Dossier Banshee

novembre 18th, 2009

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Novembre sembra essere un mese davvero speciale per la “Segretissimo Foreign Legion”. Dopo la seconda parte dell’articolo di Fabio novel sulla Spy Story all’italiana, è un piacere pubblicare il dossier intergrale di Banshee – Oliver McKeown, curato per noi dal suo autore Giancarlo Narciso (Jack Morisco). Si tratta sicuramente di un ottimo approfondimento per i cultori del personaggio e di un supporto fondamentale per tutti gli altri. Godetevi quindi il dossier “Banshee” declassificato.

La parola a Jack.

CHI È BANSHEE, ALIAS OLIVER MCKEOWN?

Oliver McKeown:

Descrizione: Un metro e ottantaquattro, capelli castani e occhi grigioverdi

BIO (come per tutti gli eroi, anche qui gli anni si spostano continuamente in avanti):

1967, 19 settembre: nasce a Luang Prabang da Mark McKeown, ex cittadino britannico ora naturalizzato francese, e Jeanette de Pierrefeu, deve il suo nome a Oliver Plunkett, l’ultimo prete cattolico impiccato dagli inglesi.

1989: Laurea in storia medievale al Trinity College di Dublino.

1989: Si iscrive ai corsi di Business Administration della ENPC (École nationale des ponts e chaussées) di Paris.

1990: ottiene il Master in BA.

1990: assunto dalla Lazarine & Freres, banca di investimenti svizzera, lavora alla sede di Ginevra.

1993: trasferito alla branch di Singapore, diviene in breve il più giovane vice presidente nella storia della Lazarine.

1998: una notte Oliver rientra da una riunione a Jakarta e trova la polizia che lo aspetta all’aeroporto di Changi. Prima ancora di capire cosa stia succedendo, si ritrova in cella con un accusa di truffa sulle spalle, oltre a una dozzina di altri capi d’imputazione.

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Qualcuno nei vertici della banca aveva alterato i libri contabili, investendo enormi quantità di denaro sul mercato dei derivati, ma ha puntato sulle azioni sbagliate causando un buco superiore all’intero capitale circolante, tanto che, per evitare il fallimento, la Lazarine deve essere assorbita dalla Hong Kong and Shangai Bank.

Così come in Svizzera, anche a Singapore le pene per le truffe ai danni delle banche sono severissime. Oliver viene condannato a otto anni, e tutto quello che gli rimane del suo patrimonio, dopo aver pagato gli avvocati e le spese processuali, gli viene confiscato dalla banca. Due settimana dopo la sentenza, sua moglie Louise che nel frattempo aveva chiesto e ottenuto il divorzio, sposa Bruce Moriconi, ex-presidente della Lazarine e vero colpevole degli ammanchi che ha fatto in modo che la colpa ricadesse su Oliver.

1999: Quando gli mancano ancora sette anni da scontare, il Generale Tan, direttore del G2, la sezione dell’esercito del Joint Intelligence Directorate, l’intelligence delle forze armate di Singapore, offre a Oliver la libertà in cambio dell’arruolamento nel suo servizio. Oliver accetta. Quando si tratta di scegliere il nome in codice, opta per quello che era stato di suo padre quando faceva parte dell’IRA, ovvero Banshee.

Padre: Mark McKeown

Nato a Derry, Northern Ireland, nel 1931. Fervente nazionalista disgustato dall intattività dell’IRA e dalla divisione di Katherine ni Hoolihan (il termine con cui I poeti irlandesi si riferiscono all’Irlanda), cerca di convincere i suoi compagni a scatenare una campagna di terrore contro l’oppressione britannica nell’Irlanda del Nord.

Nel 1949 esplode una bomba in una caserma del Royal Ulster Constabulary a Belfast provocando una strage fra gli agenti di polizia, in gran parte protestanti. L’attentato viene attribuito a Mark, che in realtà è innocente, e l’MI5 gli da la caccia, costringendolo a fuggire all’estero. Si arruola nella legione straniera e viene mandato a combattere contro in Vietnam.

Ferito a Dien Bien Phu, viene congedato nel 1954. Resta a vivere a Saigon. Nel 1962 conosce Jeannette de Pierrefeu, giovane bibliotecaria presso l’Alliance Française di Saigon appena arrivata in Vietnam. I due si sposano e si stabiliscono a Luang Prabang, dove nasce la prima figlia Chantal, seguita da Oliver nel 1967.

Nel 1975, in seguito al deterioramento della situazione politica in Laos, la famiglia si trasferisce in Malaysia.

Nel 1983, quando Olivier ha 15 anni, Mark è ucciso da sconosciuti assassini. Nell’attacco muore anche Chantal. I motivi dell’assassinio non vengono accertati, anche se i sospetti puntano verso elementi dell’IRA. Infatti, come scopriremo, sempre in Banshee Begins, i mandanti sono i veri autori dell’attentato del ’49, che nel frattempo hanno fatto carriera politica e temono che Mark possa rivelare la loro colpevolezza.

Dopo la morte di Mark, Jeanette e Oliver si trasferiscono a Singapore.

Come veste Banshee:

Giacca stazzonata color tabacco di lino, pantaloni beige chino, vecchie scarpe Clarks, camicia blu, senza cravatta (incontro nell’ufficio del Dr Wang in T&L).

Completo di lino color tabacco sopra una camicia azzurra, cravatta di maglia di seta marrone (al bar del Lombok Raya in FaL)

Valigia Samsonite blu.

AUTO: Mazda Miata spider.

MOTO: Ducati Monster 600

ARMA IN DOTAZIONE: Sig Sauer Pro 2009 9 mm

LINGUE:

Cresciuto in Laos, Malesia e Singapore, oltre che assolutamente bilingue in francese e inglese, Banshee è fluente in malese/indonesiano e mandarino, oltre a masticare un po’ di tamil, di cantonese e laotiano. È stata la sua abilità linguistica oltre alle conoscenze in campo finanziario ed economico che hanno fatto di lui un elemento interessante per il JID:

Grado: Senior analyst, G2, divisione del JID di competenza dell’esercito

Inoltre, come ogni componente operativo del G2, è parificato a un ranger e ha dovuto superare un corso d’addestramento di sessantacinque giorni tenuto da istruttori israeliani che include cinque lanci con il paracadute, di cui due notturni.

