Il Professionista: perché scrivo Segretissimo

novembre 11th, 2011 by Alessio Lazzati

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Perché scrivo Segretissimo? Prima di tutto perché lo leggo da tutta una vita. O forse sarebbe meglio dire che ‘posso scriverlo proprio perché lo leggo sin da quando ero ragazzino’. La spy-story non è un filone facile da affrontare. Decisamente aver visto un paio di film di 007 e letto qualche SAS non è sufficiente. Neanche per un narratore di thriller, già sperimentato. Io vi posso parlare della mia esperienza in merito che, ovviamente, non fa testo ma forse può fornire qualche indicazione a chi volesse cimentarsi con la narrativa di spionaggio, almeno nella collana Mondadori che ha compiuto cinquanta anni e di storie ed eroi ne ha visti passare di ogni genere.

Segretissimo ha uno stile suo che è anche differente dalla spy-story come genere nato con i primi del secolo e portato a livelli letterari da autori come Deighton e LeCarré. Quello di Segretissimo non è esattamente un mondo differente, parallelo diciamo, e richiede una certa dimestichezza con i suoi ritmi e le sue tematiche per poter essere praticato con successo. Prima di tutto Segretissimo nasce agli inizi degli anni ’60, prima cioè dell’esplosione del fenomeno cinematografico Bond del quale sicuramente beneficerà ma che in effetti non ne è all’origine. Di fatto Alberto Tedeschi non amava i romanzi di Fleming e solo con riluttanza accettò di provare una collana da affiancare al Giallo basata su storie ‘ nere’ decisamente più violente, con molto più sesso di quelle del Mistery classico. OSS117 di Jean Bruce furoreggiava in Francia da già da più di dieci anni e, inizialmente, la collana era dedicata unicamente all’eroe di Jean Bruce. Le copertine non avevano il cerchio ed erano realizzate da Pinter che è un altro grandissimo dell’illustrazione pulp italiana. Il suo stile era più evocativo. In seguito con la nuova veste grafica, la numerazione azzerata, subentrò Carlo Jacono che riuscì a catturare gli elementi principali del filone.

Io credo che gran parte della fortuna della collana sia da ricercare nella chiarezza dei contenuti così come venivano mostrati al pubblico. Vicende forti, avventurose, spesso esotiche, di rapida lettura in cui si muovevano uomini decisi a tutto e donne pericolose. Credo che fosse esattamente questo che il lettore cercava allora in Segretissimo e, sono convinto che anche oggi, magari rinnovata per stare al passo con i tempi, cerchi la stessa formula. Io venivo dalla lettura di Salgari, per cui avevo la testa piena di paesi lontani, scimitarre, tradimenti, agguati. Avevo tredici anni quando lessi il mio primo Segretissimo ( ‘Sayonara’, Sam Durell ) e di certo quel pizzico di erotismo suggerito nelle copertine e presente nella vicenda non mi era sgradito. Anzi era un elemento fondamentale. Gli eroi di quegli anni erano molto simili uno all’altro, versioni internazionali dei detective dell’Hard Boiled, proiettati ai quattro angoli del mondo contro organizzazioni potentissime e tentacolari. No, invece non credo che il risvolto politico (spesso piuttosto marcato come nei romanzi di Nick Carter) avesse una reale importanza. Quello che cercavo era l’avventura, la descrizione abbozzata ma precisa di ambienti esotici, il dialogo fulminante e l’azione descritta in maniera realistica. L’intrigo, il doppio gioco, ma anche l’amicizia, l’onore e sì anche il sentimento e persino la seduzione, giocavano un ruolo fondamentale. Il segreto stava nella miscela, nell’equilibrio tra i vari elementi. Il protagonista era il re della vicenda, doveva essere subito chiaro chi era per il lettore che doveva identificarsi. Una formula fumettistica? perché no? Dopotutto i fumetti ci hanno regalato magnifiche saghe che non hanno nulla da invidiare a certi romanzi scritti. In un Segretissimo d’annata non si poteva bare con il lettore. La storia doveva avanzare a ritmo forsennato, indizi e false piste s’intrecciavano con agguati, seduzioni, mortali confronti. L’eroe era sempre in scena, a lui toccava trovare l’indizio rivelatore, compiere le azioni più spericolate. Se mai il riflettore era puntato sui comprimari c’era sempre un motivo. La caratterizzazione di un nemico, l’incontro tra due comprimari finalizzato a informare il lettore di un particolare importante. Poi si tornava a seguire l’agente, a vivere con lui. E nell’abbinamento della copertina tra la donnina semivestita, il panorama esotico e l’immancabile arma da fuoco era racchiusa la formula per un Segretissimo perfetto. Che forse non era un’opera di letteratura alta, ma onesta sì. Il lettore era attirato dalla copertina con una promessa di qualche ora trascorsa in compagnia di un tipaccio, delle sue pupe e dei cattivi del caso. Magari in un luogo lontano, assolato o gelido, ma distante, tanto da far galoppare la fantasia. L’essenza del Pulp. E quando ho cominciato a scrivere Segretissimo ( Sopravvivere alla notte,1992) avevo assorbito come lettore tutti questi concetti. Ho cercato di metterli in pratica scrivendo storie che, come lettore di Segretissimo, a me per primo dovevano piacere. Né più né meno. Facile,no?

Stephen Gunn

Posted in Segretissimo

23 Responses

  1. casval

    Ecco perchè a noi piace segretissimo!!!

  2. andrea-tortellino

    Quoto in pieno il casval.

