Luoghi e intrighi di “Tiro all’italiana”

marzo 14th, 2010 by Alessio Lazzati

LUOGHI E INTRIGHI DI TIRO ALL’ITALIANA

di Stefano Di Marino

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Tiro all’italiana segna il ritorno a Gangland (la città simbolo delle metropoli moderne italiane) del Professionista. Gangland è una riconoscibile Milano ma è anche …altro. Una città del peccato con una geografia criminale strettamente legata alla cronaca ma anche alla continuity della serie. Sembra strano tornare a raccontare questa città a vent’anni esatti dal mio primo romanzo Per il sangue versato che era appunto un ‘ Nero italiano’ ma che –anche nella versione ristampata un paio d’anni fa da Underground- era una città diversa. Meno cosmopolita, meno adatta a essere il punto di partenza di un’avventura spionistica. Sì, perché malgrado possa sembrare una storia di gangster, di rapine e lotte per i territorio, Tiro all’italiana è sempre una spy story. Lo spionaggio, come il gangsterismo ormai sono globalizzati. Non stupisce che si passi da una prima parte tutta milanese incentrata sul colpo a una banca clandestina della mala a un orizzonte più ampio che tocca Vienna e arriva sino in Transnistria, un’enclave criminale che arrivò alla mia attenzione all’epoca della stesura del romanzo, nel 2008, leggendo il libro McMafia che trattava appunto della globalizzazione del crimine e dei suoi legami con i servizi segreti. Eppure non ho mai lasciato Gangland. Chi ricorda il mio primo Segretissimo? Sopravvivere alla notte si svolgeva nella sua prima parte proprio a Milano. Certo, la città era diversa e la zona di piazza Oberdan era in pieno degrado rispetto ai cambiamenti che sono stati apportati oggi. Salvo che la cronaca ci parla con sempre maggiore frequenza di scontri tra gang rivali di etnie differenti. Allora gli scenari che avete visto in Montecristo, in Sole di fuoco solo per citare due romanzi recenti firmati Di Marino, diventano plausibili. La Gangland di Tiro all’italiana è ricostruita con qualche necessario cambio di prospettiva perché non sia proprio identica alla realtà ma i giri di malavita, i locali, i saloni per massaggi persino i cunicoli della metropolitana sono quelli che vi potrebbe capitare di incontrare girando la notte da queste parti. Ma la storia non si ferma qui. C’è una parentesi sul lago di Garda che fu ispirata all’epoca della stesura del romanzo da un breve soggiorno a Limone per seguire le riprese di Quantum of Solace. E anche Genova, teatro del finale,è frutto delle suggestioni nate durante una serie di brevi permanenze lavorative nella città. O forse no? Metà della mia famiglia è genovese e in quei vicoli del porto ero stato molti anni fa. Già ne avevo dato un veloce quadro in Pista cieca, ci sono voluto ritornare per un brani più drammatico ma il Professionista calcherà ancora quei carruggi. In fin dei conti che necessità abbiamo di cercare ambientazioni esotiche e fantastiche? Basta guardarsi in giro con attenzione e gli spunti per realizzare una storia ci sono…

Posted in Segretissimo, Segretissimo Foreign Legion

19 Responses

  1. Riccardo Falcetta

    In salita verticale. Sei semplicemente il top! Grande.

  2. il professionista

    grazie Ric…in effetti questo romanzomi ha stimolato parecchio..ma non dico così ogni volta?

  3. Riccardo Falcetta

    Lo dici sempre più spesso e dopo le decine di libri che hai scritto è cosa stupefacente. Vai così!
    Troppe volte durante gli ultimi mesi, ascoltando le notizie che giungevano da Milano (o semplicemente dallo stivale tutto che a sto punto comincia davvero a puzzare parecchio) la mente è andata ai tuoi recenti libri…altro che semplici action Thriller (poi odio sta parola che è una di quelle che dicono tutto e nulla!) …meditare gente meditare…

  4. Kurt Dehn

    Talvolta la realtà di Milano è anche peggiore di quella della Gangland dei tuoi libri… basta leggere i giornali!
    Personalmente, per quanto amante di ambientazioni esotiche, leggo con piacere storie ambientate in Italia.
    Le location non mancano di sicuro.

