Il Manuale della Spia/4
Tags: Il Manuale della spia, Segretissimo, Stephen Gunn
IL PROFESSIONISTA PRESENTA: IL MANUALE DELLA SPIA
A cura di Stephen Gunn
Buoni e cattivi
Eroi di una guerra segreta, personaggi senza scrupoli, pedine del Grande Gioco. Definizioni differenti, a volte venate di disprezzo altre di un cinico fatalismo, così potremmo definire quelle che il pubblico si è ormai abituato a definire come “spie”. Di questa professione si potrebbero trovare decine di classificazioni, tutte calzanti e al tempo stesso inadeguate. L’intelligence è un’attività complessa e, a seconda dei punti di vista, chi la esercita può essere considerato un eroe o un vigliacco. Aldrich Ames, una delle più famose “talpe” dei russi all’interno della CIA è considerato dall’opinione pubblica americana un individuo spregevole, colpevole di aver causato la morte di decine di agenti con il suo tradimento. Allo stesso modo Vladimir Petrov, ufficiale del KGB russo che nel 1954 defezionò vendendo un cospicuo numero di segreti all’Occidente, è ritenuto un eroe. Ovviamente “dall’altra parte” i giudizi sono rovesciati. Qual è la verità? La possiamo ricavare una risposta dalle parole dello stesso Ames che rispondeva così a chi gli chiedeva se era cosciente di aver condannato le persone che segnalava al KGB. “Sì, ne ero consapevole, così come ero cosciente che queste persone, con le informazioni che passavano alla CIA, avevano causato la morte di altrettanti agenti sovietici. Era tutto un Grande Gioco.” Certo, la moralità non è la dote principale di una spia, anche se patriottismo e ideologia si sono rivelate ottime armi per reclutare agenti e collaboratori.
Le forze in campo
Spia quindi, nella realtà quanto nella fiction, è un termine di comodo che ci serve per individuare chi lavora nel campo dell’intelligence ma che corrisponde a una varietà di ruoli che esamineremo nei prossimi paragrafi. Dai compiti e dalle qualità di ognuno potrete provare a identificare quale sarebbe il “vostro” ruolo. Come diceva Myamoto Musashi, grande spadaccino autore del Libro dei Cinque Anelli, uno dei massimi testi sulla strategia e sullo spionaggio di tutti i tempi, “Il Carpentiere e il Generale sanno trovare l’impiego più appropriato per ogni parte dell’albero e per ogni uomo.” Il vostro sogno è ricoprire il ruolo dell’ardimentoso sabotatore, sciupafemmine e gaudente, ma vi manca le fisique du role ? Niente paura, potreste scoprire di essere ottimi analisti o di avere un talento per i cifrari o il reclutamento di nuovi informatori. Nelle pagine che seguono avremo anche modo di conoscere alcuni termini in gergo – il “dormiente”, l’“antenna”, per fare due esempi – che ci aiuteranno in seguito a comprendere meglio le sottigliezze del mestiere.
Il Legale
È una delle classificazioni più importanti di questo mestiere che, fondamentalmente, prevede due categorie di operativi, i legali e gli illegali. Al primo gruppo appartengono un gran numero di agenti destinati a vari ruoli ma che, senza eccezione, lavorano alle dipendenze di un grande servizio e dispongono di una copertura ufficiale. Se svolgono il loro impiego nelle centrali del servizio sono qualificati come dipendenti pubblici nel settore amministrativo; se esercitano all’estero, di solito, godono di una copertura diplomatica e sono immuni dagli strali della legge anche se colti sul fatto. In questo caso rischiano al massimo di essere espulsi. Purtroppo essendo accreditati presso le rispettive ambasciate questi personaggi sono ben noti al nemico e tenuti sotto stretta sorveglianza. L’agente in missione che vi fa ricorso può star certo di venire individuato e neutralizzato. Spesso vengono tenuti in attività proprio perché sono noti al nemico, in modo da passare false informazioni o comunque confondere le acque in caso di operazioni clandestine che si svolgono ben al di fuori delle ambasciate e dai consolati. La narrativa di spionaggio è piena di esempi di agenti legali poco propensi ad accordare il loro aiuto agli esperti venuti dall’esterno. Per citare un mio famoso collega, spesso al principe Malko Linge viene raccomandato di non far ricorso alle reti ufficiali perché “bruciate” agli occhi del nemico.
Il capo di stazione
In molti casi questi agenti legali svolgono comunque un buon lavoro di raccolta informazioni e rispondono a un “capo di stazione”o “antenna” che, pur essendo un agente regolarmente inserito nei ranghi del servizio, svolge la sua attività lontano dagli ambienti diplomatici garantendo la logistica e i contatti agli agenti in missione. Se venisse scoperto il residente invocherebbe la copertura diplomatica, ma solo in caso di assoluta necessità. In altre occasioni il residente può lavorare all’ambasciata del suo paese ma con un ruolo secondario e apparentemente defilato. È quello che accadeva al simpatico protagonista del Sarto di Panama di John LeCarré (portato sullo schermo da Pierce Brosnan, per una volta lontano dai panni di James Bond), inviato sul Canale per valutare da una differente prospettiva le informazioni dell’antenna “ufficiale” troppo compromesso per essere credibile. Come è andata a finire? Be’ lo sapete, il nostro eroe s’inventò un’inesistente complotto per spillar soldi all’amministrazione inglese e quasi riuscì a farla franca. E questo dimostra che anche stimati professionisti legali possono costituire un problema… Molto più affidabile, per esempio, John Burke, il residente CIA di SAS Assalto a Istanbul . Nella realtà lo spionaggio russo riuscì, negli anni più duri della Guerra fredda, a svolgere importanti operazioni grazie ad agenti legali muniti di regolare copertura diplomatica, grazie a una reale impenetrabilità tra il personale delle sue ambasciate che rendeva davvero difficile comprendere quali funzionari fossero realmente delle spie. Oleg Gordievsky, per esempio, svolse per anni una convincente attività di diplomatico accreditato a Londra, gestendo decine di “fonti” e “risorse” clandestine per il KGB: ma il termine della Guerra Fredda non ha messo la parola fine alle attività spionistiche, legali o illegali che siano i suoi agenti. Nel 1991 Vadim Bakatin, capo del 1° Direttorato del KGB – che in seguito sarebbe diventato l’SVR- aveva una rete di almeno 50 agenti legali nella sola Londra. Se calcolate che ogni “legale” gestisce una rete di quattro o cinque “illegali” potete immaginare quanto fosse ramificata la sua organizzazione. E il nuovo scacchiere internazionale ha portato alla ribalta nuovi soggetti. L’Iran ha piazzato un gran numero di agenti legali nelle sue ambasciate in tutto il mondo, gli uomini ai quali fanno capo le reti terroristiche e spionistiche illegali in tutto l’Occidente. Nel 1992 tre diplomatici iraniani, facenti parte dell’organizzazione spionistica di Teheran, Ali Falshian, furono espulsi da Londra, sospettati di aver organizzato un attentato contro lo scrittore Salman Rushdie, colpito da una fatwa, un ordine di assassinio internazionale emesso dagli Ayatollah.
– continua
Posted in Il Manuale della spia, Segretissimo | 15 Comments »