Seconda puntata dello speciale realizzato da Fabio Novel sulla Spy Story italiana. Cominciamo ad avvicinarci ai giorni nostri, partendo dal 1989 fino all’inizio del nuovo secolo.
Nel 1989, con Kabul Kabul arriva Luis Piazzano (Luis Francisco Piazzano y Amador, nato a Santiago del Cile, padre italiano e madre cilena). Presenta Luc Della Rocca, agente della CIA sotto copertura a Firenze. Anche Piazzano dimostra di essersi ben studiato la lezione dello spionaggio avventuroso che, pur se con gusti e formule differenti, è stato il cavallo di battaglia della collana. Le vicende di Della Rocca saranno alla fine più d’una decina: Una volta Benazir, Uccidere all’alba, Allarme Vaticano, Fuga dall’inferno, Le carte somale, Il sopravvissuto, Missione Afrika, Missione Double Face. Dopo sette anni fuori scena, Piazzano tornerà a colpire nel 2008, con la pubblicazione di Destinazione Qumran. L’unica presenza femminile italiana in Segretissimo è stata per lungo tempo quella di Carmen Iarrera, giornalista e scrittrice (nota per la sua collaborazione narrativa con Federico Zeri in Mai con i quadri) con due romanzi all’attivo: Guantanamera e Jihad 1999. Guantamaera, del 1991, si svolge a Miami e a Cuba. Castro ci lascerà le penne. Thomas Monreale, il protagonista, è un agente sui generis, non certo scaltro stante il modo in cui viene manipolato da più parti. Jihad 1999 è del 1995.Sull’onda nostrana, anche il traduttore di SAS, Mario Morelli, costruisce una discreta operazione in terra d’Albania (Ombre rosse su Tirana), pubblicata da Segretissimo nel 1993. Intanto, il già citato Diego Zandel, viene reclutato da Gian Franco Orsi, all’epoca Direttore Editoriale dell’edicola Mondatori. Ne vengono fuori due romanzi: Operazione Venere (1993) e Crociera di sangue (1996).
Lorenzo Giusti, autore di narrativa per ragazzi, inizia la serie degli pseudonimi diventando Lawrence P. Right. Due i suoi lavori: Codice 4458 (1994) e Il quinto diamante (1997).
Una segnalazione di riguardo spetta a uno scrittore di grandi doti: Secondo Signoroni, già autore di polizieschi anni ’70 quali Qui Commissariato di Zona, Petrosino e baffi a manubrio e Testimonianza d’accusa. Signoroni approda a Segretissimo nel 1993, con Operazione Scarlet, in cui il SISDE dà la caccia a un mercenario sudafricano. Dopo questo romanzo, seguirà le vicende del maresciallo Costa, del SISMI, con vari romanzi: L’armata del silenzio, Sotto gli occhi del mondo, Missione confidenziale, Messaggi di fuoco, Il paese delle ombre, Specchio oscuro, La Lega degli innocenti e Oltre la verità. Tra gli autori di Segretissimo in attività, Signoroni è in un certo senso il più “italiano” di tutti. Non solo per una questione di ambientazioni, ma anche di stile. Per completezza, cito altri tre Italiani di Segretissimo usciti a suo tempo con missioni singole: Miro Barcellona (Operazione Ragno), Piero Baroni (Operazione Anemone) e un non “declassificato” italiano che si celava dietro l’alias di “Osman F. Trecca” (Trappola esplosiva). Nel frattempo, le cose si muovono anche in libreria, non solo in edicola.
Varie uscite nel 1988. Marsilio pubblica Floppy disk, di Gaetano Cappelli. Un ragazzo entra per caso in possesso di uno scottante floppy. Finirà incastrato in un traffico internazionale d’armi e droga. Bompiani manda in stampa Il labirinto della memoria (Bompiani) di Roberto Vacca e Cristina Ambrosetti. Siamo ai confini con la fantascienza: l’ennesima invenzione scatena la lotta tra CIA e KGB. Discorso similare per La stanza delle scimmie (1988, Mondadori), di Antonio Caprarica e Giorgio Rossi: un’eccezionale scoperta in campo informatico scatena KGB, CIA e SISMI.
