Intervista a Luis Piazzano, di Fabio Novel

dicembre 19th, 2008

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Cari lettori e lettrici: torna l’appuntamento con “Black Ops” e con l’approfondimento. Doppio ospite questo mese: Fabio Novel, vero esperto di spy-story e spy-fiction nonché già curatore dello speciale estivo Legion, intervista Luis Piazzano, autore storico di Segretissimo e in edicola con “Destinazione Qumran”.

 Luis Piazzano, da Kabul a Qumran.

 Intervista a cura di Fabio Novel

 

Articolo in collaborazione tra ThrillerMagazine e Segretissimo Mondadori Blog

Dopo sei anni di assenza, con Destinazione Qumran, è tornato in edicola Luis Piazzano.

Caro Luis, benvenuto su ThrillerMagazine e sul Blog ufficiale di Segretissimo/Mondadori, collana alla quale hai contribuito con svariati romanzi, negli ultimi vent’anni. Credo però di non sbagliare affermando che questa potrebbe essere la prima intervista che rilasci nel web. E, forse, una delle poche che hai rilasciato in assoluto…

 

Sì, certo. Non rilascio mai interviste. Sono un poco schivo a parlare di me, ma nel vostro caso si può fare uno strappo alla regola, con piacere.

 

Prima di passare ai tuoi romanzi, puoi raccontarci qualcosa di te? C’è sempre curiosità rispetto agli scrittori che stanno dietro ai loro romanzi…

 

Sono di origine cilena, padre italiano, piemontese, e madre pura cilena. Sono nato a Santiago e tutta la parentela da parte di madre vive là. Siamo venuti in Italia prima dell’ultima guerra e ce la siamo sorbita tutta. Rimasti in Italia ho completato qua i miei studi, laureandomi in scienze geografiche e seguendo un master di tema ambientale, professionale engineer, negli USA; ho lavorato per più di 35 anni col Corps of Engineers dell’US Army con mansioni tecnico manageriali su progetti e costruzioni militari nell’ambito del bacino mediterraneo, in Medio Oriente e nel Sud Europa, basi USA in Italia incluse. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti sin dal 1972, ho diretto un paio di testate periodiche e scritto saggi e libri sulla seconda guerra mondiale. Ho la ventura di conoscere sei lingue, ho viaggiato molto e ho, tra l’altro, spesso sconfinato al di là del fu muro di Berlino nei tempi oscuri di quella zona.

 

Passiamo a parlare della tua narrativa. Partiamo dal passato: dal tuo esordio in Segretissimo, nel 1989. Sto parlando del romanzo Kabul Kabul, la prima apparizione di Luc Della Rocca & Co. Come sei approdato in collana? E come sono nati i tuoi personaggi, e quella trama in particolare?

 

Ho sempre prediletto nelle mie letture i romanzi di spionaggio, anche se la mia curiosità e voglia di sapere mi ha fatto fare indigestioni letterarie di ogni tipo. L’idea di un romanzo di spionaggio mi venne, all’epoca, dopo aver letto moltissimi libri di Segretissimo. Mi piacevano; alcuni meno, altri di più, una bella collana insomma, con autori ben preparati e intelligenti.

 

Nel 1991, Luc Della Rocca torna in scena, in missione in Pakistan (scenario del 1988, subito dopo la morte, difficilmente “accidentale”, del dittatore Zia), dove sventa un complotto contro Benazir Bhutto. Seguono, negli anni successivi, altri romanzi: Allarme Vaticano, Fuga dall’Inferno, Il sopravvissuto, Le carte somale, Missione Afrika… Sino a Missione Double Face, del 2002. Tra questi titoli, c’è qualcuno che ti è più caro, o che ritieni meriti una menzione d’onore, per una ragione o l’altra?

 

Menzione d’onore? Troppo buono. No, l’uno può valere l’altro. I miei romanzi nascono, si può dire, da fatti reali, da avvenimenti apparsi sulle cronache mondiali, da situazioni esistenti, tutta roba che viene a darmi il là per una storia inventata che orbita attorno ad un reale, che vi si compenetra e che poi si risolve sub specie sua lasciando, ovviamente, il reale da cui ha attinto tale e quale era.