Personaggi ricorrenti:

Sergio Biancardi, Generale Tan, Theresa Moon, Jessica Ong, Terry Munindra, Virgil Caine.

TITOLI USCITI IN ITALIA

Furia a Lombok 2003

Le tigri e il leone 2004

L’arma birmana 2006

Manila Sunrise 2009

Nel 2008 è anche uscito il racconto lungo Dili Overnight nell’antologia Legion.

Banshee compare anche, ma non come protagonista, nel romanzo Otherside che uscirà nel 2010 con la firma di Giancarlo Narciso. Otherside è uno spin-off dedicato a Sergio Biancardi che abbiamo già visto in azione in Dili Overnight e Manila Sunrise

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Spy Fiction: Italian Ways/II di Fabio Novel

novembre 13th, 2009

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Seconda puntata dello speciale realizzato da Fabio Novel sulla Spy Story italiana. Cominciamo ad avvicinarci ai giorni nostri, partendo dal 1989 fino all’inizio del nuovo secolo.

Nel 1989, con Kabul Kabul arriva Luis Piazzano (Luis Francisco Piazzano y Amador, nato a Santiago del Cile, padre italiano e madre cilena). Presenta Luc Della Rocca, agente della CIA sotto copertura a Firenze. Anche Piazzano dimostra di essersi ben studiato la lezione dello spionaggio avventuroso che, pur se con gusti e formule differenti, è stato il cavallo di battaglia della collana. Le vicende di Della Rocca saranno alla fine più d’una decina: Una volta Benazir, Uccidere all’alba, Allarme Vaticano, Fuga dall’inferno, Le carte somale, Il sopravvissuto, Missione Afrika, Missione Double Face. Dopo sette anni fuori scena, Piazzano tornerà a colpire nel 2008, con la pubblicazione di Destinazione Qumran. L’unica presenza femminile italiana in Segretissimo è stata per lungo tempo quella di Carmen Iarrera, giornalista e scrittrice (nota per la sua collaborazione narrativa con Federico Zeri in Mai con i quadri) con due romanzi all’attivo: Guantanamera e Jihad 1999. Guantamaera, del 1991, si svolge a Miami e a Cuba. Castro ci lascerà le penne. Thomas Monreale, il protagonista, è un agente sui generis, non certo scaltro stante il modo in cui viene manipolato da più parti. Jihad 1999 è del 1995.guantanamera3.jpgSull’onda nostrana, anche il traduttore di SAS, Mario Morelli, costruisce una discreta operazione in terra d’Albania (Ombre rosse su Tirana), pubblicata da Segretissimo nel 1993. Intanto, il già citato Diego Zandel, viene reclutato da Gian Franco Orsi, all’epoca Direttore Editoriale dell’edicola Mondatori. Ne vengono fuori due romanzi: Operazione Venere (1993) e Crociera di sangue (1996).

Lorenzo Giusti, autore di narrativa per ragazzi, inizia la serie degli pseudonimi diventando Lawrence P. Right. Due i suoi lavori: Codice 4458 (1994) e Il quinto diamante (1997).

Una segnalazione di riguardo spetta a uno scrittore di grandi doti: Secondo Signoroni, già autore di polizieschi anni ’70 quali Qui Commissariato di Zona, Petrosino e baffi a manubrio e Testimonianza d’accusa. Signoroni approda a Segretissimo nel 1993, con Operazione Scarlet, in cui il SISDE dà la caccia a un mercenario sudafricano. Dopo questo romanzo, seguirà le vicende del maresciallo Costa, del SISMI, con vari romanzi: L’armata del silenzio, Sotto gli occhi del mondo, Missione confidenziale, Messaggi di fuoco, Il paese delle ombre, Specchio oscuro, La Lega degli innocenti e Oltre la verità. signoroniottobrescal.jpgTra gli autori di Segretissimo in attività, Signoroni è in un certo senso il più “italiano” di tutti. Non solo per una questione di ambientazioni, ma anche di stile. Per completezza, cito altri tre Italiani di Segretissimo usciti a suo tempo con missioni singole: Miro Barcellona (Operazione Ragno), Piero Baroni (Operazione Anemone) e un non “declassificato” italiano che si celava dietro l’alias di “Osman F. Trecca” (Trappola esplosiva). Nel frattempo, le cose si muovono anche in libreria, non solo in edicola.

Varie uscite nel 1988. Marsilio pubblica Floppy disk, di Gaetano Cappelli. Un ragazzo entra per caso in possesso di uno scottante floppy. Finirà incastrato in un traffico internazionale d’armi e droga. Bompiani manda in stampa Il labirinto della memoria (Bompiani) di Roberto Vacca e Cristina Ambrosetti. Siamo ai confini con la fantascienza: l’ennesima invenzione scatena la lotta tra CIA e KGB. Discorso similare per La stanza delle scimmie (1988, Mondadori), di Antonio Caprarica e Giorgio Rossi: un’eccezionale scoperta in campo informatico scatena KGB, CIA e SISMI.

Sempre nello stesso anno, Rusconi distribuisce Il sigillo della porpora, di Luigi Brisignani. Qualche anno dopo, nel 1992, un nuovo romanzo di Brisignani, Nostra signora del KGB, trova il supporto di un notevole marketing editoriale della Rusconi. Il romanzo parla del crollo del Muro, delle sue conseguenze nei paesi dell’ex-blocco. Il protagonista è un carismatico giornalista di Varsavia, intellettuale e dissidente.

Nel 1989, è la volta di uno dei nostri più noti giallisti, Loriano Macchiavelli, a scendere in campo, per quanto con lo pseudonimo di Jules Quicher. Esce Strage (Rizzoli, 1989), dove si parla dell’attentato nella stazione di Bologna. Segue, sempre firmato Quicher, Funerale dopo Ustica (Rizzoli 1990). Un terzo romanzo a matrice spionistica (Un triangolo a quattro lati – Rizzoli 1992), appare invece con il nome di Macchiavelli in copertina. Piero Soria è un altro nome eccellente che ha scritto narrativa spionistica. Nel 1989, pubblica per Rizzoli Colpo di coda, romanzo che ricalca in parte il modello del Giorno dello sciacallo. Laddove Forsyth descrive l’intrigo legato a un attentato De Gaulle, Soria inscena un possibile atto terroristico nei confronti del presidente della Repubblica Italiana. Nel 1990, esce per Mondadori una sua nuova trama spionistica: Croce dell’Est.

