Il giorno dello sciacallo & the Jackal

ottobre 24th, 2012 by Alessio Lazzati

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VISTI CON IL PROFESSIONISTA:I CLASSICI DEL CINEMA DI SPIONAGGIO

IL GIORNO DELLO SCIACALLO & THE JACKAL

A cura di Stephen Gunn

Frederick Forsyth e Il Giorno dello Sciacallo hanno cambiato i parametri del racconto di spionaggio e, in parte, anche i film che ne sono stati ricavati in epoche differenti lo hanno fatto. Forsyth ha imposto una narrazione di stampo realistico senza rinunciare alla suspense e alla spettacolarità. Lo ha fatto firmando per oltre trent’anni romanzi di ampio respiro, scritti con uno stile inizialmente disprezzato dalla critica ufficiale ma amatissimo dal pubblico. Uno piglio giornalistico, volutamente freddo e lontano da ogni partecipazione emotiva dell’autore alla storia che narra e ai suoi protagonisti. Uno stile narrativo che attorno al nucleo principale della vicenda, sempre estremamente ben documentato, costruisce un complesso mosaico di notizie, informazioni che sembrano stralci di biografie di uomini più o meno illustri, reportage di cronaca estera, notizie dell’ultima ora dei telegiornali. Romanzi come Dossier Odessa, L’alternativa del Diavolo, I mastini della guerra, Quarto protocollo e molti altri hanno ispirato il cinema ma, prima di ogni altra cosa, sono diventati dei classici della spy-story. Oggi Forsyth ha accorciato notevolmente il volume delle pagine di ogni sua storia e forse anche per lui gli anni e il passaggio del mondo dell’Intelligence a una nuova fase si fanno sentire. Sulla pagina scritta il suo stile ha fatto scuola ma sembra superato dai tempi. Nel 1971 quando uscì nelle librerie di poco seguito dal film omonimo di Fred Zinnemann Il Giorno dello Sciacallo divenne subito un classico. Della spy- story perché, malgrado l’assenza del classico duello tra servizi segreti, la vicenda era un intrecciarsi di azioni, mosse e contromosse dell’intelligence e dell’organizzazione anti gaullista(Organisation de l’Armé Secrète,OAS). Obiettivo l’eliminazione di un presidente scomodo che molti ex militari francesi dopo l’Algeria e l’Indocina consideravano un traditore della patria. E il film inizia proprio con la rievocazione di un avvenimento storico. Il 22 agosto del 1962 il colonnello Bastien -Thiry (giovanotto dal viso aperto portato sullo schermo da Jean Sorel) guida un attentato contro il presidente francese. Decine di colpi sparati ma nessun risultato se non il tracollo dell’OAS e l’esecuzione capitale di Bastien –Thiry. Rodin, vecchio capo del gruppo e un comitato direttivo di vecchi soldati si riuniscono segretamente sulle Alpi, a Vienna e infine a Roma presso compiacenti espatriati. Volinski, granitico ex legionario, bada alla loro sicurezza e, malauguratamente, ascolta un nome durante una riunione con un misterioso personaggio venuto dal’estero. Quel nome è “Chacal” lo Sciacallo, codice usato per identificare un killer a contratto. Affidare l’attentato a un professionista non conosciuto al Servizio di informazioni francese e non coinvolto emotivamente pare l’unica soluzione. Chi sia lo Sciacallo resta un mistero. Viene evocato il recente omicidio mai risolto di Lumumba in Congo, quello del dittatore Trujillo nella Repubblica Dominicana e si adombra che il biondo e gelidissimo professionista possa essere un inglese. Pagato l’anticipo lo Sciacallo si mette in azione programmando nei minimi dettagli un colpo che dovrà avvenire il 25 luglio dell’anno successivo durante la cerimonia di consegna delle medaglie agli eroi della resistenza, nell’anniversario della liberazione. I francesi non stanno con le mani in mano. Sorvegliando i capi dell’OAS rapiscono Volinski e lo torturano cavandone solo quell’enigamatico nome: “Chacal”. A questo punto il gabinetto dei ministri, di fronte al rifiuto del presidente di alterare la sua abituale routine di incontri, decide di affidare l’incarico al miglior detective della gendarmeria. Questi, per antitesi, sembra l’opposto dell’implacabile e affascinante killer a pagamento. Il commissario Le Belle ha il faccione di Michael Londsdale, vive in campagna con una moglie preoccupata che non faccia tardi a cena e, per svegliarlo quando lo