 

E veniamo finalmente a Destinazione Qumran? Senza privare in alcun modo il lettore del piacere della lettura, anticipando troppo, puoi raccontarci comunque qualcosa di questo inedito?

 

Il terrorismo, come spiego anche nelle pagine del mio romanzo, si sta evolvendo, tenta di lasciare i metodi cruenti, plateali, per spostarsi su un piano più sottile, infido, alterando quelle che possono essere le basi culturali, eitche, religiose di un popolo, di un mondo, quello occidentale ad esempio, per screditare un credo, capovolgere la tradizione, trovare il rovescio di una medaglia che può essere aurea nel recto e bronzea nel verso. Gli effetti potrebbero essere sconvolgenti, devastanti. Non dico altro.piazzano.jpg

 

Qualche parola sui tuoi protagonisti: Luc Della Rocca, il colonnello Steiner, il capitano Giuseppe Gavini…

 

C’è una certa rispondenza con personaggi reali… ma perché scoprire le carte? Prendiamoli per quello che sono nella loro presentazione, ed essi possono essere chiunque, fors’anche l’appassionato lettore della serie…

 

Com’è cambiata la spy fiction, da quando la leggi e la scrivi?

 

E’ forse divenuta un po’ più cruda, più spiccia e fredda semmai, anche se nel narrato appaiono effetti speciali, tra virgolette. Un tempo era più statica, salvo dinamicizzarsi con la serie fortunata di Bond. In Segretissimo l’azione è stata però quasi sempre preponderante. Personalmente prediligo personaggi umani, con tutte le loro debolezze, timori, tic, speranze e amori, fortunati o meno. Sono per una storia dove domini il raziocinio e il cerebrale pur concedendo alla trama movimento e colpi di scena, intrigo, proprio così: un bel intrigo.

 

 E il tuo modo di proporre spy story, è anche in qualche modo mutato?

 

Ho cercato solo di migliorare, spero, magari con velleità più letterarie e temi più profondi.

 

Quali comunque reputi essere gli elementi distintivi della tua narrativa spionistica?

 

Distintivi? Non saprei. I miei eroi sono una squadra. Le missioni sono dalla parte dei “buoni” e il finale, alle volte sofferto e drammatico, li ritrova sempre integri e insieme pronti per una nuova avventura.

 

Sfoglio il tuo dossier… Da appassionato anche di SF non posso non notare che hai scritto anche racconti di fantascienza. Già nel 1961 pubblicasti per la gloriosa Oltre il cielo. L’ultima tua apparizione fantascientifica potrebbe essere un tuo racconto in appendice ad Urania, del 1989. Quella per la fantascienza è una passione che rimane, almeno da lettore? Leggi ancora Urania?

 

 Non leggo più la SF, però mi piace e un bel film di fantascienza mi attrae sempre. Nei miei racconti di SF, ne ho scritti molti per giornali quotidiani, avevo il pallino dell’assurdo, del paradosso, una ricerca metafisica nella natura umana e nell’essenza delle cose, quindi né mostri alieni né avventure troppo avveniristiche. La SF credo esista già nel nostro mondo, nel nostro vissuto, solo che non la vediamo per il limite datoci dai nostri sensi e dalla nostra ragione.

 

Spionaggio: cinema e TV. Che ci dici a riguardo? Cosa ti piace di più? Ha lo schermo influenzato in qualche modo i tuoi romanzi?

 

Mi piacciono le spy stories in TV, quasi tutte, e in verità l’idea di una spy story viene sì influenzata dal piccolo o dal grande schermo, ma anche dai giornali e dalla cronaca, dalla vita reale se non proprio dal vissuto e – perché no? – dall’esperienza.

 

Pensi che le tue storie di spionaggio potrebbero venir sceneggiate, magari per la TV?

 

Saprei scrivere una sceneggiatura, certo. E poi sono prodotte in TV fictions sulla Polizia, i Carabinieri, la Guardia Costiera, i Finanzieri, i Vigili del Fuoco, perché non sui Servizi, sul loro mondo occulto e duro di veri combattenti a protezione degli interessi e dei diritti di una nazione, del nostro mondo occidentale?

