Speciale Skorpia: Dossier Garudan
Tags: avventura, il Professionista, Skorpia, Stefano Di Marino, Stephen Gunn
GARUDAN- DOSSIER
di Stephen Gunn, dossier illustrato da Simone Ziliani, foto di Stephen Gunn
L’isola di Garudan è una città-stato situata tra il golfo del Siam e il mar Cinese Meridionale. Si trova quindi tra l’Indocina e le Filippine e richiude dentro di sé elementi culturali e ambientali provenienti da diverse culture. Come già è avvenuto nella migliore narrativa d’avventura è un luogo inventato, una metafora per avvicinare elementi esistenti e fare da set per una serie di avventure nelle quali il Professionista agisce un po’ fuori dalla continuity abituale, sembra persino più giovane. Vi troverà amici e alleati nuovi. In pratica una mini saga all’interno della serie basata sull’avventura esotica più sfrenata.
Garudan deve il suo nome al dio Garuda, mezzo uomo e mezzo uccello della mitologia indonesiana.
È un’isola delle dimensioni della Lombardia e presenta una fascia costiera rigogliosa e sviluppata per il turismo nella sezione occidentale, tre grandi città delle quali Garuda City è la principale e più moderna, una cinquantina di villaggi all’interno e una zona montuosa che ospita uno dei più grandi ghiacciai dell’Asia a ridosso dell’equatore. Oltre a questa si segnalano Olong, roccaforte del generale Batang che contende il potere al presidente, situata a nord e Noduda-kai, un’enclave nella zona sud orientale, costruita intorno alle antiche tenute di sir James Braden primo sovrano dell’isola, e oggi trasformata in un moderno resort dedicato al gioco d’azzardo gestito dalla Yakuza.
Tra il 1700 e il 1960 il Garudan era parte del vasto impero britannico, nato prima come roccaforte contro i pirati, in seguito come punto di scambio sotto il diretto controllo della Compagnia delle indie orientali. Dopo la rivolta dei siphay nel 1857 divenne parte del Raj, il protettorato inglese che ne affidò il potere a un governatore, sir James Braden, un avventuriero che era stato pirata e mercante di oppio lui stesso e aveva stretti legami con la società dei commerci orientali olandesi, con i sultani degli emirati e le triadi cinesi. Braden sposò anche una principessa russa. Dalla sua storia avventurosa e violenta nascono molte delle caratteristiche del Garudan moderno, in particolare la convivenza di varie elementi culturali e religiosi che la caratterizza.
Nel 1960 il Garudan diventa una città stato completamente indipendente anche se legata ai suoi partner occidentali e orientali. Durante la guerra fredda è rimasta territorio neutrale grazie al presidente-dittatore Wa Kin Ho che ha dominato con pugno di ferro la scena politica per quaranta anni. In questo periodo il Garudan è rimasto un luogo di delicato equilibrio politico tra i vari blocchi. Dal 1962 una comunità di monaci tibetani vi ha trovato rifugio erigendo un monastero lamaista sulle pendici del ghiacciaio Himabalu nella zona più impervia dell’isola.
Dal 2001 il nuovo presidente Li Kin Ho, figlio del defunto Wa, ha assunto il potere. Pur trafficando con tutti i suoi vicini, il Garudan vive in uno stato di quasi totale autonomia.
Vediamo ora l’isola zona per zona.
Garudan City si trova sulla costa sud occidentale dell’isola. Circondata da due grandi spiagge disseminate di resort e grandi alberghi che attirano una gran numero di turisti. La zona esterna sui due lati è prettamente residenziale e ospita la cosiddetta zona rosa (denominata così a causa del colore dei muri di cinta di molte ville fortificate). Poi abbiamo la città vera e propria che è divisa per quartieri. Ospita due milioni e mezzo di abitanti e tutte le rappresentanze etniche, politiche e criminali dell’isola. È anche il principale scenario delle avventure che vi si svolgono.
Al centro c’è il palazzo presidenziale che si trova nell’antica dimora di Braden mentre la sede della Compagnia delle Indie è diventato la centrale della polizia che è divisa in tre sezioni. Controllo Politico, Special Duty Unit e Dipartimento di Polizia Locale. I magazzini della Compagnia invece ospitano The Wall, il carcere durissimo della città stato. Tutto questo complesso è all’interno di una cinta di mura ottocentesche e posto su una collina. La polizia e le carceri hanno anche diverse dislocazioni segrete nell’isola. L’esercito formato da mercenari gurkha è dislocato invece nella seconda città del paese Olong, di cui parleremo in seguito.
L’aeroporto internazionale di Garuda si trova a cinque chilometri dalla capitale unito da una superstrada in una zona circondata da campi di coltivazione di riso.
Oltre le mura c’è il modernissimo distretto commerciale che circonda la zona del potere come un anello di grattacieli, alberghi di lusso, cinema, centri commerciali. In questo settore sono anche dislocate la principale chiesa anglicana St. Maddalena, la moschea Alaqsa edue templi indù. il tempio di Tin Hau, la dea del mare, frequentato dalla comunità cinese invece si trova nello spicchio orientale della città al centro del quartiere cinese.