Anche Sperling&Kupfer ci prova: Il mercenario di Cracovia, di Derek Moore (alias di Giuseppe D’Agata) ottiene un buon risultato, con tre ristampe del volume.

Torniamo all’edicola. Nei primi anni ’90 un piccolo editore milanese, Garden, tenta una difficile concorrenza all’edicola di Segretissimo lanciando la collana Top Secret. Presenta anche Italiani, tra cui Enzo Verrengia e soprattutto Stefano Di Marino, che qui pubblica alcuni dei suoi primi romanzi (come Braccio di ferro a Kalimantan, del 1990, e Iguana Connection, del 1991, entrambi firmati come Frederick Kaman). Sono gli anni dell’esordio di questo romanziere che (avvalendosi di molteplici pseudonimi) più di ogni altro connazionale ha scritto romanzi di spionaggio e affini, contribuendone in modo innegabile alla crescita della spy story italiana. La sua produzione narrativa è vasta ed eclettica, mi limito a citare intanto alcuni dei titoli “in tema”, pescando nella produzione degli anni ‘90: Sopravvivere alla notte (Segretissimo, 1992), Pista cieca (Mondadori, 1993, come Stephen Gunn), Lacrime di drago (Mondadori, 1994), Il sogno della Tigre (un omaggio a Salgari; Segretissimo, 1995, come Frederick Kaman) e L’ombra del Corvo (Sperling&Kupfer, 1997, come Stephen Gunn). Ma il suo personaggio più importante e conosciuto è senz’altro Chance Renard, il Professionista. E’ il 1995: Di Marino si cala ancora nel suo “doppio” Stephen Gunn e propone Raid a Kouru, il primo volume del Professionista, da tempo la serie più seguita della collana, dopo l’immarcescibile SAS.

Il Professionista è un ex ufficiale della Legione Straniera che, dopo esser stato vittima di un micidiale intrigo, diventa un indipendente, un free lance che di volta in volta viene chiamato ad operare per privati, strutture antiterrorismo e di Polizia, organismi di intelligence…Le qualità principali dei romanzi del Professionista sono: azione ad alto livello, scansione serrata, canovaccio convincente, spettacolarità nelle descrizioni degli scontri a fuoco e plausibilità in quelli corpo a corpo, scenografie d’impatto, cura delle ambientazioni internazionali, assenza di dicotomie, erotismo q.b., qualche ammiccamento al noir, e poi citazioni da film, fumetti e cinema… Ma, tra tanta esemplare evasività, Stephen Gunn non si nega qualche considerazione (non sempre, ma spesso, amara) verso la natura umana e la politica mondiale.

 A distanza di quattordici anni, il Professionista è ancora sulla breccia, con più di 25 romanzi all’attivo fino al più recente Campi di Morte (2009).campi.jpg

In quella metà degli anni ’90, Di Marino è anche responsabile per le scelte per Segretissimo. E’ sotto la sua curatela che si sviluppa un progetto da lui sostenuto: nel 1998, con Campo di fuoco, fa il suo trionfale ingresso in collana Alan D. Altieri. Propone Russell Brendan Kane, Sniper dei SAS. Tre i titoli, di recente ristampati anche in TEA per la libreria: Campo di fuoco, uno scontro tra servizi segreti occidentali e il cartello messicano della coca, L’ultimo muro (1999), e Victoria Cross (2000).

 

La riuscita del Professionista e di Sniper avvia una nuova stagione italiana. Nel 2000 Sandrone Dazieri diventa editor dei Gialli Mondadori e di Segretissimo. Crede nella visione ereditata da Di Marino e apre in modo deciso verso gli autori nostrani. E’ il periodo della cosiddetta Italian Foreign Legion: una new wave caratterizzata dall’uso di alias da parte degli scrittori coinvolti, abili professionisti che riescono ad accettare il format di collana, sfruttandone le potenzialità non solo escapiste, e soprattutto ciascuno reinterpretandolo con un tocco personale d’originalità.

 2001. Stefano Di Marino diventa anche Xavier LeNormand. Con Il primo della lista parte la serie di Vlad. La serie si chiuderà nel 2008, con Tempesta sulla città dei morti, lasciando in eredità un personaggio apparso sul cammino di Vlad, e che ritornerà sia nelle avventure del Professionista che in solitaria: Antonia Lake. Ne riparlo più avanti.

2002. E’ la volta di Andrea Carlo Cappi a scrivere “sotto copertura”. Come François Torrent propone la serie Nightshade (Missione Cuba; Progetto Lovelace; Obiettivo Sickrose; Babilonia Connection; Destinazione Halong). Dopo l’11 settembre, gli USA decidono di riaprire la segreta “sezione omicidi” della CIA. Mercy Contreras, detta Nighshade è uno di questi killer. Predilette le ambientazioni spagnole e americane. Tra i lavori spionistici non Segretissimo firmati ufficialmente da Cappi, vanno citati Morte accidentale di una lady (Alácran e Segretissimo 2007 come Ladykill) e il saggio (con Edward C. Dall’Orto) MondoBond.

Sempre 2002. Massimo Mazzoni (alias Frank Ross), con il romanzo Acquarius inizia la serie Quantum Agency, che prosegue con Golpe e Ultima Thule. Sono romanzi caratterizzati da un’impostazione tematico-divulgativa. Ad un argomento di attualità abbinano una narrazione evasiva, con qualche concessione vagamente fantastica.

2003. Viene reclutato Gianfranco Nerozzi. Entra nei panni di Jo Lancaster Reno e firma la serie Hydra Crisis (L’occhio della tenebra, La coda dello scorpione e Lo spettro corre nell’acqua). Protagonista è Marc Ange, un eroe dal passato inquietante, diviso tra metà oscure. L’impronta di Nerozzi è inequivocabile.

 Ancora 2003. Giancarlo Narciso esordisce in collana. Si sceglie il nom de plume di Jack Morisco. Fa tesoro della sua lunga esperienza di giramondo, soprattutto dei lunghi periodi vissuti a Singapore e in Indonesia, per dare vita a Banshee, un’originale e documentata serie ambientata nel Sud Est Asia. Della serie sono stati finora pubblicati quattro titoli: Furia a Lombok, Le Tigri e il Leone, L’arma birmana e l’ultimo, in edicola in questi giorni, Manila Sunrise.