 

Qual è la forza della spy fiction?

 

Credo sia il movimento, il respiro, l’ambientazione, l’umanità dei suoi protagonisti, l’intrigo e la ricerca ragionata che coinvolgano il lettore fino alla soluzione del problema.

 

Hai altri progetti narrativi in cantiere?

 

Ne avrei molti, anche di altro genere, ma la loro realizzazione richiede tempo e convinzione, ed un editore a cui tu vada a genio.

 

Saluto e ringrazio Luis per la chiacchierata. Alla prossima!

 

Saluti e Buone Feste. Grazie di tutto e… ci sentiamo presto!

 

 

Ricordiamo ai lettori che Destinazione Qumran sarà disponibile in edicola per tutto il mese di dicembre.

Fabio Novel

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Segretissimo – Luis Piazzano: Destinazione Qumran – N°1546 – Dicembre 2008

novembre 27th, 2008

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Segretissimo – Luis Piazzano: Destinazione Qumran N°1546

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Mar Morto, Stato d’Israele. Una scoperta archeologica inaspettata ed esplosiva, una verità oscura sui primordi delle religioni, un enigma che potrebbe condurre a un leggendario tesoro. Più che abbastanza per scatenare una lotta senza quartiere tra le forze in conflitto nel Medio Oriente. Per Luc della Rocca, agente fuori quadro della CIA, ha inizio un gioco al massacro tra servizi segreti israeliani e fondamentalisti islamici lanciati verso la Jihad. La posta in gioco? Le radici più profonde dell’occidente e della fede. Il ritorno di un grande dell’intrigo.

Il ritorno di Luis Piazzano su Segretissimo a sei anni di distanza da Missione Double Face (2002 – Segretissimo N° 1454).

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Dietro le Quinte di “Furore Nero” – di Secondo Signoroni

novembre 10th, 2008

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Continuano le collaborazioni illustri: questa volta tocca a Secondo Signoroni apparire su queste pagine con un articolo di approfondimento, un vero e proprio “dietro le quinte” del suo ultimo romanzo: “Furore Nero”. Da oggi, inserirò questo tipo di articoli in una nuova categoria: “Black Ops”.

 

Mi sono divertito quando ho scritto Furore Nero, mi sono divertito a creare una città inesistente e che pure doveva sembrare credibile, affondata nella geografia e nella storia di luoghi reali. Weissenhausen è un po’ il compendio di tutto ciò che il colonialismo ha lasciato in eredità alla terra d’Africa, di buono e di cattivo, di brutale e d’ arrogante. I buoni maestri possono averle regalato i treni e gli antibiotici, quelli cattivi si sono volontariamente dimenticati alle spalle gli Amin Dada, i Bokassa e le cave sature di spazzatura pericolosa. Sono sicuro che luoghi simili a quelli esplorati da Costa esistano davvero, la maggior parte ignorati, altri difesi con la violenza e la prepotenza di poteri corrotti, poteri generati da intrallazzi estranei allo stesso continente.

 

Un idiota molto informato e molto pagato, di quelli che fanno ascolto nei salotti di certe reti, ha recentemente pontificato che se l’ Africa sprofondasse la finanza internazionale nemmeno se ne accorgerebbe: Dario Costa può solo augurasi che qualcuno rubi un po’ meno! Mi è piaciuto farlo agire sullo sfondo dei mitici Altipiani, quasi un omaggio al grande cinema avventuroso americano degli anni ’50, riprendere situazioni (…e me lo si conceda anche qualche fotogramma!) del vecchio e caro mondo della celluloide e calarle al centro di un problema vergognoso e attuale quale il traffico clandestino dei residui tossici e radioattivi, che tutti producono e nessuno vuole. Mi è piaciuto anche rievocare e ricostruire il mondo un po’ insabbiato di chi pretende di fermare la realtà al tempo della propria giovinezza e di temere il fatidico: nulla sarà più come prima!

