maggio 2nd, 2018
Corre l’anno 1943 e per Robert Branch, docente di inglese nel Michigan, la guerra è una cosa lontana. Sei anni prima, a Monaco, si è innamorato di un’attrice tedesca, Ruth, unica scintilla di speranza nel buio
del terrore hitleriano. Anche quel caro ricordo però è ormai lontano, e questo non è più il tempo dei sentimenti. Ora che la paranoia dello spionaggio contamina ogni rapporto umano e si sospetta di tutti, c’è
chi teme la presenza di un agente nazista infiltrato nell’università. Il professor Herman Schneider, profugo dalla Germania, è il candidato principale, ma la notizia che costui avrà presto Ruth come assistente mette Branch in agitazione. Perché sarà venuta a lavorare proprio lì? E se la spia dopotutto fosse lei? Poi i dubbi lasceranno spazio ai fatti. Uno strano suicidio e un delitto di cui sarà accusato gli consegneranno un messaggio molto chiaro. La sua guerra sul fronte interno è cominciata.
Ross Macdonald è lo pseudonimo di Kenneth Millar (1915-1983). Statunitense, si dedica all’insegnamento universitario prima di cimentarsi nella narrativa. Specialista del genere hard boiled, è riconosciuto come l’erede di Chandler e Hammett. La sua fama è legata al personaggio di Lew Archer, protagonista di una lunga serie di romanzi. Marito della giallista Margaret Millar, è stato premiato nel 1974 con il Grand
Master dall’associazione Mystery Writers of America. Ha usato anche lo pseudonimo John Ross Macdonald.
All’interno, il racconto “Il gioco” di Anna Allocca, vincitore del premio I Sapori del Giallo 2017.
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aprile 4th, 2018
Sorvegliare una centrale elettrica in Florida alle dipendenze di un vecchio banchiere invalido. Per chi è in cerca di un lavoro come Donald Buchanan, ingegnere squattrinato, c’è poco da storcere il naso. Anche un impiego non proprio entusiasmante può evitargli di passare l’inverno senza un soldo in un parco pubblico di New York. Ed è così che, rifocillato e rivestito da capo a piedi, si ritrova nella residenza di Broken Heart Key con la famiglia Tuckerton al completo. A detta di tutti, un covo di vipere dal quale farebbe bene ad allon tanarsi quanto prima. Ma i fili del destino si sono ormai avvolti intorno a lui. Se potesse guardare nel futuro, certamente li spezzerebbe per sottrarsi a ciò che lo aspetta. Non disponendo di facoltà divinatorie, dovrà essere suo malgrado testimone di orribili eventi, come la morte di una ragazza dilaniata dai barracuda tra le onde marine. Giorni molto oscuri si profilano all’orizzonte, annunciati
da un macabro amuleto a forma di ragno.
Baynard H. Kendrick (1894-1977), statunitense, ha combattuto nella Prima guerra mondiale. Dopo una carriera come manager si dedica alla scrittura di romanzi gialli, raggiungendo il culmine della sua produzione con la serie che ha per protagonista il detective cieco Duncan Maclain. Si firma anche con lo pseudonimo di Richard Hayward. È stato il primo presidente dell’associazione Mystery Writers of America, che lo ha premiato con il Grand Master nel 1967.
All’interno, il racconto “Sogni e incubi” di Maurizio Mos, vincitore del premio GialloLatino 2017.
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marzo 2nd, 2018
Bertha Cool dovrà fare tutto da sola. In assenza del suo socio Donald Lam, arruolatosi in Marina, toccherà a lei mandare avanti l’agenzia investigativa. E quando un rappresentante di commercio le piomba in ufficio con un problema di recupero crediti, è tempo di mettersi al lavoro. Ma ci sarà da sudare, perché la faccenda appare da subito un po’ bizzarra. Intanto il debitore da cui occorre incassare il denaro è in realtà lo stesso cliente. Poi ci sono di mezzo la moglie sobillata dalla suocera, un creditore a corto di soldi e un’intestazione fittizia di beni ritortasi contro l’improvvido donatore. Altro che caso di routine:
un enorme pasticcio. Ed è ancora niente, prima che a complicare davvero le cose intervengano un delitto, la sparizione di una donna, lettere anonime, insomma un mare di guai. A Bertha l’ardua impresa di ricomporre un mosaico che la condurrà sulla pista delle streghe.
