Cari lettori e lettrici, ho il piacere di presentarvi una nuova nuova rubrica che ci terrà compagnia per i prossimi mesi: “Visti con il Professionista”, a cura di Stephen Gunn, colonna portante di Segretissimo e grande esperto di cinema, sarà una carrellata attraverso i classici del cinema di spionaggio. Una guida piacevole per chi già conosce la materia e fondamentale per chi invece desidera costruirsi una videoteca di titoli imperdibili. La parola a Stephen Gunn!
Visti con il Professionista: I Classici del Cinema di Spionaggio/1
A cura di Stephen Gunn
REALTÀ E FINZIONE
Dicevano che la spy-story era morta con la caduta del Muro.
Sbagliavano.
Nei dieci anni seguenti al crollo dei due blocchi il mondo dell’intelligence, la Community come viene definita nel settore, ha subito numerosi e importanti cambiamenti. Non solo formali come quello che ha investito il KGB che si è frantumato in FSB (Interni) e SVR (Esteri) ma, nell’era di Putin, è tornato a operare con identici sistemi per “tutelare” gli interessi della Russia nel mondo.
Sono mutati gli scenari, le alleanze, nuovi avversari hanno affrontato il “campo di fuoco” con maggiore aggressività ma, soprattutto, la tecnologia e i sistemi di raccolta informazioni, analisi e reazione che una volta appartenevano ai Grandi Servizi, sono diventati accessibili a tutti.
Grandi organizzazioni criminali comprese.
La narrativa e il cinema di spionaggio si sono, forse inizialmente con un po’ di fatica, adattati. Il settore ha continuato a produrre dell’ottima fiction ma senza prendere una direzione precisa.
Poi è venuto l’11 settembre.
E anche qui fu decretata la fine della spy-story. Il declino di un’epopea narrativa è stato nuovamente sbandierato da chi il genere non lo poteva proprio soffrire. “I servizi sono inutili, avrebbero dovuto prevedere… gli eroi della spy-story son roba d’antiquariato…”
Errore terminale anche in questo caso.
L’attentato alle Torri Gemelle, la reazione in Afghanistan, la guerra in Iraq sono il frutto di una intensa, a volte confusionaria, mendace, spietata campagna di disinformazione e infiltrazione nei network spionistici da parte di tutte le forze in campo. Per quanto possa sembrare strano si è verificato un recupero di quelle che erano le risorse “umane” (HUMINT) dell’intelligence di fronte alla palese inaffidabilità di quelle esclusivamente tecniche (SATINT). E sempre incombe il pericolo delle notizie false o “interpretate”. La famosa caccia alle Armi di Distruzione di Massa di Saddam lo dimostra. Ancora una volta metodi e tecniche hanno subito un pesante rivoluzionamento, ma il succo di tutto questo lavorio di intrighi è rimasto: non fidarsi di nessuno. Inoltre la “guerra delle ombre” ormai non si combatte più con agenti-funzionari ma con operatori privati, decisamente meno legati a certi codici non scritti della Guerra Fredda. “Non si uccide un agente nemico” era un caposaldo di una lotta crudele che vedeva cadere sul campo specialmente le “risorse”, gli agenti reclutati ma non dotati di una copertura ufficiale (i Non Official Cover di Mission Impossible). Oggi tutti sono bersagli, perché sono tutti professionisti… “liberi”, nel senso che sono mercenari. Non nell’accezione lanzichenecca del termine che implicava repentini cambi di campo e molta improvvisazione. Di solito i nuovi operatori sono ex agenti passati al settore privato presso società quali la famigerata Blackwater che si occupa di vigilanza, protezione, ma anche interrogatori con metodi e sistemi che non sarebbero permessi agli organismi ufficiali. E lo stesso avviene all’Est dove, dopo un periodo di illusoria aderenza alle lusinghe dell’Occidente, la Russia torna a essere un avversario. Pericoloso soprattutto perché persegue obiettivi politici già presenti nell’epoca zarista ma che, oggi, sono sostenuti da oligarchi e società private. Per la maffya lo spionaggio sta diventando un affare.
Cambiare tutto per non cambiare nulla? Questa la realtà. Ma nella finzione?
Il cinema di spionaggio esalta spettacolarità e avventura, ma è strettamente legato all’evoluzione dell’intelligence “vera” e, perché no?, anche a quella dei romanzi cui spesso s’ispira anche se molto liberamente. Nel panorama cinematografico e letterario, la spy-story sta vivendo un momento di ripresa (sì, anche italiana!) che ci auguriamo regali agli appassionati nuove emozioni…
Avete mai pensato al passatempo preferito del Professionista, quando non è in missione? Oltre a quello che state pensando, voglio dire. Quando si trova a casa da solo, a casa con uno dei suoi sigaracci e una bottiglia di vodka. Be’, dovreste vedere la sua collezione di film di spionaggio! E da tale riserva stiamo per attingere…
Cominciamo con questo intervento una rubrica dedicata al grande cinema di spionaggio che è nato con le azioni di sabotaggio della Seconda guerra mondiale è proseguito la Guerra fredda, approdando sino all’epoca contemporanea e la sua guerra…eterna della quale non ci accorgiamo di essere protagonisti. Si tratta di un filone ricchissimo che ha mescolato il noir, la detective story e l’azione bellica di volta in volta con risultati differenti. Il cinema di spionaggio è riuscito a fondere i migliori elementi del thriller “nero” con quelli dell’’avventura. Ci ha portati in cima alle fortezze naziste con i commandos più spericolati, nei più oscuri vicoli della Guerra Fredda per trattare con inaffidabili agenti doppi e negli scenari più esotici e glamour del pianeta a flirtare con le donne più affascinanti. Naturalmente con la pistola sempre in pugno.
Sempre, però, ha raccontato storie complesse, avvincenti al centro delle quali ci sono eroi soli, donne irresistibili e pericolose, personaggi ambigui.
La politica, per la verità, ha sempre avuto un posto relativamente ridotto, se non pretestuoso. La spy-story cinematografica nasce per intrattenere il grande pubblico e, più che sull’ideologia, gioca sull’intrigo, e la capacità dei protagonisti di venirne a capo.
I film che analizzeremo tracciando questa panoramica hanno tutti un denominatore comune. Sono storie affascinanti, ben raccontate. Storie da brivido. Proporremo una carrellata per costruirsi una ideale videoteca di grandi film di spionaggio. Non seguiremo un criterio squisitamente temporale, ma alterneremo dei classici a storie più moderne, specchio dei nostri tempi. Il piacere è quello di sedersi nella sala buia e lasciare che le immagini, i personaggi, le atmosfere ci introducano in un mondo di “maschere e pugnali” come titolava un famoso film di Fritz Lang. Ogni articolo riporterà oltre a un’analisi del film anche una scheda tecnica e l’inserimento in una particolare classificazione del sottogenere che vi permetterà di inserirlo tematicamente rispetto agli altri ( SPIE IN GUERRA- AGENTI D’ASSALTO- LA GUERRA FREDDA- IL NEMICO SIAMO NOI- LOTTA AL TERRORISMO). Un universo di finzione ed emozione sì, perché questo è lo scopo della fiction, ma anche uno specchio.
Soprattutto dell’epoca e del momento politico in cui questi film sono stati girati.
Lo specchio delle spie.
Parola del Professionista.