Stephen Gunn, Il professionista Story: “Prima missione”, “Gangland”, Segretissimo special 27, febbraio 2020
Mario Gerosa, giornalista e saggista, esperto di cinema e thriller, ci regala un approfondimento sulla Milano nera della “Gangland” di Stephen Gunn, questi giorni in edicola insieme a “Prima missione” nel Segretissimo special n.27.
Buona lettura!
Geografia criminale di Mario Gerosa
Ci sono città che si raccontano in tre righe, con pochi aggettivi e quattro canzoni.
Milano è complessa, è nebbiosa, si nasconde sotto una coltre di false apparenze e tende a depistare chi, senza avere una certa familiarità, pretende di capirla. Per farsi un’idea di Milano bisogna aver letto, visto e ascoltato tanto: i film di Luchino e di Prandino Visconti, le canzoni dei Gufi e di Walter Valdi, i romanzi di Testori, i gialli di Pinketts e di Olivieri…
Milano si concede e si svela in modi diversi, in una pubblicità del Carosello, in un film neorealista, in un romanzo dai toni cupi e sofferti, in un abito di Armani o in una lampada di Castiglioni.
Milano è come una donna elegante che si lascia vestire e svestire in modi diversi dagli autori di talento, che le hanno regalato decine di interpretazioni.
In questo senso, Milano è una delle città più versatili del mondo, lontanissima da letture univoche e tantomeno stereotipate. E una delle interpretazioni più originali di Milano l’ha offerta Stefano Di Marino alias Stephen Gunn, che ha dedicato alla sua città l’episodio Gangland, numero 1527 di Segretissimo, pubblicato nel maggio 2007.
“Gangland nasceva nel 2005 dal desiderio di riappropriarmi degli ambienti di casa nostra, un po’ per dimostrare che dopo aver girato il mondo con il Professionista potevo ancora trovare spunti vicino a me, anche perché l’Italia è diventato uno scenario molto meno provinciale di quanto si pensasse una volta.
È un nodo importante anche per storie internazionali. E poi mi piaceva l’idea di raccontare la mia città (che poi è Milano anche se la chiamo Gangland) con un piglio più dinamico di quello usato in tanti romanzi nostrani che mi sembra seguano una via… come dire, più sommessa, più da racconto di costume, quasi da commedia”.
(intervista a Stefano Di Marino, in: “Antonio Dini, La narrativa popolare non conosce confini”, Fumettologica, 21 marzo 2018. Disponibile online).
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