Al di fuori della cerchia moderna la città è appunto divisa in ‘spicchi’ che ospitano varie comunità differenti tra loro ma non tonalmente isolate. Verso il porto, che si sviluppa verso il mare come quello di Amsterdam e Singapore, infatti c’è il Grand Market Seafood, una zona dove tutti i gruppi etnici della città si ritrovano mescolati ed è un vero dedalo di capannoni, gallerie e sotterranei.
La comunità cinese è dominata dalla triade del Loto Bianco una delle prime società segrete cinesi legate al Kuomintang di Taiwan e ad alcuni gruppi di Fochow. In questa comunità densamente abitata dove si trovano le principali officine di contraffazione, magazzini tessili, e laboratori di falsificazione del denaro opera anche un piccola squadra della a Sezione 8 di Bruno Genovese. Un gruppo a parte nella malavita cinese guidato da Linda Hang, una nana che governa con pugno di ferro soprattutto il traffico di arte rubata e possiede vie di ingresso e uscita dall’isola ignoti a tutti.
Il ‘Capo della Collina ‘ del Loto Bianco è Hai Fat Wu che vive in una residenza fortificata poco fuori della città ma dirige i suoi affari attraverso una finanziaria nel distretto commerciale. È un uomo anziano e legato alle tradizioni. I suoi figli Michael e Leiko Wu sono stati educati in America e, benché spietatissimi, dirigono la triade come un gruppo industriale occidentale. La loro principale attività è il traffico d’armi e di yabaa, metanfetamina prodotta in laboratori nascosti nella città e in tutta l’isola. Controllano anche uno dei principali sindacati portuali della parte asiatica di Garudan.
I loro principali avversari sono i giapponesi della Yakuza del gruppo Kokuryukai (il Drago nero) e gli Yak, un gruppo di malavitosi russo-vietnamita comandato dal colonnello Ivan Thrang, un sanguemisto arrivato a Garudan dopo la caduta di Saigon.
Gli Yak occupano un grande palazzo un po’ fatiscente circondato da officine meccaniche nel quartiere vietnamita indonesiano. Controllano i locali notturni, lo spaccio di droghe tradizionali e altri traffici. Thrang vive all’ultimo piano del SEXODROME, un gigantesco locale supermercato del sesso nella zona del vizio e della città. Controlla gran parte della malavita del sudest asiatico arrivata a Garuda City. Con le triadi si scontra regolarmente.
Gli Yakuza sono sotto il diretto controllo del clan Nosaka del quale il capo è il vecchio patriarca Naburo che vive in una villa poco fuori il terzo centro metropolitano, il resort di Nobuda-kai sulla costa orientale in una zona piuttosto decentrata, isolata e impervia. Ovviamente la Yakuza ha centri e filiali un po’ dappertutto. Si occupa principalmente di smercio di shabu, una droga simile al crack, di rapimenti, film pornografici e traffico di diamanti. Spesso si occupa di protezione di personalità residenti sull’isola. In questo è in diretto contrasto con gli Yak che spesso vivono di rapimenti e pirateria. A Nobuda-kai , però, l’attività principale è il gioco d’azzardo in ogni sua forma. Vedremo in un successivo episodio in lavorazione (L’oro di Skorpia) questa parte del paese e le sue caratteristiche uniche.
Ovviamente il gruppo criminale più potente del Garudan è quello del presidente Li Ho Kin che soprattutto si serve delle tre banche della polizia per dominare incontrastato e prendere tangenti da tutti i gruppi presenti sull’isola. I suoi diretti sottufficiali cono il colonnello Mendoza del Control Politico, un ex torturatore peruviano arrivato con una piccola comunità stabilitasi nello spiccio ‘farang’ della città quello abitato da varie etnie occidentali e sudamericane. Poi c’è la coppia (non sempre in accordo) formata dal capitano Luke Jorge della Special Duty Unit e da Kono Kalawa, una hawaiana che lo assiste nelle operazioni speciali e più violente e infine il commissario capo Yp Dan del GPD che si incarica di tenere l’ordine e taglieggiare nelle strade. Questi tre nuclei fedelissimi al presidente lo garantiscono anche da eventuali tentativi di golpe dei suoi ministri che, seppur scelti con accuratezza posso sempre farsi tentare dalla corruzione.
L’esercito stazionato in tutta l’isola ha il suo centro nevralgico a Olong ed è guidato dal generale Batang che dirige un nucleo di malavitosi tutto suo che il presidente tollera ma guarda con sospetto. Batang è un vecchio compagno del primo presidente con cui ha combattuto i ribelli comunisti e i pirati. In realtà aspetta solo l’occasione propizia per un colpo di stato. Il suo esercito è composto per la maggior parte di mercenari gurkha provenienti dal Nepal che gli sono fedelissimi.
La comunità dei monaci lamaisti vive in isolamento sulle pendici del ghiacciaio ma tramite il suo capo spirituale, il Daka Lama mantiene rapporti segreti con la triade del Loto Bianco alla quale permette di ospitare attività clandestine fuori dai controlli della polizia presso alcune lamasserie minori.
Ma queste sono solo alcune delle caratteristiche di Garudan che si pone come uno scenario variegato nel quale tutti gli appassionati di avventure esotiche troveranno soddisfazione.
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