Le armi insolite di Molina – di Andrea Franco
Le armi insolite di Molina
di Andrea Franco
Durante la pianificazione dei romanzi della serie El Asesino ci sono alcuni elementi che ricerco sempre con molta attenzione perché mi aiutano a dare un qualcosa di particolare sia al personaggio che alle vicende. Gli elementi principali, che si affiancano alla costruzione della trama vera e propria, sono di solito tre:
1) ricerca di luoghi insoliti e affascinanti (è sempre bello presentare al lettore nuovi scenari);
2) valutazione di particolari situazioni geopolitiche dalle quali prendere spunto (come ad esempio la tensione tra Maduro e Guaidó);
3) la scelta di un’arma insolita da mettere nelle mani del protagonista, oltre alle classiche armi da fuoco imprescindibili.
Così, in ogni romanzo, Rey Ángel Molina si porta dietro un’arma esotica particolare. In questo romanzo ho scelto il pesh-kabz (la grafia può cambiare molto, questa è quella che ho scelto di usare). Variante del Khanjar, pugnale persico-indiano, il pesh-kabz veniva utilizzato principalmente come sfondagiaco, per penetrare le corazze degli avversari. Era realizzato soprattutto nella città di Bhera (Pakistan) e ancora oggi è un oggetto fondamentale nella cultura afghana (fondamentale, per gli uomini, possederne uno e molto utilizzato durante le guerre anglo-afghane). Come molti altri coltelli di questo tipo, il pesh-kabz deriva dalla jambiya (originaria delle zone arabe pre-Islam).
Roy Molina, “El Asesino – Il Codice del Fuhrer”
Posted in Attualità, Interviste, Segretissimo