Ad inizio 2005, Marco Fiocca prende le consegne da Dazieri. Nel 2006 Sergio Altieri viene “arruolato” come consulente editoriale, per poi diventare editor a pieno titolo e autorità. Le scelte alteriane si faranno presto sentire. E saranno anche – manco a dirlo! – all’insegna di una marcata fiducia nell’Italian way non solo in Segretissimo! Teniamo ora in sospeso il discorso dell’edicola, per capire cosa è successo intanto in libreria.

Inizio con rilevare la popolarità raggiunta da Marco Buticchi, narratore italiano efficiente nel riproporre la formula del romanzo organizzato su più vettori temporali, di cui due o tre storici che convergono verso uno contemporaneo. In quello attuale, sono presenti cospicui elementi spionistici. Tant’è che uno dei protagonisti principali appartiene nientemeno che al Mossad, di cui diventerà col tempo responsabile, fino ad assumere la carica di primo ministro d’Israele. Dopo il consenso di pubblico ottenuto all’esordio con Le pietre della Luna (1997), Buticchi riproporrà personaggi e struttura narrative per altri quattro titoli: Profezia, Menorah, La nave d’oro, L’anello del Re e Il vento dei demoni.

Elementi attinenti la spy story li ritroviamo nell’intrigo di Codice ombra (Longanesi, 1997), di Mario Biondi, un thriller sulla cibernetica e sul potere che ne deriva. Un potere che fa gola a mafie e servizi segreti.

Con il giro di boa del nuovo secolo (e del nuovo millennio!), nel panorama narrativo nazionale emerge un autore di grande impegno e caratura: Giuseppe Genna. La produzione letteraria di Genna (spesa su più tematiche, però uniformemente caratterizzata da uno stile originale e incisivo, di forte impatto, ma anche assai attento alle proprietà e potenzialità della lingua oltre che ai contenuti e alle trame) annovera tra l’altro una quadrilogia spy-thriller, con protagonista principale l’ispettore Guido Lopez: Catrame (Mondadori, 1999), Nel nome di Ishmael (Mondadori, 2001), Non toccare la pelle del drago (Mondadori, 2003), Grande Madre Rossa (Mondadori, 2004 e Segretissimo 2009). Lo sguardo di Genna sugli intrighi che descrive, e sulla società che tumorizzano, è duro e impietoso.

Passando ad un’impronta certo più evasiva, con estrema faccia di bronzo (e rischio di “conflitto d’interessi” ) segnalo a questo punto un thriller del 2002 in cui, caso atipico nel panorama italiano, il sottoscritto Fabio Novel coniuga la più classica “formula Segretissimo” (spionaggio avventuroso e scenari esotico/orientali) alla fantascienza: Scatole siamesi (Nord).

 Nel 2003, torna in campo Andrea Santini, con L’inganno (Tropea), una vicenda ambientata nell’Italia del nuovo millennio, nei meandri dei poteri occulti che tumorizzano le istituzioni democratiche. Segue, nel 2004, La trappola. Nel 2004, ritroviamo anche Diego Zandel, con L’uomo di Kos (Hobby & Work), dove riprende i personaggi dei due Segretissimo scritti negli anni ’90.

Anche la Einaudi dice la sua, pubblicando (nel 2006) Omissis, antologia AA.VV. a cura di Daniele Brolli. Una raccolta di racconti dedicata alle “realtà taciute” dell’Italia. Tra gli autori: Piero Colaprico, Giancarlo De Cataldo, Oreste del Buono, Piergiorgio Di Cara, Angelo Marenzana, Maurizio Matrone e due vecchie conoscenze della spy fiction italiana: Andrea Santini e Diego Zandel.

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Segretissimo – Jack Morisco – Manila Sunrise

ottobre 30th, 2009

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Segretissimo – Jack Morisco – Manila Sunrise – N°1557 – Novembre 2009

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Nome: Abu Sayyaf Group. Professione: terrorismo integralista stile Al Qaeda. Obiettivo: califfato islamico nelle Filippine meridionali. Bersaglio: Julia Caranza, esotica e sensuale presidente delle Filippine. Dopo un’azione terroristica nel Borneo finita male, l’Abu Sayyaf Group è deciso a farla fuori a ogni costo. Solo che adesso Julia Carranza ha dalla sua un letale angelo custode: Oliver Mc Keown, nome in codice Banshee, asso dei servizi segreti di Singapore. E ora, con il vertice dell’ASEAN che incombe, per Banshee il campo di fuoco cambia nuovamente: arrivando fin troppo vicino a casa. Dove i nemici, quelli veri, quelli più feroci, potrebbero essere in agguato proprio alle sue spalle. L’atteso ritorno di un grande della narrativa d’intrigo e del suo affascinante eroe.

 All’interno il racconto “Le mani del diavolo” di Giovanni Zucca.

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Spy Fiction: Italian Ways/1 di F. Novel

settembre 23rd, 2009

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Cari lettori e lettrici, pubblichiamo oggi la prima parte di un articolo di Fabio Novel (scrittore – Scatole Siamesi, curatore di Legion, uno degli autori di Dizionoir e vero e proprio storico della spy-story made in Italy) che ricostruisce il percorso della narrativa italiana di spionaggio; un utilissimo sguardo complessivo sul genere. La prima parte va dalle origini fino alla metà degli anni ottanta. E ora un po’ di storia…

Fabio Novel

SPY FICTION: Italian way(s)

Esiste una spy story “made in Italy”?

Questa era la domanda che ponevo in apertura dell’articolo SPY STORY “MADE IN ITALY”: Una panoramica sulla narrativa di spionaggio italiana, pubblicato a suo tempo nel DizioNoir (DelosBooks, 2006), ideato e organizzato dall’amico Mauro Smocovich, scrittore, nonché curatore di ThrillerMagazine.

La risposta che davo al quesito iniziale era: Sì. Senza ombra di dubbio.

Cosa rispondo oggi? Sì. Senza ALCUNA ombra di dubbio.

Nei tre anni nel frattempo passati, la spy fiction nazionale ha infatti lanciato svariati romanzi e racconti inediti oltre che proporre importanti ristampe; ha presentato autori nuovi (in assoluto, o in questo genere), capaci di distinguersi e di lasciare il segno; e ha dato prova che la creatività e la competenza dei veterani non si estingue, attraverso brillanti conferme di serie già amate o la partenza di nuovi progetti. Inoltre, nel frattempo il web, la radio e talvolta la stampa hanno dato segni tangibili di accorgersi di un certo tipo di realtà.