Sempre nello stesso anno, Rusconi distribuisce Il sigillo della porpora, di Luigi Brisignani. Qualche anno dopo, nel 1992, un nuovo romanzo di Brisignani, Nostra signora del KGB, trova il supporto di un notevole marketing editoriale della Rusconi. Il romanzo parla del crollo del Muro, delle sue conseguenze nei paesi dell’ex-blocco. Il protagonista è un carismatico giornalista di Varsavia, intellettuale e dissidente.
Nel 1989, è la volta di uno dei nostri più noti giallisti, Loriano Macchiavelli, a scendere in campo, per quanto con lo pseudonimo di Jules Quicher. Esce Strage (Rizzoli, 1989), dove si parla dell’attentato nella stazione di Bologna. Segue, sempre firmato Quicher, Funerale dopo Ustica (Rizzoli 1990). Un terzo romanzo a matrice spionistica (Un triangolo a quattro lati – Rizzoli 1992), appare invece con il nome di Macchiavelli in copertina. Piero Soria è un altro nome eccellente che ha scritto narrativa spionistica. Nel 1989, pubblica per Rizzoli Colpo di coda, romanzo che ricalca in parte il modello del Giorno dello sciacallo. Laddove Forsyth descrive l’intrigo legato a un attentato De Gaulle, Soria inscena un possibile atto terroristico nei confronti del presidente della Repubblica Italiana. Nel 1990, esce per Mondadori una sua nuova trama spionistica: Croce dell’Est.
Anche Sperling&Kupfer ci prova: Il mercenario di Cracovia, di Derek Moore (alias di Giuseppe D’Agata) ottiene un buon risultato, con tre ristampe del volume.
Torniamo all’edicola. Nei primi anni ’90 un piccolo editore milanese, Garden, tenta una difficile concorrenza all’edicola di Segretissimo lanciando la collana Top Secret. Presenta anche Italiani, tra cui Enzo Verrengia e soprattutto Stefano Di Marino, che qui pubblica alcuni dei suoi primi romanzi (come Braccio di ferro a Kalimantan, del 1990, e Iguana Connection, del 1991, entrambi firmati come Frederick Kaman). Sono gli anni dell’esordio di questo romanziere che (avvalendosi di molteplici pseudonimi) più di ogni altro connazionale ha scritto romanzi di spionaggio e affini, contribuendone in modo innegabile alla crescita della spy story italiana. La sua produzione narrativa è vasta ed eclettica, mi limito a citare intanto alcuni dei titoli “in tema”, pescando nella produzione degli anni ‘90: Sopravvivere alla notte (Segretissimo, 1992), Pista cieca (Mondadori, 1993, come Stephen Gunn), Lacrime di drago (Mondadori, 1994), Il sogno della Tigre (un omaggio a Salgari; Segretissimo, 1995, come Frederick Kaman) e L’ombra del Corvo (Sperling&Kupfer, 1997, come Stephen Gunn). Ma il suo personaggio più importante e conosciuto è senz’altro Chance Renard, il Professionista. E’ il 1995: Di Marino si cala ancora nel suo “doppio” Stephen Gunn e propone Raid a Kouru, il primo volume del Professionista, da tempo la serie più seguita della collana, dopo l’immarcescibile SAS.
