Fantascienza: opere brevi aiutano a riconciliarsi con il piacere della lettura. E la fantascienza, non dimentichiamocelo, in quanto “letteratura di idee” è nata come forma di narrativa breve e ha raggiunto la sua maturità nei racconti. Una collana come Odissea è una bella occasione per recuperare visibilità su una fetta di SF rimasta eclissata per troppi anni.
Cordialmente,
X
gennaio 13th, 2009 at 18:38
@ Berserker, ti consiglio di battere le bancarelle e le librerie dell’usato oppure, come dici giustamente tu, non ti resta che rivolgerti al servizio arretrati e alle biblioteche.
Purtroppo la distribuzione in edicola da un lato permette a “Urania” di raggiungere una penetrazione quasi interstiziale (che comunque surclassa la presenza di fantascienza in libreria), dall’altro comporta lo svantaggio di una reperibilità vincolata alla cadenza mensile delle uscite.
Non credo che i libri diventino obsoleti. Al contrario: se vuoi, questo meccanismo stimola la caccia romantica dei volumi arretrati in giro per bancarelle, librerie dell’usato, etc. Croce e delizia per l’appassionato bibliomane 😉
Ciao!
X
gennaio 14th, 2009 at 12:37
ho trovato in una fumetteria centinaia di vecchi Urania degli anni 70, mi piacerebbe prenderli (costano 1 €) ma mi bloccano alcuni fattori. Forse per molti non saranno importanti, la carta ingiallita, puzzano un po’ di … non so.. vecchio… e poi ultima cosa, quella che mi infastidisce un po’, l’impaginazione in due colonne per pagina. Se qualcuno è interessato a qualche numero me lo faccia sapere.
gennaio 16th, 2009 at 22:41
GianFranco ,pure io ho avuto la tua fortuna,sbagliai a non prenderli tutti,quanti bei romanzi lessi dei vecchi urania.So che la fantascienza è in declino ,i o non so dare risposte.Io penso che internet penso influisca,poi io mi sono avvicinato,perchè mi piaceva,ma non tutti amano la fantascienza,hanno altri interessi,poi se proponi la qualità,se non sei sfigato ,vieni premiato.Inoltrte ,sul sito della Nord ci sono stato e si pubbbli ca anche fantascienza,ma loro devo sopravvivere e puntano su ciò che vende di più.Io continuerò ad amare la fantascienza finche vivo,se no per tanti anni non compravo urania .Però incominciò rispetto al passato a scartare certi autori,
gennaio 19th, 2009 at 01:14
[…] della Rivelazione (Revelation Space, 2000, è uno dei titoli annunciati da Giuseppe Lippi per la nuova stagione di “Urania”, precisamente per settembre). Apprendiamo in queste pagine del triste destino di […]
gennaio 19th, 2009 at 19:07
E’ TROPPO SPERARE IN UN URANIACOLLEZIONE DEDICATO A “LA BARRIERA DI SANTAROGA”, MISCONOSCIUT0 CAPLAVORO DI FRANK HERBERT?
gennaio 19th, 2009 at 21:18
GIANNI, hai già sollevato la questione altrove (dove già non era proprio pertinente). Almeno cerchiamo di limitare per quanto possibile la ridonandanza.
Quando il Curatore avrà letto il tuo commento, se potrà ti saprà dire. Inoltre, per semplice netiquette, pregherei tutti i naviganti di moderare l’uso del MAIUSCOLO, che sulla pagina elettronica equivale ad alzare la voce.
Credo che questo blog abbia già dimostrato a più riprese che colà dove si puote ciò che si vuole la pazienza sa essere apprezzata e a tempo debito può venire giustamente ripagata.
Grazie. Un saluto,
X
gennaio 23rd, 2009 at 20:30
A proposito di Galoye e di “Psycon” in URANIA Millemondi, nella più grande edicola-libreria di Palermo non sono riuscito a comprarlo ! L’ho acquistato come reso in una fumetteria che li vende con un piccolissimo sconto, ed ho finito di leggerlo da relativamente poco. Spero di non sbagliare il thread, ( si dice così?), ma non sono molto pratico di blog e premetto che sono nuovo del blog di URANIA e che solo moooolto occasionalmente ho scritto qualcosa sul web (per Wikipedia in occasione della ristampa de “I reietti di Ragnarok” di Tom Godwin), e che la unica forma di contatto con gli appassionati di Urania è stata la iscrizione al sito del Trifide come il “Trasfigurato” ma solo per celia e buonumore.
Ho riletto con piacere Psycon, dopo tanti anni, mi ricordo che rimasi tanto impressionato da copiare la copertina di Karel Thole facendone un quadretto ad olio con colori e forme “interpretate”. Ma non avevo mai letto “Simulacron” che mi appare ora come una evoluzione concettuale del primo racconto.
Ne ho parlato con mio figlio che studia in Accademia di Belle arti e si è fatto quattro belle risate prima guardando il quadretto, e poi, soprattutto, quando gli ho suntato la trama dell’altro racconto “Simulacron”, per me era e ed è una idea genialissima ed assolutamente futuristica. Visto che in passato mi ero occupato all’universita ( economia) del famoso pamphlet di Vance Packard ” I persuasori occulti”
Mi ha apostrofato (con sguardo di compatimento):” papà, ma guarda che esiste una serie di giochi per PC della ditta Maxis a nome SIMCity, tra cui l’ultimo SimCity Societes è proprio come il tuo Simulacron !! “.
Breve ricerca in Wikipedia e scopro che è proprio così. Ma allora la Maxis ha “copiato” da Galoye, o che ?
Qualcuno ne ha un’idea ? Palermo 23 gennaio 2009