Un lunedì nero (1304)

agosto 3rd, 2012

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Svegliarsi a pezzi dopo una nottata di sbronze e trovarsi davanti a un cadavere sanguinante con tre fori di proiettile in faccia non è il modo migliore per cominciare la settimana. Ma è proprio così che inizia quella di Josh Blake, agente letterario in procinto di chiudere un redditizio contratto con uno scrittore di successo. Purtroppo il cadavere che giace negli uffici dell’agenzia è quello del suo socio, e questo è il guaio numero uno. Il guaio numero due è che la lettera autografa con cui lo scrittore cedeva i diritti radiotelevisivi dei suoi romanzi è sparita dalla cassaforte. L’omicidio sembra perciò legato a motivi d’interesse, ma il sergente Di Luca, incaricato delle indagini, non ne è convinto. E quando la mano assassina colpirà ancora, sarà molto dura per Josh dimostrare che non c’entra. Forse, da quella sua notte alcolica sarebbe stato meglio non svegliarsi mai.

Ed McBain (1926-2005), scrittore americano, è stato insignito del Diamond Dagger, il più alto riconoscimento conferito dalla British Crime Writers Association. Ha anche ricevuto l’ambito Grand Master Award dei Mystery Writers of America. I suoi romanzi hanno venduto oltre cento milioni di copie, dal primo, Il seme della violenza (1954), fi rmato con il suo vero nome, Evan Hunter, fi no ai romanzi delle serie più famose, quelle dell’avvocato Matthew Hope e dell’87° Distretto. Un lunedì nero è stato pubblicato nel 1954 con lo pseudonimo Hunt Collins.

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Non è possibile (1300)

giugno 29th, 2012

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Un giorno di ottobre dal cielo terso, intorno al lago scintillante gli alberi rossi e dorati sono avvolti da una nebbia sottile. Lungo la strada, vecchie case di mattoni e granito con porte massicce dai battagli di bronzo, dove il tempo sembra essersi fermato. In una di queste, casa Minary, ci si prepara ad accogliere Reg, primogenito ed erede con la sorella Amy del capofamiglia da poco scomparso. È di ritorno dal viaggio di nozze insieme a Zelie, la misteriosa francese che ha appena sposato e che nessuno ha ancora visto. Un’avventuriera che mira al patrimonio, senza dubbio: è lei la causa della tensione che presto sconvolgerà l’armonia domestica, tra sospetti e risentimenti. La fiduciosa Sewal, sorellastra nata da un’altra unione ed esclusa dall’eredità Minary, dovrà ammettere di aver sottovalutato la situazione, quando Reg verrà ridotto in fin di vita da un colpo di pistola. E salvare se stessa, quando la mano assassina si volgerà contro di lei.

Mignon G. Eberhart è nata a Lincoln, nel Nebraska, nel 1899 ed è scomparsa nel 1996. Nel 1929 ha scritto il suo primo giallo, La stanza n. 18, la cui protagonista, Sarah Keate, sarà l’eroina di una lunghissima serie. Ha vinto lo Scotland Yard Prize nel 1931 e il Grand Master nel 1971.

All’interno, il racconto “Cool” di Barbara Gisolo.

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Colpa d’amore (1301)

giugno 29th, 2012

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Harry Collins, meccanico, ha una regola aurea: mai dare passaggi agli autostoppisti. Difficile però non infrangerla, quella regola, se una sera, mentre sta rientrando a casa sul carro attrezzi, a fargli segno col pollice è una bella ragazza con l’auto in panne. Gloria Selby, elegante e raffinata, un vero schianto, e con amicizie danarose che potrebbero risolvere parecchi problemi all’indebitato Harry. Purtroppo sono tempi duri, e la sua officina non ha mai ingranato a causa della posizione sfavorevole. Ma Gloria ha un’idea. E Harry la sta a sentire. E pensa che sia molto buona, quell’idea. Non immagina neanche cosa lo aspetta, il sangue, tutti quei morti… Mai e poi mai caricare gli autostoppisti, soprattutto quando sono belle ragazze che portano guai.

James Hadley Chase è lo pseudonimo di René Brabazon Raymond (1906-1985), autore britannico di gialli e noir. Con un passato da venditore di libri porta a porta, ha esordito nella scrittura con il romanzo Niente orchidee per Miss Blandish, accolto da immediato successo. Nella sua ricca produzione narrativa ha descritto con ritmo incalzante e stile incisivo un mondo di violenza e pessimismo, popolato di personaggi complessi e ambigui, mai banali. Si è fi rmato anche con gli pseudonimi di Raymond Marshall, Ambrose Grant e James L. Docherty.

All’interno, il racconto “Il veleno dell’iguana” di Alain Voudì.