Il Professionista è un ex ufficiale della Legione Straniera che, dopo esser stato vittima di un micidiale intrigo, diventa un indipendente, un free lance che di volta in volta viene chiamato ad operare per privati, strutture antiterrorismo e di Polizia, organismi di intelligence…Le qualità principali dei romanzi del Professionista sono: azione ad alto livello, scansione serrata, canovaccio convincente, spettacolarità nelle descrizioni degli scontri a fuoco e plausibilità in quelli corpo a corpo, scenografie d’impatto, cura delle ambientazioni internazionali, assenza di dicotomie, erotismo q.b., qualche ammiccamento al noir, e poi citazioni da film, fumetti e cinema… Ma, tra tanta esemplare evasività, Stephen Gunn non si nega qualche considerazione (non sempre, ma spesso, amara) verso la natura umana e la politica mondiale.
A distanza di quattordici anni, il Professionista è ancora sulla breccia, con più di 25 romanzi all’attivo fino al più recente Campi di Morte (2009).
In quella metà degli anni ’90, Di Marino è anche responsabile per le scelte per Segretissimo. E’ sotto la sua curatela che si sviluppa un progetto da lui sostenuto: nel 1998, con Campo di fuoco, fa il suo trionfale ingresso in collana Alan D. Altieri. Propone Russell Brendan Kane, Sniper dei SAS. Tre i titoli, di recente ristampati anche in TEA per la libreria: Campo di fuoco, uno scontro tra servizi segreti occidentali e il cartello messicano della coca, L’ultimo muro (1999), e Victoria Cross (2000).
La riuscita del Professionista e di Sniper avvia una nuova stagione italiana. Nel 2000 Sandrone Dazieri diventa editor dei Gialli Mondadori e di Segretissimo. Crede nella visione ereditata da Di Marino e apre in modo deciso verso gli autori nostrani. E’ il periodo della cosiddetta Italian Foreign Legion: una new wave caratterizzata dall’uso di alias da parte degli scrittori coinvolti, abili professionisti che riescono ad accettare il format di collana, sfruttandone le potenzialità non solo escapiste, e soprattutto ciascuno reinterpretandolo con un tocco personale d’originalità.
2001. Stefano Di Marino diventa anche Xavier LeNormand. Con Il primo della lista parte la serie di Vlad. La serie si chiuderà nel 2008, con Tempesta sulla città dei morti, lasciando in eredità un personaggio apparso sul cammino di Vlad, e che ritornerà sia nelle avventure del Professionista che in solitaria: Antonia Lake. Ne riparlo più avanti.
2002. E’ la volta di Andrea Carlo Cappi a scrivere “sotto copertura”. Come François Torrent propone la serie Nightshade (Missione Cuba; Progetto Lovelace; Obiettivo Sickrose; Babilonia Connection; Destinazione Halong). Dopo l’11 settembre, gli USA decidono di riaprire la segreta “sezione omicidi” della CIA. Mercy Contreras, detta Nighshade è uno di questi killer. Predilette le ambientazioni spagnole e americane. Tra i lavori spionistici non Segretissimo firmati ufficialmente da Cappi, vanno citati Morte accidentale di una lady (Alácran e Segretissimo 2007 come Ladykill) e il saggio (con Edward C. Dall’Orto) MondoBond.
Sempre 2002. Massimo Mazzoni (alias Frank Ross), con il romanzo Acquarius inizia la serie Quantum Agency, che prosegue con Golpe e Ultima Thule. Sono romanzi caratterizzati da un’impostazione tematico-divulgativa. Ad un argomento di attualità abbinano una narrazione evasiva, con qualche concessione vagamente fantastica.
2003. Viene reclutato Gianfranco Nerozzi. Entra nei panni di Jo Lancaster Reno e firma la serie Hydra Crisis (L’occhio della tenebra, La coda dello scorpione e Lo spettro corre nell’acqua). Protagonista è Marc Ange, un eroe dal passato inquietante, diviso tra metà oscure. L’impronta di Nerozzi è inequivocabile.
Ancora 2003. Giancarlo Narciso esordisce in collana. Si sceglie il nom de plume di Jack Morisco. Fa tesoro della sua lunga esperienza di giramondo, soprattutto dei lunghi periodi vissuti a Singapore e in Indonesia, per dare vita a Banshee, un’originale e documentata serie ambientata nel Sud Est Asia. Della serie sono stati finora pubblicati quattro titoli: Furia a Lombok, Le Tigri e il Leone, L’arma birmana e l’ultimo, in edicola in questi giorni, Manila Sunrise.