È dunque con vera soddisfazione e piacere che ho in parte rivisto e poi opportunamente integrato il mio precedente intervento pubblicato sul DizioNoir, per condividerlo con tutti i web-fan della narrativa spionistica che seguono il Segretissimo Blog.

Prima di partire con questa carrellata tutta nazionale, ci tengo a premettere che in questo testo (come peraltro ho fatto già in altre occasioni) utilizzerò convenzionalmente il termine spy fiction come contenitore flessibile e dinamico di una narrativa che indubbiamente si va vieppiù ramificando in molteplici direzioni (per quanto afferenti ad una radice comune: lo spionaggio, di ogni tipo, e quel intreccio segreto le cui conseguenze toccano le comunità oltre che non solo i singoli), cioè in sottogeneri affini, spesso commisti se non addirittura coincidenti, quali la spy story ad impianto classico (avventurosa e/o cerebrale), l’action, taluni combat, il thriller d’intrigo (che non vede necessariamente per protagonisti le più classiche spie, ma comunque figure che si muovono nel pernicioso anonimato della politica ombra, delle mafie, degli interessi economici), sviluppato sia su scenari nazionali che internazionali, ecc… Sono trame che, proprio in ragione della loro intrinseca qualità mimetica, necessariamente si adeguano ai tempi, oltre che ai gusti dei lettori.

Ebbene, gli autori italiani hanno dimostrato nel tempo una particolare propensione ad affrontare questa narrativa nei modi più eclettici e personali, con un’invidiabile profusione di stili e contenuti, soprattutto se si considera le possibilità di un mercato editoriale di limitata ricettività. Tra risultati più rilevanti nel campo, vari sono riconducibili all’intrigo a sfondo politico – un’eredità d’impegno quasi storica, che la narrativa d’evasione ha saputo far propria – e numerosi all’action thriller, con romanzi capaci di combinare ritmo e avventura assieme a trame non superficiali, sempre attente agli scenari mondiali.

A dimostrazione della tesi che la spy fiction è un fenomeno anche italiano si potrebbe comunque redigere un libro intero. Non è lo scopo di tale intervento che, piuttosto che ad un’annosa analisi, mira invece a sintetizzare i principali protagonisti e i titoli più significativi di una storia relativamente breve, nondimeno intensa e tangibile. Mi limiterò, dunque, ad una panoramica, sostanzialmente acritica.

La narrativa di spionaggio italiana non ha radici molto profonde. Perlomeno, non come identità di genere. Non c’è, insomma, una vera e propria tradizione, soprattutto se andiamo a confrontarla con i paesi anglosassoni e con la Francia. A grandi linee, si può affermare che ha cessato di essere un genere solo d’importazione all’inizio degli anni ’80 del secolo scorso. I titoli più o meno ascrivibili alla spy story pubblicati in precedenza restano episodi editoriali del tutto slegati, senza continuità.

Volendo a tutti i costi accreditare un esempio plausibile di antesignano, si potrebbe risalire alla fine del Seicento, quando il genovese Gian Paolo Marana scrisse L’esploratore turco. Si tratta però di un’operazione di ricerca delle origini ardita e di scarsa rilevanza. Dopotutto, a livello internazionale si considera come il prototipo della spy story un lavoro di Fenimore Cooper intitolato (appunto) The Spy. Ed è un romanzo del 1821!

Il primo testo italiano realmente in tema è La spia, di Arturo Olivieri Sangiacomo, un ufficiale piemontese dell’esercito sabaudo, che seppe conciliare la carriera militare con le sue passioni letterarie. Pubblicò sia saggi che romanzi, scritti nei quali emergeva la sua opinione circa l’esigenza di riformare l’esercito. La spia viene pubblicato nel 1902. Sono peraltro gli anni di Emilio Salgari, la cui narrativa avventurosa, va sottolineato, avrà la sua bella influenza anche su vari autori di spionaggio italiani.

Elementi spionistici li ritroviamo poi ne Il Sette Bello, di Alessandro Varaldo, e soprattutto in un classico di Augusto De Angelis: Il candeliere a sette fiamme (1936).

A metà del Novecento è un autore del calibro di Giorgio Scerbanenco ha dare il suo contributo allo spionaggio italiano, per quanto con lavori dove l’ordito spionistico è commisto al romanzo sentimentale. Se non addirittura, in certi casi, viceversa.

 Anime senza cielo, del 1950, è una storia del dopoguerra.

24a4_1.JPGDi profughi, di esiliati, coinvolti in reti spionistiche. Schierati su fronti differenti, quando non avversi. Grande importanza ai personaggi, alle relazioni tra loro. E’ ancora lo spionaggio a condizionare i personaggi di Appuntamento a Trieste (Rizzoli, 1953), in particolare la storia d’amore tra l’americano Kirk e la triestina Diana. Simile il tema di un racconto successivo, Le spie non devono amare (in Metropoli del delitto, 1975), dove l’io narrante è la moglie di un agente segreto.

Mentre negli anni ’60 nascono personaggi come 007, OSS117 e SAS, mentre negli anni ’70 emergono personalità letterarie come Le Carré, Deigthon, Forsyth, la produzione italiana di spionaggio rimane sostanzialmente letargica. E’ il lettore a non credere all’inventiva italiana? E’ l’editoria? O sono piuttosto gli stessi autori dell’epoca, che stentano a riconoscersi nel genere, a riconoscerne le potenzialità?

Saranno gli Anni di Piombo a far cambiare idea a tutti. Perché, ammettiamolo, non si può parlare di quel periodo e denunciare le follie sanguinose di alcuni senza tirare in ballo servizi segreti, interessi trasversali e teorie (teorie?!) complottiste.

Nel 1980, la Rizzoli pubblica Il vomerese, di Attilio Veraldi, ritengo il primo romanzo italiano impegnato a narrare il “nostro” terrorismo. Argomento allora decisamente coraggioso, stante la ferita recente e aperta.

