Due parole su “Ganglan Blues”

marzo 1st, 2011

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GANGLAND BLUES

di Stephen Gunn

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Uno degli obiettivi principali che mi sono prefisso da alcuni anni è quello di apportare sempre qualche novità nel serial del Professionista per evitare che si cristallizzi. Dal 2007 è cominciata la deriva italiana delle sue avventure. Fondamentalmente si tratta di storie che si svolgono in quella Milano criminale violenta e multietnica che ho scoperto intorno a me, ma non solo. Il Professionista è mosso in Italia sin dai suoi esordi spostandosi tra le Dolomiti, Venezia, Napoli e più spesso a Genova senza scordare la puntata a Trieste contenuta nel volume ‘Scrivere da professionisti’. Non è comunque un segreto che ultimamente Gangland sia uno degli scenari che preferisco. Non solo perché è la mia città ma anche perché sempre di più ne vedo la posizione nell’intreccio di interessi internazionali che la rendono uno scenario perfetto per una spy story nostrana. Sentivo, però, dopo episodi come Gangland, Tiro all’italiana e il romanzo breve Vendetta (pubblicato da BD e che si svolge temporalmente ‘dopo’ Gangland blues) di sperimentare ulteriormente. In effetti Gangland Blues si propone obiettivi ambiziosi. È al tempo stesso la mia Poisonville e al tempo stesso Sin City e la Milano di Scerbanenco messe assieme, ovviamente a modo mio. La trama spionistica s’intreccia con quella hard-boiled perché, a mio vedere, la distinzione tra traffici internazionali, tra politica e malavita urbana non ha più ragione d’essere. In questo Gangland Blues si avvicina a certe atmosfere di Montecristo. Però volevo provare qualcosa di nuovo così ho concepito in romanzo diviso in parti che in origine erano – almeno nelle prime fasi – racconti singoli uniti appunto dal collante della città. Poi, con il procedere del lavoro, ho capito che in realtà era una storia unica solo scandita attraverso una serie di fatti che apparentemente potevano sembrare slegati ma infine trovavano un intreccio comune. È anche la vicenda del ‘popolo di Gangland’ non solo del Professionista anche se Chance rimane fortemente al comando della vicenda, tanto da raccontarla in prima persona. C’è tuttavia una particolare affezione alla Banda del Prof. E per questo ho voluto utilizzare per questo pezzo un disegno preparatorio di Alberto Lingua un disegnatore di talento con cui sto progettando una vicenda a fumetti(interamente questa volta) ambientata Genova. La tavola che vedete mi pare rendere giustizia all’immagine del Professionista e dei suoi compagni. Spero che vi piaccia anche se, come sempre, uno dei privilegi del lettore è immaginare i personaggi come la fantasia gli suggerisce.

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Luoghi e intrighi di “Tiro all’italiana”

marzo 14th, 2010

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LUOGHI E INTRIGHI DI TIRO ALL’ITALIANA

