Segretissimo 1679: Denise Jane, “Emerson Ray. Leviathan”

agosto 29th, 2024 by Redazione
Denise Jane, “Emerson Ray. Leviathan”, Segretissimo n. 1679, settembre 2024

Denise Jane, “Emerson Ray. Leviathan”, Segretissimo n. 1679, settembre 2024

Denise Jane, “Emerson Ray. Leviathan”, Segretissimo n. 1679, settembre 2024

 

Kandahar, Afghanistan. È solo uno dei tanti magazzini alla periferia est della città, uno dei tanti lungo l’autostrada Kandahar-Ghazni. Solo che questo è sorvegliato da una sentinella. Ed è proprio quello segnalato dall’informatore.

È tempo di passare all’azione.

Emerson Ray fa irruzione alla testa della sua squadra, armato la Glock stretta in mano, la mente blindata sull’obiettivo. Bonificare la zona non è un problema e nell’arco di pochi respiri il Team Alfa prende il controllo.

Nel magazzino c’è un carico di armi da contrabbando, ma non le solite AK-47. Sembra che in Afghanistan il Natale sia arrivato in anticipo per i ribelli locali, dato che le casse sono piene zeppe di fucili d’assalto Heckler & Koch.

Inoltre, Ray rivela un’impronta su una delle casse. Ed è l’impronta di qualcuno che non avrebbe mai povuto lasciarla.

Quest’unico indizio, pagato a caro prezzo, scoperchia un terrificante vaso di Pandora. È stato commesso un errore dalle spaventose ramificazioni di portata internazionale, che potrebbero risalire persino le gerarchie dell’Agenzia.

Ora sta a Emerson Ray, l’uomo con la miccia più corta del pianeta Terra, portare un po’ di luce tra gli strati di torbidume della vicenda e far emergere la verità. A qualunque costo.

 

Ma lasciamo la parola all’autrice, Denise Jane:

“C’è una grande passione che mi accompagna da anni, ed è il mare. E per noi italiani, scrivere spy story con in mente il mare significa necessariamente parlare, in qualche modo, del caso Ilaria AlpiIlaria è stata uccisa insieme al suo cameraman Miran Hrovatin a Mogadiscio, il 20 marzo 1994. Per chi tiene il conto degli anniversari, sono passati giusto trent’anni. Non potevo scrivere la sua storia: non è il mio mestiere, e probabilmente non le avrei reso la giustizia che merita. Ma ho voluto comunque omaggiarla, in qualche modo, con questo romanzo. Perché lei e Miran non siano dimenticati.
Questa storia è nata da una frase che viene dai documenti relativi all’inchiesta sul caso Alpi (p.150, “Trafficanti, sulle piste di veleni, armi, rifiuti”, Andrea Palladino, ed. Laterza): “Ordinasi spostamento tattico ‘Condor’ zona operativa Bravo possibile intervento. Stop.” Chi era Condor? Da dove veniva? E, dopo la Somalia, che fine ha fatto?
Con “Leviathan” ho voluto dare una risposta. Inventata, naturalmente. Ma chi lo sa, magari qualcosa l’ho indovinato.”

 

Denise Jane, pseudonimo di Denise Antonietti, è nata a Feltre (Belluno) nel 1994. Si è laureata in archeologia all’Università L’Orientale di Napoli, con specializzazione in ambito mediorientale; attualmente di occupa di traduzioni come freelance. Con la famiglia vive a Napoli in una “bolla italoamericana” che fa da sostrato culturale a tutte le sue storie. Dal 2022 cura la segreteria del Festival del Giallo Città di Napoli. Nel 2020 il suo romanzo d’esordio, “Trans-sibérien. Il mistero dell’oro degli Zar”, edito da Schena, si è aggiudicato il premio nazionale Valerio Gentile per gli autori under 30.

 

Buona lettura!

 

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2 Responses

  1. Cristiano69

    Finito oggi. Davvero molto bello. Ritmo sostenuto, due linee narrative gestite molto bene, che convergono in un finale adrenalinico. Consigliatissimo ! Complimenti all’autrice.

  2. Denise Jane

    Ciao @Cristiano69 , grazie infinite! Ci vediamo alla prossima avventura!
    Se vuoi scrivermi mi trovi anche su Facebook come Denise Jane o Instagram @denise.racconta, rispondo sempre a tutti con grande piacere!

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