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La morte danza con me (1302)

giugno 29th, 2012

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Si chiama Mari e fa la Danza della Morte. Il sassofonista Maxwell Jones, leader di un complesso musicale, la vede esibirsi in un tempio durante una crociera nelle Indie orientali. Lei gli sorride e gli dà appuntamento fuori. È stato un colpo di fulmine, dice, chiedendogli di portarla via con sé. Maxwell accetta, convinto che negli Stati Uniti l’impressionante numero della ragazza potrebbe avere molto successo. Farebbe meglio, il venale musicista, a ricordarsi perché durante l’esibizione, mentre i tamburi pulsavano con ritmo funereo, i nativi presenti tenessero gli occhi chiusi. Secondo un’antica maledizione, chi assiste a quella danza simbolica in onore di Kalì la Distruttrice rischia la morte. Ma lui non ha tempo da perdere con sciocche superstizioni. Troppo tardi per ripensarci, poi, quando la dea crudele comincerà a mietere le sue vittime.

Cornell Woolrich nasce a New York nel 1903, ma trascorre gran parte dell’infanzia in Sudamerica. Considerato l’erede di Edgar Allan Poe, ha una vita solitaria e infelice. Il suo primo libro è del 1926, ma il successo arriva nel 1940 con La sposa era in nero. Muore nel 1968. Dai suoi romanzi, Hitchcock e Truffaut hanno tratto alcuni dei loro capolavori. Si è fi rmato anche con lo pseudonimo di William Irish.

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Bentornato Ellery! (1303)

giugno 29th, 2012

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Ellery Queen ha deciso: è il momento di dare l’addio al crimine. Ormai non ci sono più gli assassini di una volta, nei delitti non si riconosce più quell’estro, quell’ingegno che rendeva interessanti le indagini. O forse no? Forse vale la pena di dedicare un po’ di attenzione al caso dei cugini York. Percival, Myra, Emily e Robert vivono ognuno in un castello ai quattro angoli di York Square. Dovranno abitarci per dieci anni, se non vogliono perdere la loro quota dell’eredità di zio Nathaniel. Che tuttavia è destinata ad aumentare, casomai uno di loro dovesse lasciare prematuramente questo mondo… Ora sembra proprio che qualcuno abbia in mente di accelerare la faccenda, quando una delirante lettera al tuttofare Walt prelude all’omicidio di uno dei quattro, e poi a un altro. Sì, decisamente questo assassino merita che Ellery Queen soprassieda per il momento alla sua decisione.

Ellery Queen è lo pseudonimo, famoso fi n dal 1929, dei due cugini Frederic Dannay (1905-1982) e Manfred B. Lee (1905-1971), ed è anche il nome del loro celebre personaggio, un giallista detective, alter ego dei suoi autori. Tra le sue inchieste più importanti: Il paese del maleficio, Il mistero delle croci egizie e Dieci incredibili giorni.

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Perry Mason e il cane molesto (1298)

giugno 4th, 2012

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Arthur Cartright vorrebbe fare testamento a favore di una donna, la signora Foley, che è la moglie di un suo vicino di casa. Richiesta piuttosto insolita. Sembra però che la donna non sia veramente la moglie del signor Foley. Senza contare che Cartright in realtà è coniugato, ma non sa dove si trovi la gentile consorte. Una situazione davvero complicata. Per di più Cartright vuole denunciare Foley perché il suo cane lo tormenta ululando in continuazione, e i cani si lamentano quando qualcuno, nei paraggi, sta per morire. Di fronte a questa ulteriore bizzarria, l’avvocato Perry Mason dovrebbe forse suggerire al signor Cartright un altro genere di consulto. Invece accetta l’incarico. Scoprirà presto che il cane è tutt’altro che molesto, ma il presagio di morte pienamente azzeccato.

Erle Stanley Gardner (1889-1970) è uno dei più famosi e prolifi ci giallisti americani. Avvocato, giornalista e infi ne scrittore a tempo pieno, ha pubblicato oltre cento romanzi. Il suo personaggio più noto è l’imbattibile avvocato Perry Mason.

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La buona morte (1299)

giugno 4th, 2012

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Al dottor Hugh Westlake si possono rimproverare molte colpe, come a qualsiasi medico. Certamente non quella di aver aiutato a morire alcuni malati terminali, come lui avrebbe invece affermato secondo un quotidiano locale. Westlake non solo è contrario all’eutanasia, ma è totalmente estraneo alla scioccante dichiarazione, pronunciata in realtà da un collega di nome Westbrook. Un banale equivoco, insomma, e tuttavia non privo di conseguenze. Ispirandosi all’erronea notizia, qualcuno comincia a dispensare la morte a pazienti senza speranza con dosi letali di morfina. Un’improvvisa vocazione a mettere fine all’inutile agonia del corpo quando il male ha ormai minato lo spirito? Un sussulto di misericordia per l’altrui sofferenza? No, questo assassino compassionevole ha semplicemente letto il giornale e ha deciso che il dottor Westlake è il perfetto capro espiatorio per un’atroce macchinazione.