chiama il ministro, gli torce i pollici. Scarpe grosse e cervello fino, Le Belle è guardato con malcelato disprezzo dai membri del consiglio dei ministri. Eppure si butta con ogni energia nella partita. In poco tempo riesce a risalire(grazie ai contatti con l’MI6 britannico) a un nome Charles Chaltrop, misterioso personaggio il cui nome anagrammato suona come sciacallo. L’uomo è introvabile ma nel suo appartamento c’è un passaporto. Perciò è chiaro che il sicario viaggia con documenti falsi. Qui comincia una doppia partita giocata con astuzia e grande capacità di Zinnemann di portare sullo schermo i complessi movimenti descritti sulla pagina da Forsyth. Lo Sciacallo in parte ruba e si procura vari documenti falsi, in parte ricorre all’aiuto di collaboratori esterni. A Genova incarica un falsario di procurargli i documenti necessari all’ultima parte del piano, le carte di un vecchio ex combattente che si infilerà in un palazzo prospiciente all’Etoile con un fucile particolarissimo, rimasto nella leggenda. Gozzi, armaiolo genovese, costruisce infatti un capolavoro di arte balistica. Un’arma di precisione con proiettili esplosivi, smontabile e celato in una stampella. Lo sciacallo non ha scrupoli. Elimina sia il falsario che cerca di ricattarlo che l’armaiolo, si allena sparando ai meloni sulle pendici del Monte Moro e si prepara a muoversi. Le Belle però non è rimasto con le mani in mano e ha ricostruito parte delle sue mosse arrivando al nome sul passaporto inglese richiesto a nome di un bambino morto trent’anni prima. Ma l’OAS ha anche altre carte al suo arco. La bella Denise, fidanzata di Bastien –Thiry, accetta di diventare l’amante di un ministro e informare i congiurati dei progressi della polizia. Benché, dopo aver passato il confine francese lo Sciacallo venga informato che i servizi di mezza Europa sono sulle sue tracce, per sfida e serietà professionale decide di continuare. E come Le Belle non si concede riposo, lo ScIacallo supera ogni difficoltà. Seduce una bella proprietaria terriera per procurarsi un rifugio per la notte, la strangola, ne ruba l’auto,ridipinge la propria sostituendone la targa, cambi nuovamente identità e prende il treno per Parigi con i panni di un maestro danese. Le Belle è sempre solo un passo indietro a lui. Arriva alla stazione di Austerlinz solo pochi minuti dopo. Pur braccato lo Sciacallo aggancia un omosessuale in un bagno turco e sparisce, ovviamente sopprimendo il suo incuto ospite. Le Belle che è stato quasi liquidato dal primo ministro vien richiamato in servizio e riesce a sorprendere tutti scoprendo la talpa nel ministero. L’anziano politico, roso dal rimorso si spara e la bella Denise finisce in manette. Ma lo Sciacallo resta sempre introvabile. In una sequenza memorabile per la tensione che genera con la dilatazione dei tempi della parata, seguiamo minuto per minuto le fasi della cerimonia in un gioco incrociato di accelerazioni e false piste, momenti di assoluta calma e infine nel lampo di genio che permette a le belle di individuare la postazione di tiro del sicario. Lo scontro finisce “da duri” con Le Belle che raccoglie il mitra del gendarme appena ucciso dal killer e chiude la partita con una scarica secca. Ma, colpo di scena finale, in Inghilterra riemerge il vero Caltrop che, evidentemente, non era il famigerato chile. E allora chi era lo Sciacallo? Un film pressoché perfetto nei tempi e nelle ambientazioni, con una sceneggiatura secca, priva di fronzoli centrata quasi esclusivamente sui due avversari che s’incontrano solo nei brevi e furiosi attimi decisivi della vicenda. Intorno a loro c’è una serie di set dalla Francia a Londra, alla riviera sino ai carruggi genovesi ricostruiti con meticolosa capacità di far parlare gli ambienti perché ci raccontino con la suggestione delle immagini quello che il regista ha dovuto tagliare dalla pagina scritta. Il Giorno Dello Sciacallo ha creato il mito del killer freddo e invincibile che poi si trasferirà nel terrorista professionale, un anti agente segreto del quale eredita la micidiale capacità di reagire con freddezza a ogni imprevisto e un fascino indiscutibile di fronte al quale la goffa testardaggine di Le Belle può solo ispirare simpatia.