A.A. Fair è uno degli pseudonimi dello statunitense Erle Stanley Gardner (1889-1970), tra i più celebri giallisti di tutti i tempi. Dopo aver esercitato l’avvocatura e pubblicato numerosissimi racconti, a partire dagli anni Trenta si è dedicato esclusivamente alla narrativa. Con il personaggio di Perry Mason ha prodotto una lunga serie di romanzi che rappresentano la vetta ineguagliata del giallo giudiziario, alle origini del moderno legal thriller. Come A.A. Fair ha firmato il ciclo di storie i cui protagonisti sono i
detective Bertha Cool e Donald Lam.
All’interno, il racconto “Un caso di omicidio, anzi due” di Sergio Cova, vincitore del premio NebbiaGialla 2017.
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gennaio 31st, 2018
Al civico 11 di India Crescent la vita ha da anni ceduto alle tenebre. Per ordine del proprietario, la casa è stata sigillata e resa inaccessibile. Così non un raggio di sole è filtrato dentro le sue finestre, per migliaia di giorni. Non un fiammifero ne ha illuminato le stanze, per migliaia di notti. Solo poche persone ricordano gli eventi all’origine di una così drastica disposizione. Una storia di amore maledetto. Una storia di morte. E ora che la casa sta per essere riaperta, la giovane e impressionabile Elizabeth, la cui camera da letto al numero 10 confina con quel tetro ambiente deserto, ha paura. Se è davvero tutto vuoto e disabitato, di là dal muro, da dove provengono gli strani rumori che sente? Scricchiolii. Passi. Tonfi improvvisi. E il buio incombente che preme contro la parete sembra pronto a ghermirla per trascinarla via. Forse solo fantasie, ormai divenute un’ossessione. O forse no.
Ethel Lina White (1876-1944), gallese, si dedica alla scrittura dopo aver lasciato un impiego governativo. La sua produzione incontra, a partire dagli anni Trenta, il favore del pubblico, tanto da guadagnarle all’epoca un posto di rilievo tra le grandi firme del giallo. Dai suoi romanzi più noti sono stati tratti film oggi considerati classici del cinema in bianco e nero, diretti da registi quali Alfred Hitchcock e Robert Siodmak.
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dicembre 25th, 2017
Uno straniero in terra straniera. È così che si sente Ellery Queen di passaggio a Trenton, New Jersey, finché la comparsa di un vecchio amico non gli porta in dono un viso familiare e un caso da risolvere. È stato l’amico stesso a ritrovare in una baracca il cognato, ridotto in fin di vita da una coltellata e morto un istante dopo sotto i suoi occhi. E proprio non sa chi fosse la donna che ha visto fuggire sconvolta dalla scena del crimine. Tra la misteriosa presenza femminile e certi sospetti sulle lunghe assenze dell’uomo, ce n’è a sufficienza per un enigma coi fiocchi. Se la vittima dell’omicidio conduceva una doppia vita, chi è stato ucciso in realtà? In quale delle due esistenze parallele bisognerà cercare il colpevole? Per avere una risposta conviene lasciar fare a Ellery. Al quale basta un delitto su cui indagare con metodo e logica inattaccabili per sentirsi di nuovo a suo agio. Perfino a Trenton, New Jersey.
Ellery Queen è lo pseudonimo dei cugini statunitensi Frederic Dannay (1905-1982) e Manfred B. Lee (1905-1971), che insieme hanno dato vita a una delle firme più prestigiose nella storia del giallo. Il personaggio da loro creato ha raggiunto una vastissima fama come autore di romanzi e racconti, e ha promosso il recupero di opere del passato e la scoperta di nuovi talenti curando antologie e riviste come l’“Ellery Queen’s Mystery Magazine”, per decenni il più importante periodico di narrativa poliziesca al mondo. È stato tra i fondatori dell’organizzazione Mystery Writers of America e ha vinto più volte il premio Edgar.
All’interno, il racconto “Il martello di Charun” di Lia Tomasich, vincitore del premio GialloLuna NeroNotte 2017.