 

Weissenhausen con le sue case bianche circondate dalle piantagioni, i lumi a petrolio e le ordinate stradine con i lampioni di ghisa ( ce ne sono di curiose a Windhoek e a Swakopmund in Namibia) è tutto questo e Costa, tranquillo come suo solito, assapora fino in fondo questa atmosfera fra l’irreale e il demodè,…salvo mettersi in caccia quando è la sua stessa vita ad essere minacciata, quand’è la verità ad essere nascosta dal sangue e dall’orrore delle stragi. Fedelissimo al principio secondo il quale chi salva il lupo spesso condanna l’agnello, non si pone il problema se è il caso di abbandonare il rilassante giardino della pensione luterana per sporcarsi invece abiti e scarpe nelle boscaglie, oppure di imbracciare il fucile per smascherare chi tenta di metterlo prima fuori pista e poi… fuori gioco.

 

Rileggendolo mi sono domandato se non sia stato un po’ troppo duro nel descrivere o trattare certe crude situazioni, ma posso assicurare che quanto accadde a Stanleyville negli anni ’60 e in tutto lo Shaba negli anni ’70 ad opera di nazionalisti neri e di legionari bianchi mi ha concesso un abbondante margine di credibilità. E quanto sta succedendo proprio in questi giorni dalle parti di Goma, con le milizie di Laurent Nkunda impegnate ad ammazzare gente e a far scappare civili sotto gli occhi di 17.000 caschi blu dell’ONU non mi rende certo ottimista su come possano concludersi certe partite nel cuore di tenebra del Centro Africa.

 

In Furore Nero Costa la scampa ancora una volta, anche se gli resta l’amaro in bocca per non aver posto tutti i responsabili di fronte ai loro atti criminali: dopo tutto il corrotto Kinasi Nakara mette finalmente le mani sulla vallata e pone fine all’esistenza dell’enclave bianca, si vendica di tutto e di tutti e infine spiega freddamente e chiaramente come il potere possa rendere legale e moralmente accettabile anche ciò che non lo è. In sintesi non convince il buon maresciallo di essere stato completamente all’oscuro dei fatti che hanno originato tutta la tragedia.

 

Dario Costa la spunta, ma rimedia una lussazione alla caviglia che lo costringerà per qualche tempo a servirsi d’un bastone,… arnese che lo accompagnerà anche nelle pericolose strade di Cartagena e nelle foreste colombiane, dove i traffici di cocaina vanno di pari passo con le brutte intenzioni, con gli Squadroni della morte, con Vedove Nere d’ogni specie tanto affascinanti quanto letali, con gl’intrallazzi e le mire del potere politico strettamente collegato alla realtà del narcotraffico. Gli sarà molto utile perché, come al solito, appena giunto in albergo riporrà la pistola in cassaforte. E’ fatto a modo suo e non se la sente di cambiare ora che è vicino alla pensione e spera soltanto di tornare a comandare una tranquilla stazione dell’Arma in riva al lago Maggiore.

 

 

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L’Artiglio del Lupo – di Stefano Di Marino

novembre 3rd, 2008

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segretissimologo.jpgGentili lettori e lettrici, oggi ospitiamo la prima di una, si spera, lunga serie di collaborazioni. Il primo articolo, a firma Stefano Di Marino, è un approfondimento sul numero di Segretissimo ora in edicola: L’artiglio del Lupo, di Brent Ghelfi. State pronti perché lo speciale su Brent Ghelfi continuerà, con una grossa sorpresa, nei prossimi giorni.brent-ghelfi.jpg

