Classici del Giallo 1469: Rino Cammilleri, “L’inquisitore”

Rino Cammilleri, “L’inquisitore”, I Classici del Giallo n. 1469, giugno 2023

Rino Cammilleri, “L’inquisitore”, I Classici del Giallo  1469, giugno 2023

Pisa, anno domini 1247.

Una giovane, bellissima donna dai facili costumi viene ritrovata senza vita davanti alla curia della città, il corpo nudo disposto come una croce capovolta al centro di un pentacolo, circondato da sette candele nere.

A completare la raccapricciante visione, il cuore della poveretta è stato asportato dal petto da uno squarcio del costato.

L’arcivescovo di Pisa ha già sguinzagliato uomini nel quartiere degli ebrei a caccia di negromanti ed eretici, ma non basta: il papa in persona vuole che si faccia al più presto luce sulla vicenda, per evitare che le voci su quello che sembra a tutti gli effetti un effertato rito satanico esacerbano le lotte tra i partiti rivali di Pisa.

La vittima infatti faceva parte della fazione guelfa dei Visconti, acerrimi nemici dei Gherardesca, ghibellini.

È l’inquisitore Corrado da Tours l’uomo giusto per indagare, ex crociato dalla mente ferrea, coadiuvato dal vecchio amico e compagno di armi e di abito talare Gaddo Casalberti. Il padre predicatore inizierà a indagare in segreto sull’inquietante omicidio.

Ma se dietro l’apparenza di un delitto rituale eretico si celasse in realtà una ben più vasta e torbida macchinazione?

Tra alchimisti, catari, ambigui saraceni e maghi di corte, la lucida mente di padre Corredo dovrà restare più affilata che mai per farsi strada tra le fitte tenebre dell’animo umano.

“L’inquisitore”, pubblicato per la prima volta nel 1991, è un avvincente giallo storico di Rino Camilleri ambientato nella Toscana medievale.

Rino Cammilleri (1950), giornalista e scrittore, per anni ha tenuto rubriche su varie testate nazionali. Con “I delitti nella camera chiusa” e “Nuovi delitti nella camera chiusa”, raccolte di racconti ispirati a celebri autori della storia del giallo, ha portato in scena detective vecchi e nuovi, maschere che richiamano i grandi nomi del passato e volti originali come l’inquisitore Corrado da Tours o don Gaetano Alicante. Con “Sherlock Holmes e il misterioso caso di Ippolito Nievo” si è cimentato con l’apocrifo sherlockiano.

All’interno, il racconto “Il trillo del diavolo” di Luigi Brasili, vincitore del premio NeRoma 2022. Ecco cosa racconta l’autore:

Maurilio Gherardi è, era, un violinista, insegnante di musica. Pare che nutrisse molte passioni di natura terrena, ma anche una smodata, meno terrena, per l’opera del compositore Giuseppe Tartini: “Il trillo del diavolo”. Una passione così forte, quella del musicista trovato impiccato, da trasformarsi in una vera ossessione volta e cercare con ogni mezzo di ricreare quella melodia che in sogno il diavolo stesso aveva ispirato Tartini, il quale nonostante tutti gli sforzi profusi non era mai riuscito in vita a replicare la sonata diabolica del sogno. Ma secondo Settimio Brumore, commissario di polizia, qualcosa non torna. Brumore, scontroso e molto poco politicamente corretto, è un vero misantropo, insofferente e dai modi bruschi con chiunque, che si tratti di colleghi, testimoni o semplici malcapitati con la sola colpa di averlo incrociato per strada. Però Brumore sa il fatto suo. E quando si mette in testa di fare luce su un caso non c’è modo di distrarlo, nemmeno i messaggi urgenti dell’avvocato della ex moglie…

Buona lettura!

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