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novembre 21st, 2017
Neve, neve e ancora neve dappertutto. È il consueto bollettino meteo di un Natale nel Dartmoor. Così nel villaggio di Sittaford, appollaiato su un crinale nella brughiera, isolato dal resto del mondo, ci si organizza per passare il tempo in qualche modo. E per trascorrere con spensieratezza una serata da fantasmi, quale idea migliore di una seduta spiritica? Almeno tale appare agli ospiti invitati per il tè dalla signora Willett e da sua figlia Violet, le nuove inquiline di Sittaford House. Entusiasmo quanto mai incauto. Riunita intorno al tavolino di rito in un’atmosfera di giocoso scetticismo, l’allegra brigata cambia umore quando uno spirito annuncia che il capitano Trevelyan è stato assassinato. Se si tratta di uno scherzo, è di cattivo gusto. Ma ormai le risate si sono spente fra inquietudine e paura. E il macabro messaggio corrisponde al vero. Urgono indagini da cui emerga una spiegazione terrena, per salvare la piccola comunità dall’assalto dell’irrazionale.
Agatha Christie (1890-1976), creatrice di Hercule Poirot e Miss Marple, nasce a Torquay, sulla costa inglese, da una famiglia agiata. Durante la Prima guerra mondiale presta servizio come crocerossina e nel 1920 pubblica il suo primo giallo: Poirot a Styles Court. A questo folgorante esordio seguono numerosissimi romanzi, racconti, testi teatrali e radiofonici. Dopo il divorzio dal primo marito, il pilota Archibald Christie, si risposa con l’archeologo Max Mallowan, con il quale intraprende diversi viaggi in Medio Oriente. Nel 1954 vince il Grand Master Award, nel 1955 il New York Drama Critics Circle Award e nel 1971 viene nominata dalla regina Elisabetta Dame dell’Impero.
All’interno, il racconto “Metropolitana” di Lidia Del Gaudio, vincitore del premio Gran Giallo Città di Cattolica 2017.
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ottobre 31st, 2017
Al dottor Baranov, dentista, vede minacciata la sua carriera dai progetti della moglie, da sempre dominante nella coppia. Alma Webster, una sua paziente, è innamorata alla follia di lui. La miscela diventa esplosiva quando gli oscuri desideri di entrambi si combinano individuando l’ostacolo comune. Forse la decisione più saggia sarebbe, per lei, dimenticare un impossibile sogno d’amore e, per lui, privilegiare la pace coniugale. Ma c’è chi ha già dovuto affrontare in passato un analogo dilemma ricorrendo a una soluzione drastica, come nel famigerato caso Crippen. Ecco, i due aspiranti assassini agiranno allo stesso modo, e poi lasceranno l’Inghilterra a bordo del piroscafo Mauretania diretto negli Stati Uniti. Baranov viaggerà sotto un insospettabile falso nome, assumendo l’identità dell’ispettore Dew, colui che anni prima aveva smascherato l’ispiratore del loro piano delittuoso. Scelta azzardata. Il perché lo scoprirà quando sarà costretto a indagare sul proprio crimine.
Peter Lovesey (1936), scrittore britannico, ha insegnato in diversi college prima di dedicarsi a tempo pieno alla narrativa. È autore di una serie di gialli storici ambientati in epoca vittoriana, con protagonista il sergente Cribb, e di romanzi di ambientazione contemporanea con il detective Peter Diamond. Ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti come il Grand Prix de la Littérature Policière e il Grand Prix du Roman d’Aventures, ed è stato più volte premiato dalla Crime Writers’ Association e dalla Mystery Writers of America. Si è firmato anche con lo pseudonimo di Peter Lear
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ottobre 1st, 2017
Un milionario con l’hobby dei marchingegni e degli indovinelli è in punto di morte. Ha messo insieme una fortuna spillando soldi ai giocatori nei suoi casinò e ora vorrebbe risarcire la figlia di uno degli sprovveduti che ha rovinato. Ma anche i suoi soci reclamano la propria parte. Allora, niente di meglio che un diabolico rompicapo per dirimere la questione e i quattrini andranno a chi lo risolverà. Il guaio è che qualcuno decide di anticipare l’arrivo della Signora con la Falce. Così, per aprire la cassaforte che custodisce l’eredità, non resta che decifrare i rebus del defunto. A ciascuno il suo problema. Quello di far luce sulla vicenda toccherà invece a Christopher Angel, il detective più anticonvenzionale di tutta Scotland Yard. Non si sa come abbia raggiunto questa posizione senza essere mai stato un funzionario di polizia, eppure è in gamba. Forse riesce naturale, a un ex cacciatore di leoni in Africa, non lasciare scampo neanche agli assassini.