BRENT GHELFI: L’ARTIGLIO DEL LUPO

di Stefano Di Marino

ghelfifront.jpgAlexei Volkovoy è un uomo disperato. Ex ufficiale dell’esercito russo, è tornato dai campi di morte della Cecenia con una menomazione e ferite nell’animo tanto profonde da non potersi rimarginare mai più. Poco conta che il Generale gli abbia procurato una gamba artificiale così tecnologicamente perfetta da consentirgli di correre e calciare meglio di un uomo normale. Volk è una bestia feroce. Il suo nome significa “Lupo” e, per sopravvivere nella nuova Russia, Volk è costretto a essere un predatore. Sono passi vent’anni dalla caduta del Muro, l’URSS si è sgretolata dando vita a un universo dove il crimine è al potere. Ma anche “ contro” il potere. Uno scenario di degrado sociale, di vizio, un enorme luna park dove il consumismo ha avuto l’impatto sociale di un uragano. Per gli occidentali la Nuova Russia è un gigantesco luna park del sesso dove si può acquistare di tutto. Ragazzine, bambini, droga, armi, persino capolavori d’arte scomparsi. Non lasciatevi ingannare. Il fulcro di questa prima avventura di Volk sembra essere il furto di un dipinto perduto di Leonardo da Vinci all’interno dell’Ermitage di San Pietroburgo. Non è così. Quella è solo la crosta di ghiaccio distesa sopra un lago in cui nuotano squali assetati di sangue. È la nuova frontiera dello spionaggio. Organizzazioni criminali, servizi segreti, gruppi privati di investitori stranieri. Disperati disposti a tutto per una dose in più. Una guerra per bande. Ma non è sempre stato così?
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Secondo Signoroni – Furore Nero N°1544 – Ottobre 2008

settembre 25th, 2008

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Secondo Signoroni – Furore Nero N°1544 – Ottobre 2008

signoroniottobrescal.jpgChi è il gigantesco nero morto in un incidente sulla tangenziale milanese? E che cosa sono realmente le gemme che aveva in tasca? Solamente due dei molti, troppi enigmi con i quali il maresciallo Costa, veterano del SISMI, si confronta. Inviato sui desolati altipiani della Tanzania per investigare sull’eccidio avvenuto in una sperduta missione sanitaria italiana, Costa si trova preso tra l’incudine e il martello di una micidiale setta terroristica e una realtà che rotola verso un incubo di incontrollabile ferocia. Pur di dare un volto ai poteri sotterranei che si nascondono dietro la maschera del terrore, il maresciallo Costa non esiterà a scendere in prima persona sulla linea del fuoco.

 

Torna su Segretissimo Secondo Signoroni, con una nuova avventura del maresciallo Costa alle prese con una missione tra Milano e l’Africa, sotto la minaccia di un incubo nucleare.

 

Secondo Signoroni, nato nel 1947, esordisce nel 1976 con “Qui Commisariato di Zona”. Nel 1976 pubblica per Il Giallo Mondadori il primo volume di una trilogia che ha per protagonista Joe Petrosino, “Joe Petrosino e Baffi a Manubrio”; esordisce su Segretissimo nel 1993 (1242 – “Operazione Scarlet”).

A partire dal suo secondo lavoro (1322 – “L’Armata del Silenzio”) introduce il personaggio di Dario Costa, maresciallo del SISMI  (il Servizio Informazioni e Sicurezza del Ministero della Difesa).

Seguiranno poi Segretissimo 1354 – “Sotto gli Occhi del Mondo”, 1408 – “Missione Confidenziale,” 1430 – “Missioni di Fuoco”, 1465 – “Il Paese delle Ombre,” 1494 – “Specchio Oscuro,” 1505 -“La Lega degli Innocenti”, 1528 – “Oltre la Verità”, per un totale di otto avventure con Costa come protagonista.

Nel 2008 partecipa all’antologia “Legion” con il racconto “Domino” sempre con protagonista Dario Costa.

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Intervista a Stefano Di Marino su Panorama.it

settembre 15th, 2008

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Alberto Roveri (Panorama) intervista (in video) Stefano Di Marino: il tema è il cambiamento della Spy-Story negli ultimi anni, dalla caduta del Muro di Berlino attraverso gli eventi dell’Undici Settembre 2001 e la Guerra Globale al Terrorismo.

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Il Ritorno di John le Carré

settembre 5th, 2008

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Quando ci si occupa di narrativa di spionaggio, non si può prescindere dal parlare di John le Carré. Vi segnalo che il nuovo romanzo Yssa il Buono è in arrivo: la data da tenere d’occhio è il 9 Settembre 2008.

 

Sul numero di Panorama in edicola oggi potete leggere un articolo su John le Carré scritto da Roberto Barbolini (autore tra l’altro di Beethoven 27% – Il Giallo Mondadori Presenta); nel pezzo anche un box, con foto, sul nostro Professionista – Stefano Di Marino.

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Montecristo/2 – Giorno Maledetto

settembre 3rd, 2008

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monte.JPGNon si tratta di un Segretissimo stavolta, ma di un’ uscita nella collana “Il Giallo Mondadori Presenta”.