Jonathan Stagge è uno degli pseudonimi adottati da Richard W. Webb (1901-1965) e Hugh C. Wheeler (1912-1987), entrambi inglesi, poi naturalizzati cittadini americani. Il sodalizio letterario dei due giallisti operò dal 1936 al 1952, anche con gli pseudonimi di Q. Patrick e Patrick Quentin. Wheeler continuò poi da solo come Patrick Quentin fi no al 1965. Il periodo d’oro della celebre coppia è caratterizzato da trame e fi nali ingegnosi e detective accattivanti.

All’interno, il racconto “Polvere” di Riccardo Carli Ballola

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Il dramma del Florida (1297)

aprile 26th, 2012

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Un ago, un ditale, un paio di forbici. Tre piccoli, insignificanti oggetti la cui scomparsa sarebbe priva d’interesse, se non fosse avvenuta a bordo del Florida, un mercantile in navigazione sulla tratta da Bermuda a Halifax, Canada. E soprattutto, se prima della partenza dallo scalo di New York un uomo non fosse stato ucciso e l’unico testimone ridotto in fin di vita da qualcuno che si nasconde tra i passeggeri. Per il tenente Valcour, imbarcatosi sulle tracce dell’assassino, quei tre piccoli oggetti tutt’altro che insignificanti sono tessere di un mosaico delittuoso che dovrà ricostruire. Prima che il Florida, tagliato fuori da ogni comunicazione con la terraferma, si trasformi in una bara galleggiante.

Rufus King (1893-1966), statunitense, croce al valore durante la Prima guerra mondiale e telegrafista nella marina mercantile, ha cominciato negli anni Venti a scrivere romanzi d’avventura. Ma è ai polizieschi che deve il suo successo, tra solidi intrecci, finali a sorpresa, una felice vena di humour e personaggi sempre brillanti, a partire dall’investigatore franco-canadese Valcour.

All’interno, il racconto “Datteri, seta e polvere nera” di Marco Phillip Massai.

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Le fatiche di Hercule (1296)

aprile 26th, 2012

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Possibile che ci sia qualcuno capace di compiere imprese simili a quelle di Hercule Poirot? È lui stesso che se lo chiede, quando scopre che un impertinente professore universitario ha avuto l’ardire di paragonare le imprese del mitico Ercole a quelle che lui ha compiuto nell’arco della sua carriera. Poirot, come sempre pronto ad affrontare con piglio qualsiasi situazione, non è convinto che l’Ercole tutto muscoli e potenza selvaggia, dalle maniere barbare e poco galanti, sia paragonabile alla classe, all’astuzia e al fine ragionamento con cui una mente superiore (come la sua, naturalmente) può aver ragione di mostri, bruti e nefandezze di ogni genere. Anche se una somiglianza, seppure vaga, con le imprese del mitico eroe esiste davvero. Ma chi, di questi due campioni, merita la palma di più grande benefattore dell’umanità? Poirot non ha dubbi, naturalmente, ed è per questo che si lancia nella risoluzione di dodici casi che possono essere paragonati, per difficoltà, alle dodici fatiche di Ercole.

Agatha Christie (1890-1976), creatrice di Hercule Poirot e di Miss Marple, nasce a Torquay, sulla costa inglese, da una famiglia agiata. Durante la Prima guerra mondiale presta servizio come crocerossina e nel 1920 pubblica il suo primo giallo: Poirot a Styles Court. A questo folgorante esordio seguono numerosissimi romanzi, racconti, testi teatrali e radiofonici. Dopo il divorzio dal primo marito, il pilota Archibald Christie, si risposa con l’archeologo Max Mallowan, con il quale intraprende diversi viaggi in Medio Oriente. Nel 1954 vince il Grand Master Award, nel 1955 il New York Drama Critics Circle Award e nel 1971 viene nominata dalla regina Elisabetta Dame dell’impero.

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…Ma il terrore rimane (1294)

aprile 2nd, 2012

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Oggi: Philip Clavering, aspirante storico, è sospettato di un delitto. 1795: il conte di Glenarvon è sospettato di un delitto. La storia si ripete: un motto abbastanza innocuo che acquista sfumature inquietanti, se quei due uomini sono la stessa persona. Proiettato insieme alla donna che ama dal Ventesimo secolo in un’epoca remota di principi e dame, carrozze e sfide a duello, Philip si ritrova coinvolto in eventi che sente di aver già vissuto. L’assassinio di una cameriera, strangolata, il dito accusatorio puntato contro di lui, il disperato tentativo di allontanare da sé i sospetti… Un destino ineluttabile sembra non lasciare scampo. A dimostrazione di una verità altrettanto inquietante: anche il delitto, a volte, si ripete. 

Carter Dickson, pseudonimo di John Dickson Carr, nasce a Uniontown, Pennsylvania, nel 1906. Nel 1930 scrive il primo giallo, Il mostro del plenilunio. Tre anni dopo dà il via alla serie delle inchieste del dottor Gideon Fell, e quasi contemporaneamente fa debuttare l’altro suo grande personaggio, sir Henry Merrivale, detto “il Vecchio”. L’autore resta soprattutto l’insuperato specialista dei misteri di camera chiusa. Scompare nel 1977. 

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