 

Segue Massacro per un presidente (Mondadori, 1981), di Diego Zandel. 95_massacro_presidente.jpgAncora il terrorismo. La vicenda è ambientata a Roma. Ne sono protagonisti un profugo di origine fiumana, anarchico, e un colonnello dei servizi segreti, molto ligio al suo dovere e alle istituzioni. La strana coppia si scontra contro una frangia deviata dei servizi segreti, guidata nell’ombra da un uomo politico detto il Grande Vecchio, che forse non è estraneo alla manipolazione del terrorismo eversivo, di sinistra e destra, a scopi personali.

Sempre nel 1981, Rizzoli pubblica Agave, di Andrea Santini e Massimo Felisatti, un romanzo che, nel narrare una vicenda di traffico d’armi e di segreti italiani, anticipa di un mese lo scandalo della P2.

Rizzoli è ancora portabandiera nel genere dando alle stampe la trilogia Guerra di Spie, firmata da Corrado Augias: Quel treno per Vienna (1981), Il fazzoletto azzurro (1983) e L’ultima primavera (1985). I romanzi sono ambientati rispettivamente nel 1911 (l’Italia è in procinto di entrare in guerra con la Turchia per il possesso della Libia), nel 1915 (inizio della Prima Guerra Mondiale) e nel 1921 (periodo postbellico, con il fascismo che va consolidandosi). Nella trilogia, la fedele ricostruzione storica, geopolitica e sociale si coniuga con trame che (in modo differente per ognuno) sono insieme poliziesche e spionistiche.

Il 1981 segna anche l’esordio di un autore assolutamente unico per stile: Alan D. Altieri, pseudonimo di Sergio Altieri. Irrompe nel panorama letterario italiano con Città oscura (Dall’Oglio), un thriller metropolitano ambientato in una Los Angeles cruda e spietata.

Altieri propone romanzi di ampio respiro, ma dal taglio secco, ritmati in modo filmico, pregni di sudore e sangue, di violenza, dai toni a tratti così pessimisti da venir definiti dalla critica “thriller apocalittici”. In svariati tra i libri pubblicati in 25 anni di carriera ritroviamo trame in parte o del tutto riconducibili alla spy story d’azione e al tecno-thriller: Alla fine della notte (1981), con un complesso intreccio spionistico che fa da matrice; L’occhio sotterraneo (1983), con i suoi scenari europei; Corridore nella pioggia; L’uomo esterno;9788850203291g.jpg e da non dimenticare il bellico e anticipatore Kondor (Corbaccio, 1997), un crudo spaccato sul Medio Oriente in fiamme che si aggiudica il Premio Scerbanenco.

Nei primi anni ’80 inizia anche l’avventura italiana in Segretissimo, la storica collana mondadoriana dedicata allo spionaggio, in edicola fin dal 1961. All’epoca, alla direzione della “Mondadori edicola” c’era una vera protagonista del giallo come Laura Grimaldi, coadiuvata da Marco Tropea in redazione. I primi passi italiani furono dei racconti apparsi negli speciali semestrali (Estate Spia e Inverno Spia).

 L’onore del debutto di un romanzo italiano su Segretissimo (sbandierato a tricolore da una dicitura trasversale in un angolo di copertina: made in Italy con grinta) spetta al giornalista e scrittore Andrea Santini. Il numero 988 della collana s’intitola A volo di Falco (1984). Segna l’esordio di Falco Rubens, protagonista seriale che ritroveremo poi in Una fame da Falco (1984) e in Falco spia l’ecologia (1987).

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Falco Rubens è una spia che possiamo definire “di sinistra”. Non sarà questa un’eccezione nella collana, anzi. E’ peraltro una particolarità che, con caratteristiche assai differenti da autore ad autore, accomuna una buona parte del variegato assortimento di “eroi” dello spionaggio italiano. Con alcune eccezioni. Attenzione, però: in ogni caso, i romanzi italiani presentati in Segretissimo hanno solitamente saputo mantenere degli approcci disincantati, non schierati in modo ideologico o manichei. Del resto, un libro di spionaggio, pur anche evasivo e avventuroso, che aspiri ad un minimo di verosimiglianza non può permettersi di uniformarsi allo schema “Buoni contro Cattivi”. Di sicuro non in termini assoluti. Da qualsiasi prospettiva si ponga. Non è così che va il mondo. Tanto meno quello “sporco” dello spionaggio.

Falco ha fatto il ’68. In Francia e in Italia. E’ un giornalista free lance per “Afrique-Asie” e “Le Point”. Si interessa di al mondo non solo per doveri professionali. Odia gli imperialismi, statunitensi e sovietici, e il modo in cui fanno campo di battaglia del terzo mondo. E, in tal senso, si dà molto da fare. E’ un personaggio che per usare le parole di Santini “pur mantenendo stile, ritmi, regole di Segretissimo, si” distaccava “dai soliti protagonisti: occidentali, conservatori, anticomunisti.”

A pochi numeri di distanza dall’esordio di Falco Rubens, arriva Walfrido Pardi di Vignolo, l’eroe di un altro giornalista: Remo Guerrini. Non è probabilmente un caso se più di un giornalista italiano ha scritto spionaggio. Il giornalista è più incline a un taglio secco, dinamico. Non teme di mettersi in gioco come autore “di genere” piuttosto che letterario. Inoltre, soprattutto quando non c’era la TV satellitare e internet, era quello che con più facilità reperiva notizie e aveva l’opportunità di conoscere più a fondo le realtà geopolitiche mondiali e le loro reciproche connessioni.

Anche in Remo Guerrini ritroviamo trame scorrevoli, ricche di colpi scena, spruzzate di sesso. Due i titoli: Singapore: ma come fanno i marinai (1984) e Mosca: il cielo in una stanza (1986).