 

Non è possibile però esimersi dal segnalare  il nuovo lavoro di una delle figure fondamentali degli ultimi dieci anni di Segretissimo, il più prolifico autore della Foreign Legion;

 

Stefano Di Marino , l’autore del “Il Professionista”e di “Vlad” torna con il secondo capitolo della trilogia “Montecristo” .

 

Tutte le informazioni e i commenti, nell’apposita sezione sul Blog del “Giallo”.

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Segretissimo Mondadori – Agosto 2008

agosto 16th, 2008

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Terzo e ultimo post di riepilogo, prima dell’apertura vera e propria di Settembre; diamo uno sguardo al mese in corso.

 

Stephen Gunn (Stefano Di Marino) – Il Professionista:Beirut Gangwar – Segretissimo N°1542

beirut-gangwarscaled.jpgC’è del marcio in Libano. E nessuno lo sa meglio di Chance Renard, che proprio in Libano ha affrontato la morte fin troppe volte. L’ultimo luogo nel quale sarebbe voluto tornare. A meno di non esserci costretto. Mentre una caccia feroce si scatena per il possesso di un micidiale gas nervino, mentre nelle strade della già martoriata Beirut riesplode la furia della guerra, forze diaboliche serrano la morsa attorno a Chance e al suo eterogeneo gruppo di commndo.

 

Da un lato il famigerato Dipartimento operazioni speciali, scheggia impazzita della CIA. Dall’altro, un’orda di fazioni Hezbollah assetate di sangue. Dall’altro ancora, una legione di killer delle mafie di mezzo mondo. Questa volta il Professionista dovrà giocare il tutto e per tutto se non vuole che il Libano diventi la sua tomba.

Contiene anche il racconto del Professionista “Rififi a Pigalle” e Spiorama numero 68 scritto da Stefano Di Marino, dal titolo “Truppe Speciali/1″.

Gérard de Villiers – SAS: Il Disertore di Pyongyang – parte seconda – N°8 Agosto 2008

sasagostofrontcover.jpgKim Sung hun, transfuga norcoreano è stato consegnato al governo di Pyongyang. Ma solo dopo aver fornito agli americani tutte le informazioni chiave perché la CIA possa bloccare il flusso di fondi neri che permetterebbe ai nordcoreani di realizzare il loro programma di armamento nucleare. Ancora una volta, Malko Linge è l’ “uomo d’ oro” ; in viaggio verso Macao e verso un bottino da cento milioni di dollari.

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Supersegretissimo – Luglio 2008 – Il loro nome è Legione…

agosto 5th, 2008

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LEGION – SUPERSEGRETISSIMO N°36, LUGLIO 2008

Tutta la Spy – Story italian style.

legion.jpgChance Renard, l’unico, vero Professionista, in uno scontro all’ultimo proiettile. Margot de Weers, enigmatica agente della Quantum Agency, e una furiosa corsa contro il tempo. Wade e Stal, due nuovi, esplosivi protagonisti, di fronte alle scelte più letali. Dario Costa, cartesiano agente del SISMI, tra l’incudine e il martello di un ennesimo intrigo. Banshee, operativo del servizio segreto di Singapore, a confronto con un passato che uccide. Carlo Medina, glaciale killer freelance, deciso a rispondere colpo su colpo. Kira von Durcheim, la seducente Walkiria Nera, in bilico tra la svastica e l’atomo. Marc Ange, l’uomo dell’Hydra, sul filo del rasoio. Russel Kane, linesorabile sniper, in un micidiale campo di fuoco.

 

Luglio 2008, dismesse le coperture e le identità segrete, la Legione degli autori italiani esce allo scoperto e lo fa in grande stile. Dieci racconti, dieci avventure adrenaliniche, a partire dai nomi storici della collana fino alle new entry di Tito Faraci (il racconto dall’eloquente titolo “Mattatoio” che ci presenta il suo Wade) e Franco Forte (alle prese con l’inquietante Stal, “Acciaio” e la sua simbiosi con le lame), con la prefazione e le biografie curate da Fabio Novel.

 

Di seguito il dettaglio dei racconti:
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