  3. il professionista

    lo ammetto, a scrivere le storie di Chance mi diverto moltissimo :-)

  4. andrea-tortellino

    beh, suppongo che uno dei segreti della riuscita sia in primisi il divertimento nello scrivere, questo si trasmette al lettore quando legge.

  5. il professionista

    ho sempre sostenuto- anche a vari corsi di scrittura- che un autore anche ‘ commerciale’ dovrebbe scrivere i libri che vorrebbe leggere. Io son ocresciuto leggendo Segretisismo(non solo) quindi credo di averne assorbito certe regole che negli anni non sono cambiate. in qualche modo tra cinema , fumetti e narrativa scritta vedo quasi tutto quello che c’è sul mercato. Spesso mi trovo di fronte a situazioni e intrighi chemi suggeriscono idee, che a volte sviluppo in maniera quasi irriconoscibile. quindi da imparare c’è sempre…

  6. Kryss

    Ecco perché mi piace leggere queste pagine. Grazie per l’insight. Importanti elementi. Cose da recepire, fare proprie e metabolizzare.

  7. il professionista

    non dico che sia tutto lì, però sicuramenteè già un buon inizio. Diciamo che la curiosità è la molla principale assieme allì’entusiasmo

  8. Kurt Dehn

    Continua così Prof.

  9. il professionista

    In effetti ho tutta l’intenzione di continuare, Kurt. Una riprovadell’entusiasmoè che lavorando ai testi di ristampa del Prof continuo a metterci mano. ora, la prima ristampa comprenderà una storia in cui compare Chance ma si scoprono anche le origini della sua famiglia, in pratica un’avventura di spionaggio ambientata nel 1913 alle soglie della prima guerra Mondiale. Grandissimo divertimento e la scoperta(lo è stata anche un po’ per me) che certi meccanismi della spy story avventurosa si applicano perfettamente anche a una vicenda per così dire ‘ in costume’. Un po’ le brigate del Tigre che incontra Arsenio lupin e Fu Manchu(poteva mancare l’oriente?9. Poi riprendiamo Raid a Kourou nella versioen che già fu ampiamente riscritta e ampliata. Be’ rileggendola ho trovato ancora molto da migliorare, da integrare(qualche scena di sesso..SAS oblige…), insomma spero chevi divertiate quanto mi sto divertendo io.

  10. il professionista

    ..a proposito la NUOVA avventura( che leggerete a novembre perchè quella di primavera già è stata consegnata) sta per approdare a Taiwan..e questo grazie al prezioso materiale che uno di voi(lui sa chi) mi ha procurato. E se non è collaborazione tra lettori e narratore questa…

  11. Kurt Dehn

    Bella questa cosa… sapendo che si può prenotare una location, sai quanta gente avrebbe piacere di aiutarti?
    Peccato dovere attendere per un anno.
    Nel frattempo vedremo di seminare qualche altra idea :)

  12. il professionista

    in effetti trovare sempre location nuove non è facile. Soprattutto cercando di farle entrare in una storia con un perchè. ma a volte è proprio passando il materiale a disposizione che vengono delle idee…soprattutto poi molte fotografie…

  13. il professionista

    Una considerazione sul lavoro di scrittura che mi viene proprio stamattina lavorando a un episodio del prof. A volte, nelal scaletta di lavoro,diventa difficile… smettere. Quando ti trovi nell osvolgimento di una trama che ti prende, pur suddivisa in tanti microcapitoli come faccio abitualmente, senti proprio la necessità di..scriverne un altro. Sono elemnti interessanti su cui si potrebbe discutere.

  14. Kurt Dehn

    ScriptAholic :)

  15. il professionista

    eh in effetti sì

  16. Sergio Baldin

    Se posso affacciarmi anch’io, da appassionato di tutto quello che riesco a trovare scritto, sia come Di Marino che come Gunn, quindi non solo del Professionista, prima di tutto per un saluto veramente cordiale e per i complimenti per le tante belle letture regalate. Certe volte mi chiedo come sia possibile una produzione così vasta, e sempre tutta di apprezzabile qualità, da non essere ancora riuscito a recuperare tutto quello pubblicato, perchè trovo sempre qualcosa di nuovo, come stamattina con Avventura a Katmandu.
    Meno male che col web ci si può scatenare alla ricerca, altrimenti forse nemmeno si sapeva di certe pubblicazioni.
    Solo una domanda sul nostro Chance.
    Mi sembra che nei racconti sia evidente che gli anni passano per lui, mi chiedo fino a quando potrà continuare, se non viene fermato il suo “invecchiamento” un pò come SAS, che più o meno rimane sempre lo stesso. Grazie, con una virtuale stretta di mano

  17. Kurt Dehn

    Talvolta ho l’impressione che Chance abbia la stessa età dell’autore… :)
    Di buono c’è che, nonostante gli anni che avanzano, “dentro” non invecchia mai

  18. andrea-tortellino

    cin cin :)

  19. il professionista

    vero, in effetti è così..e se nella realtà la clessidra non si ferma..be’ scrivere le avventure di Chance un po’ mantiene giovani in spirito…

  20. Andrea

    Ma si riesce a trovare la trilogia di Montecristo?????????????? Ho solo il volume 3!!!!

  21. il professionista

    mi dicono che dovrebbe avere un’edizione ebook quando partiranno quelli legati alle collane da edicola…

  22. Andrea

    Grazie! Allora aspetto!

  23. Andrea

    Finito di leggere “Nome in codice Loki”. Necessario sapere cosa era quella forte detonazione……Alla prossima!

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