  5. Kurt Dehn

    E’ proprio come scrive Riccardo!
    Dopo aver letto Montecristo o le recenti avventure del Professionista si apre il giornale con un po’ di apprensione, timorosi di scoprire che quanto letto fino a quel momento si stia avverando.

  6. Valentino Colapinto

    Approfitto innanzitutto per esprimere il mio apprezzamento per quest’ultima avventura del Professionista, che come al solito non lascia un attimo di tregua (e di noia) al lettore dall’inizio alla fine.
    In secondo luogo, il fatto di utilizzare ambientazioni italiane è a mio avviso un ulteriore segnale di emancipazione della narrativa italiana, che a lungo si è sentita minoritaria rispetto a quella estera.
    E allora i protagonisti si dovevano chiamare Jack invece di Mario o Nicola, gli scrittori dovevano usare pseudonimi stranieri (Stefano ne sa qualcosa…), le vicende dovevano tassativamente svolgersi a New York o a Bangkok, ma mai a Milano o Caserta e gli ufo non sarebbero mai potuti atterrare a Lucca… o no? :)

  7. StefanoN

    Riflettevo sui cambiamenti degli ultimi 20 anni. Riguardo alle ambientazioni criminali direi che dovrebbero senz’altro esser diventate meno buie e nascoste o fantasiose: senz’altro accarezzate dalla luce del sole.

  8. il professionista

    la vedete la pagina di giornale che accompagna il pezzo? è del giorno dopo gli scontri in viale Padova a 800 metri da casa mia..li abbiamo sentiti, ma l’accenno che si fa in Tiro all’italiana ai vecchio ‘ Trani’ che raccoglieva scommesse clandestine din via d’Apulia è vero. successe qualche anno fa a natale… fuochi nella notte… e pur essendo vicino alla centrale non è la ..periferia degradata… ovviamente il fatto che l’Italia sia un crocevia di traffici non significa che sia anche un punto di partenza per avventure più lontane.

  9. il professionista

    era appunto una considerazione sulle location che volevo sottolineare. nel romanzo giustamente sfreccia via con i pensieri del Prof ma è importante. Milano come Hong Kong, come Bierut, come new York…basta saper guardare…

  10. f.denard

    l’ho letto… una sola critica, finisce troppo presto! Fa piacere vedere che l’Italia comunque – letterariamente parlando – sia sempre di più al centro di misfatti internazionali scritti da bravi scrittori italiani. Si è parlato sempre troppo di altre parti del mondo, il nostro paese è invece uno ‘splendido’ palcoscenico per cotali avventure. L’altro giorno mi è arrivato un catalogo di una editrice, presente da vent’anni sul mercato italiano, che pubblica solo autori nordici, un’altra pubblica solo autori spagnoli…bah. Spazio agli scrittori italiani, viva la Légion ètrangère (perché poi l’avete chiamata foreign legion, a proposito?)

  11. Costantino

    Ho appena finito di leggerlo. Complimenti, veramente bello. E’ già da qualche anno che seguo il Professionista (l’ho conosciuto tramite le ristampe delle sue avventure iniziate qualche anno fa e a quel che mi risulta interrotte, io per lo meno da me non le trovo)e non mi ha mai deluso. Mi piacciono le storie, l’azione che le caratterizza e la filosofia di vita di Chance. Per quel che riguarda questa ultima avventura ho solo un termine per definirla “micidiale”. Tra l’altro quando ho acquistato il volume, stavo già leggendo un altro romanzo, veramente avvincente di un autore straniero, tuttavia appena ho cominciato a sbirciare tra le prime pagine di “Tiro all’Italiana” ho messo in “stand-by” l’altro romanzo ed ho cominciato a leggere l’ultima avventura del Professionista e della sua banda sino alla fine. Di nuovo complimenti e grazie per i sogni che ci regalate
    Costantino

  12. Ric

    Io vorrei fare un piccolo appunto: nelle ultime avventure del professionista, in particolare in quest’ultima, ho notato uno stile narrativo diverso che un po’ mi ha disturbato e che stento a ricollegare con le altre storie che seguo fedelmente senza perderne una da “Morire a Kowloon”.