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Campi di Morte – Torna il Professionista

settembre 1st, 2009

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CAMPI DI MORTE. TORNA IL PROFESSIONISTA

Di Stefano Di Marino

A un anno di distanza da Beirut gangwar Chance Renard torna sulle pagine di Segretissimo. Non è che nel frattempo il Professionista e il suo autore siano rimasti con le mani in mano. In realtà nell’estate del 2008 oltre al succitato romanzo i lettori hanno potuto rileggere I lupi muoiono in silenzio ( avventura pubblicata per la prima volta in Anime nere e quindi ripubblicata nel SuperGiallo, storia temporalmente successiva a Gangland). Oltre a questo racconto sull’antologia Legion (Supersegretissimo) è apparso il racconto Contratto veneziano che sancisce l’incontro tra Antonia Lake e Chance in uno scenario italiano ed è successivo a Rififi a Pigalle apparso in coda a Beirut gangwar. Questo intrecciarsi di racconti non tutti presentati in ordine cronologico ha ragioni editoriali per cui è opportuno fare un po’ d’ordine. Avvicinandosi il quindicennale del personaggio, la serie sta affrontando alcuni mutamenti di ambientazione e di tono, allargando non solo gli scenari a una realtà, quella italiana, più vicina a noi, ma sfiorando il nero criminale oltre che approfondire l’abituale storyline spionistica. Inoltre il termine (forse solo temporaneo…) della serie Vlad ha stimolato il passaggio di uno dei personaggi più amati di quella saga a quella del Professionista. Ovviamente si tratta di Antonia Lake, l’assassina feroce e seducente presente contro e a fianco di Vlad dall’episodio Senza nome né legge. Il Segretisismo di febbraio 2009 Vladivostok hit, firmato sempre Gunn era dedicato tutto ad Antonia e alle sue vicissitudini con il gruppo 666 che in Contratto veneziano vediamo apparire anche nell’universo di Chance. Restava però aperta una linea narrativa, più noir, legata alle ragioni che hanno spinto il Professionista a lasciare Parigi. Lana, l’amata Lana, chiede vendetta. Così è nato Pietrafredda uno spin off pubblicato da Perdisa che mi ha regalato molte soddisfazioni. Campi di morte, però, si svolge prima di Pietrafredda e, in effetti, è stato scritto un anno fa, prima della novella pubblicata da Perdisa. È una lunga avventura, più di 300 pagine, di stampo classico con un blocco di azione bellica ambientato in Nigeria ‘preparato’ da un’indagine spionistica che porta il Professionista a Tallinn, a Caserta con un inserto tailandese dedicato ad Antonia. Una storia molto dura in cui ritroverete personaggi ormai noti (Sylviette, Gregor, Antonia, Yao e Pietro) a fianco di nuovi e pericolosi comprimari quali Boris Spalko e Raven che viene dalla saga di Bruno genovese (L’Ombra del Corvo e Sole di fuoco).

 

Mettiamo un po’ di ordine nella cronologia dunque.

 

– Gangland

 

– I lupi muoiono in silenzio

 

– Colori di Guerra

 

– Beirut gangawar – Vladivostok Hit(contemporanei)

 

– Rififi a Pigalle

 

– Contratto veneziano

 

– Campi di Morte

 

– Pietrafredda

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Segretissimo – Stephen Gunn – Campi di Morte

agosto 26th, 2009

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Segretissimo – Stepehn Gunn – Il Profesionista: Campi di Morte – N° 1555 Settembre 2009

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Roghi nel deserto, un letale virus in espansione esponenziale, jihadisti fanatici in feroce guerriglia, bambini-soldato drogati e impregnati di demenza vudù. Welcome to Nigeria: nono cerchio dell’inferno. Per Chance Renard, il Professionista, un’ennesima missione, forse terminale. Al suo fianco, un commando anch’esso uscito da una bolgia: Antonia Lake, la superkiller della famigerata organizzazione 666; Raven, l’uomo che conosce la morte; Boris Spalko, guerriero-profeta di un misterioso ordine nordeuropeo. Ognuno di loro con una subdola “hidden agenda”. Dalle nevi opache di Tallin alle strade viscide di Bangkok, passando per i vicoli infidi di Caserta, troppe tracce di sangue convergono verso la meta finale: la città perduta del leggendario predone Cobra Verde, il luogo senza ritorno.

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Segretissimo – Franco Forte – Stal: Operazione Copernico

maggio 26th, 2009

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Segretissimo – Franco Forte – Stal: Operazione Copernico – N°1552 – Giugno 2009

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Nelle Spetsnaz, le micidiali forze speciali russe, era Redka Starnelov. Nel nuovo “disordine” mondiale è Stal, “Acciaio”, letale mercenario della lama. Il suo passato è un luogo pieno di morte e di incubi. Il suo presente gli riserva solo raggelante ferocia. La sua nuova destinazione: Transnistria, ennesima terra maledetta scaturita dalla dissoluzione dell’URSS. La sua nuova missione: fare luce su uno sterminio di innocenti, in un luogo chiamato Campo Copernico. Preso tra sanguinari signori della guerra, sporchi giochi delle multinazionali e donne più velenose del cobra, Stal sarà costretto ad aprirsi la stada nell’unico modo che conosce. Con l’acciaio in pugno. Da uno dei massimi autori italiani di thriller, la prima avventura di un esplosivo eroe a doppio taglio.

All’interno, il racconto “Vamos a Matar” di Andrea Carlo Cappi.

Link al Sito Ufficiale di Franco Forte.

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Vladivostok Hit – di Stefano di Marino

febbraio 2nd, 2009

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Vladivostok Hit

di Stefano Di Marino/Stephen Gunn

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Non è la prima volta che firmo un romanzo come Stephen Gunn senza il Professionista. Pista Cieca (Segretissimo Speciale n 4,del 2001 ), L’ombra del Corvo e persino un saggio sul cinema orientale. Ma l’universo in cui vivono gli eroi di un narratore ha sempre confini molto vasti. Antonia Lake , la protagonista di questa storia, molti lettori del Professionista la conoscono già…e forse anche molti che hanno seguito la serie Vlad, firmata Xavier LeNormand. Abbiamo incontrato Antonia nella saga di Chance Renard in Italia nell’antologia Legion (Supersegretissimo estate spia 2008). Il racconto era Contratto veneziano e subito sono state scintille tra la donna con i capelli di fuoco e il Professionista.