Edgar Wallace (1875-1932), britannico, è uno dei grandi del giallo. Dopo aver prestato servizio nell’Esercito, è stato corrispondente dell’agenzia Reuter e del “Daily Mail” in Sudafrica durante la guerra anglo-boera. Di ritorno in Inghilterra ha fondato giornali e periodici, e una casa editrice per pubblicare i propri libri, rifiutati dagli editori. Dopo la Prima guerra mondiale ha raggiunto il successo internazionale come autore e sceneggiatore grazie a una vastissima produzione di storie, che spaziano dal poliziesco all’avventura alla fantascienza. Tra i suoi personaggi principali: i Giusti, il sovrintendente Minter, il detective Elk, J.G. Reeder.
All’interno, il racconto “I più deserti campi” di Riccardo Bettini, Silvia Brizio, Elisa Capanni, Marcello Pedretti e Simonetta Pugnaghi.
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settembre 4th, 2017
Quando si continua a ripetere più e più volte una certa azione, prima o poi qualcosa accade. Potrebbe testimoniarlo Tom Shawn, della squadra Omicidi di New York. Ogni notte verso l’una smonta dal servizio e cammina lungo il fiume, fantasticando mentre guarda le stelle, così luminose, così cariche di sogni. Finché una notte delle tante, l’unica che mai dimenticherà, qualcosa accade. Delle banconote per terra, poi un anello, lo guidano fino a una borsetta abbandonata sul parapetto del ponte, il contenuto sparpagliato tutt’intorno. Perché la proprietaria abbia voluto disfarsene, Shawn lo capisce con atroce chiarezza vedendola, in piedi sul parapetto, togliersi le scarpe e gettare via l’ultima sigaretta. Precipitarsi d’istinto ad afferrarla un attimo prima del gesto fatale significa però mutare ineluttabilmente, oltre al destino della ragazza più bella che lui abbia mai incontrato, anche il proprio. Mentre le stelle, così oscure, così cariche di incubi, stanno a guardare.
Cornell Woolrich (1903-1968) è uno dei grandissimi del giallo americano. Nei romanzi e racconti scritti nel corso di un’esistenza travagliata, vivendo per anni rinchiuso negli alberghi di Manhattan, ha saputo come nessun altro innestare sui meccanismi del suspense il senso di solitudine dell’individuo in balia di un mondo spietato e incomprensibile, la disperazione per l’amore frustrato, l’angoscia e il puro terrore, che rappresentano la sua cifra inconfondibile. Si è firmato anche con lo pseudonimo di William Irish.
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luglio 25th, 2017
Una lettera anonima preannuncia una tragedia. Qualcosa di terribile succederà presto ai Llewellyn, una famiglia newyorkese molto in vista. Rivolgendosi nientemeno che a Philo Vance, l’ignoto corrispondente
lo prega di intervenire prima che sia troppo tardi. A fare da palcoscenico per questa profezia di sventura è una casa da gioco frequentata dall’alta società, e da qui si avvia l’indagine del detective dilettante, mentre la roulette gira e la dea bendata dispensa i suoi favori. Ma il tragico episodio che puntualmente si verifica, un caso di avvelenamento, è più che un semplice azzardo: è la mossa di apertura in una partita a scacchi contro un machiavellico avversario. Un assassino capace di creare situazioni ad arte per indirizzare gli inquirenti su una falsa pista, fino a una conclusione fallace. Tuttavia, sottovalutare il genio investigativo del famoso dandy è un errore che può costare caro anche al più scaltro dei criminali. Come puntare tutto
sul numero sbagliato.
S.S. Van Dine, pseudonimo dello statunitense Willard Huntington Wright (1888-1939), dopo gli studi a Harvard e in Europa diventa critico d’arte e letterario. In occasione di un periodo di riposo forzato decide di cimentarsi con la narrativa poliziesca, mettendo a frutto la sua erudizione e le sue doti analitiche. Protagonista dei suoi ingegnosi romanzi è il celebre Philo Vance, investigatore dilettante che affronta ogni
indagine come una sfida intellettuale. Il personaggio raggiunge all’epoca una tale popolarità da approdare anche al cinema e alla radio.
All’interno, il racconto “Stella del mattino” di Annamaria Fassio.
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