di Stefano Di Marino

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Tiro all’italiana segna il ritorno a Gangland (la città simbolo delle metropoli moderne italiane) del Professionista. Gangland è una riconoscibile Milano ma è anche …altro. Una città del peccato con una geografia criminale strettamente legata alla cronaca ma anche alla continuity della serie. Sembra strano tornare a raccontare questa città a vent’anni esatti dal mio primo romanzo Per il sangue versato che era appunto un ‘ Nero italiano’ ma che –anche nella versione ristampata un paio d’anni fa da Underground- era una città diversa. Meno cosmopolita, meno adatta a essere il punto di partenza di un’avventura spionistica. Sì, perché malgrado possa sembrare una storia di gangster, di rapine e lotte per i territorio, Tiro all’italiana è sempre una spy story. Lo spionaggio, come il gangsterismo ormai sono globalizzati. Non stupisce che si passi da una prima parte tutta milanese incentrata sul colpo a una banca clandestina della mala a un orizzonte più ampio che tocca Vienna e arriva sino in Transnistria, un’enclave criminale che arrivò alla mia attenzione all’epoca della stesura del romanzo, nel 2008, leggendo il libro McMafia che trattava appunto della globalizzazione del crimine e dei suoi legami con i servizi segreti. Eppure non ho mai lasciato Gangland. Chi ricorda il mio primo Segretissimo? Sopravvivere alla notte si svolgeva nella sua prima parte proprio a Milano. Certo, la città era diversa e la zona di piazza Oberdan era in pieno degrado rispetto ai cambiamenti che sono stati apportati oggi. Salvo che la cronaca ci parla con sempre maggiore frequenza di scontri tra gang rivali di etnie differenti. Allora gli scenari che avete visto in Montecristo, in Sole di fuoco solo per citare due romanzi recenti firmati Di Marino, diventano plausibili. La Gangland di Tiro all’italiana è ricostruita con qualche necessario cambio di prospettiva perché non sia proprio identica alla realtà ma i giri di malavita, i locali, i saloni per massaggi persino i cunicoli della metropolitana sono quelli che vi potrebbe capitare di incontrare girando la notte da queste parti. Ma la storia non si ferma qui. C’è una parentesi sul lago di Garda che fu ispirata all’epoca della stesura del romanzo da un breve soggiorno a Limone per seguire le riprese di Quantum of Solace. E anche Genova, teatro del finale,è frutto delle suggestioni nate durante una serie di brevi permanenze lavorative nella città. O forse no? Metà della mia famiglia è genovese e in quei vicoli del porto ero stato molti anni fa. Già ne avevo dato un veloce quadro in Pista cieca, ci sono voluto ritornare per un brani più drammatico ma il Professionista calcherà ancora quei carruggi. In fin dei conti che necessità abbiamo di cercare ambientazioni esotiche e fantastiche? Basta guardarsi in giro con attenzione e gli spunti per realizzare una storia ci sono…

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Spy Fiction: Italian Ways/III di Fabio Novel

dicembre 18th, 2009

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Cari lettori e lettrici, a voi la terza (e per ora) ultima parte dell’articolo/saggio di Fabio Novel sulla toria della Spy Fiction Italiana. Nei prossimi giorni, con qualche giorno di anticipo rispetto al solito e per via delle festività incombenti, potrete visionare le anteprime di Segretissimo e Segretissimo SAS, Gennaio 2010!

Spy Fiction: Italian Ways/III di Fabio Novel

Stefano Di Marino, dal canto suo, continua ad essere portabandiera di una moderna spy story anche in libreria. Mentre TEA inizia dal 2004 a ristampare la fortunata serie del Professionista, la Nord da’ piena fiducia all’autore milanese mandando in stampa le quasi 700 pagine di Ora Zero, coinvolgente thriller ad ambientazione (e anima) europea. Dove l’adrenalina scorre a fiumi, ma non ottenebra le menti di chi vuole pensare anche con dell’ottima evasione. Ad Ora Zero farà seguito, nel 2007, il sequel Sole di fuoco (TEA). Nello stesso anno, in edicola esce uno speciale Segretissimo dedicato al Professionista e a Stephen Gunn: Professional Gun. Il volume antologizza un romanzo, un romanzo breve e tre racconti di Gunn/Di Marino più una serie di racconti scritti da altri autori (Altieri, Narciso, Cappi, Nerozzi, Zucca, Maggi, Novel), tutti impegnati a rivisitare il Professionista, mettendolo (nel caso degli autori della Foreign Legion) in compagnia degli altri protagonisti seriali di Segretissimo.

Su Segretissimo, la situazione va intanto ulteriormente maturando. Arrivano altri romanzieri, affermati ed esordienti. Viene meno la preferenza per lo pseudonimo straniero. Un ingresso imprevedibile è quello di Claudia Salvatori, che inaugura lo spionaggio a sfondo storico di Walkiria Nera, con i suoi scenari Anni Trenta, ricchi d’atmosfera. Due i romanzi sinora usciti: La genesi del male (2007) e Golden Dawn (2008). L’eroina della Salvatori, Kira von Durcheim, è assolutamente fuori schema. Un’infanzia sbagliata, un’adolescenza travagliata e illecita, Kira è un personaggio non negativo che si muove e agisce per un mondo negativo: diventa infatti uno straordinario agente segreto al servizio del nazismo.

Dopo la Salvatori, fa la sua apparizione Danilo Arona che propone un bel one shot (commisto sino ai limiti del genere di collana) intitolato Finis Terrae (2007). Farà seguito un “quattro mani”, in coppia con Edoardo Rosati: La croce sulle labbra (2008).