  13. Valentino Colapinto

    @Costantino: purtroppo le ristampe (che in alcuni casi erano vere e proprie riscritture) TEA, per colpa di una miope scelta editoriale che ha prescisso completamente dai risultati di vendita, si sono interrotte nel 2008 con Il veleno del Cobra (settima avventura del Professionista).
    Per gli appassionati, non resta che setacciare bancarelle e siti specializzati nell’usato per recuperare gli altri libri.

    Approfitto per auspicare una ristampa di tutti romanzi del Professionista da parte di Segretissimo, magari in una collana apposita, come sta avvenendo per SAS: sono sicuro che troverebbe altrettanto, se non maggiore seguito da parte dei lettori! :)

    @Ric: nessuno scrittore, credo, mantiene nel corso del tempo lo stesso stile. Se così facesse, penso che annoierebbe sia se stesso che i lettori.
    Punti di svolta per il Professionista, secondo me, sono stati Gangland e Pietrafredda (che non è uscito con Segretissimo, ma in libreria con Perdisa Pop, e consiglio di recuperare se a qualcuno è sfuggito).
    Personalmente, trovo il ‘nuovo’ Professionista molto stimolante: cos’è che non ti garba esattamente? :)

  14. il professionista

    spero che questa volta il blog non interrompa il contatto, spesso inquesti giorni non son oriuscito a colelgarmi..cose di spie… dunque Grazie Valentino per le precisazioni

  15. il professionista

    Ric riguardoallo stile narrativo di Tiro all’italiana. A moltisismi è piaciuto e riprende un po’ delle prove che avevo fatto con il racconto I lupi muoiono in silenzio(Oscar Anime nere e Supergiallo) e Pietrafredda(perdisa) diciamo che dopo 15 anni sentivo la necessità di cambiare qualcosa, di rimodernare la serie. però le avventure lunghe, internazionali e complesse tipo campi di Morte e Guerre segrete che leggerete tra pochi mesi hanno ancora loschema e il passo narrativo di sempre.
    io mi auguro che i lettori continuino a Seguire il Professionista in tutte le sue orme, quelle più classiche che saranno la maggioranza dedicate ad avventure di ampio respiro e quelle più…personali di Gangland

  16. il professionista

    e per finire per Costantino ricordati che in seguito a Trio all’italian ci son odue racconti che formano un unicum con il romanzo e arrivano alla lunghezza abituale…
    pero ggi è tutto Buona Pasqua…

  17. Costantino

    Ho letto anche i due racconti. Ribadisco: Grande Lavoro.
    Grazie altrettanto per gli auguri
    Costantino

  18. Ric

    Prima di tutto ringrazio per le risposte.
    A Valentino Colapinto: non so spiegarti chiaramente sono solo delle diverse sensazioni che mi fa provare leggendo le nuove avventure rispetto alle vecchie (questo è il mio ventitreesimo libro della serie), forse solo dovute alla diversa ambientazione, o forse, mi rendo conto ora, Chance Renard invecchia anche lui e noto questa differenza?

    Buona Pasqua

  19. il professionista

    Ric.il Prof invecchia ma ruggisce..io credo sia forse una questione di tono che una volta era più jamesbondesco…però in storie come Campi di morte o quella che leggerai prossimamente Guerre segrete torna il grande intrigo. Come dicevo ha avuto imput di vari lettori con un sostanziale 50% di gradimento per ciascuna formula. di fatto penso di alternare le avventure classiche a quelle italiane con una proporzione di uno a tre..lo stile narrativo si è adattato ai tempi quindici ani fa si scriveva anche in maniera diversa,adesso ho stimoli e modelli differenti. buona pasqua anche a te

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