Alla fine degli anni ’90 la produzione decise che era tempo per realizzare un remake del film di Zinnemann, le giovani generazioni lo avevano visto solo in qualche replica televisiva e, forse, non ci avevano capito granché. La situazione politica mondiale era cambiata, il modo di raccontare al cinema le storie di spionaggio e d’azione anche, c’erano nuovi eroi con volti nuovi. Ma l’impianto della storia con il killer gelido e inafferrabile ancora resisteva. Nel film The Jackal il romanzo originale non è neppure citato e la sceneggiatura è basata su quella di Ross. Eppure, per quanto discutibile per i puristi, l’operazione non fu né stupida né mal eseguita. Di certo i giovani di allora (e quelli di oggi temo…) l’OAS neanche sanno cosa sia. Il film inizia con un mix di immagini sulla storia della Russia dallo sventolare del vessillo comunista, Lenin che arringa la folla e gli squadroni a cavallo durante la guerra civile. In sottofondo: l’Internazionale. Pochi fotogrammi e le immagini corrono in fast-forward sino alla caduta del Muro, al golpe del ‘91, ai raid della maffya. Il commento musicale diventa techno, moderno, sincopato. E ci troviamo in una nuova era. In una discoteca di lusso a Mosca Gazzhi Murad, mafioso ceceno, fronteggia la milizia capitanata da l maggiore Valentina Koslova, sfregiata e impavida. Al suo fianco c’è il nero Preston della task force anti crimine che unisce l’FBI elle autorità della Nuova Russia. Nello scontro che ne segue Gazzhi viene ucciso da Valentina. Da Helsinki, proprio come i capi dell’OAS in esilio nel primo film., Terek Murad ordina a un sicario abilissimo e sconosciuto che porta il nome in codice di Jackal di eseguire un omicidio plateale e cruentissimo in America. Lo Sciacallo oggi ha il viso di Bruce Willis, nuovo idolo d’azione e, ovviamente, accetta. Si ripropone così la situazione del primo film e del romanzo. Un passaggio è quasi citato letteralmente. La cattura del portaordini dei mafiosi, che muore sotto i rigori dell’interrogatorio rivelando solo un nome. Lo Sciacallo. Ora, sia la CIA che il KGB si sono serviti in passato di questo killer apolitico, spietato e abilissimo ma nessuno è in grado di scoprirne l’identità. Lo spettatore è indotto a credere che il bersaglio sia il direttore dell’FBI ma, in realtà Terek ha programmato di uccidere la First lady durante una cerimonia pubblica. Nel frattempo lo Sciacallo segue il suo copione rinnovando solo qualche aspetto della storia originale. Chi ha l’occasione di vedere il film in lingua originale apprezzerà le caratterizzazioni che Willis ci propone per ciascuna delle sue personalità fittizie. In realtà segue alla lettera il copione originario spostandosi semplicemente in America. Al posto del fucile di precisione questa volta ordina un cannone ciclico che spara proiettili all’uranio impoverito. Si sbarazza di alcuni gangster che vorrebbero fregarglielo, giustizia l’armaiolo che qui è poco più di una macchietta ma seduce uno yuppy di Washington per procurarsi una copertura dopo aver attraversato il lago Ontario in barca a vela, con i capelli ossigenati, così giusto per darsi un tono bizzarro. La vera innovazione sta sull’altro fronte. La squadra dei suoi avversari si arricchisce di un elemento e di una carica di passione personale assente nel primo film. Preston e Valentina infatti sono risaliti a Isabella Zancona, una ex terrorista basca che si è stabilita illegalmente negli USA ma conduce una vita normale con tanto di marito e figli. Forse lei conosce lo Sciacallo. Ma per arrivare a lei l’agente di colore e la coraggiosa russa devono recupera da una prigione il suo amante. Richard Gere, brizzolato ma ancora aitante, fornisce il viso a Declan Malquinn che, oltre a essere stato amante di Isabella, conosce lo Sciacallo. Si innesta qui un conflitto personale perché Malquinn è stato venduto dallo Sciacallo anni prima e isabella, nel corso della stessa vicenda, è stata ferita e ha perso il figlio che aspettava da Declan. Tutto ciò lo scopriremo a poco a poco. Per proteggere isabella che ancora lo ama, Declan accetta di partecipare attivamente alla caccia allo Sciacallo e siccome il bel Richard un po’ di fascino lo mantiene anche con i capelli bianchi si capisce che la gelida Valentina arrivi a invaghirsene. Mentre la caccia prosegue con alterne vicende torniamo alla sceneggiatura originale con la talpa nella task force dei cacciatori, un colonnello russo scoperto esattamente come Le Belle smascherava il ministro francese. Intercettazione a tappeto di tutti i sospetti. A questo punto Declan e lo Sciacallo si affrontano sparandosi una prima volta sui moli del lago Ontario e il killer, per punirlo, devia dal suo piano lanciandosi in una cruenta rappresaglia nella casa di Isabella occupata da Valentina e dagli agenti americani. Isabella ha passato una chiave con il necessario per sparire a Declan che però non molla. Ormai la sua è una vendetta personale. Tanto più che lo Sciacallo spara una pallottola nel fegato a Valentina e le lascia un messaggio rivelatore diretto al suo nemico. “Non puoi difendere le tue donne”. Sembra una banale sfida ma Declan scopre il vero bersaglio. Il finale rispetto al primo film non risparmia i colpi d’arma da fuoco e gli inseguimenti. Lo Sciacallo perde la sua imperturbabilità ma finisce in una trappola che Declan e isabella gli hanno teso per vendicare il loro bambino. Tutto sembra finire bene anche se, come in passato, nessuno saprà mai chi era lo Sciacallo. Isabella torna nell’anonimato e Preston, ormai amico di Declan gira lo sguardo in modo che l’ex galeotto possa sparire. Un film d’azione, ben ritmato, recitato e scritto con la cura dei blockbuster americani della fine del ventesimo secolo. Non un capolavoro come il misurato film di Zinnemann ma un’onesta trasposizione nella nostra epoca di un romanzo classico.