Luglio 2008 è una data importante per la spy fiction in Segretissimo. La Mondadori celebra infatti i suoi autori della Foreign Legion dedicando loro l’antologia Legion, che raccoglie dieci racconti (firmati Altieri, Cappi, Di Marino, Faraci, Forte, Mazzoni, Narciso, Nerozzi, Salvatori, Signoroni).

Sempre in edicola, ma nell’ambito della collana Il Giallo Mondadori Presenta, è ancora Stefano Di Marino a dominare la scena: tra il 2008 e il 2009 viene proposta la sua trilogia di Montecristo (Un uomo da abbattere, Giorno maledetto e Stagione di fuoco). Più di 800 pagine di adrenalinico thriller, a modo suo decisamente politico. L’Italia ne viene fuori con le ossa rotte.

Sempre nel 2008, la Fanucci distribuisce in libreria Il gioco estremo, di Adriano Casassa: viene definito un thriller ecologico per il messaggio che vuole dare, ma nell’impianto di certo fa ampio utilizzo di attributi propri dello spy thriller.

Anche la Armando Curcio Editore gioca la carta dello spionaggio d’azione con James C. Copertino, un altro italiano “sotto copertura”, ma in questo caso per celare la sua identità di ex appartenente ai corpi speciali e di consulente per la sicurezza. I suoi romanzi sono evidentemente caratterizzati da una conoscenza professionale degli aspetti tecnici, con una propensione all’azione. Il romanzo proposto si intitola La coda del diavolo. Verrà riproposto in economica nella primavera dell’anno successivo, nella collana BM-Noir della Curcio, seguito di lì a poco dall’inedito Angeli neri.

Nel 2009, Segretissimo ristampa Grande Madre Rossa, di Giuseppe Genna.

A giugno, è la volta dello scrittore, giornalista ed editore Franco Forte a lanciare un nuovo protagonista seriale per Segretissimo (in realtà, apparso per la prima volta in uno dei racconti di Legion). Si tratta del moldavo Redka “Stal” Starnelov, un ex-spetsnaz, ora professionista free lance. Estrema freddezza e pochissimi scrupoli (a dire il vero, con qualche residuo morale), con solo due punti deboli. Operazione Copernico è il titolo del primo romanzo della serie.

Con lo speciale Estate Spia 2009, Segretissimo offre anche al pubblico dell’edicola la possibilità di leggere Confine di stato, il felice esordio narrativo di Simone Sarasso, già pubblicato in libreria prima da Effequ (2006), poi da Marsilio (2007). Con Confine di stato, torna alla ribalta la storia italiana e suoi “segreti”. Il romanzo – adottando uno stile particolare e usando nomi fittizi – parte dagli anni ’50 e, concentrandosi sul delitto Mattei, arriva sino alla strage di Piazza Fontana e alla morte di Giangiacomo Feltrinelli. Il libro è parte di un progetto più ampio (la trilogia sporca dell’Italia), il cui secondo romanzo, incentrato sugli Anni di Piombo e intitolato Settanta, è stato pubblicato da Marsilio a maggio di quest’anno.

E qui chiudo. In attesa, fiduciosa, degli sviluppi che verranno…

Spero che il “bignamino” che vi abbiamo proposto possa essere stato apprezzato.

Vi invito comunque a colmare le eventuali lacune della panoramica con i vostri commenti, approfittando del tool di condivisione a nostra disposizione. Il vostro apporto è importante. Del resto, è senz’altro possibile che io mi sia perso qualcuno qualche titolo per strada, forse persino tra quelli più significativi. Tenete conto che, anche laddove il peccato non stia effettivamente in gap di competenza, la memoria può giocare brutti scherzi. Inoltre, siccome i confini del genere, abbiamo visto, sono flessibili e permeabili, ci saranno sicuramente idee differenti su cosa debba stare fuori dal contenitore “spy fiction” (inteso, ripeto, nel senso lato precisato all’inizio del mio intervento), e cosa possa starci dentro.

Insomma: questo articolo, pur nella sua superficialità dal punto di vista dell’analisi, si propone come spunto di discussione.

Quindi, amici: a voi la palla…

  Fabio Novel

 

 

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