Ad inizio 2005, Marco Fiocca prende le consegne da Dazieri. Nel 2006 Sergio Altieri viene “arruolato” come consulente editoriale, per poi diventare editor a pieno titolo e autorità. Le scelte alteriane si faranno presto sentire. E saranno anche – manco a dirlo! – all’insegna di una marcata fiducia nell’Italian way non solo in Segretissimo! Teniamo ora in sospeso il discorso dell’edicola, per capire cosa è successo intanto in libreria.
Inizio con rilevare la popolarità raggiunta da Marco Buticchi, narratore italiano efficiente nel riproporre la formula del romanzo organizzato su più vettori temporali, di cui due o tre storici che convergono verso uno contemporaneo. In quello attuale, sono presenti cospicui elementi spionistici. Tant’è che uno dei protagonisti principali appartiene nientemeno che al Mossad, di cui diventerà col tempo responsabile, fino ad assumere la carica di primo ministro d’Israele. Dopo il consenso di pubblico ottenuto all’esordio con Le pietre della Luna (1997), Buticchi riproporrà personaggi e struttura narrative per altri quattro titoli: Profezia, Menorah, La nave d’oro, L’anello del Re e Il vento dei demoni.
Elementi attinenti la spy story li ritroviamo nell’intrigo di Codice ombra (Longanesi, 1997), di Mario Biondi, un thriller sulla cibernetica e sul potere che ne deriva. Un potere che fa gola a mafie e servizi segreti.
Con il giro di boa del nuovo secolo (e del nuovo millennio!), nel panorama narrativo nazionale emerge un autore di grande impegno e caratura: Giuseppe Genna. La produzione letteraria di Genna (spesa su più tematiche, però uniformemente caratterizzata da uno stile originale e incisivo, di forte impatto, ma anche assai attento alle proprietà e potenzialità della lingua oltre che ai contenuti e alle trame) annovera tra l’altro una quadrilogia spy-thriller, con protagonista principale l’ispettore Guido Lopez: Catrame (Mondadori, 1999), Nel nome di Ishmael (Mondadori, 2001), Non toccare la pelle del drago (Mondadori, 2003), Grande Madre Rossa (Mondadori, 2004 e Segretissimo 2009). Lo sguardo di Genna sugli intrighi che descrive, e sulla società che tumorizzano, è duro e impietoso.
Passando ad un’impronta certo più evasiva, con estrema faccia di bronzo (e rischio di “conflitto d’interessi” ) segnalo a questo punto un thriller del 2002 in cui, caso atipico nel panorama italiano, il sottoscritto Fabio Novel coniuga la più classica “formula Segretissimo” (spionaggio avventuroso e scenari esotico/orientali) alla fantascienza: Scatole siamesi (Nord).
Nel 2003, torna in campo Andrea Santini, con L’inganno (Tropea), una vicenda ambientata nell’Italia del nuovo millennio, nei meandri dei poteri occulti che tumorizzano le istituzioni democratiche. Segue, nel 2004, La trappola. Nel 2004, ritroviamo anche Diego Zandel, con L’uomo di Kos (Hobby & Work), dove riprende i personaggi dei due Segretissimo scritti negli anni ’90.
Anche la Einaudi dice la sua, pubblicando (nel 2006) Omissis, antologia AA.VV. a cura di Daniele Brolli. Una raccolta di racconti dedicata alle “realtà taciute” dell’Italia. Tra gli autori: Piero Colaprico, Giancarlo De Cataldo, Oreste del Buono, Piergiorgio Di Cara, Angelo Marenzana, Maurizio Matrone e due vecchie conoscenze della spy fiction italiana: Andrea Santini e Diego Zandel.