SCHEDE TECNICHE. Genere: Guerra al terrorismo

Il giorno dello Sciacallo( The Day Of The Jackal)-Gran Bretagna-Francia,1975- durata 141’- regia di Fred Zinnemann- sceneggiatura di ken Ross dal romanzo omonimo di Frederic Forsyth- Interpreti.Edward Fox: Lo Sciacallo- Michael Londsdale- le Belle-Delphine Seyrig:Denise-jean Sorel:Bastien –Thiry –realizzato da Universal è disponibile in dvd in varie collezioni

The Jackal(id) USA ,1997- durata 119’- regia di Michale Caton-Jones- sceneggiatura di Chuck Pfarrer basata su quella di Ken Ross del film precedente- interpreti: Bruce Willis: Lo Sciacallo- Richard Gere: Declan Malquinn- Diane Venora: Valentina- Sidney Poitier: Preston- Mathilda May: Isabella- realizzato da Universal è disponibile in dvd in diverse collezioni

Posted in Visti con il Professionista

5 Responses

  1. F.T.De Nardi

    Gran libro e gran bel film. È uno dei miei preferiti. Mai notato che i protagonisti di Forsyth, muoiono quasi tutti?

  2. F.T.De Nardi

    Per quanto riguarda il remake. De gustibus, a me non è piaciuto per niente, l’ho trovato grossolano e superficiale e. Privo di suspense.

  3. il professionista

    succede spesso quando il ricordo del primo film ci resta in testa pper anni..nei limiti a me non era spiaciuto.certo che l’originale me lo riguardo almeno una volta all’anno

  4. glock22c

    Uhmm dubito che il Commissario Le Belle appartenesse alla Gendarmeria (che fino agli a metà degli anni ’70 operava rigorosamente in divisa) semmai veniva dalla famoso Quai des Orfèvres (la polizia giudiziaria). Una nota di colore, il Gozzi armaiolo genovese, pare sia esistito, ovviamente non si chiamava Gozzi ed era a Savona, morì nel suo letto dopo aver avviato una piccola ma fiorente fabbrica d’armi artigianale. Comunque concordo, i remake raramente superano l’originale.

  5. il professionista

    della Gendarmeria o della PJ era sempre un duro…

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