 

C’era, però, una parte della storia non raccontata che univa la serie del Professionista al termine di quella di Vlad (ultimo episodio Tempesta sulla città dei Morti, Segretissimo n1538). E questa è proprio quella vicenda che, in una ideale continuità si svolge parallelamente a Beirut Gangwar (Segretissimo numero 1542). Ma chi è Antonia Lake e perché è diventato un personaggio così importante da passare da una serie all’altra? Antonia nasce come antagonista di Vlad in Senza Nome né Legge (segretissimo n 1591). Nella mia mente, l’idea risale al 2003, dalla conoscenza personale di una nota pornostar mantovana che mi sembrò una donna assolutamente libera, dotata di un umorismo sferzante oltre che di un fascino innegabile. In quel periodo aveva girato un paio di film coni capelli tinti di rosso. Ne uscì così Antonia , la super killer che definisce se stessa “marcia dentro”. Non era mia intenzione creare un personaggio indagando sulla psicologia femminile. Come molte eroine della mia spy-story Antonia è un personaggio femminile di quelli che tutti gli uomini vorrebbero (e dovrebbero…) incontrare almeno una volta nella vita, ma che… insomma meglio lasciarla a Chance Renard e alle sue avventure fantastiche. Volevo un personaggio così totalmente amorale da non poter essere giudicato negativo. Spietato, feroce, sensuale sì… mai meschino. E Antonia si è staccata come sempre accade dal suo modello ideale ed è diventata un personaggio “vero”, terribile ma anche simpatico che ha accompagnato Vlad passando da avversaria ad alleata. Però…non volevo abbandonarla. Sicuramente la ritroverete insieme a Chance ma anche in una successiva avventura “a solo” perché Antonia è fatta così, indipendente sino alla fine. Vladivostok Hit è un romanzo per me che l’ho scritto interessante anche per altri motivi. Prima di tutto mi consentiva di tornare a un’ambientazione totalmente esotica mentre sto lavorando a diversi progetti che più o meno sono tutti vicini all’italia. C’è la Russia profonda, le sue tradizioni criminali e anche mitiche, c’è un collegamento con una figura rimasta nel limbo sin da Dossier Yaponchik (Segretissimo numero 1514). Ovviamente è presente una componente di ispirazione cinematografica che riconoscerete ma che ho riletto a modo mio. Poi c’è la yakuza, la mafia coreana, l’FSB, la milicjia e un risvolto spionistico nel senso moderno… cioè quello spionaggio in cui la differenza tra organizzazioni statali, gangster interessi privati e nazionali si mescolano in un turbine di violenza, sempre serrato e spettacolare. Ma c’è anche il gusto di creare una sorta di survival horror, senza cadute nel sovrannaturale, ma con una certa inquietudine rappresentata da un uovo nemico che neanche Chance si troverà ad affrontare in un prossimo futuro. Insomma una ventata d’aria nuova che non contraddice né il passato né la linea che hanno preso le più recenti avventure del Professionista. Io mi sono divertito moltissimo a scriverla… spero sia anche un piacere per voi leggerla.

 

In appendice un altro racconto di una serie che io definisco “Le storie di Gangland” storie di mala milanese come già è stata Gangland ma anche In fondo al fiume nero pubblicato sul GMP. Probabilmente ce ne saranno altre. Anche qui troverete violenza, tensione, un quadro di Milano come io la vedo attraverso gli occhi di personaggi duri e disperati.

 

Stefano Di Marino/Stephen Gunn

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Segretissimo – Stephen Gunn: Vladivostok Hit – Febbraio 2009

gennaio 27th, 2009

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Segretissimo – Stephen Gunn: Vladivostok Hit – N°1548 – Febbraio 2009

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Antonia Lake è un killer. Antonia Lake è la regina dei killer. Antonia Lake ha un nuovo contratto, eliminare il più feroce boss della Yakuza giapponese. Primo problema: l’operazione è il suo biglietto di ingresso a una cupola criminale che fa apparire la yakuza come Disneyland. Secondo problema: il campo di fuoco è una città maledetta, ultimo avamposto degradato al limite estremo della Siberia. In una discesa agli inferi tra feroci guerre per bande e inimmaginabili antri di depravazione, Antonia Lake si troverà a confronto con l’incarnazione del male assoluto. Dall’autore-culto del Professionista, l’eroina più temeraria e letale del nuovo millennio.

All’interno, il racconto “Riflessi nel Buio” di Stephen Gunn.

Approfitto dell’anteprima per segnalarvi un evento: Domenica 8 Febbraio 2009, alle 11.30 presso la Libreria Centofiori (Corso Indipendenza 9, Milano) si terrà la presentazione di “Vladivostok Hit”.

Presenteranno il libro, insieme a Stefano Di Marino, AlanD. Altieri e Andrea Carlo Cappi. Ospite d’onore sarà Victor Togliani, autore delle copertine di Segretissimo, che per l’occasione ci farà ammirare dal vivo alcuni suoi lavori.

 

 

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Un 2008… Segretissimo.

dicembre 23rd, 2008

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 Cari lettori e lettrici, questo non è l’ultimo post del 2008. L’occasione della fine dell’anno è perfetta per tracciare un bilancio delle dodici uscite per quanto riguarda la serie regolare e degli speciali, visto che il blog è partito a Settembre (e il 2008 sarà anche da ricordare per i blog). Rivediamo quindi i “Magnifici 12″ o se preferite “La Sporca Dozzina”, le uscite regolari che ci hanno tenuto compagnia. Siete invitati caldamente a esprimere le vostre opinioni, preferenze, menzioni d’onore (e spero non di disonore) come se si trattasse di una premiazione di fine anno!

Gennaio: Richard Marcinko/Jim DeFelice – Sacro Terrore.

Febbraio: Kevin Hochs – Sandblast.

Marzo: Claudia Salvatori – Walkiria Nera: Golden Dawn.

Aprile:  Xavier LeNormand (Stefano Di Marino) – Vlad:Tempesta sulla Città dei Morti.

Maggio: John Ramsey Miller – Ore Contate.

Giugno: Danilo Arona ed Edoardo Rosati – La Croce sulle Labbra.

Luglio: John Shannon – Strade di Fuoco e lo speciale Legion con racconti di Alan D. Altieri, Stefano Di Marino, Andrea Carlo Cappi, Giancarlo Narciso, Claudia Salvatori, Secondo Signoroni, Gianfranco Nerozzi, Tito Faraci, Franco Forte, Massimo Mazzoni.

Agosto: Stephen Gunn (Stefano Di Marino) – Il Professionista –  Beirut: Gangwar.

Settembre: Joe Gores – Glass Tiger.

Ottobre: Secondo Signoroni – Furore Nero.

Novembre: Brent Ghelfi – L’Artiglio del Lupo.

Dicembre: Luis Piazzano – Destinazione Qumran e lo Speciale “Golden Serpent” di Marc Abernethy.

In attesa di un inizio 2009, inevitabilmente col botto… ma ci risentiremo per le anteprime di Gennaio!

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